domenica 26 febbraio 2023

La isla minima (2014) #Recensione

 "La isla minima" (Il titolo rimane invariato nella versione distribuita in Italia), è un thriller spagnolo piuttosto recente, con pratagonisti Raul Arevalo e Javier Gutierrez Alvarez, che ha riscosso un ottimo successo di critica e pubblico alla sua uscita.  

Ambientato in una area rurale della Spagna di inizio anni '80, dove per risolvere alcuni delitti irrisolti, vengono inviati due ispettori dalla capitale, i quali (i due protagonisti interpretati dai due sovracitati), si troveranno di fronte tutta una serie di connessioni con massimi sistemi e poteri porti, dalle associazioni criminali per lo spaccio di droga sul territorio, fino ai torturatori del regime franchista. 
 
La trama del film è sufficentemente intricata e solo a tratti un po' banale, quello che purtroppo non si coglie bene (ma solo perchè probabilmente soltanto gli spagnoli oltre una determinata età sono in grado di farlo), sono i tantissimi riferimenti e sfumature, anche profondi ed interessanti, ai temi del regime dal quale la Spagna stava da poco uscendo, e della condizione economica generale del paese. Questi appunto sono due temi portanti e costanti per tutto il film.
 
La recitazione è ottima, alcuni attori nelle parti minori appaiono un po' scadenti e qualche personaggio sembra un po' mal scritto, ma sono le eccezioni, il resto del cast si comporta egregiamente, soprattutto i due protagonisti. 
 
Ambientazioni, costumi, luci ed inquadrature sembrano tutte appropriate per l'epoca ed accattivanti per lo spettatore, niente stona, nè nelle parti visive, nè nei dialoghi, nè nel passo, che è ottimo e scorrevole, tutti questi tre ultimi aspetti sono inoltre coerenti per tutto il film.

Menzione particolare potrebbe averla la scena dell'accoltellamento (detta cosi non fà troppo spoiler se non si sa a che punto del film capiti), che nella sua semplicità è eccezionalmente reale, sia come scena visiva che come effetti sonori, e persino come tipologia di aggressione, davvero ben fatta, in contrapposizione alle scene eccessive ed irreali Hollywoodiane che verrebbe da dire non hanno nulla o quasi di umano.
 
In sostanza un buon film, che per chi possa coglierne anche tutti i riferimenti sociali, diventa un ottimo film, e che per tutti gli altri può fare da buon intrattenimento.

venerdì 24 febbraio 2023

Trainspotting - Spiegazione titolo.

Il significato del titolo del film "Trainspotting" (rimasto invariato nella versione italiana), è sempre stato un argomento molto dibattuto e molto lontano dal poter essere compreso a pieno da chi non sia di cultura britannica.

 Partiamo da quello che è certo, il significato letterale della parola :
"Trainspotting" è una parola in uso nel mondo anglosassone da diverse decadi, ed è legata come è facile intuire, al mondo dei treni. Si tratta di fare letteralmente l'azione di "Train" "Spotting", ossia "Avvistare treni", che nella pratica significava andare fisicamente ad una stazione ferroviaria ed osservare i diversi modelli di treni che passavano,il tutto come sola attività ricreativa, fino a diventare negli anni una vera e propria passione per molti. 
Una caratteristica specifica di tale hobby era quella di appuntarsi i numeri dei treni avvistati e altre loro caratteristiche distintive. 
 
Altra certezza è che sia presente una scena, nel libro, in cui un sensatetto chiede in stazione a due dei protagonisti se stiano facendo "trainspotting".  
Da ciò però il passaggio a perchè il film sia stato nominato il tale modo non è certo. Quasi tutte le teorie che ambiscono a trovarne la connessione migliore, hanno a che fare con il mondo della droga, specificamente le droghe pesanti che occorre prendere per via venosa, essendo questo il tema principale del film.

Si trovano quindi opinioni sul fatto che il titolo abbia a che fare con i segni lasciati da anni di utilizzo di tali droghe, facendo sembrare i buchi come tracce di treni, rendendo i tossicodipendenti riconoscibili specialmente tra di loro, permettendogli di fare "avvistamento delle tracce" a vicenda, trainspotting quindi.

Altro elemento spesso osservato è come il film si svolga ad Edimburgo, e l'atto di farsi di droga in tale città gravitasse molto intorno alla stazione, centro nevralgico per l'arrivo delle sostanze, tanto che la pratica di farsi di droga inizio ad essere chiamata "trainspotting".

Molte altre sono le interpretazioni che si possono dare e sentire in giro, dal fatto che il transpotting (nel senso dell'hobby) sia una pratica per passare il tempo, simile alla ricerca di come passare il tempo da parte dei drogati tra una dose e l'altra, o come secondo alcuni sia una pratica per sprecare il proprio tempo, come sprecano la loro vita i personaggi del film, oppure che abbia a che fare con l'ossessione per l'avvistamento dei treni, simile all'ossessione che crea la dipendenza da eroina.



martedì 21 febbraio 2023

Consigli per un blog sul cinema (La tastiera)


 Scrivere per un blog non è particolarmente diverso dallo scrivere per un giornale, una rivista, una pagina social, è pur sempre per la maggior parte del tempo il fatto meccanico di scrivere fisicamente su di una tastiera.
Si può dire altrettanto per lo scrivere su un blog di cinema, o di cucina, o di tecnologia, le differenze sono minime.
Tuttavia queste differenze ci sono, vediamo quali sono e se possono aiutare a non compiere errori a qualche futuro blogger.

Come detto la parte principale è la scrittura, su tastiera, ed è quindi importante riuscire ad aver il miglior "mezzo" possibile. 
Innanzitutto si può rinunciare al tastierino numerico, quella parte laterale, solitamente il più a destra possibile della tastiera, per dei post su di un blog cinematografico non è sufficentemente motivato averla, a differenza magari di una professione come ragioniere, contabile, commercialista, dove digitare numeri è buona parte della giornata lavorativa. 
Avere una tastiera che non lo ha, permette anche di risparmiare spazio sulla scrivania o su qualsivoglia superficie dove si sta scrivendo, questo è particolarmente utile per chi ha piccoli ambienti dedicati, oppure scrive spesso in viaggio e deve trasportarla.

Altro elemento da consigliare, è come una tastiera meccanica possa effettivamente aiutare. Per la vita di tutti i giorni non è essenziale, e per chiunque scriva pochi minuti a settimana la differenza è persino difficile da notare. Ma quando il tempo dedicato allo scrivere diventa varie ore a settimana, ecco che la risposta dei tasti meccanici è certamente più piacevole e meno affaticante. 

Allo stesso modo del tastierino numerico, si può scegliere una tastiera che non dia particolare importanza a tutte quelle funzioni che invece per chi fa editing sarebbero essenziali, come tasti del volume e simili, che ingombrerebbero ed ingigantirebbero soltanto le sue dimensioni, senza venir poi quasi mai utilizzati.

A differenza della retroilluminazione, che è invece un elemento consigliatissimo, perchè permette di scrivere anche al buio o in situazioni di scarsa luce, cosa che altrimenti avrebbe richiesto una qualche forma di luce dedicata e puntata sulla tastiera. 

Sono molti altri i consigli che si potrebbero dare a chi decidesse di aprire un blog, e magari verranno fatti ulteriori post in futuro, ma intanto questi sono dei buoni punti da tenere in considerazione per l'acquisto di quella che per un blogger è il principale attrezzo del mestiere.

(Il tutto può essere fatto tranquillamente con la tastiera integrata di un portatile, qui si sta parlando di investire, nel caso il blogging diventasse una vera e propria passione, in qualcosa che ne faciliti ulteriormente l'esperienza).

sabato 18 febbraio 2023

Dove si trova il palazzo del film "Il marchese del Grillo"?

 Sono passati 42 anni dall'uscita del film "Il marchese del Grillo" che vide una triade storica del cinema italiano in azione contemporaneamente, Alberto Sordi alla recitazione, nei panni proprio del protagonista del film, tale marchese del Grillo, diretto da Mario Monicelli, e con Nicola Piovani alla realizzazione della colonna sonora.

Molte scene sono diventate iconiche, ed alcune riguardano proprio il palazzo in questione, una su tutte forse, quella in cui il marchese dal cima delle scale, lancia sul popolo venuto a palazzo per essere aiutato da lui, prima delle pigne e poi delle monete roventi, in pieno stile del personaggio del film.

Il palazzo che è stato usato per queste scene non si trova però a Roma, nonostante il film sia tutto basato su aspetti della romanità, ma bensì a Lucca, in Toscana. 
Il nome della struttura è Palazzo Pfanner e si trova in pieno centro, proprio a ridosso delle mura storiche, diventate famose negli anni anche per il loro grado di conservazione.
 
La costruzione risale al 1600, ma è soltanto due secoli dopo, quando un certo Felix Pfanner, di origini Austro-Tedesche, decise di acquisirlo per farlo diventare il luogo di una birreria, che divenne per anni luogo di incontro di personalità più o meno aristocratiche della zona.
La birreria ha cessato la sua attività circa un secolo fa, ma la proprietà è ancora della famiglia Pfanner, che da una trentina di anni circa si è impegnata in una opera di ristrutturazione.

mercoledì 15 febbraio 2023

Che cosa significa "Cine-panettone"?

 Su questo blog sono già stati scritti posts su "Vacanze di Natale" (1983), considerato il primo cinepanottene della storia, e su "Love actually" che è stato appunto definito tra le righe del post, una sorta di versione britannica dei cinepanettoni nostrani, ma che cosa significa esattamente tale parola?

Innanzitutto cinepanettone è un neologismo e come si può intuire è una parola composta, formata da "cine" abbreviazione di "cinema" e "panettone" ossia uno dei simboli natalizi per eccellenza, dato che si tratta di opere che vengono "sfornate" proprio sotto natale.

E' un concetto puramente italiano, e le tematiche sono quindi quelle delle commedia all'italiana, principalmente perciò, tradimenti, equivoci, ed un po' tutto quello che ruota intorno ad essi, come litigi, sensualità e sessualità, etc. 

Il pubblico a cui si rivolge è decisamente popolare, non mancano le volgarità e le cafonate, ma nel suo modo di fare irriverente e menefreghista, è un prodotto che ha raccolto da subito un notevole successo.
Le trame dei film sono spesso molto semplici, anche se in parte comunque articolate, come anche la scrittura dei personaggi, personaggi stessi che tendono a ripetersi negli anni, specialmente proprio a livello di scelta dei soliti attori. 
 
Alcuni nomi hanno fatto la storia di questo genere più di altri, alla regia ed alla produzione sicuramente i fratelli Vanzina e la famiglia De Laurentiis, mentre per la recitazione, la coppia regina e quasi immancabile ad ogni nuova pellicola, quella formata da Massimo Boldi e Christian De Sica, rappresentanti rispettivamente della "milanesità" e della "romanità", due elementi comici e concettuali praticamente imprescindibili sin dal primo cinepanettone. 
 
In sostanza sono tutta una serie di film, nati più o meno ufficialmente ad inizio anni '80, che hanno avuto la caratteristica di cogliere, per abilità o per fortuna, il sentimento del fare qualcosa di più o di diverso per natale, finendo per far andare al cinema in tale periodo, persone che per tutto il resto dell'anno non lo fanno, un po' come la messa di natale, spesso frequentata da chi di normale non è un assiduo frequentatore dei luoghi di chiesa.

venerdì 10 febbraio 2023

"The Revenant" (2015) #SpiegazioneTitolo

 "The Revenant" è un thriller biografico con protagonista Leonardo Di Caprio, il titolo è stato lasciato in originale anche nella versione in Italiano, con accanto la traduzione, ossia "Redivivo".

Nel caso qualcuno non avesse familiarità con il termine, il suo significato è semplicemente "ritornato in vita", e si riferisce a come il personaggio principale venga dato per morto, ma riesca invece a sopravvivere in ambienti e condizioni estreme.

Questo è già il più grande spoiler che si possa fare riguardo al film, dove il protagonista appunto sopravvive a tutta una serie di vicissitudini normalmente fatali, ma è apparentemente una scelta voluta, sia in inglese, che nella versione distruibuita in italiano, dove mantenere il titolo originale, avrebbe invece voluto dire lasciar intendere a pochi, quale fosse l'aspetto principale del film.

Tuttavia non si può proprio accusare il titolo di aver svelato troppo, per un paio di aspetti : il primo è il fatto che il film stesso sia un remake di una pellicola di circa 50 anni prima, ispirata ad una storia vera, rendendo le vicende del protagonista dunque ben note a priori anche senza trailer.

Il secondo, è il fatto che il personaggio principale sia anche l'attore di maggiore rilievo del film, Leonardo Di Caprio, e che quindi difficilmente uno dei tanti frangenti in cui avrebbe potuto morire, come essere assaltati con frecce, combattere con un orso, essere sepolti vivi, saltare a cavallo in un precipizio, etc.. avrebbe potuto portarlo via precocemente.


martedì 7 febbraio 2023

Come funziona la tecnica dello "stop-motion"?

 In italiano è chiamata "passo uno", ed è una tecnica video, che ha più a che fare con la fotografia, si tratta infatti semplicemente di fotografare un oggetto in una posizione, spostarlo manualmente fisicamente in una posizione diversa, e fotografarlo di nuovo. Dopo un certo quantitativo di foto, fatte continuando a muovere l'oggetto, si può poi mandarle in sequenza, ad un ritmo costante, ed ottenere cosi il risultato di un video "a scatti", dove però l'azione desiderata da parte dell'oggetto viene compiuta per intero. 

Ovviamente nel mondo del cinema si usano particolari cineprese, ma è appunto una tecnica fattibile anche con una semplice fotocamera, o persino con un cellulare, cosa che la rende utilizzabile anche da persone comuni, magari per un video per Youtube, come di fatti spesso accade. 
Tuttavia, nonostante la sua facilità nel poter essere attuata, è una tenica che richiede molto tempo sotto l'aspetto pratico. Realizzare una scena spostando un oggetto ogni volta manualmente e fotografarlo ogni volta, richiede molto più tempo rispetto ad avere magari una persona che compie una azione e viene filmata mentre la compie.

Altre tre nozioni riguardanti questa tecnica sono : che sia molto antica, esisteva già nell'800, che sia molto usata nel campo dei cartoni animati, e che ne esistono di vari tipi, i quali prendono sostanzialmente il nome dagli oggetti che vengono utilizzati nelle sequenze, per esempio la "puppet animation", "animazione dei pupazzi", riguarda appunto i pupazzi mossi manualmente.

giovedì 2 febbraio 2023

Perche si chiama "Shutter island"?

 La parola "shutter" in inglese significa "serranda" ed "otturatore" (inteso come parte delle macchine fotografiche). 

Il concetto ha più o meno sempre a che fare con la chiusura di qualcosa, il che si può collegare con facilità alla condizione mentale del protagonista, tanto da far pernsare che sia un nome non casuale, ma che già dal titolo spieghi come per tutto il film andremo a vedere la negazione della realtà, da parte di una persona che si è chiusa in se stessa e nelle proprie invenzioni.

Tuttavia, in rete si può trovare anche una spiegazione prova a dare un senso al titolo del film creando anagrammi con le sue lettere, ed i risultati sono molto interessanti : 

1 - Truth and lies (verità e bugie)     

2 - Truth denials (negazioni della verità)  

3 - Daniels truths (le verità di Daniels) 

Naturalmente rimangono soltanto speculazioni, ma alla luce (per chi abbia visto il film è un fatto noto), di quanto sia rilevante l'aspetto anagrammatico in tutta la storia, verrebbe da pensare che si possa avere a che fare nuovamente con una sorta di "regola del 4" :).

mercoledì 1 febbraio 2023

Shutter island (2010) #Recensione

 Shutter island è un thriller psicologico del 2010, con protagonista Leonardo Di Caprio, ormai consacrato da anni di performance eccellenti, e con dietro la cinepresa, Martin Scorzese, anch'egli con numerevoli opere di valore all'attivo.

Non è un elemento casuale questo come inizio del post, perchè i due sono un sodalizio stabile e vincente nel panorama di Hollywood, hanno infatti ad oggi lavorato insieme in molte pellicole, ed i risultati sono sempre stati ottimi.

La trama è quella di un agente governativo ex militare, che si dirige su di un'isola per investigare riguardo ad una sparizione all'interno di una struttura psichiartrica. Per circa un paio di ore si rimane attaccati allo schermo seguendo le vicende e vicissitudini che il protagonista si trova ad affrontare, i sospetti sulle persone che lo circondano, ed i sospetti su lui stesso. 
La storia è basata su un libro di una decina di anni precedente.
 
Come detto il film è costante ed avvincente, stimola ragionamenti e sospetti, ma allo stesso tempo sembra talmente ovvio nelle situazioni, da riuscire a fregare lo spettatore. 
Sceneggiatura e scenografie sono eccellenti, scenari ed effetti speciali altrettanto credibili.
 
La performance di Di Caprio è degna del suo nome, ma non sfigurano nemmeno i due coprotagonisti, che anzi invece si comportano molto bene sul set, Mark Ruffalo e Ben Kingsley, nelle rispettive parti.
 
Il film è stato un successo economico, con quasi 300 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, a fronte di un costo comunque molto alto per la realizzazione, circa 80 milioni. 

Tutti questi aspetti lo rendono un'opera eccellente, e verrebbe da spendere anche la parola eccezionale. A causa di alcuni temi trattati, del linguaggio in alcuni momenti, e di alcune scene forti, non è possibile dire che sia per tutti, ma è altrettanto certo il poter dire che si possa consigliare a chiunque, perchè è davvero un film che non ha motivo di invecchiare male. 
Un aspetto curioso è come sia una di quelle pellicole che ti portano a rivederla di nuovo dopo poco tempo, per riuscire a rimettere insieme tutti i pezzi della storia dopo averla terminata la prima volta.

Jimmy Carr, uno dei re del Black humor.