lunedì 29 marzo 2021

Al Cinema come in Discoteca, il numero era falso.


"Nine nine one", ovvero il numero unico per le emergenze negli Stati Uniti d'america, (è lo stesso anche per il resto del Nord America, quindi Canada e Messico) è un numero che abbiamo imparato a conoscere grazie alla cinematografia. 
Per inciso, non è un numero globale, quasi ogni paese ha il suo, per esempio in Gran Bretagna è in uso il 999. 
O in alcuni casi, come in Italia, c'è stata una vera e propria gara allo sparpagliamento, e ne esistono molteplici, 112 per contattare i Carabinieri, 113 Polizia, 115 vigili del fuoco, 118 Pronto intervento sanitario, etc... (è recente una nuova legge europea che racchiude tutti sotto un unico numero, il 112).

Ma come mai questa cosa è curiosa, beh per due semplici ragioni : la prima è che altresì, a meno di non esserci ritrovati in situazioni di pericolo sullo stesso territorio degli Stati Uniti, non avremmo mai saputo e memorizzato tale numero d'emergenza. 
La seconda è che forse, è l'unico numero vero nominato all'interno dei film, i quali per antonomasia, sono il luogo dove ogni numero di telefono è falso, che siano quelli di moderni cellulari o quelli di vecchi fissi in film più datati. Il tutto ovviamente per tutelare la privacy di attori o luoghi realmente esistenti, che altrimenti sarebbero subissati di chiamate di ammiratori, curiosi e certamente anche di qualche malintenzionato. 

A dirla tutta, il numero 911 è attivo anche al di fuori dei confini nazionali Statunitensi, ed è un servizio che viene offerto proprio in caso in cui i loro cittadini si trovino all'estero ed abbiano bisogno di aiuto. 

Ed i numeri fittizi nei film come vengono scelti?, si potrebbe pensare che siano una decisione del regista oppure qualcosa di casuale, ma non è cosi, seguono una loro logica. 
Tra i vari prefissi territoriali degli Stati Uniti, uno dei meno utilizzati, ossia meno assegnati, era il 555, che divenne presto, oltre che per necessita anche per volere, il prefisso unico usato nei numeri falsi pronunciati nelle battute degli attori. 
Tanto che, lo stesso ente nazionale telefonico, si accordò per dare una forchetta di 100 numeri, che iniziassero con il prefisso 555, da destinare proprio all'industria del cinema americano.

L'esempio forse più famoso, è quello in Ghostbusters, dove l'intero film è basato sul fatto che, in caso di necessita : "Chi chiamerai?" ..la risposta è proprio il 555-2368 degli Acchiappafantasmi.




sabato 27 marzo 2021

Che cosa significa Cameo?

Il cameo nel mondo della cinematografia è una piccola apparizione all'interno di un film, fatta solitamente da un attore piuttosto noto e facilmente riconoscibile quasi immediatamente dal grande pubblico e non è raro che il personaggio interpretato sia proprio quello di se stesso.

Il nome deriva da Cammeo, un gioiello sul quale veniva raffigurata una piccola immagine, da li l'idea di dare tale nome ad una breve apparizione in un film.
Il cameo non deve necessariamente essere rappresentato da un attore, può cosi capitare che si trovino nelle pellicole altre personalità del mondo dello spettacolo, o dello sport, che impersonificano qualcuno, o se stessi, anche solo per pochi secondi all'interno di un film.
Tra coloro che in carriera hanno fatto largo uso di questa tecnica, c'è il regista Quentin Tarantino, che ha inserito in molte delle sue pellicole proprio se stesso, in parti ovviamente minori.
Dovendo prendere un cameo singolo ad esempio da tutta la cinematografia, quello di Joe Pesci nel film Bronx del 1993, è certamente sorprendente, per la tempistica, ossia a che punto del film viene posizionato, sia per la rilevanza dell'attore stesso, appunto sullo schermo per una sola scena e con pochissime battute.

Una circostanza che porta spesso all'utilizzo di questa pratica, è quando la pellicola è ripresa da eventi reali, magari un biopic (film biografico su di un personaggio realmente esistente od esistito).
La parola ed il concetto di Cameo comunque non sono esclusivi del mondo del cinema, si trovano per esempio anche in letteratura.

Il suo plurale è stato spesso dibattuto, ma sembrerebbe, essendo entrato ufficialmente nel dizionario, averla spuntata "Camei".
Il cameo è spesso un favore, anche a titolo gratuito, che qualche personalità dello spettacolo fa, per stima o apprezzamento nei confronti della pellicola o dell'argomento che viene trattato.



Il cameo in generale è apprezzato per alcuni aspetti innegabili che porta con se.
Il primo è quello della sorpresa, il trovarsi improvvisamente davanti ad un personaggio che non dovrebbe essere altro che una comparsa e che magari non ha nemmeno una battuta da dover dire, ed accorgersi immediatamente che è un volto che già conosciamo, per poi realizzare completamente la cosa ed una volta terminato lo stupore, domandarsi come mai e come sia possibile che qualcuno di tale portata si trovi in una scena a fare una parte del genere.

Il secondo aspetto è che il cameo fa parlare del film. E' un tale controsenso mettere qualcuno di estremamente rilevante nel proprio campo o estremamente conosciuto a fare una parte che non avrebbe assolutamente bisogno di essere enfatizzata, che la cosa rimane impressa nella mente di tutti, tanto da essere uno dei primi argomenti/aneddoti da raccontare quando si parla con altre persone di quel determinato film. Potrebbe, data la sua semplicità nell'essere raccontato da persona a persona, essere considerata una piccola trovata promozionale all'interno del film stesso. 

Il terzo è il fatto di essere, in molti casi, uno degli ultimi aspetti di cui si viene a conoscenza riguardo ad un film. Capita spesso di essere dei grandi estimatori di una particolare pellicola e di scoprire dopo molte visioni, oppure semplicemente dopo anni, che una persona di una certa rilevanza era colui che interpretava quella piccola parte in quella determinata scena.



mercoledì 24 marzo 2021

Che cosa significa la parola NETFLIX?!




Le piattaforme di streaming hanno quasi tutte nomi composti, ad oggi per noi piuttosto intuitivi, come PrimeVideo, RaiPlay, e mettiamoci pure YouTube, tutte parole Inglesi che scisse e prese singolarmente sono entrate nella quasi totalità dei vocabolari mondiali e con cui abbiamo familiarizzato ed imparato a convivere da molti anni.

Ma per quanto si sia diffusa a livello globale anche la parola Net (rete), non è particolarmente noto, tra i non madrelingua anglosassoni, il significato della parola "Flix" e la risposta è piuttosto curiosa per un appassionato di cinema.

Flick significa letteralmente un piccolo colpo, dato magari a qualcosa per spostarlo, creando quindi uno scatto. Nei primi anni successivi alla nascita della cinematografia, i film erano composti da fotogrammi che passavano sullo schermo ad una frequenza che oggi considereremmo bassissima, di fatti quello che oggi è comunemente chiamato il "Frame rate", termine diventato internazionale, ossia appunto la frequenza (Rate) con cui i Frames (fotogrammi) passano sullo schermo, per noi diventata ormai impercettibile, al tempo fosse molto visibile.

Accadeva dunque che la pellicola sembrasse andare a scatti, Flicking. Questa è dunque la ragione piu diffusa sul perchè iniziarono ad essere chiamati The Flicks, parola che è poi arrivata modernizzata ai giorni nostri, con uno spelling leggermente diverso "Flix", ma che ne mantiene interamente il suono/pronuncia. 


Andando piu a fondo sull'origine del nome pero, si puo scoprire come potrebbe provenire piu probabilmente dalla carenza della qualità dei proiettori dell'epoca, in particolare dall'uso di lampade da parte dei proiezionisti, che creavano un effetto a scatti sulla pellicola, ben diverso dal problema legato al frame rate. 

Quello che è certo è che Netflix prenda il proprio nome da molto lontano, sia temporalmente, che come esperienza per lo spettatore. Oggi lo scenario classico legato al film è il buttarsi sul divano, scegliere un film magari sul momento con un semplice click, e poter addirittura metterlo in pausa in caso di bisogno.
Ai tempi dei Flicks invece, era un evento, ed oltre ad essere assolutamente necessario il recarsi fisicamente al cinema, la stessa visione era completamente diversa, al di la del flickering, se si prende per esempio i film muti, si trattava di pellicole inizialmente senza traccia audio, dove si poteva trovare una vera e propria orchestra in sala a fare da colonna sonora durante tutta la proiezione.






domenica 21 marzo 2021

Anne Hathaway e William Shakespeare, il sequel.


 Anne Hathway, classe 1982, è certamente nota per la sua carriera da attrice, nonchè spesso citata per la sua bellezza. Conduce da sempre una vita privata lontana dai riflettori, insieme allo storico compagno, che ha sposato nel 2012 e da cui ha avuto due figli. 

Fin qui niente di Hollywoodiano, se non fosse che... il marito, Adam Shulman ha una considerevole somiglianza con il drammaturgo Inglese del 16esimo secolo William Shakespeare, il quale aveva anch'egli una moglie, di nome.. Anne Hathaway.
La coicidenza basterebbe già cosi come è per essere trovata quanto meno curiosa, ma ad aggiungere peculiarità alla curiosità, vi è anche il fatto che lo stesso William Shakespeare, avrebbe scritto in un sonetto : "La vita è troppo breve per amarti solo in una, prometto di cercarti nella prossima".

I piu romantici potrebbero dunque arrivare a partorire teorie comprendenti la reincarnazione, cosa che renderebbe il tutto ancora più complesso, almeno a livello di coincidenze, visto che per reincarnazione si intende la rinascita dello spirito o dell'animo all'interno di un nuovo corpo, ed in questo caso, tale corpo, avrebbe addirittura di nuovo le sembianze del drammaturgo scomparso.  

giovedì 18 marzo 2021

ONCE : Nomen non omen.

Once sta per "Una volta", qualcosa che non si ripete, ma per molti, questo film ha meritato ben piu di una visione.

Stiamo parlando del film ONCE, pellicola indipendente Irlandese del 2006. Ma questo non deve far storcere il naso, il cinema indipendente suona spesso come un qualcosa da evitare a priori per il grande pubblico, ma questa è una di quelle pellicole che alcuni potrebbero persino inserire tra le proprio preferite in assoluto. 
E' uno di quei film da tutto o niente, lo si può amare e considerarsi fortunati di averlo scovato in tutta la selva di pellicole ben più pubblicizzate, o lo si può ritenere un film di serie B, una storia carente della ormai solita spettacolarizzazione a cui siamo involontariamente assuefatti.

Ciò che è certo, è che non avesse ambizioni e questa è la chiave giusta anche per lo spettatore per poterlo apprezzare.
Non aveva a disposizione budget faraonici, il tutto è stato girato, editato e prodotto con poco più di 100.000 euro, non aveva cercato star di alto profilo, per il ruolo di protagonista era stato contattato Cillian Murphy che poi si tirò indietro per varie ragioni, tra le quali proprio il dover recitare con attori non professionisti.
Il ruolo dei due protagonisti è infatti ricoperto da Glen Hansard e Markete Irglova, di professione musicisti, lei alla prima apparizione sul set, lui con solo una parte alle spalle 15 anni prima in "The Commitments".

Ma il film scorre, e lo fa molto bene, nessuno spicca per doti recitative e questo mantiene tutto livellato, e c'è alchimia, chimica, tra i due, si percepisce dallo schermo e si trasformò al tempo in una relazione vera e propria tra di loro, nata sul set e durata anni, con tanto di progetto musicale, un duo, che dette alla luce alcuni album, prima della loro separazione artistica e sentimentale. 


Questo film, nel suo piccolo, è un capolavoro. Una perla di semplicità e melodia, un gioiello che non puo avere copie, e forse per questo, non ha mai dato alla luce nessun sequel. 
Il personaggio del protagonista, è un musicista autoctono, suona per strada davanti a nessuno, e quando qualcuno raramente si avvicina, non riescono a dargli ciò che vuole, anzi spesso prendono e portano via, sia in senso lato che talvolta materialmente.
Durante il film pero si scoprirà che lui non è li per prendere, per avere, ma per dare, e non vuole niente in cambio. Come nelle musica, cosi nella vita, ha già tutto, ha già trovato l'amore, la carriera, la sua direzione. 
Ed allora intorno a che cosa ruota la sua continua ricerca nel film?!, lui entra per un breve periodo in una sorta di simbolico universo parallelo, dove assapora di nuovo il gusto del fare le cose per la prima volta, dove riassapora il senso di scoperta e di stupore, dove torna per un breve periodo nuovamente libero. 

Ma tutto questo non può durare, la vita, per chi l'ha vissuta veramente, inevitabilmente ti circonda di responsabilità, è quello il confine tra gioventù e l'essere adulti. E più queste sono, più uno è stato bravo a riempirne tutte le sue caselle. 
Il regista lo sa bene, conosce bene tutto questo e lo fa vivere allo spettatore attraverso uno spaccato di vita, di un musicista di strada, che probabilmente altro non è che un flashback (non vero e proprio) di quello che egli è stato parecchi anni prima. 

Il "valore" di questo piccolo film indipendente è arrivato persino ad Hollywood, dove la colonna sonora, scritta dagli stessi protagonisti e nello specifico la canzone Falling Slowly, ha vinto un Oscar, di quelli veri, di quelli che si vanno a raccogliere là nell'olimpo delle star e davanti a tutti gli dei del cinema.

Ed il loro discorso alla premiazione riassume meglio di qualunque conclusione ciò che rappresenti questo film nel suo aspetto cinematografico, ossia il provarci : "Fair play to those who dare to dream!"


giovedì 11 marzo 2021

Che cosa significano nel mondo del cinema : Fiasco, Flop e Box office bomb?



Va ammesso, la differenza tra i tre termini è di fatto minima, ma cerchiamo comunque di capire quali siano i loro significati e le sfumature che li contraddistinguono.

Partiamo da "Fiasco", per noi una parola che da sempre sta a rappresentare un fallimento, qualcosa che non è andato come volevamo o credevamo, che associato al cinema si traduce in un non buono o non all'altezza delle aspettative, risultato finale in termini di incassi e/o di critica.
Questa parola può indicare tutta la gamma dell'insuccesso, va dal simboleggiare un film che ha ottenuto poco guadagno finale, passando per un film che è riuscito soltanto a coprire le proprie spese di realizzazione, fino ad un film che è stato un enorme insuccesso di pubblico e di incassi. 
E' una parola di origine latina, ed anche se ci sono varie teorie sulla sua associazione al concetto di fallimento, non è chiaro il perché la frase "fare fiasco" sia finita ai giorni nostri a rappresentare l'insuccesso.
E' in uso anche nel mondo anglosassone, con la stessa accezione.

Flop, non è altro che l'equivalente inglese della parola Fiasco, sono quasi completamente intercambiabili, almeno nel loro indicare un qualcosa di deludente, tanto che l'Italiano ha ricambiato il favore ed ha acquisito tale parola nel proprio dizionario.

Eccoci alla parola "Bomb", "Box office bomb" come espressione completa, che richiede un po' più di spiegazione e di contesto. 
L'inglese non è poi cosi diverso dall'italiano, quando qualcosa è "una bomba" si intende, come per noi, un qualcosa che farà grande successo, o se fosse riferito ad una persona, starebbe a significare che ha un carattere da trascinatore, o che fisicamente è molto attraente, in ogni caso qualcuno che faccia la differenza, qualcuno che non passa inosservato. Tuttavia, ha iniziato nelle cinematografia ad avere una accezione, un po' più vicina al suo significato letterale, quello di un qualcosa di esplosivo e che quindi fa saltare in aria tutti i piani, ed in questo caso, tutti i guadagni.
Il suo campo di utilizzo però sembrerebbe un po' più ristretto, è infatti piuttosto raro sentirlo associato ad una lieve delusione di incassi o di critica, mentre è più comunemente associato ad un insuccesso cocente, forse coniato in questi termini proprio per spettacolarizzare un fallimento, in pieno stile cinematografico,  
I film che nella storia sono stati considerati veri e propri "Box office bomb" sono talvolta costati ben più di una delusione emozionale o scarsi guadagni, in alcuni casi, la stessa casa produttrice della pellicola, ha dovuto chiudere completamente a causa delle spese sostenute e non rientrate.



lunedì 8 marzo 2021

Perche si chiamano Paparazzi?!

 Innanzitutto che cosa è un Paparazzo, egli non è altro che un fotografo d'assalto, solitamente a caccia di scoop legati a scandali o gossip, ed è per questo che il termine ha ormai una valenza piuttosto dispregiativa. All'estero è usato piu spesso al plurale, Paparazzi. 

E' risaputo che non ci sia Star, o comunque personaggio pubblico di una qualche rilevanza, che non riceva costanti "attenzioni" da parte dei Paparazzi e sembrerebbe questo il solo legame tra il mondo del cinema a tale parola. In realtà c'è molto di più, perché è la parola stessa incredibilmente, a provenire dal mondo del cinema, o almeno nella sua accezione moderna.

Nasce tutto dal film di Federico Fellini, "La dolce vita" del 1960, dove il protagonista, Marcello Mastroianni, per tutto il film chiama "Paparazzo" il fotografo di sua conoscenza, interpretato da Walter Santesso, per segnalargli delle possibili situazioni per lui interessanti da immortalare, o semplicemente per richiamare la sua attenzione.
E "Paparazzo" non è era altro che il cognome del personaggio in questione.

Questo è come sia stata creata l'associazione tra la parola ed un fotografo senza scrupoli, ma che cosa significa realmente Paparazzo?, era un aggettivo in uso in qualche area o dialetto?, era un cognome già esistente?, è magari una parola composita?. 
La risposta è che potrebbe essere ognuna di queste possibilità. 

La versione ufficiale attesterebbe la sua provenienza a un libro che stava leggendo lo stesso sceneggiatore del film, Ennio Flaiano, dove vi era appunto un personaggio che portava questo cognome, ma non è l'unica spiegazione, dato che lo stesso Fellini in persona si è spesso divertito anche durante le interviste a fornire diverse versioni sulla provenienza della parola. 

Persino Giulietta Masina, moglie storica di Federico Fellini, ci mise del suo per confondere ancor di più la situazione, dichiarando che fosse stata una sua creazione, unendo le parole "Pappataci" (Zanzare), e "Ragazzi". Forse per il modo di trovarsi ovunque di questi fotografi e simile al loro atteggiamento invadente e parzialmente parassitario. 

Vi è pure una versione che la assocerebbe alle vongole, proprio cosi, che in dialetto Abruzzese si chiamano Paparazze, e che Flaiano sembrerebbe aver usato per descrivere l'aprirsi e chiudersi degli obiettivi delle macchine di questi fotografi. 

Essere paparazzo comunque non ha soltanto significato negli anni il rubare uno scatto qua e la, è diventata una vera professione, e non un qualcosa di stagionale o temporaneo, alcuni vi hanno dedicato decenni della propria vita.
Come il caso di Rino Barillari, considerato il re dei Paparazzi, che ha ricoperto la professione per piu di mezzo secolo.
Naturalmente il Paparazzo è un lavoro sporco, poco amato dagli addetti ai lavori, e con poca riconoscenza da parte del pubblico, il quale ricompensa con il proprio interesse magari lo scatto, ma non l'autore.
Il suo è uno dei pochi nomi noti quasi quanto una celebrità, mentre i più passano la propria esistenza nell'anonimato, rivendendo gli scatti a riviste o media di vario genere.
In comune hanno però tutti una cosa, il voler/dover in molte occasioni calpestare la libertà e la privacy di qualcuno, per poter ottenere qualcosa che altrimenti non avrebbe potuto essere scoperto, e questo costa molto spesso a tutti loro, varie conseguenze, legali e fisiche.
Lo stesso Rino Barillari è riuscito a collezionare in tutta la sue carriera, il poco invidiabile traguardo di oltre 150 viaggi al pronto soccorso, e piu di 10 costole rotte. 

venerdì 5 marzo 2021

A volte, aggiungere vuol anche dire togliere.


Che cosa hanno in comune due capolavori come "Salvate il soldato Ryan" ed "Il miglio verde"?! Sicuramente la presenza al "comando" di Tom Hanks, che li posiziona entrambi, nell'olimpo dalla cinematografia mondiale, rendendoli dei must che la gente guarda, riguarda e consiglia.

Hanno in comune anche l'eccellente recitazione di Berry Pepper al suo fianco, infallibile tiratore scelto in Salvate il soldato Ryan, e fedele e ligio carceriere nel Il miglio verde. 

Ma condividono anche un'altro aspetto, croce e delizia per molti, la durata.

Cerchiamo di trovare un perché al pensiero che ogni tanto ci è capitato di sentire, che fossero film "Troppo lunghi". Un innegabile dato di fatto che riguarda entrambi è che si passi la soglia delle 3 ore e questo è visto da molti, a prescindere, come un elemento sufficiente a non imbarcarsi nell'avventura della visione. Tuttavia, come ben sappiamo, se il film appassiona, talvolta viene da pensare che ne avremmo visto anche un'ora in più, dopo il finale. E' inoltre oggettivo, specialmente per Il miglio verde, che il film abbia un "passo" lento. Lunghe pause durante i dialoghi, lunghi momenti di silenzio per attendere la reazione ad un evento. Il film è innegabilmente e volutamente, lento. Potrebbe in più poter essere la scelta, piuttosto inusuale se paragonata alla quasi totalità delle pellicole, di togliere di scena il protagonista. In entrambi i film, le scene finali, come quelle iniziali, sono girate senza il protagonista, Tom Hanks, ed oltre a lui mancano anche tutti gli altri personaggi principali. 

Nonostante fosse stato tentato di invecchiarlo artificialmente, non furono raggiunti risultati sufficientemente credibili, fu quindi introdotto nel film, un ulteriore attore, in terza età, a rappresentare lo stesso protagonista invecchiato. Togliendo pero cosi di fatto al film, la sua stella. 

Molto probabilmente il perché capiti di sentirli etichettati in qualche occasione, come film troppo lunghi, nonostante siano degli indiscutibili capolavori, è l'insieme di tutte e tre gli aspetti appena citati. E non si può volerne al regista per la scelta, il suo è un lavoro che non è mai immune da critiche, perché mentre per il calciatore è facile accontentare tutti giocando bene, per il registra tra tagliare e non tagliare, scontenterà sempre qualcuno. Volendo rimanere sulla metafora calcistica, si potrebbe dire che come per le partite di calcio, la soglia media e genericamente ricercata, per i film, è anch'essa quella dei fatidici 90 minuti e per motivare una pellicola lunga il doppio bisogna che sia davvero qualcosa di eccellente, voi guardereste due partite di calcio consecutive con il finale senza il calciatore di punta, gia sostituito?

lunedì 1 marzo 2021

Che differenza c'è tra "Film" e "Movie"?

Impossibile negare che al giorno d'oggi siano usati in maniera quasi del tutto intercambiabile e che quindi si possano definire sostanzialmente sinonimi. Vi sono tuttavia alcune differenze o in alcuni casi semplici sfumature, che potrebbe essere utile conoscere.

Una prima differenza è quasi puramente geografica, Film è usato da sempre in Gran Bretagna, mentre negli Stati Uniti viene usato Movie.

La seconda è riferita più al tipo di produzione, gli stessi Britannici potrebbero usare Movie se si referissero ad una pellicola Hollywoodiana, mentre Film, viene spesso globalmente associato più ad una pellicola d'autore.

Un'ulteriore differenza sta nel loro modo di essere utilizzate all'interno di una frase, per esempio "Ti andrebbe di andare al Cinema?". In Gran Bretagna il tutto resterebbe piuttosto invariato rispetto all'Italiano, "Would you like to go to the Cinema?", dato che come da noi le proiezioni avvengono in luoghi chiamati proprio Cinema. Negli Stati Uniti invece, per domandare a qualcuno se desideri venire a vedere un film con voi, usereste il plurale di Movie "Do you wanna go to the movies?", andreste inoltre in un "Movie theater" e non in un "Cinema" a visionarlo e lo stesso "Movie theater" sarebbe scritto appunto "Theater" e non "Theatre", come vorrebbe invece lo spelling Britannico.

Questo ci introduce ad un ultima differenza, che parte dal loro significato letterale, "Film" in Inglese significa "Pellicola", mentre "Movie" sta per "Moving picture/Motion Picture". Al suo interno vi è anche la differenza di come Film, prendesse spunto dal materiale effettivo su cui era impressa la storia che veniva raccontata, il nastro su cui si trovavano le immagini, mentre Movie, ossia come detto Motion Picture non riuscisse ad attingere concettualmente dal settore della cinematografia come magari avrebbe voluto, perche appunto quest'ultimo non era ancora stata creato, ma prese spunto dalla fotografia, e questa nuova tecnica di intrattenimento, fu chiamata immagini in movimento (Motion pictures). Questo aveva in se anche l'importantissimo vantaggio per un pubblico alla sua prima visione, di dare in anticipo un'idea di che cosa si trattasse, ciò che stavano per andare a visionare. Non esisteva ancora il campo di quello che oggi per noi è normale associare ad una qualsiasi forma di video, e questa non era in alcun modo una novità, ne lo sarà mai, perchè ogni qual volta l'innovazione e l'espressività di un soggetto, permettano di creare qualcosa di mai visto prima, ci troveremo sempre di fronte ad un nuovo settore, che non ha ancora regole, ne gergo.



Jimmy Carr, uno dei re del Black humor.