sabato 29 aprile 2023

Robin Williams - #PersoneFamose

 Robin Williams è stato un attore cinematografico americano, anche se i suoi inizi furono con il teatro.

Scomparso a soli 63 anni, suicida, è stato svelato più tardi soffrisse di una rara e grave malattia degenerativa, che gli avrebbe reso la vita molto dura negli anni successivi, e che comunque lo avrebbe portato via nel giro di poco tempo.

Nei suoi decenni di carriera ha dato molto al mondo del cinema, rivestendo i ruoli più disparati, dallo psicologo e cittadino medio tra i geni, nel film Will Hunting, che gli valse un oscar come miglior attore non protagonista, fino alla tata dei suoi stessi figli, nella commedia di inizi anni '90 "Mrs Doubtfire".

Attore eclettico, senza una fisicità troppo marcata sotto nessun punto di vista da potergli precludere ruoli, ha dimostrato di saper rappresentare in maniera vera moltissime emozioni e caratteristiche umane, dalla comicità alla drammaticità.

Una sua peculiarità recitativa, era quella di improvvisare sul set, deviando dal copione. La cosa accadeva molto spesso nella serie televisiva che lo lanciò, ma la più memorabile è probabilmente quando iniziò a parlare della moglie liberamente, nel film Will Hunting, fece ridere tutto il cast tanto che la telecamera si può veder vibrare in quella scena. La scena stessa fu tenuta ed inserita nel film.

mercoledì 26 aprile 2023

Che cosa significa "locandina"?

 La locandina nella cinematografia non è certo una piccola locanda, ma è quel manifesto pubblicitario di medie dimensioni, che veniva comunemente realizzato, stampato ed affisso, per promuovere e diffondere informazioni riguardo ad un film, di modo che la gente avesse un'idea di che cosa si trattasse, e di quando e dove poterlo magari visionare. 

Tuttavia come detto non ha a che fare con il concetto vero e proprio di locanda, quello che intendiamo ad oggi, ma proviene dal Latino, e precisamente dalla frase "est locanda" ossia "si affitta", che veniva spesso scritta al tempo nei manifesti, per pubblicizzare una determinata cosa. 

Non è ad ogni modo corretto chiamarla Manifesto, dato che vi sono delle differenze, come ve ne sono con altri elementi simili, come Posters, Flyiers, Volantini, e Cartelloni, ma questo è materiale per un'altro post :). 

Ad oggi è comunque certo che gran parte della diffusione di tutti questi elementi non sia più tramite dei supporti fisici, e tramite affissioni, come la stessa realizzazione di essi non avviene più tramite stampaggi ed inchiostri, ma tramite software e cristalli liquidi.

venerdì 21 aprile 2023

Come funziona il "sistema di classificazione di un film"?

 Innanzitutto occorre dire che ogni paese ha il proprio, e per quanto si possano magari assomigliare tra loro, specialmente per i numeri sull'età sotto la quale un film sia proibito, vi sono spesso differenze sostanziali da una nazione all'altra.

Questo post tratterà per ovvie ragioni il sistema di classificazione dei film vigente in Italia, che è il seguente.

In Italia la decisione spetta ad una commissione, sotto il Ministero della cultura.

Le categorie sono T, 6+, 14+, 18+, dove T rappresenta quei film adatti a tutti, mentre gli altri numeri sono le età minime richieste per poterli vedere. 
Sono presenti alcuni cavilli, come per esempio nel caso delle ultime due categorie sia possibile visionarli comunque in sala al cinema anche avendo rispettivamente più di 12 e più di 16 anni, se accompagnati da un genitore. 
Ulteriori leggere differenziazioni avvengono se il film anzichè una proiezione in sala è un dvd da potersi vedere a casa propria, oppure se viene passato in televisione.  

Non si tratta però di parametri o decisioni prese decine di anni fa, la legge è infatti stata modificata proprio in questi ultimi anni. 
 
Una differenza per esempio tra gli Stati Uniti e l'Europa è come siano invertiti in linea di massima,  due parametri specifici per la proibizione, per esempio oltreoceano tendono a precludere ai minori la visione di film con scene di sesso e lasciargli guardare quelli con atti di violenza, mentre in Europa la tendenza è verso il contrario.
Oltre ai due suddetti parametri, ne vengono presi in considerazione altri prima di ufficializzarne la classificazione, come la controversia dei temi trattati, la volgarità, etc. 

E' da notare come questo sistema di classificazione abbia sostanzialmente soppiantato la censura fatta con le forbici, in passato proprio letteralmente. Ossia il film, salvo rari casi, viene valutato nella sua interezza, e proibito a certe età, a differenza di come veniva fatto in passato dove capitava che venissero rimosse fisicamente le singole scene incriminate di essere oltre i limiti accettabili (la cosa riguardava in verità tutti, era una edulcorazione anche per gli adulti). 



mercoledì 19 aprile 2023

Martin Scorsese, "il più grande regista vivente"?

 Martin Scorsese, da poco diventato ottuagenario, è uno dei più noti registi cinematografici contemporanei, americano di origine ma con chiare discendenze italiane, tanto da possedere la doppia cittadinanza.

Il titolo si riferisce ad un commento di Ricky Gervais (nè ironico nè sarcastico), all'ultima edizione dei Golden Globe Awards, vediamo dunque perchè potrebbe essere effettivamente considerato tale : 

Un aspetto potrebbero essere i riconoscimenti a lui assegnatogli nell'arco di tutta la sua carriera, dall'oscar alla regia per il film "The Departed", alla laurea honoris causa ricevuta dall'università di lettere di Bologna, che in quanto a prestigiosità non ha niente da invidiare a nessun'altra, essendo la più antica d'Italia.
Ma non sono soltanto le vittorie che contano nel suo caso, sono infatti non trascurabili la decina di candidature per altrettanti lavori, come miglior regista, sia agli Oscar, sia ai Golden Globe, che ai Bafta. 
 
Cresciuto a Little Italy (New York) ha portato la mafia italo-americana e soprattutto "la grande mela" sul set in innumerevoli occasioni, noti sono i suoi capolavori "Quei bravi ragazzi" ed il più recente "The Irishman", riguardanti il primo tema, mentre il secondo si può ritrovare in molteplici pellicole, come "New York, New York", "Gangs of New York", oppure "The wolf of Wall Street".

Oltre a quei due temi, sono stati "leit motiv" della sua carriera, anche due attori di primissimo livello, come Robert De Niro e Leonardo Di Caprio, anch'essi di discendenze italiane, e con i quali ha stretto dei sodalizzi tra i più solidi ed apprezzati di tutta la cinematografia americana, scegliendoli come attori per ben 9 e 5 films rispettivamente, dando vita a risultati eccellenti come "Taxi driver", o il più recente "Shutter island".

Una nota di curiosità, è come in pieno stile Hollywoodiano abbia fatto collezione di matrimoni, ben cinque, di cui uno dei quali con Isabella Rossellini, e che gli hanno dato ad oggi 3 figlie.

venerdì 14 aprile 2023

"Il traditore" (2019) #Recensione

 "Il traditore" è un docu-film/biopic recente che ripercorre le vicende della vita del mafioso affiliato a "Cosa Nostra", Tommaso Buscetta.
Egli non raggiunse mai il grado di capo mandamento (nome tecnico all'interno dell'organizzazione per quello che all'esterno viene comunemente chiamato "boss"), ma ebbe comunque una rilevanza ed una influenza notevoli, sia all'interno delle mafia siciliana, che per quanto riguarda la storia italiana dal dopoguerra ad oggi.
Il film parte cronologicamente dal 1980, quando la Sicilia, ed in particolare Palermo era divenuto il centro nevralgico mondiale dell'eroina, mostrando come nonostante di soldi la criminalità organizzata di zona ne stesse facendo più di quanti ne avrebbe mai potuti immaginare, le varie famiglie mafiose legate ai luoghi di Palermo e Corleone, fossero invece in attrito tra loro, cosa che portò ad una faida interna che costò la vita a decine di criminali ed anche a molti non affiliati.
All'interno della narrazione principale si inseriscono vari flashback del passato, sia recenti per mostrare i momenti precedenti passati da Buscetta in carcere, sia riguardanti la sua gioventù, e le prime azioni da compiere una volta entrato in Cosa Nostra.
Ma l'aspetto chiave e più conosciuto della vita di Tommaso Buscetta è certamente il suo "pentimento", egli una volta arrestato in Brasile, fu posto davanti all'opzione di raccontare come si svolgessero gli affari all'interno dell'organizzazione, cosa che nonostante una certa riluttanza iniziale, fece, ed ebbe in cambio vitto, alloggio, protezione, ed anonimato, per se e per la propria famiglia, da parte dello stato italiano.
A livello sociale questa scelta fu appellata in modi linguisticamente piuttosto vari, per chi faceva parte o sosteneva l'organizzazione divenne un "infame", per i media e l'opinione pubblica un "pentito", per il governo e la magistratura un "collaboratore di giustizia".
 
 La pellicola fu selezionata per la sezione "Miglior film straniero" per gli Oscar del 2020, ma non ottenne la statuetta, francamente viene da concordare con la scelta.
Rimane un film abbastanza ben fatto, lineare e che intrattiene ed appassiona, romanzato al punto giusto, che fa luce su una pagina molto scura e tutt'ora presente delle dinamiche socio-economiche parallele (e non) allo stato italiano, legate a persone singole, appartenenti a singole famiglie che si autoproclamavano autorità in determinate zone geografiche e/o in determinati settori. 

Niente di fuori luogo o di eccessivo da segnalare per il quale sconsigliare la pellicola a qualcuno, tutti gli aspetti del film raggiungono la sufficenza abbondante, compresa la recitazione, che però è una media tra la buona performance di Pierfrancesco Favino (anche se decisamente non la sua migliore interpretazione in carriera) ed altri membri del cast, e la sconcertante prova recitativa di altri, che sono apparsi proprio non all'altezza, anche al netto in alcuni casi del non riuscire a passare per gente del luogo, proprio a livello di accento, cosa che comunque sarebbe criticabile anche allo stesso Favino, che a tratti suonava forse più pugliese che siciliano.

domenica 9 aprile 2023

My name is Tanino (2002) #Recensione

 My name is Tanino è un film del 2002, scritto e diretto da Paolo Virzì, prodotto e distribuito da Vittorio Cecchi Gori, e con le musiche di Carlo Virzì, fratello di Paolo.
Tutto questo per render chiaro sin da subito che nonostante alcune ambientazioni, il protagonista, e molti stereotipi in chiave ironica, siano tutti legati alla sicilia, il film è da considerarsi più un prodotto toscano-siciliano che un film siciliano a tutti gli effetti, come accaduto per "Johnny Stecchino" per intenderci. 
 
La trama è quella di un adolescente, tale Tanino, che da un piccolo paesino della sicilia decide di emigrare/scappare, per raggiungere in america una ragazza del posto, con un cui aveva avuto una brevissima relazione durante l'estate, nella propria terra.
Una serie di vicissitudini e coincidenze in stile commedia comica lo portano in varie situazioni imbarazzanti e straordinarie, alcune al limite del reale, dalle quali cerca per tutto il film di scappare o di inseguirle, finendo per trovare più risposte su se stesso di quante ne stesse cercando, ma anche più domande di quante se ne fosse mai posto. 

Tutto il film è basato su alcuni semplici temi ricorrenti, come i sentimenti di infatuazione per qualcuno, lo spaesamento del cosa accadrà dopo gli studi universitari, la ribellione giovanile, il sentirsi vittima della propria famiglia, condizione, geolocalizzazione, e tante altre, niente di diverso da quello che vive ogni giovane di ogni epoca, ed è probabilmente proprio cosi che Virzì lo voleva intendere. Il tutto visto e vissuto attraverso gli occhi e le parole perennemente sognatrici ed ingenue, di Tanino.

Purtroppo però a differenza del sovracitato Johnny Stecchino, la trama non risulta altrettanto intricata ed intrigante, il caratterismo di alcuni personaggi nemmeno, l'approccio maccheronico ad altre lingue salva solo in parte l'aspetto comico del film, ed anche volendolo vedere puramente sual piano di una comparazione Virziniana, non replica l'originalità ed il livello di introspezione giovananile del film Ovosodo.

Nota dolente penso si possa dire in generale sia la recitazione, non tanto per i singoli, che invece in molti casi fanno un ottimo lavoro, ma per quanto non ci fosse unitarietà tra le performance di tutti, alcuni sembravano recitare in una commedia trash, altri tendevano quasi più al film drammatico, e via dicendo, una sconnesione non facile da descrivere, ma che è in qualche modo apparsa ben visibile durante la visione, probabilmente data anche dalla diversa caratura dei vari attori.
Anche la presenza di alcuni personaggi nel film sembra un po' troppo altalenante, si fa fatica a capire se alcuni siano dei camei allungati o qualcuno a cui ci si possa appassionare, gli stessi personaggi in molti casi sembrano un po' poco sviluppati proprio sotto l'asepetto di scrittura. 

Ad ogni modo rimane un film più che guardabile, un intrattenimento leggero per tutta la famiglia, non troppo lungo e con un buon passo, lineare e costante, con alcuni momenti divertenti, ma con meno spunti sui quali riflettere di quanti avrebbe magari voluto avere.

sabato 8 aprile 2023

My name is Tanino #SpiegazioneTitolo

 "My name is Tanino" è un film di Paolo Virzì del 2002, il titolo non è certo criptico, anzi, piuttosto diretto e per i più comprensibile, tuttavia si può completare la spiegazione con un po' di approfondimento.

Volendolo dividere in due parti, per quanto riguarda la prima : "My name is",  per quanto il film sia uscito quando internet era ancora agli inizi, quindi in un mondo che non poteva cercare il significato delle cose dal palmo della propria mano con uno smartphone, e per quanto le generazioni del passato avessero spesso studiato francese anziche inglese, rimane una frase già talmente sdoganata anche in italia da decenni (e probabilmente scelta proprio per la sua semplicità e comprensibilità) che salvo rarissimi casi, si presume sia stata di perfetta comprensione a tutti anche essendo un titolo non in italiano.

La seconda, il nome "Tanino", è invece meno ovvia, almeno per molti del centro-nord italia. E' infatti un abbreviativo (esiste anche come cognome a se stante), nato e diffusosi prevalentemente al sud, e tende ad essere usato per accorciare in maniera informale, il nome Geatano, ma è talvolta usato anche per appellare persone che hanno nomi diversi, come per esempio "Giuseppe".
Il passaggio per giungere al nome "Tanino" è abbastanza ovvio, ossia far diventare "Gaetano", "Gaetanino" come forma amichevole e poi staccarne la parte finale, tuttavia, ne esiste anche la forma più semplice, ossia "Tano", forse la più diffusa in assoluto, che ha avuto come personaggio di maggior popolarità, una figura purtroppo non felice per la storia italiana e siciliana, il boss mafioso Gaetano Badalamenti, detto Tano, famoso in particolare per essere stato il mandante dell'omicidio del giornalista Giuseppe Impastato, detto Peppino.
La sicilia è anche appunto la regione in cui si concentra il maggior numero di nomi abbreviati dal nome Gaetano, tra i quali un'altra forma abbastanza nota è "Tanuzzo".

giovedì 6 aprile 2023

Baarìa #SpiegazioneTitolo

 Baarìa è un film di Giuseppe Tornatore del 2009, che tratta le vicende di una famiglia di Bagheria, paese della Sicilia di poco più di 50.000 abitanti, in provincia di Palermo, nonchè terra natia proprio dello stesso regista.

Il titolo significa semplicemente appunto : "Bagherìa", in dialetto locale, tuttavia l'aspetto linguistico è interessante, quanto lo è nel film stesso. 
Varie sono le teorie riguardanti che cosa abbia dato origine al toponimo, se provenga dall'arabo e se in tal caso la parola abbia a che fare con il mare o con il vento, ma di fatto la forma usata nel titolo non è nient'altro che quella di molti dialetti siciliani (Bagarìa), al netto della lettera "g" che si perde perchè non viene pronunciata.
 
Anche il film come detto merita una chiarificazione linguistica, nello specifico il fatto che sia stato recitato nel dialetto di tale paese, comprensibile al resto dei siciliani, anche se impegnativo per quelli di alcune zone, ma è stato distribuito in quella verisone nella sola regione, mentre il resto d'Italia, ne ha avuto una in un cui gli attori hanno doppiato se stessi, in italiano con un voluto forte accento siciliano. 

lunedì 3 aprile 2023

Baarìa (2009) #Recensione

 Baarìa è film del 2009, considerato un "colossal" per il notevole costo di produzione dell'opera, (per il cinema italiano) quasi 30 milioni di euro, che non si trasformarono nemmenno in altrettanti al botteghino, abbastanza da coprirne così almeno le spese. 

La trama ruota tutta intorno ad una famiglia di un paese della Sicilia, in provincia di Palermo, di nome Bagheria (il comune) ed alla loro vita di paese. I fatti si susseguono attraverso varie generazioni, ed i temi trattati sono molteplici, dall'amore alla mafia, dalla politica alla famiglia. 

Il film annovera un cast stracolmo di attori ben noti a livello nazionale, tra i quali oltre ai protagonisti (autoctoni, ma non troppo noti : Francesco Scianna e Margareth Madè) spiccano in parti minori : Nicole Grimaudo, Ficarra e Picone, Beppe Fiorello, etc ed in piccoli cameo sparsi per il film : Raoul Bova, Nino Frassica, Leo Gullotta, Monica Bellucci, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Aldo Baglio, e la lista continuerebbe. 
In aggiunta, in ruoli chiave come quello di regista e quello di realizzatore della colonna sonora, si trovano addirittura rispettivamente Giuseppe Tornatore, nativo proprio di Bagheria, ed Ennio Morricone.

Tuttavia tutta questa carne al fuoco, tra tematiche, musiche, budget elevato e qualità davanti e dietro la cinepresa, non si trasforma in un pasto particolarmente succulento. 
I temi tirati in ballo sembrano essere davvero troppi, tanto non farne apparire nessuno come degnamente sviscerato durante l'opera, la recitazione di un po' tutto il cast non sembra particolarmente ispirata, non facendo spiccare nessuno per qualità della performance.

Un po' tutti gli aspetti trattati nel film sembrano trattati solo in apparenza in maniera profonda, ma risultano poco incisivi. Volendone prenderne uno specifico ad esempio, l'aspetto comico sembra davvero voler essere lievemente accennato in un sacco di scene, ma senza riuscire mai a risultare sottile quanto vorrebbe, ne tanto meno abbastanza da dare qualcosa in più alla scena per motivarne il suo utilizzo.

Fortissimo, davvero eccessivo, è il richiamo ad un'altro film, proprio di Tortatore, quello si un capolavoro "Nuovo Cinema Paradiso", sono innumerevoli le scene che quasi lo citano, come i tantissimi cinema e scene nei cinema all'interno di questo film, come il bambino che tiene tra le mani e commenta i fotogrammi di altri film, come la connessione con Roma proprio come avveniva nel protagonista dell'altro film, proprio come la frase finale "manco da Bagheria da 30 anni", come accadeva anche al protagonista di Nuovo Cinema Paradiso, e molte altre.

In conclusione purtroppo è un film che non emoziona, e certamente non quanto avrebbe voluto e dovuto visti tutti gli elementi nel pentolone, ma rimane comunque adatto a tutti, essendo senza troppa violenza, sesso, o quant'altro possa tenere lontani pudici e suscettibili. 

Jimmy Carr, uno dei re del Black humor.