domenica 25 dicembre 2022

Che cosa significa "Screen test"?

 Uno "Screen test" è una piccola performance da parte di un attore, che ha l'obiettivo di dimostrare le sue qualità. Non è legata ad un copione o a dei dialoghi, e non prevede la presenza di altri attori con cui interagire, questo rende la cosa diversa da una "Audition" (Provino), dove invece tutto è prefissato e si cerca di ottenere il ruolo per una parte specifica. Il materiale da leggere infatti ad uno screen test potrebbe anche essere un monologo portato dallo stesso attore.

 
Il "test" non riguarda esclusivamente le doti recitative, potrebbe essere richiesto anche per giudicare il trucco di un attore, o il costume. Allo stesso modo possono servire per valutare anche le doti canore, magari in vista di un musical, o la sua conoscenza della lingua in cui dovrebbe eventualmente recitare, come anche le sua conoscenza delle
arti marziali, se il film prevedesse ciò.

venerdì 23 dicembre 2022

Elf - Un elfo di nome Buddy (2003) #Recensione

 "Elf - Un elfo di nome Buddy" (Titolo originale : "Elf"), è una commedia natalizia americana del 2003, con protagonista l'attore e comico, Will Ferrell.

La storia è quella di un bambino, umano, che viene adottato da una comunità di elfi del Polo Nord. Con loro cresce senza accorgersi di non essere un elfo, svolgendo le mansioni tipiche degli altri abitanti, ossia principalmente adoperarsi tutto l'anno per la festività del Natale. Una volta raggiunta l'età adulta, o meglio, una taglia corporea con la quale non è più possibile motivare il suo essere un elfo, scopre la verità, e decide di dirigersi alla ricerca del suo padre genetico.

Alcuni aspetti del film sono pienamente adeguati, come il passo con cui procede e le ambientazioni, e certamente non è negabile che sia stato un enorme successo sia di pubblico che di critica, tuttavia, un po' tutto il resto lascia a desiderare, apparendo non proprio scadente, ma semplicemente poco ispirato.

A partire dal titolo, sia l'originale che l'adattamento italiano, davvero non invogliano ne intrigano, non sono ermetici, sono semplicemente natalizi.

La recitazione dei personaggi principali è accettabile, ma quella dei due protagonisti è piuttosto deludente, Zooey Deschanel fa certamente il suo, ma è un po' sempre il suo solito recitare, uguale da film a film, in parti solitamente parecchio simili tra loro, dove poi finisce sempre per cantare, data la sua competenza nel campo.

Lo stesso Will Farrell, eccezionale ed insostituibile in molteplici commedie comiche, in questo caso fa sentire poco la sua presenza, tanto che viene da pensare che forse altri, al suo posto, avrebbero potuto dare di più. 

Svelando purtroppo parte del finale, è poco entusiasmanete anche la trovata di ricreare nuovi nemici per gli ultimi 20 minuti di film, dato che ormai il padre era diventato un personaggio "buono", lo scettro dei cattivi da sconfiggere, viene passato a... i Rangers del parco (Central park), che non hanno praticamente volto, dovrebbero essando forze dell'ordine stare dalla parte del bene, e davvero poco credibilmente aggiungono altrettanto poco al tentativo di finale pirotecnico.

Menzione speciale per il product placing natalizio, il protagonista beve per parecchi secondi consecutivi una intera bottiglia di Coca Cola con il marchio sempre rigorosamente a favore di camera.

In sostanza un film certamente natalizio, adatto ai bambini, e probabilmente apprezzabile da quest'ultimi, ma per quanto riguarda gli adulti.. difficile definirlo un classico per tutta la famiglia come "Mamma, ho perso l'aereo".

martedì 20 dicembre 2022

"Improvvisamente Natale" (2022) #Recensione

 "Improvvisamente Natale" è una commedia italiana uscita da pochi giorni su PrimeVideo, con Diego Abatantuono, Violante Placido, ed altri volti più o meno noti del mondo artistico italiano, come Lodo Guenzi, cantante del gruppo bolognese Lo Stato Sociale, o lo showman Michele Foresta, più conosciuto come Mago Forest. 

La trama non è delle più scontate e cerca addirittura di trattare temi impegnativi della vita di tutti i giorni, come la separazione dei genitori, i fallimenti lavorativi, il perdono, senza però riuscire a lasciar fuori dalla porta l'argomento imprescindibile di ogni commedia italiana, il tradimento, anche in questa pellicola presente in abbondanza.

Non c'è un vero e proprio protagonista, anche se la storia ruota principalmente intorno ad una bambina di nome Chiara, che viene portata dal nonno materno, Abatantuono, perchè sia lui, anzichè uno dei due genitori, a darle la brutta notizia dell'imminente divorzio. Da li tutta una serie di storie si interecceranno tra loro e molti personaggi faranno il loro ingresso in scena, anche con ruoli importanti nonostante non appaiano sin dall'inizio. Difficile dire di più senza fare spoiler rilevanti.

La trama come detto ha delle pretese ma risulta accettabile, scenari e costumi sono apprezzabili, belli i panorami delle Dolomiti, e non male nemmeno la parte di trucco in tutte le scene con i bambini impegnati nei travestimenti. 

Per la recitazione del cast invece non tutti meritano lo stesso voto. Per quanto riguarda Abatantuono, che nel film non fa molto più che essere se stesso, viene un po' sempre da pensare che avrebbe potuto essere un attore di valore, che invece è rimasto sempre in certe parti. Guenzi invece non è sembrato particolarmente a suo agio nella recitazione, ed il divario con la "moglie" Violante Placido, si è visto in ogni scena. 
Commento a parte merita la performance della piccola protagonista, interpretata da Sara Ciocca, che per quanto non possa essere criticata come un adulto e per quanto abbia fatto sostanzialmente una buona performance, è apparsa quasi sempre troppo teatrale.
 
In sostanza, un film per tutti, che scorre bene, e non fa pesare i suoi 100 minuti, che va visto senza troppe aspettative, e che nel panorama delle commedie italiane non è certo tra i peggiori.
 
(Il titolo non può essere spiegato senza fare spoiler, ma è un titolo ben scelto).

venerdì 16 dicembre 2022

"Tu non puoi reggere la verità!!" #FrasiFamose

La frase in questione (In originale : "You can't handle the truth!!") si trova in "Codice d'onore" (In originale : A few good man), un film di inizio anni '90, con un cast davvero notevole.

Viene pronunciata dal personaggio interpretato da Jack Nicholson, il colonnello Nathan R. Jessup, ed ha superato abbondantemente i confini del successo del film stesso, venendo inserita tra le cento frasi più rilevanti del cinema americano, e diventando nota anche a chi non abbia mai direttamente visto la scena.

 
L'adattamento in italiano, è sostanzialmente una traduzione letterale, quindi il concetto rimane inviariato, e sta a significare che il popolo, è il primo a non dovere/volere/potere sapere la verità riguardo ad alcune attività, in questo caso quelle governative legate alla forza militare dei Marines americani, perchè non potrebbe reggere il peso di certe informazioni e certe situazioni.

Il discorso del personaggio in questione, prosegue nel film con un monologo su come al mondo ci siano dei muri, fisici e figurati, che abbiano bisogno di essere sorvegliati, e di come questo ruolo non sia adatto a tutti, concludendo in fine che per quanto un Marine possa non piacere come figura e come principi, la gente ne ha bisogno, la sua esistenza è necessaria, per il bene e la salvaguardia del popolo. 


martedì 13 dicembre 2022

The family man (2000) #Recensione

 The family man (il titolo rimane invariato dalla versione originale, in inglese, a quella in italiano), è un film di inizio millennio che riscosse un buon successo al botteghino ed opinioni miste da parte della critica. 

Il tema principale è quello già visto e rivisto, sentito, sognato o immaginato da tutti, nulla di nuovo. Una coppia si saluta all'aeroporto, lui sceglie la carriera, lei avrebbe scelto la famiglia. Improvvisamente al lui di turno, diventato un facoltoso uomo d'affari di New York, viene offerta la possibilità di vedere come sarebbe stata la propria vita se non fosse partito, o meglio se avesse anch'egli scelto la familia, o ancor meglio se anch'eglio avesse scelto il "noi".

Gli attori sono tutti volti noti, specialmente quelli dei due protagonisti Jack e Kate, nomi da cittadini medi americani, interpretati da Nicolas Cage e Tea Leoni, che innamoratisi già ai tempi della scuola, finiscono per dividersi all'inizio delle proprie carriere, come detto per volere di Jack.

La performance di tutto il cast è adeguata, bene loro specificamente come coppia e come singoli, con le capacità di Nicolas Cage che lo fanno risaltare volente o nolente rispetto agli altri.

La storia è piacevole, certamente banale e scontata, ma il film scorre bene, senza momenti di eccessiva suspense misti ad altri che fanno addormentare, è infatti molto lineare, e non fa pesare le sue poco più di due ore di durata. 

Ad aggiungere al senso di dejavu (per chi non li vedesse in senso cronologico, cosa che può capitare con film che hanno ormai diversi anni) il fatto che proprio lo stesso Cage si sia ritrovato appena 5 anni, in un'altra pellicola con trama o almeno concetti base, fin troppo simili, intitotala persino in maniera quasi identica : "The weather man" (L'uomo delle previsioni).

In sostanza un film per tutti, che tratta argomenti che abbiamo affrontato od affronteremo nella vita, che ipotizza scenari differenti dati da scelte differenti e lo fa attraverso un sogno ad occhi aperti come è capitato di fare a tutti noi. Difficile consigliarlo come un capolavoro, altrettanto difficile sconsigliarlo, perchè se pur l'idea base non sia particolarmente originale, può essere un ottimo spunto di riflessione interna, e certamente anche nel campo delle commedie sentimentali, è onestamente classificabile come sopra la media.

domenica 11 dicembre 2022

Che cosa sono i "Bollini di sincronizzazione"?

I "Bollini di sincronizzazione", talvolta chiamati "Segnali di coda", sono, in gergo tecnico nella cinematografia, dei semplici indicatori di fine rullo. 
Avevano la caratteristica di essere di forma simile ad una bruciatura di sigaretta, o nel caso non fossero già presenti sulla pellicola al suo arrivo in sala proiezioni, venivano realizzati a mano, con dell'inchiosto, della cera, o addirittura raschiando la pellicola. 
 
La loro funzione primaria come detto era quella di essere un avvertimento riguardo alla fine del rullo, ma venivano usati anche nel mondo della televisione per organizzare le pause pubblicitarie, riuscendo cosi ad essere avvertiti con alcuni secondi di anticipo su quando inserirle. 
Tutti i verbi delle precendenti righe sono al passato perchè la loro presenza si è ormai praticamente estinta, e dove vi siano ancora, possono essere eliminati in una eventuale fase di restauro. 

Tuttavia il meccanismo era ed è rilevante, quindi la loro scomparsa significa soltanto che sono stati rimpiazzati da tecniche più moderne e meno invasive.


martedì 6 dicembre 2022

Il Grinch (2000) #Recensione

 Il Grinch (Titolo originale : The Grinch) è un film del 2000, diretto da Ron Howard, che raramente sbaglia, ed anche questa volta cosi è stato, quanto meno al botteghino.

Il film è basato su di un libro omonimo, uscito circa mezzo secolo prima, ed è la storia di un piccolo paese con nomi di luoghi e di persone molto particolari, dove tutti amano il Natale, tutti tranne uno, proprio il Grinch. Le scene si alternano tra il tema natalizio-sdolcinato vero e proprio, ed una costante vena piu oscura, che però sembra essere stata più delizia che croce alla fine dei conti.

Trucco, costumi e sconografia sono pertinenti e ben fatti, non a caso ricevettero tutti delle candidature agli Oscar. 
Le performance dei vari attori sembrano più che buone, in particolare quella della piccola bambina protagonista, doppiata in originale dalla cantante Taylor Momsen, con una voce quasi surreale per chi la conosca nell'altro campo. 
Un quasi irriconoscibile Jeffrey Tambor, a causa della folta chioma nel film, fa la sua parte, mentre rimane non proprio elogiabile incondizionatamente la performance di Jim Carrey, nei panni proprio del protagonista, il Grinch. 
Sicuramente ispirato e calzante, lascia però un po' di dubbio la somiglianza di tutte le sue sfaccettature da caratterista, se paragonate a personaggi interpretati da lui precedentemente, proprio in quegli anni, come il detective Ace Ventura nella saga dell'Acchiappanimali, e nella parte di The Mask. 

Come elementi di contorno si potrebbe dire che la visione, per un parlante nativo italiano, è sconsigliata in lingua originale, perchè particolarmente difficoltosa a causa di tutte le parole e nomi inventati inserite nel film. 
Da elogiare a pieno invece la scelta del titolo, niente che coinvolgesse la sovrautilizzata parola Natale, niente di complicato, ed anzi una parola che suona facile da memorizzare ed internazionale. Elemento quello del titolo che spesso viene sottovalutato e talvolta rovina addirittura un'opera, anche fosse soltanto un adattamento in un'altra lingua. 

Molte idea in diverse scene sono particolarmente originali, e senza voler fare spoiler, regalano certamente ad un pubblico piuttosto giovane, sorprese e risate.
Ecco, il target appunto, un film un po' per tutti, ma certamente indirizzato più ai bambini, ed agli
adolescenti forse, che tra uno spavento e l'altro, certamente hanno modo di apprezzare una pellicola diversa dai soliti film Natalizi.

domenica 4 dicembre 2022

Che cosa significa "Blooper"?

 "Blooper" è una parola anglosassone ormai molto usata specialmente nel mondo di internet e dei filmati su Youtube e simili, che nella cinematografia sta a significare semplicemente "Errore", che sia di una persona fisica (quella che in Italia sarebbe chiamata "papera"), oppure di un elemento scenico inappropriato o fuori posizione.

Il termine è in uso da una settantina d'anni, ma si è affermato internazionalmente negli ultimi, dotando praticamente ogni film ed ogni serie televisiva della sua "sezione" dedicata ai bloopers. Che si possono trovare nelle piattaforme video gratuite online, ma talvolta anche al termine delle pellicole stesse, come scelta di includerli da parte del regista.

Non tutti i bloopers vengono scovati e tagliati, capita a volte che nonotante tutte le mani e gli occhi dalle quali passi una pellicola, rimangano nella versione definitiva, cosa per la quale non è il caso di fare drammi, a meno di errori colossali, perchè quasi tutte le pellicole hanno un qualcosa di imperfetto e passato inosservato. 

Occorre però non confondere il termine con "Out-take", altra parola anglosassone, che sta a rappresentare principalmente tutte le versioni non scelte delle scene che invece sono state incluse. Per quanto i due termini abbiano una intersezione dunque, quest'ultimo è certamente di significato più ampio.

Tuttavia nella definizione di bloopers, rientrano anche alcune scene, che non erano nel copione ma che avvengono per caso durante le riprese stesse, e viene deciso di tenerle cosi come sono. Una su tutte, è quella di Django Unchained in cui Leonardo Di Caprio durante un discorso molto sentito ai propri commensali, si ferisce la mano nello sbatterla sul tavolo, successivamente la osserva mentre il sangue scende copioso, ma decide di rimanere nella parte e finire la scena. Il tutto fu apprezzatto da Tarantino che decise di tenerla nel girato finale.

giovedì 1 dicembre 2022

"Love actually" (2003) #Recensione

 Love Actually è una commedia britannica del 2003, che purtroppo, non ha proprio nulla di britannico nei suoi aspetti stilistici.

Il cast è sulla carta strabiliante, Hugh Grant, Colin Firth, Emma Thompson, Keira Knightley, Liam Neesom, Alan Rickman, sono solo alcuni dei protagonisti. A loro si aggiungono anche altri nomi celebri, come Rowan Atkinson, in una parte minore, ed addirittura un cameo di Claudia Schiffer. 

La trama è raramente il pezzo forte di una commedia, ma in questo caso è sembrata decisamente poco intrigante, tanto da essere sorvolabile, basta riassumerla dicendo che è una serie di storie di coppie e di vita, più o meno intrecciate tra loro, che si basano o respingono a causa del sentimento dell'amore, che è il tema principale di tutto il film. 

Nemmeno la sovracitata costellazione di stelle presenti nel cast è bastata a fargli acquisire un valore di rilievo come opera, tutte poco ispirate ai fatti, salvo la performance di Laura Linney che è sembrata invece quasi eccessiva, in positivo, per un film del genere e dove i colleghi stavano contribuendo cosi poco. In particolare Colin Firth, attore indiscutibile, è sembrato forse proprio per la sua caratura di altro livello, il più fuori luogo, per quanto sia già stato lui stesso un indimenticabile ed eccezionale "sfigato" nella saga di Bridget Jones. 
Anche il giovanissimo attore che interpreta il figlio di Liam Neeson, con tutte le attenuanti del caso date dalla giovane età e simili, è sembrato davvero poco coinvolto e coinvolgente, più un Clint Eastwood nei suoi film western, avendo mostrato soltanto due espressioni, quella con le bacchette da batteria e quella senza. Ma non tutti i giorni può venire fuori una performance come quella del piccolo Haley Joel Osment ne "Il sesto senso". 

Il film purtroppo come detto non ha nulla di "British", salvo le ovvie ambientazioni e gli accenti,
manca infatti completamente il loro tipico umorismo, nero e raffinato, si riempie invece di battute poco sofisticate e di scenette da commedia quasi trash, più tipiche dello stile americano e di quello italiano. 
Un tentativo di cinepanettone alla inglese, con tratti di vero cattivo gusto, ma che comunque non sono il tema principale come per quelli nostrani.


A livello tecnico, non serve essere un addetto ai lavori, per notare che i passaggi da scena a scena sono tutti ma proprio tutti tirati via, mancano transizioni, mancano sfumature, non c'è niente di elaborato o artistico, semplici cambi di immagine sensa un qualsivoglia elemento che le unisca, e questo rende di fatto il film un semplice insieme di scenette alla Mr. Bean, unite tra loro senza essere amalgamate, per di più al netto dell'ironia di Mr. Bean, che invece è sempre presente.

Una curiosità legata al film, purtroppo poco piacevole, è come Liam Neesom interpreti un marito che ha appena perduto la moglie, con tutte le problematiche di sofferenza e di dover crescere un figlio piccolo, del caso. Purtroppo questo è un fatto che si è verificato pochissimi anni dopo anche nella sua vita reale, con la perdita della moglie mentre i due avevano appunto due figli della stessa età del piccolo attore del film. 

In pratica tutti questi aspetti lo rendono un film inconsigliabile, se non a chi voglia essere intrattenuto in una serata a basso livello di attività cerebrale.


Jimmy Carr, uno dei re del Black humor.