lunedì 26 febbraio 2024

La sterminata lista dei grotteschi adattamenti in italiano dei titoli originali dei film #1

Non è la prima volta che su questo blog viene trattato l'argomento di alcuni terribili adattamenti di titoli di film stranieri in italiano (naturalmente molti sono adattati o tradotti egregiamente ed in alcuni casi anche rendendoli più interessanti degli originali), tuttavia sembra una lista talmente lunga ed in continua crescita da meritare una propria saga in capitoli a riguardo. Senza un particolare ordine, ecco due film che hanno subito questa tremenda sorte prima di essere distribuiti nel nostro paese :

NUMB (2007)

"Numb", letteralmente : "intorpidito" titolo che si riferisce per intero alla condizione del protagonista come centro di tutta l'opera, è stato tradotto/adattato in un grottesco e surreale : "Terapia d'amore - il depresso innamorato", in pieno stile commedia italiana, l'intera situazione psico-fisica drammatica del protagonista, è stata buttata in caciara, a tarallucci e vino e alla fine viva l'amore. 
Si, il titolo finale è proprio quello, la condizione del protagonsita viene generalizzata in una genericissima depressione, e via, la parte psicologica è fatta, ora serve descrivere la trama in buono stile italiano, rivelando troppo nel titolo, ed ecco che spunta naturalmente l'amore. 
L'unica cosa che preoccupa più del titolo in se e per se, è pensare a quali altre opzioni possano essere venute fuori come proposte, se quello è stato poi il prescelto in quanto migliore e più adatto. 
 
I LOVE YOU PHILLIP MORRIS (2009)  

Qui invece il titolo è stato basato sulla quantità invece che sulla qualità, per non rischiare, il risultato è anche in questo caso, sconcertante. L'indecisione in fase di scelta finale deve essere stata tra il tradurlo/adattarlo con un "Colpo di fulmine", data la storia d'amore tra i due protagonisti, oppure con un "Il mago della truffa" date le abilità di raggirare ed evadere di uno dei due, ed il risultato finale è stato... beh, "two is meglio che one", quindi, il titolo ufficiale nella versione distribuita in Italia è : "Colpo di fulmine - Il mago della truffa", e la cosa lo fa apparire proprio come se fossero due "sottotitoli" e manchi il titolo vero e proprio. 
Naturalmente si è creato il caos che tutti possono immaginare anche solo leggendo queste poche righe, nessuno si è mai riferito al film chiamandolo con il titolo per intero, ed il risultato è una costante situazione in cui uno lo chiama con la prima parte del titolo ed un altro con la seconda e solo ad un certo punto i partecipanti alla conversazione si rendono conto che stanno parlando dello stesso film. 




domenica 25 febbraio 2024

Che cosa si intende per "Film d'avventura"?

 I film d'avventura sono un vero e proprio genere cinematografico, esistente ormai da parecchio tempo e con delle proprie caratteristiche specifiche da rispettare o da innovare se si vuole che la propria opera sia considerata tale.

Una di esse è quella di avere molte scene di azione, spesso anche parecchi combattimenti fisici, al contrario di film che incentrano la propria particolarità nei dialoghi, come magari un thriller psicologico, in questo genere si punta molto a movimentare le scene.

Altra caratteristica è quella di avere spesso un protagonista coraggioso, valoroso, solitamente anche fisicamente prestante, che deve salvare qualcuno, come ad esempio una giovane ragazza, o qualcosa, come magari un regno.
Il tono di questi film è quasi sempre drammatico, difficile si tratti di commedie divertenti.

In questo genere sono molto importanti e solitamente curati, i costumi e le ambientazioni, che spesso sono anche tra le cose che più vengono ricordate ed apprezzate di queste pellicole, come nel caso della trilogia de Il signore degli anelli.
Da notare anche come quasi sempre la storia di svolga nel passato.

Un esempio su tutti di film di grande successo del genere avventura, oltre alla trilogia già citata, è la saga di Indiana Jones, ed a sottolineare l'importanza e la diffusione di tale genere, ad essa lavorarono come elementi principali della realizzazione e recitazione, niente di meno che Steven Spielberg, George Lucas ed Harrison Ford.
 

venerdì 23 febbraio 2024

"Vedo la gente morta" #FrasiFamose (Spoiler)

 "Vedo la gente morta" (in originale "I see dead people") è la frase che è stata presa come significativa di quel capolavoro di thriller drammatico che è Il Sesto Senso. 

Uscito nel 1999, con protagonista un Bruce Willis in panni molto diversi da quelli classici del poliziotto pronto a tutto, riscosse un successo colossale, guadagnano circa 300 milioni di dollari in patria, gli Stati Uniti d'America, ed altrettanti all'estero.

La frase in questione si riferisce a quando il bambino coprotagonista del film, Cole, si decide finalmente a rivelare il suo segreto personale al proprio terapista, uno psicologo (Bruce Willis), e voltandosi verso di lui esclama proprio quelle parole.

Nello specifico significa che egli è in grado di vedere persone che sono morte, e che vagano ancora sulla terra in cerca di concludere un qualcosa di lasciato appunto inconcluso. 

La scena immediatamente successiva è un primo piano sul volto di Bruce Willis, e questo aveva fatto temere che la cosa potesse rivelare troppo riguardo alla trama, tuttavia alle proiezioni di prova, nessuno fece tale collegamento, e cosi fu lasciata come tale.

Sia la frase, che il film, sono state inserite dall'A.F.I. nella lista delle, rispettivamente, migliori cento frasi di tutti i tempi, e migliori 100 film.

martedì 20 febbraio 2024

La "Walk of fame" di Montecatini Terme



 La "Walk of fame", argomento che questo blog ha già trattato, è più o meno nota a tutti gli appassionati di cinema e certamente oltre, ma altrettanto probabilmente non ne è nota l'esistenza di una sua versione, sicuramente minore, nella cittadina toscana di Montecatini Terme.

La città, che è stata meta di un notevole flusso di turismo termale, si è sviluppata con una connotazione molto aristocratica, qualcosa di simile a Forte dei Marmi, e la cosa si può riscontrare un po' in tutto, dalle boutique all'architettura, e da pochi anni è stata impreziosita anche da queste "stelle" dedicate alle star che vi hanno soggiornato.

Non si tratta appunto di stelle come per Los Angeles, ma di borchie metalliche leggermente rialzata dal terreno, sulle quali è inciso il nome dell'artista, (nelle foto 3 personaggi legati al mondo della cinematografia nostrana e mondiale) ed una data, che non è altro quella dell'anno della loro prima visita in città.
Naturalmente le borchie non sono state apposte in tale anno, dato che l'istallazione è iniziata soltanto nel 2011, ma continua ad andare avanti, ed ad oggi su questa centralissima via della città, sono già piu di 200 quelle apposte.

sabato 17 febbraio 2024

Da dove proviene la frase "Huston, abbiamo un problema"?

La frase "Huston, abbiamo un problema" (Huston, we have a problem) è una frase pronunciata da Tom Hanks nel film Apollo 13 del 1995, pellicola che narra le vicende della ominima missione spaziale. Tale frase è stata inserita al cinquantesimo posto, tra le 100 più importanti battute cinematografiche di tutti i tempi, da parte dell'AFI (American Film Instituti).

Nello specifico si riferisce ad un problema improvvisto avuto a bordo della/alla navicella, che l'equipaggio dovette riferire al centro di controllo, e quelle, furono le parole usate per cominciare la comunicazione.

Tuttavia, essendo la pellicola basata su fatti reali, non è una invenzione degli autori, ma un leggero adattamento della frase realmente pronunciata dagli astronauti della missione mentre erano in comunicazione con il centro di controllo della Nasa, l'agenzia spaziale americana, che si trovava e si trova tutt'ora, appunto a Huston. 
La frase esatta fu "Huston, we've had a problem here", che mantiene comunque il significato inteso nel film.
 
Significato che però negli anni, soprattutto nell'uso comune, ha assunto una valenza più sarcastica. Si usa infatti, ed è una espressione piuttosto diffusa anche a livello internazionale, almeno nel mondo occidentale, per indicare qualcosa di inaspettato, qualcosa che sia andato storto rispetto a come era previsto, ma con tono ed accezione più ironici che allarmati. 

lunedì 12 febbraio 2024

Tutta colpa di Sara (2002) #Recensione




E' una commedia romantica di inizio anni 2000, titolo originale "Serving Sara", con protagonista Matthew Perry.
La pellicola fu molto criticata al tempo, sia dalla critica che dal pubblico, riscquotendo pessime recensioni e bassissimi incassi al botthegino.
Col tempo la cosa non è migliorata, ancora oggi le opinioni sui vari siti di critica cinematografica per appassionati continuano ad essere fortemente negative, e non è riuscito nemmeno nella sempre più frequente imprensa di diventare un film di culto grazie al "so bad so good".

La trama è quella di un ufficiale giudiziario privato, ex avvocato di successo, che di lavoro consegna avvisi per l'avviamento di un processo che riguarda coloro che vengono notificati.
Nello svolgimento di questa pratica conosce una ragazza, alla quale consegna la notifica di un processo di divorzio che la riguarda, da li però gli eventi prenderanno una direzione completamente opposta, con i due che cercheranno di unire le loro forze ed i propri rispettivi interessi, per ottenere il meglio dalla
situazione in cui si erano ritrovati.

Il risultato è effettivamente poco accattivante ed interessante, l'umorismo è piuttosto basso e fa largo uso di clichè già noti e spesso stucchevoli.
La recitazione da parte di praticamente tutto il cast è forzatissima, tanto da poter praticamente essere definito un B-movie.
Si salva Perry, ancora una volta per la mera parte recitativa, nonostante il suo personaggio non sia particolamente gradevole, ed ad egli sia come stile che come tratti fisici, non si addica per niente alla parte.

Fallisce dunque sia come commedia che come romanticismo, e condisce il tutto con la solita immancabile dose di temi classici del cinema americano, ossia : soldi, armi ed inseguimenti inverosimili.
Un film che forse non è cosi irritante come ritengono molti, ma che certamente ha del grottesco nel voler apparire in un modo e finire per mancare l'obbiettivo di parecchio.
Non viene quindi da sconsigliarlo per ragioni particolari, ma allo stesso tempo è difficile immaginare chi possa apprezzarlo realmente e pienamente.

giovedì 8 febbraio 2024

Il processo ai "CHICAGO 7" (2020) #Recensione




Il film riprende una vicenda vera, ossia quella in cui degli attivisti americani di gruppi ben distinti tra loro, ma tutti votati al manifestare contro la guerra in Vietnam. 
Essi vengono accusati di aver cospirato tra loro perchè avvenissero scontri con le forze dell'ordine, risultando nel caso quindi i resposabili della conseguente risposta per difesa, della guarda nazionale americana.

Si svolge nel 1968, anno in cui avvennero i fatti, ed in particolare si focalizza sul processo, sia penale che politico, che tali avvenimenti fecero scaturire.
La connotazione geografica nel titolo è per il fatto che se pur gli attivisti provenissero da altre località, gli scontri ed il processo avvennero nella città di Chicago, nello stato dell'Illinois.

Il fatto che sia una pellicola incentrata su di un processo non è materia nuova per Aaron Sorkin, dato che nel 1992 mise molto del suo nel capolavoro che è stato, ed è ancora, il film "Codice d'onore".
Tuttavia questa volta non sembra essere stato altrettanto ispirato, nonostante la storia di basse fosse già scritta e si prestasse decisamente ad un adattamento cinematografico, cosa che però accade in maniera assolutamente eccessiva, soprattutto nei dialoghi, esageratamente estremizzati, tanto da far rendere conto allo spettatore in ogni singolo istante di proiezione, che si tratti di un film.
Un tale livello e densità di risposte ad effetto, battute pronte, e simili, che rendono irreale ogni conversazione tra i protagonisti.
Una tale sagra della frase che mira a colpire lo spettatore, che passa in secondo piano anche il domandarsi se e quanto sia stato romanzato realmente, ma che crea distacco tra il pubblico, ed il volersi, e potersi, immedesimare in vicende che invece sono realmente accadute.

Il resto è tale battaglia tra i buoni, tutti da una parte e tutti senza macchia, ed i cattivi tutti dall'altra, che appare quasi cartoonesca, con annesse accuse di razzismo, che a dire il vero andrebbero mosse anche a chi ha scelto il titolo, per poca inclusività, dato che gli imputati erano per buona parte del processo, 8, con incluso il capo del gruppo delle Pantere Nere, che fu poi prosciolto per essere processato separatamente.

In sostanza un film molto stucchevole, su fatti che invece hanno avuto un notevole impatto nella mente e nelle coscienze della popolazione americana dell'epoca, ed un processo che ha fatto parteggiare animatamente l'opinione pubblica, ma che a livello cinematografico non coinvolge nonostante i tremendi fatti raccontati e l'ottimo montaggio, e che manca quasi completamente di colpi di scena. Per non parlare dell'umorismo forzatissimo in innumerevoli scene che non risulta altro che irritante
invece che distensivo.


lunedì 5 febbraio 2024

Aladdin (1992) #Recensione


Aladdin è un film di animazione del 1992, prodotto dalla Disney, che riscosse un successo enorme sia in partria, gli Stati Uniti d'America, che all'estero.

La storia è quella di una principessa, e di un ragazzo di paese, che si incontrano per caso in un momento di difficolta, sia fisica, erano infatti maltrattati e poco rispettati dalle persone che li circondavano, sia mentale, si sentivano infatti entrambi poco liberi, di fare ma soprattutto di essere se stessi.
Al loro fianco, nella battaglia contro il malvagio di turno, si schiera un personaggio dalle particolari capacità magiche, quello che poi nella cultura generale verrà di li in poi conosciuto come il famosissimo genio della lampada.
Ad egli si potevano chiedere tre desideri, e sia questo che la volonta della principessa di voler sposare chi desiderava lei, oltre alla ricerca da parte del malvagio di ottenere il potere del re, dopo averne ottenuto già il controllo, creeranno tutta una serie di eventi molto animati e molti ribaltamenti di pensieri e decisioni.

Il film vede al doppiaggio del personaggio di Aladdin, l'attore Robin Williams, il quale ricevette molti complimenti sia dal pubblico che dalla critica per la sua performance.
Ma la cosa ebbe una rilevanza particolare soprattutto perchè fu la prima volta che una star di alto livello Hollywoodiana prestava la sua voce al personaggio di un cartone animato, fino a quel momento erano ruoli sempre appannaggio di figure quilificate specificamente per la cosa.
Il tutto si è ingigantito talmente tanto negli anni, che, per citarne uno, nella recente saga di Cattivissimo me, vi erano come doppiatori :
Steve Carell, Russell Brand e Jason Segel.

Il marchio della Disney, almeno in passato, è stato una garanzia di successo per questo tipo di opere, di fatto questa come detto non è stata da meno, tuttavia per quanto si possa definire un film senza tempo, è difficile anche vederlo come sufficentemente sofisticato ed intrigante per un pubblico eterogeneo.
Sembra più invece quello che era quando è stato pensato, una pellicola per i più piccoli, che può attrarre anche qualche grande.

giovedì 1 febbraio 2024

Codice d'onore (1992) - Spiegazione titolo


Il titolo merita un post di spiegazione perchè non è cosi intuitivo, specialmente nella sua versione originale. 

Tutta la trama ruota intorno ad un fatto avvenuto in un dislocamento di Marines nella baia di Guantanamo, e per tutto il film si cerca di dimostrare che la cosa sia stata effettivamente un "Codice rosso", allora perchè non chiamarlo semplicemente cosi nell'adattamento italiano del titolo?.

Perchè un tema ancor più portante nella pellicola, è l'onore, sul quale si basa anche la frase finale (che non verrà riportata qui per non fare spoiler a chi non lo avesse visto), e che viene ben espresso nella scena in cui i due Marines a processo, elencano il codice sul quale si basa la loro esperienza nell'esercito e di conseguenza la loro stessa vita, ossia : "Reparto, Corpo, Dio, Patria". 
Tutti questi aspetti sono probabilmente stati la ragione per la quale è stata scartata la scelta di un semplice "Codice rosso".
 
In lingua originale invece la questione è ancor meno ovvia, e senza spiegazioni ufficiali sarebbe probabilmente quasi impossibile dedurre il senso del titolo : "A few good men".
Il quale appare lungo, poco accattivante, complesso per i parlanti non nativi, etc etc, a prima vista decretabile come una pessima scelta. 
La traduzione letterale sarebbe : "Alcuni uomini buoni", in cui il "buoni" è adattabile ancor meglio con qualcosa come "validi" o "in gamba", e riguarda una campagna di reclutamento, realizzata dal governo americano, durata parecchi anni e terminata durante gli anni '80, il quale slogan era : "We are looking for a few good men", "Stiamo cercando alcuni uomini validi". 
Anche una volta spiegato rimane una scelta molto poco internazionale, ma sicuramente toglie il dubbio sul perchè sia stato scelto un titolo cosi particolare.
In fondo i Marines sono un qualcosa di puramente americano, questo forse spiega il perchè di una scelta cosi orientata verso il mercato interno.

Jimmy Carr, uno dei re del Black humor.