mercoledì 24 aprile 2024

Che cosa significa "Vlogger"?

Tutto nacque una trentina di anni fa, quando la parola inglese "Log", usata nella sua accezione di Diario/Registro e non certamente in quella di Tronco di albero, venne unita alla parola "Web", formando per contrazione, più che per unione vera e propria, la parola "Blog".

Un Blog era ed è semplicemente una specie di diario online delle attività od esperienze che si decidono di condividere, sotto forma di sito web, ma più semplice da realizzare, navigare, e comprendere.

In molti aprirono la propria pagina internet, o meglio il loro blog personale, ma la velocità e frenesia, ed anche l'avvento di nuove tecnologie accessibili quasi a tutti, ha allargato l'utilizzo delle videocamere digitali (oggi basta un cellulare) tanto da far nascere i "Vlog".

"Vlog" è quindi nuovamente una contrazione tra due paroli inglesi, nel caso specifico "Video" e "Log", ed è cosi che il "Vlogger" non è altro che colui che crea contenuti video e li condivide all'interno della piattaforma che più predilige.

lunedì 22 aprile 2024

"C'è ancora domani" (2023)

 "C'è ancora domani" è un film recentissimo, scritto, diretto ed interpretato (come protagonista) da Paola Cortellesi, che ha riscontrato un considerevole successo di pubblico e critica.

La storia è quella di una casalinga e madre, costretta a fare lavoretti come sarta ed infermiera per arrotondare gli introiti della famiglia. Famiglia dove il figlio più piccolo, maschio, studia, mentra la figlia adolescente è costretta a lavorare perchè per problemi economici ed usanze del tempo, gli uomini venivano prediletti in molte delle situazioni sociali.
Il marito viene dipinto come padre padrone, che esige e comanda, che lavora tutto il giorno e che in casa pretende di avere tutto sotto controllo e di essere colui che decide per tutti.
Posizione e rispetto, che spesso egli si conquista con le maniere forti, la moglie infatti vive nel costante terrore di sbagliare, cosa che la porterebbe a subire delle violenze fisiche, cosa che di fatto succede da anni, da quando il loro amore adolescenziale di fiori e romanticismo, si è trasformato in quella che oggi verrebbe definita "una relazione tossica", dalla quale ella non riesce ad uscire.
 
Molti sono gli anettodi emblematici della trama che varrebbe la pena raccontare, ma un po' ne rovinerebbero in parte la visione ad un possibile interessato, ed un po' renderebbero il post sgradevolmente lungo, o almeno fuori stile per questo blog.
 
E' un film che va a crescere, e cresce fino ad un finale che vale davvero la pena di essere visto per capire a pieno gli intenti della regista.
Il giudizio generale è dunque che si tratta di un film dagli aspetti cinematografici piuttosto particolari, come la scelta del bianco e nero, o quella di piccoli elementi stile musical, o ancora quella dell'introduzione di reazioni surreali quasi cartoonesche, che però anche messi tutti insieme, non sono poi cosi accattivanti e rilevanti per farne un'opera di tale successo.
Vi è poi l'aspetto recitativo, che non è stato affatto all'altezza da parte di tutto il cast, sia presi singolarmente che come amalgama collettiva.
 
Ma allora che cosa è che ha interessato di questa opera da renderla un tale successo.. probabilmente gli elementi principali sono due, uno la voglia di parlare e di sentir parlare di un certo argomento, quello della figura della donna nel passato e di come la società abbia voglia e debba cambiare per unificare tutti quelli che sono i parametri della vita senza più distinzioni di genere.
Aspetto che senza nulla togliere all'opera stessa, è stato anche un grende incentivo al successo dell'altrettanto recente campione di incassi della storia del cinema "Barbie".
Il secondo aspetto è che nel suo insieme è un film molto riuscito, che non lascia troppo l'amaro in bocca per le vicende narrate da non dare una spinta morale al cambiamento.
Un lavoro scritto, diretto ed interpretato da una donna alle prime armi come in tali ruoli, che è uscito piuttosto particolare e riuscito nel suo insieme e che ha avuto nel suo andare in crescendo, un picco memorabile nel finale, che è stato ben pensato e ben eseguito, e che è il vero elemento singolo che più coinvolge dell'opera, e che fa capire quale aspetto più di tutti il film volesse trasmettere.

giovedì 18 aprile 2024

Chi è Ricky Gervais?

 Ricky Gervais è nato in Inghilterra ormai più di 60 anni fa, ed è per questo che data la sua lunga permanenza nel mondo dello spettacolo, non tutti lo conoscono per la stessa ragione.

Per alcuni è uno stand-up comedian, uno dei migliori al mondo, di sempre probabilmente, che negli ultimi 20 anni ha ralizzato ben 9 speciali di suoi spettacoli che ha portato in giro per il mondo, raccogliendo un successo enorme, e se possibile sempre maggiore.

Altri lo conoscono come autore, attore e regista, per lavori che ha fatto per la telivione ed il cinema, in particolare la fortunatissima serie televisiva da lui creata "The Office", andata in onda nel Regno Unito per sole due stagioni, salvo poi aver dato vita ad una versione statunitense che ne durò ben 9.

Altri ancora lo potrebbero conoscere come il presentatore dei Golden Globe Award, cerimonia che ha presentato addirittura per 5 volte, con battute molto taglienti, azzeccate, e controverse, che gli sono valse cosi tanta meritata viralità sui social networks.

Ma non è e non è stato solo questo, ha infatti avuto delle parentesi nei campi della musica, del doppiaggio e si è adoperato molto negli anni dedicando tempo e denaro a cause di beneficenza riguardanti categorie di persone in difficolta, e spesso il mondo degli animali, che ha dichiarato di amare moltissimo.

Tuttavia una precisazione è doveroso farla, la sua presenza nel mondo dello spettacolo è stata definita come longeva in questo post, perchè dura ormai da piu di due decadi, ma non la si può definire come lunghissima, dato che come ammesso da lui stesso in una intervista, il suo vero e proprio ingresso nel mondo della comicità ed il successo vero e proprio, è arrivato dopo i 40 anni, visto che "prima bisognava che vivesse una vita per avere cose da dire".


lunedì 15 aprile 2024

Che cosa è lo "stabilizzatore"?

 Lo stabilizzatore d'immagine si usa sia nel mondo della fotografia che in quello delle riprese.

Una foto, può soffrire di vari mali legati alle vibrazioni potendo risultare mossa o micro mossa. La cattiva riuscita può essere data sia dall'ambiente esterno, magari essere su di un oggetto in movimento come un'auto, o anche solo dalla pressione del dito stesso per scattare la foto.
 
La condizione ottimale, per ovviare al meglio a queste due problematiche, è quella di poter scattare con la fotocamera in un ambiente fermo e sopra ad un cavalletto, ed utilizzando un qualsiasi congegno remoto per inviare digitalmente il comando di scattare la foto.

Tuttavia nelle riprese video serve fare molto di più, ed è per questo che vi sono oggetti come il "Gimbal" (al quale si fissa il congegno che servirà per le riprese) che permettono anche a livello amatoriale di essere tenuti in mano e grazie al movimento su tutti e tre gli assi, di riescire ad attenuare le vibrazioni del camminare o del correre di chi li controlla. 
Oppure a livello professionale, nel mondo della cinematografia vengono usati molto dei carrelli, "Dolly" in inglese, su cui scorrono sopra sia le costose videocamere che l'operatore stesso.

Anche i moderni smartphone sono muniti di stabilizzatori, che stanno negli anni diventando sempre più efficenti, con risultati sorprendenti. Possiedono ormai molti di essi sia una stabilizzazione "meccanica" data dalla possibilità delle lenti di fluttuare parzialmente muovendosi ficamente di quel poco che basta all'interno dell'ottica, da risultare utili alla causa, sia una stabilizzazione digitale, che in automatico riprende usando un angolo maggiore e ne taglia alcune parti laterali per lasciare come risultato finale una immagine centrale che risulta più stabile e guardabile.

domenica 14 aprile 2024

Bill Burr - You people are all the same (2012)

 "You people are all the same" letteralmente "Voi siete tutti uguali", è uno special di "stand-up comedy" del comico americano Bill Burr.

Lo spettacolo inizia con tutta una sua esposizione sul perchè vorrebbe "armarsi", a livello personale, argomento che negli Stati Uniti d'America è sempre molto dibattuto date le problematiche di enorme impatto sociale che spesso il facile accesso alle armi sul territorio nazionale crea.
Parla dell'argomento mettendo in ridicolo sia il sistema di vendita, con le sue modalità, sia la detenzione casalinga, che spesso proprio per logistica ne rende complicato l'utilizzo reale ai fini di difesa personale.
 
Passa poi ad analizzare il business della chirurgia plastica e le difficolta della società moderna di accettare il proprio corpo una volta che il decadimento è evidente ed inevitabile.
A seguire alcune dinamiche e differenze tra razze, tra uomo e donna, tra umani ed animali domestici, tra se stesso e l'alcol, tra se stesso e suo padre e tra se stesso e la sua ragazza di lunga data.
Il tutto alternato a pensieri, sempre esposti in maniera del tutto ilare, su concetti ed argomenti più ampi e complessi, come la religione, la violenza domestica, la manipolazione all'interno della vita di tutti i giorni nella nostra società.

In totale uno spettacolo di poco piu di un'ora, che scorre molto bene, che non ha punti deludenti o scadenti, ma è invece piuttosto uniforme.
In sostanza un intrattenimento forse non per tutti, ma che al netto di apprezzare il suo stile come comico, sicuramente offre diversi momenti di divertimento ed altrettanti spunti di riflessione.
Lo spettacolo sembra anche avere una sorta di andamento a crescere, nota da segnalare nel caso qualcuno si ritrovasse poco entusiasmato durante la prima metà.

mercoledì 10 aprile 2024

Chi è stato Tonino Accolla?

 Tonino Accolla, al secolo Antonino, è stato molte cose, tra le quali attore, ma quella per cui è maggiormente conosciuto è la sua prolifica e longeva attività di doppiatore.
Il suo contributo al mondo del cinema in quel ruolo è stato infatti notevole, avendo "prestato", come si usa dire in gergo, la propria voce ad attori famosissimi, in carne ed ossa e non solo.
 
Nato in Sicilia, ma morto a Roma, ormai una decina di anni fa, dove risiedeva da tempo per ovvie ragioni logistiche riguardanti la sua professione.

E' stato negli anni la voce di Omer Simpson, sin dalla prima stagione fino alla 23esima, momento in cui è stato sostituito da Massimo Lopez a causa del proprio decesso, ma non solo, ha doppiato anche tantissimi attori internazionali di alto livello, sia d'oltreoceano, come Tom Hanks e Jim Carrey, sia d'oltremanica come Christian Bale e Kenneth Branagh.

La sua interpretazione più riuscita è comunque senza ombra di dubbio quella di Eddy Murphy, che fu anche il suo primo lavoro nel settore, e di cui ne è stato il doppiatore ufficiale fino alla sua scomparsa.
Nel caso specifico, egli aggiunse personalmente la particolare e riuscitissima risata, quella che per tutti i giovani italiani di quell'epoca, è più di tutto il tratto inconfondibile dell'attore.
Ecco, quella stessa risata in originale non esiste, Murphy si limita infatti solitamente a dei lunghi sorrisi silenti, solo in rari casi accenna piccole risate, ma niente a che fare con quelle presenti nel doppiaggio.

domenica 7 aprile 2024

"Alcoholocaust" - Jim Jefferies #SpiegazioneTitolo

 "Alcoholocaust" è uno spettacolo del comico australiano Jim Jefferies, il titolo è abbastanza facile da decifrare, ma essendo stato lasciato il lingua originale, è bene spiegarlo nel dettaglio per un pubblico italiano.

Si tratta di un gioco di parole, tramite l'uso/unione di due parole che ne formano una composta. 
La prima è : "Alcohol" che in inglese non significa altro che "alcol", e la seconda è "Holocaust", anche questa di facile traduzione dato che significa proprio "Olocausto".
La combinazione è stata scelta per una certa passione da parte del comico per le bevande alcoliche, soprattutto la birra, e per, come dirà proprio durante lo spettacolo, per una sua volontà,di voler cercare di smettere di bere.
Unendo le due parole la sua idea era semplicemente quella di far morire l'alcol, nonostante alcuni abbiano tentato di vederci altro nel titolo.
 
Ed in ogni caso, come espresso da lui stesso sempre durante lo spettacolo, alla fine l'ha scelto come titolo semplicemente perchè la trovava una parola divertente. 

giovedì 4 aprile 2024

"Alcoholocaust" - Jim Jefferies

 "Alcoholocaust" è uno spettacolo per la televisione del comico australiano Jim Jefferies. 
La registrazione è per la precisione del 2010, ed avvenne in un teatro di Londra.
 Il suo nome era già ben conosciuto nell'ambiente, avendo egli già all'attivo diversi spettacoli ed alcuni "Stand-up specials".
 
Nello specifico il risultato è praticamente il medesimo già descritto nel post riguardante un'altro suo spettacolo, più recente, dal titolo "Freedumb", in entrambi infatti sembra presentarsi un enorme divario tra il valore delle sue riflessioni su concetti globali, come il ruolo delle religioni o le dinamiche di coppia, e quello delle sue storie di vita vissuta, che per quanto infiocchettate e dichiarate reali, non appaiono poi cosi particolari e sembranno non combaciare particolarmente bene con l'altra metà della sua performance.

In questo spettacolo parte analizzando le interazioni tra uomo-donna, e tra etero e gay, che per quanto sia argomenti già sentiti e risentiti, vengono da parte sua trattati in modo pungente ed originale, ad un ottimo passo denso di battute, per poi alternarli nuovamente con sue esperienze di spettacoli avvenuti in zone di guerra nel mondo, che lasciano in parte la sensazione di racconti da campeggio, raccontati come accade da parte dei giovani nei momenti di villeggiatura perchè difficilmente qualcuno potrebbe mai confutarli.
Il tutto si ripete in maniera ciclica nella seconda parte, dove una colorita e diretta critica alle religioni, in particolare quella cristiana, lascia poi spazio a tutta una storia che copre addirittura quasi 1/3 dello spettacolo, riguardo ad una sua esperienza personale con delle trasgressioni di vario tipo.

In sostanza rimane uno spettacolo da vedere, perchè la parte qui sopra elogiata è davvero di valore, dimostrando, anzi consolidandone il ruolo di uno dei migliori al mondo nell'analisi della nostra società, pur con la consapevolezza che questa alternanza ad aneddoti molto specifici e molto dettagliati, possa piacere altrettanto o che tutta la distanza tra gli argomenti possa invece risultare poco apprezzata.



lunedì 1 aprile 2024

"Ragazze interrotte" - Oscar ad Angelina Jolie.

 Nel titolo risiede una domanda implicità, ossia se sia stato un premio adeguato o invece una sopravvalutazione della sua performance.. la risposta non è cosi semplice.

Il problema non sta tanto nella qualità della recitazione della Jolie, quanto il fatto che vi sia un divario colossale tra il fatto che ella abbia ricevuto la massima onoreficenza nel mondo del cinema moderno per un singolo attore, ed il film abbia invece finito per non essere acclamato nè dal pubblico nè dalla critica stessa, che è stata cosi enstusiasta invece per la prestazione della Jolie.

Volendo dare una risposta schietta alla domanda mai realmente posta, essa sarebbe "si", nel senso che se lo sia meritato, dato che sicuramente il suo personaggio è stato di forte impatto ed innegabilmente ben eseguito.
Tuttavia verrebbe quasi da pensare, che sia stato un riconoscimento a tutto il cast, che al netto di Wynona Rider, la protagonista, è apparso immensamente ispirato.
Tutti hanno recitato in maniera eccezionale, anche chi aveva parti minori come Woophi Goldberg, ed in particolare le altre 3 ragazze, insieme alla Jolie e alla Rider, che formavano le cosiddette "interrotte", si sono comportate in maniera straordinaria.
 
Purtroppo come detto non tutti hanno apprezzato il film nella sua interezza ed era quindi impossibile che ricevesse premi che consacrassero il lavoro del cast, cosa che fa appunto avere un filo di forse insensata speranza, che il premio fosse indirizzato anche agli altri membri del cast in generale, senza volerne specificamente scegliere uno migliore e ricompensarlo con premi legati ai migliori ruoli da non protagonisti.  

E per quanto tutto questo ragionamento possa essere poco più che una riflessione riguardo all'opera, non è un fatto cosi lontano dal mondo del cinema, quello di premiare qualcuno o qualcosa, al quale hanno contruibuito molti altri fattori e molte altre persone, come emblema di un lavoro ben riuscito.

Jimmy Carr, uno dei re del Black humor.