sabato 30 ottobre 2021

"Hasta la vista, baby!", le frasi più famose dei film - #CineQuotes

La battuta è stata pronunciata da Arnold Schwarzenegger, nel secondo capitolo della saga dei Terminator, Terminator 2 - il giorno del giudizio, uscito nel 1991.

La frase è un misto spagnolo-inglese, se infatti per la prima parte "Hasta la vista", si parla di un esistente ma non particolarmente usato saluto in lingua spagnola, il "baby" finale viene direttamente dal mondo anglosassone.

Letteralmente la prima parte significa "Fino a quando" (Hasta), "Non ci rivedremo" (La vista), mentre il "Baby" (Bambina), è spesso usato per intendere quello che in Italiano sarebbe il "piccola" o "piccolo" detto magari affettuosamente al proprio partner.

E' stata appunto resa popolare dAl film in questione, tanto che oggi è quasi impossibile usarla nel parlato comune senza fare un chiaro riferimento alla pellicola.


Quello che la rende ancor più particolare è il suo misto serio-faceto, mentre infatti "Hasta la vista" (se pur di fatto espressione formale), veniva usato per lo più per rappresentare un momento in qualche modo drammatico, dove si salutava qualcuno, con la certezza di rivederlo ma senza sapere quando, il "Baby" finale è la quintessenza dell'assurdità.

Se a ciò aggiungiamo il fatto che venga detta tra due personaggi che nel film non hanno nessun aspetto sentimentale che li unisca, in più poco prima di sparare un colpo d'arma da fuoco "mortale" e visibilmente "ferito", con inoltre una pioggia di scintille alle spalle e tra due robot.. decisamente era la frase giusta per il momento particolare in cui è stata pronunciata.

lunedì 25 ottobre 2021

Ciao "Gunther"! #CineFacts

La carriera cinematografica, intesa puramente come pellicole a cui abbia preso parte, di James Michael Tyler, non è certamente stata una delle piu memorabili, soltanto poche apparizioni in produzioni verso la fine degli anni 90, tuttavia questo lo qualifica come attore di cinema e gli permette di essere ricordato, augurandoci degnamente, su questo blog.

Egli doveva infatti quasi interamente la propria popolarità al mondo delle serie televisive, una in particolare, era stato, anche a distanza di anni dal termine delle riprese, per tutti, "Gunther", un umile barista di New York, gestore della caffetteria "Central Perk", all'interno della fortunatissima serie televisiva FRIENDS, andata in onda per 10 anni, dal 1994 al 2004. 


Ruolo che aveva ricoperto piu volte anche nel mondo reale, in vari frangenti nel corso dei 20 anni successivi, quandunque venissero allestiti set reali, identici a quello della serie, dove egli stesso in persona partecipava come barista. Curiosamente, il ruolo di barista nella serie era era stato affidato proprio perché era l'unico tra tutte le comparse sul set ad essere in grado di usare la macchina del caffè. 

Nonostante una laurea in Geologia, aveva visto nel mondo della recitazione la sua vera strada e la sua prematura scomparsa, a soli 59 anni, a causa di un tumore giunto ormai al quarto stadio, che non gli aveva permesso nemmeno di essere presente alla Reunion del cast della serie, avvenuta proprio quest'anno, lascia tutti i fan con la consapevolezza di quanto toccate siano state le loro vite da tale serie, se persino un membro non principale del cast, fosse un ricordo cosi vivo e cosi vero, a distanza di talmente tanti anni. 

venerdì 22 ottobre 2021

Che cosa è un Cineforum? - #CineFacts

Cineforum è una parola composta da Cine (Cinema) e Forum (Riunione).

La parola forum viene direttamente dal latino, dove stava a significare mercato o luogo pubblico.

Inteso nell'immaginario collettivo solitamente come parte o a volte sinonimo di Cineclub, non sono al inscindibili, infatti anche se solitamente il cineforum è il proseguo a livello temporale del cineclub, non è detto che non siano invece elementi da potersi vivere a se stanti.

Spieghiamo dunque allora prima che cosa sia un Cineclub : dicesi Cineclub, un luogo, ma la location non è realmente rilevante, dove persone si ritrovano per una proiezioni privata di un film già in commercio.

Dicesi invece Cineforum, la discussione post film, a cui prendono parte tali persone, riguardo agli argomenti ed aspetti della pellicola stessa.



Come detto le due cose non sono inscindibili, potrebbero sussistere dei cineclub molto ricreativi, ossia dove si passa il tempo a visionare un film insieme, ma non se ne sente necessariamente il bisogno di attivare una qualsivoglia analisi collettiva sistematica dopo la proiezione.

Viceversa, specialmente al tempo d'oggi con tutti i supporti media per poter guardare un film comodamente da casa propria, potrebbe esistere un cineforum, dove la gente si ritrova per la sola discussione, senza cineclub, avendo visto in film concordato tra i partecipanti, da casa nei giorni precedenti, ad orari diversi.

Ma quale è lo scopo più profondo di un cineclub/cineforum oltre al mero aspetto ricreativo. Il fine più "alto" solitamente non è altro che dare accesso e divulgare, pellicole che altrimenti non sarebbe stato possibile conoscere, film minori o che semplicemente non hanno ricevuto attenzione dai media. Tale "regola" nella scelta delle pellicole non è intransigibile, ma è un buon obiettivo che molti membri di questi "club" si prefiggono.

martedì 19 ottobre 2021

Ovosodo (1997) #Recensione

Ovosodo (Toscano per Uovo sodo), è un quartiere di Livorno, nella zona del centro, che prende il nome dal fatto che i colori sociali per il palio che si disputa in città, siano il bianco ed il giallo, quelli appunto di uovo sodo.


Il film è un'opera che ha ormai quasi un quarto di secolo, uscito nel 1997 sotto la regia di Paolo Virzi, anch'egli Livornese e che tratta le vicende di un giovane adolescente, dalle prime esperienze di socializzazione con i primi calci ad un pallone in cortile, fino a quelle piu complesse della vita da adulto e delle dinamiche familiari. Dinamiche che vive prima distrattamente come ogni bambino e poi  precocemente in prima persona visto il susseguirsi di eventi segnanti, in positivo ed in negativo, che accadono nella sua giovane vita.

Il tutto viene descritto da una voce narrante, la stessa del protagonista, che racconta e commenta i fatti salienti della propria vita, come vorremmo fare tutti, col senno di poi, potendo spiegare al mondo il perché delle nostre scelte e dei nostri gesti. 

Le suddette vicissitudini familiari che contraddistinguono l'esistenza del protagonista sin da piccolo, come la perdita della madre, l'incarcerazione del padre, l'arrivo di una matrigna a prenderne il posto prepotentemente, avvengono all'interno di un contesto cittadino dove si deve crescere velocemente se non si vuole essere sottomessi. (Le scene non sono girate esattamente ad Ovosodo, ma in un quartiere di periferia).



Naturalmente, essendo una commedia, viene tutto condito di umorismo, quello tipico labronico, misto all'autoironia di un giovane che analizza la propria vita in maniera oggettiva e non teme di definirsi sfigato od incapace in quello che crede oggettivamente di non saper fare. Si sente impreparato alla vita, all'amore, al lavoro e spesso sceglie la strada piu semplice, talvolta addirittura semplicemente quella che gli capita davanti.

Ma il risultato non è comunque niente male e si rende conto che tante piccole soddisfazioni e forse addirittura la felicità, la si può trovare anche intorno casa. Pur rimanendo con la sensazione, anche fisica, di avere come un uovo sodo dentro, che "non va ne su, ne in giu", per tutto quello che è rimasto di inespresso nella propria vita. 

La "Livornesità" è sicuramente espressa egregiamente e non poteva essere altrimenti, vista la cittadinanza di Virzi, gli stessi attori sono risultati credibili, soprattutto la Pandolfi, nei panni della fidanzata del protagonista, pur non essendo nemmeno toscana. Il film ha ricevuto alcuni premi, tra i quali forse eccessivo il David di Donatello a Nicoletta Braschi, nei panni di una professoressa che si lascia andare a legami particolarmente forti con i propri studenti. 

In sostanza è un film che vale la pena vedere e magari rivedere a distanza di anni, che tratta bene le tematiche che narra e che lascia con la consapevolezza che la strada che stiamo seguendo, anche se non è quella che ci siamo scelti, va accettata, e solo cosi ci restituirà in cambio la soddisfazione di averla vissuta, anche se quella sensazione ci lascerà un leggero retrogusto, di "ovosodo". 

sabato 16 ottobre 2021

"Rosabella!", le frasi piu famose dei film - #RiconosCinema

Tra le 100 piu grandi frasi di film di tutti i tempi da parte dell'A.F.I. (American Film Institute) vi è al 17esimo posto, la "frase", "Rosabella", in lingua originale "Rosebud" (Bocciolo di rosa), pronunciata da Orson Welles, nei panni di Charles Foster Kane, un magnate della stampa, nel film Quarto Potere, del 1941, in lingua originale appunto Citizen Kane. 

Tale frase, espressione, parola, nome, qualsivoglia chiamarla, è a differenza della stragrande maggioranza delle citazioni nella lista, non soltanto usata in una sola scena, ma è costante all'interno del film.


La citazione vera a propria messa in lista, si riferisce alla scena iniziale del film, dove Orson Welles, in punto di morte, si lascia scappare una palla di vetro di mano esclamando proprio, e soltanto, "Rosabella".

Il resto del film è una continua ricerca, fisica, ma anche all'interno della psiche del protagonista, da parte di altri personaggi, sul perché proprio quella parola in un momento del genere.

Difficile elaborare di più a riguardo senza far spoiler, ma è possibile dire che il finale non lascerà certo indifferenti.

I riferimenti nel corso degli anni si sono sprecati, da "I Griffin" a "Se mi lasci ti cancello", tantissimi hanno voluto inserire elementi riconducibili a tale scena come tributo nei loro lavori.

Per gli appassionati, o chiunque si fosse interessato a tale pellicola o fosse solamente incuriosito della cosa, è di recente uscito il film "Mank", che parla proprio della vita, in particolare dei momenti riguardanti la scrittura della sceneggiatura per il film Quarto Potere, del suo autore, Herman J. Mankiewicz.


mercoledì 13 ottobre 2021

Dove si trova il vero "Pinocchio"? #CineFacts

Non serve rimembrare o descrivere l'opera letteraria di Pinocchio, che tanto ha ispirato registi dall'avvento delle cineprese.

Cercheremo invece di focalizzarci su un aspetto poco trattato, se pur elemento di pura curiosità.

Quello dei suoi toponimi, riguardanti il suo autore "Carlo Collodi", e lo stesso "Pinocchio", cercando di capire come mai entrambi abbiano quei nomi.

Per Carlo Collodi, sembrerebbe non esserci niente di strano, un nome ed un cognome che suonano tipicamente italiani e credibili per la zona da cui proveniva, ma come per molte figure del mondo dello spettacolo e della letteratura, Collodi già al tempo si era dato un nome d'arte, o meglio, un cognome. 

Collodi non è infatti il suo cognome anagrafico, risulta invece come Lorenzini, ma allora da dove proviene Collodi, è una parola che si è inventato lui stesso come per Zeffirelli o è un qualcosa di legato alla sua vita?.

Collodi, come comunque molti già sanno, è un paesino della provincia di Lucca, nel pieno entroterra toscano, egli assunse tale nome dato che vi aveva trascorso gran parte della propria infanzia, abitando dal nonno materno.

Dove poi a seguito del successo del proprio concittadino, è stato molti anni dopo, realizzato il parco di Pinocchio.

Vediamo invece il nome di Pinocchio, è stata questo invece un simpatico nomignolo assegnatoli dal suo autore perché sembrava un nome adatto ad un burattino di legno, o anche questo viene dall'esperienza di vita di Lorenzini?.

Anche in questo caso, l'inspirazione per il nome viene da un piccolo paesino.. sembra infatti che sia stato ispirato dal piccolo paese, sempre dell'entroterra Toscano, chiamato all'epoca "Pinocchio", in quella che oggi è la provincia di Pisa, precedentemente appartenente a quella di Firenze, paese che poi negli anni è stato rinominato in San Miniato Basso (Parte del comune di San Miniato, che comprende anche ovviamente un San Miniato alto, più varie altre frazioni).

Lorenzini, che era uso viaggiare in treno sulla già esistente tratta ferroviaria Livorno-Firenze, nomina in altre sue opere la stazione di San Pierino (Ufficialmente nel comune adiacente, quello di Fucecchio), dalla quale si poteva vedere dai finestrini del treno, il piccolo paese di Pinocchio.

Una curiosità nella curiosità, Lorenzini, nato a Firenze, è sepolto proprio nella sua città natale, nel cimitero all'interno della basilica di.. San Miniato, al monte.


sabato 9 ottobre 2021

Che cosa è esattamente un "Film di Serie B"? - #CineFacts

Un film di Serie B è esattamente quello che ne suggerisce l'espressione, ossia un film che non fa parte della categoria A, ma ne è sotto qualche aspetto, o sotto tutti gli aspetti, inferiore.

Solitamente lo è già in partenza, principalmente per il budget volutamente ridotto, il quale inevitabilmente crea un effetto domino nell'assumere professionisti che lavorino al film, attori compresi, non di primo livello.

Talvolta potrebbe essere anche il genere stesso che ne fa un film di seconda categoria, senza vere e proprie ambizioni, che punta magari ad un pubblico di massa.

Ciò non significa che non possa avvenire il riscatto, riscontrando un discreto successo al botteghino,  oppure diventando un "Cult Movie", in anni successivi, spesso sotto la forma di "So bad so good", espressione anglosassone che si è diffusa nell'ultima decade anche da noi, che sta a significare quando qualcosa è fatto cosi male, cosi brutto, da diventare curioso e di intrattenimento proprio per la sua mediocrità.

L'espressione "di serie B" non è da confondersi con quello che oltreoceano è considerato un B-Movie (anche se ad oggi i due concetti sono da noi quasi del tutto sinonimi) ossia un film volutamente di valore minore e di lunghezza inferiore, che veniva offerto come allegato alle proiezioni di film piu di importanti e non come lavoro del tutto a se stante.

In Italia sembra che i pionieri dei film di serie B, forse a loro insaputa, siano stati la coppia comica formata da Franco e Ciccio, assoldati per prendere parte ad un numero veramente considerevole di pellicole, che puntavano piu al guadagno che alla forma e piu alla quantità che alla qualità. 

Gli stessi western all'italiana, per tutti gli Spaghetti Western, nacquero come film di serie B, e cosi furono considerati fino al riscatto di molti di essi nei decenni successivi come film di culto o in alcuni casi proprio al botteghino. 

Tutto questo continuò ad aprire sempre piu porte ai film di serie B ed a renderli sempre piu protagonisti con generi a loro dedicati, come fu di li a poco per la commedia sexy all'italiana e tanti altri generi a seguire negli anni successivi. 

Molti di questi film furono poi come detto negli anni riscoperti e diventati dei veri cult, ma la cosa non riguardò soltanto le singole pellicole. In alcuni casi la cosa riguardò l'intera carriera di alcuni attori, rimasti per una vita all'interno del proprio genere e sempre impietosamente affossati dalla critica, che sono stati rivalutati non solo per la loro dedizione alla scelta ma anche per le loro qualità artistiche, che in tali film rimasero quasi del tutto inespresse ma delle quali molti si accorsero lavorando con loro. 

mercoledì 6 ottobre 2021

"Eh la madonna!" - #RiconosCinema

Chi è l'ambasciatore che ha portato in giro per innumerevoli pellicole del cinema Italiano tale espressione?! 


Renato Pozzetto, classe 1940, Milanese D.o.c., nato in città e cresciuto in provincia a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, tornato nel capoluogo per esibirsi artisticamente, dove riscosse fin da sito un ottimo successo nei locali della città. 

Molta della prima parte della sua carriera è legata al suo duo comico "Cochi e Renato", in coppia con l'amico Aurelio, detto "Cochi", anch'egli milanese.

Il resto della carriera si svolge principalmente come attore cinematografico di commedie, talvolta come protagonista, come ad esempio in "Il ragazzo di campagna", altre in gruppo con altri comici come nell'indimenticabile "Grandi magazzini". 

Ma per quale ragione la milanesità di Pozzetto è rilevante?, perché oltre ad essere stato il suo marchio di fabbrica forse involontario, è stato un marchio che poi lui stesso si è cucino addosso da attore caratterista, con tanto di espressioni iconiche che ne hanno contraddistinto tutta la carriera, come il "Taaac" e come appunto "Eh la madonna!"... qui in foto in una nostra maglietta personale, poco stirata, unita al gioco di parole con "eau" (acqua, in Francese), e l'immagine di Pozzetto all'interno di una bottiglia.

sabato 2 ottobre 2021

Il curioso caso di Vinnie Jones - #CineBio


Vincent Jones, per tutti Vinnie, classe 1965, ha passato la prima metà della sua vita a tirare calci ad un pallone e si potrebbe dire che li stia degnamente tirando fittiziamente nel mondo del cinema, nella sua seconda parte. 

Ha raggiunto ottimi risultati calcistici, avendo giocato per anni nella Premier League Inglese, da sempre massimo campionato di Gran Bretagna ed attualmente del mondo, ed avendo raggiunto la nazionale giocando quindi una decina di incontri con la maglia del Galles, terra dalla quale provenivano i suoi nonni. 

Giocatore robusto e di sostanza, aveva questi tratti spesso anche troppo accentuati, lasciandosi un po' trasportare dall'aggressività fisica e verbale, la quale è sfociata in diversi cartellini rossi, tra i quali uno ricevuto dopo soli 3 secondi di gioco, ed in alcune situazioni al limite del calcistico.

A segnarne la carriera, sempre nella sezione del curriculum con gli episodi sopra le righe, c'è stata anche la strizzata di parti intime piu famosa della storia calcistica, ai danni nientepopodimeno che di uno dei piu' forti ed altrettanto stravaganti giocatori al mondo in quel momento, Paul Gascoigne. Avvenne in campo, durante una partita ufficiale, ma non ebbe alcuno strascico fuori dal terreno di gioco, se non la nascita di una ottima amicizia piena di scherzi tra i due. 

Questi stessi aspetti però sono stati notati e portati sul grande schermo da parte di diversi registi una volta che egli ebbe dismesso i panni di calciatore.

Apparve infatti in due pellicole di successo, sempre con ruoli piuttosto violenti e legati al mondo della criminalità, come Lock & stock e The Snatch a fianco di Brad Pitt.

Come detto il suo tratto caratteristico sia in campo che sul set è quello di essere quello che nella vita di tutti i giorni verrebbe definito un soggetto poco raccomandabile

Nel 2004 interpreta sempre un violento capo ultra, del Manchester United, (squadra inglese in cui egli non ha mai realmente militato) ma questa volta in chiave ironica nella commedia comica Road Trip, dove i due protagonisti americani si imbattono in un gruppo di tifosi all'interno di un pub di Londra. La più iconica tra le sue scene non serie è proprio il modo in cui stappa due bottiglie di birra in questa pellicola.. pressando i tappi sui propri occhi prima di ruotarle per aprirle, piuttosto surreale ma divertente e di fatto funzionale. 

Uno dei ruoli che fanno eccezione nella sua carriera, ma soltanto in parte, potrebbe essere quello in Freelancer, film hollywoodiano del 2012, dove si, interpreta un membro di una associazione criminale, ma non ne esce come vincente, anzi, ha un ruolo di secondo piano dove il suo personaggio viene in fin dei conti semplicemente sottomesso ed è costretto ad implorare.

In generale la sua figura al cinema non è cambiata molto rispetto a quella in campo, ha mantenuto il suo fare da spaccone che però gli ha permesso in entrambi i settori di ottenere ottimi risultati. Con la differenza che le sue performance cinematografiche sono stata elogiate un po' da tutte le parti e non nuociono realmente a nessuno, tanto da poter essere di intrattenimento anche per i più giovani, mentre il suo atteggiamento in campo era spesso criticato su più fronti ed innegabilmente non un esempio di vita per chi si avvicinava allo sport, specialmente proprio per i più piccoli. 



Jimmy Carr, uno dei re del Black humor.