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venerdì 12 dicembre 2025

"Il Bi e il Ba" (1985) #Recensione

 "Il Bi e il Ba" è in film diretto da Maurizio Nichetti, ma scritto ed interpretato da Nino Frassica, con la presenza della prima moglie Daniela Conti in una parte minore.

La trama ha come protagonista un tale Antonino Scannapieco (Frassica), che dalla Sicilia decide di partire per Roma.
Raccolti i soldi sufficienti per tutto il viaggio, e poi sperperati appena giunto nella capitale, si mette alla ricerca di un fantomatico dottore, il quale riuscirà a risolvere il terribile problema della forfora che affligge i suoi amici.
Iniziano tutta una serie di scenette un po' tra il cabaret ed i film muti, che lo portano persino ad incontrare la sua ammiratissima conduttrice del telegiornale dell'epoca, Maria Giovanna Elmi.
 
Senza svelare se abbia successo nella sua ricerca del dottore, per non svelare troppo, si può dire che l'opera nel suo piccolo appare riuscita.
Per quanto riguarda la prestazione di Frassica, nonostante l'aspetto, baffo e capello, molto simile a Diego Abatantuono, ed alcune espressioni ed accenti che lo ricordano molto, il film non perde di originalità, e con il suo tipico stile di umorismo, trascina lo spettatore per 90 minuti, incentrati principalmente sui giochi di parole e storpiature della lingua, dello stesso, senza mai o quasi, scadere in qualcosa di linguisticamente troppo banale o patetico.
Un umorismo di fatto forzato, che poi alla fine riesce a non apparire tale ed a non stufare. 
 
Della recitazione dei personaggi poco si può dire, come della loro scrittura, stesso vale per la trama ed i colpi di scena che come detto sono estramemente semplici e si può tranquillamente dire anche banali.
Tuttavia rimane il senso di quello che volesse essere il film, ossia una semplice opera comica di scenette da cabaret, che però risultano ben amalgamate tra loro, e sono proprio queste basse pretese che gli permettono di trasmettere il messaggio che voleva essere trasmesso, e lo rendono meritevole di essere visto. 
 
 In sostanza un'opera per tutti, senza scene troppo scurrili, troppo provocatorie, troppo violente o troppo da adulti, cose che lo rendono un ottimo intrattenimento senza pensieri per tutta la famiglia.

lunedì 24 novembre 2025

Sleeper - Doppia identità (2018) #Recensione

 "Sleeper" (da non confondere con "Sleepers", il capolavoro del 1996 con Robert De Niro, Brad Pitt, Dustin Hoffman, Kevin Becon e molti altri) è un film piuttosto recente, che tratta le vicende di una coppia apparentemente anonima, ma che nasconde invece qualcosa, a se stessi ed al mondo.

La trama è molto semplice, una classica coppia americana, residente in un classico sobborgo americano, cerca di avere un figlio per consolidare la propria famiglia senza per il momento riuscirvi.
Il tutto però nasconde una sorpresa, che è difficile da definire spoiler, visto che in rinomato stile italiano al titolo originale è stata aggiunta una parte per la versione distribuita nel nostro paese, ossia "Doppia identità", che rivela leggermente, ma soltanto leggermente, la totalità della trama.
 
Per il resto il film è senza infamia e senza lode, difficile avere qualcosa di particolarmente critico da dire, visto che la trama era senza particolari ambizioni ed il definirla "semplice" non credo offenda nessuno, nemmeno gli autori, allo stesso modo il livello del cast e la scelta dei dialoghi non sembravano particolarmente ricercati, quindi era abbastanza prevedibile che non avrebbero stupito.

Altrettanto vale per le lodi, difficile trovare qualcosa di pienamente promosso o sorprendente in questo film, un po' tutti hanno fatto la loro parte nella realizzazione di questa pellicola che comunque rimane nel suo insieme piuttosto mediocre.
 
Volendo trovare un elemento da elogiare leggermente sopra gli altri ed uno da criticare, si potrebbe dire come la fotogenia della protagonista femminile abbia sicuramente aiutato nel catturare l'attenzione in molte scene, di contro la "trasformazione" della stessa da donna umile e apprensiva in un Rambo eccitato e pronto all'azione con armi in mano, è sembrata proprio una scelta diretta al pubblico americano.
 
In sostanza un film che ha un buon passo, anche costante, che nel suo scorrere bene non ha scene o elementi troppo inverosimili nè irritanti, e che nel suo non brillare in niente, potrebbe comunque essere un buon intrattenimento per un dopo cena sul divano senza troppe ambizioni.

sabato 15 novembre 2025

"Laughing and joking" (2013) Jimmy Carr #Recensioni

 "Laughing and joking" è uno spettacolo di più di 10 anni fa ormai, del comico inglese Jimmy Carr.
 
La durata è forse un po' oltre la media, 90 minuti, ma la densità di battute è decisamente altissima.
La ragione sta proprio nel suo stile, che anche in questo spettacolo non si smentisce, ossia di regalare tutta una serie di battute da una frase o poco più, non connesse tra loro, naturalmente una dopo l'altra, ad una velocità decisamente sostenuta.
 
Gli argomenti trattati sono i più svariati, e ce ne è sostanzialmente per tutti, dai più comuni come per esempio la religione, fino a cose un po' più di nicchia ma ben conosciute, come il veganismo.

Particolarmente ben riuscita è l'interazione con il pubblico, niente di nuovo per i suoi spettacoli, ma nel caso specifico si assiste anche ad una delle migliori battute della serata proveniente proprio non dal palco.

Vi sono leggere eccezioni, un paio di piccole storie con tanto di creazione di suspence nel pubblico, ma non risultano particolarmente degne di nota, anche rispetto proprio a tutto il resto del materiale stesso.

Nota forse dolente, non tanto il quantitativo di tempo dedicato all'argomento sesso, anche in maniera molto esplicita, ma la modalità in cui viene trattato, ossia un continuo uscire e rientrare sull'argomento, cosa che stona un po' e stanca anche, come se si volesse sempre privilegiarlo come soggetto di maggior controversia e comicità. (A dire il vero è proprio cosi che egli lo descrive, come il miglior argomento per varie ragioni come la diffusione e l'interesse intorno ad esso).

In sostanza un buono spettacolo per chi volesse appassionarsi al personaggio, che regala diversi momenti molto divertenti e che nell'insieme difficilemente può far pentire di averlo visto. Tuttavia, quanto detto vale comunque per la sua figura di comico in generale, non tanto per l'opera in se, infatti non c'è ragione alcuna per consigliare a qualcuno questo spettacolo specificamente, rispetto ad altre sue performance.

venerdì 7 novembre 2025

"Il pianeta verde" (1996) #Recensione

Si tratta di un film francese del 1996, anche se per molti aspetti, alcuni anche difficili da spiegare, sembra piu essere un film di magari 15 anni prima.

La trama è quella di un gruppo di persone, abitanti di un'altro pianeta, che durante una delle loro riunioni annuali, si trovano a dover scegliere una di loro da inviare in visita perlustrativa sulla terra.
Si autopropone una certa Mila, madre di due figli ormai grandi, la quale desidera fortemente sapere di più riguardo alle proprie origini, dato che un suo antenato veniva proprio dal pianeta terra.
Viene cosi teletrasportata nella Parigi dell'epoca, dove durante la propria ricerca incontrerà varie difficoltà, ma anche persone che si riveleranno piene di umanità.
 
Il film parte bene, sia per originalità che come mera critica alla società consumistica e materialista moderna, ma si perde quasi subito, continuando a ribadire gli stessi concetti con una ridondanza quasi sconcertante.
 
Il mondo da cui proviene la protagonista è un mondo che è già passato da tutte le fasi che stanno vivendo gli abitanti della terra, le persone sanno quindi curarsi e soddisfarsi in maniera più autonoma, con empatia e senza bisogno di troppi oggetti superflui come fanno gli umani. 
Questo è un esempio dei concetti che vengono ripetuti fin troppe all'interno del film, nonostante questo nello specifico fosse ben chiaro dalla prima scena.

Il film appare anche piuttosto sconclusionato nel suo insieme, in molti aspetti cardine come "la sconnessione", che non viene mai spiegata a pieno e che appare più fantascienza pura che un elemento che faccia riflettere. 
 
Poco si puo dire sulla recitazione, ma vale la pena segnalare la presenza della futura premio Oscar, Marion Cotillard, che di li a poco raggiungerà un ottimo successo, se non altro di pubblico, grazie alla saga dei film "Taxxi", di Luc Besson.  

In sostanza un film che poteva avere del potenziale, ma che finisce per prendersi troppo sul serio, e che fallisce nell'esprimere una vera morale, chiara e comprensibile, quindi difficile da consigliare a chiunque.

sabato 4 ottobre 2025

"Inside Out 2" (2024) #Recensione


Si tratta del secondo capitolo del già fortunato "Inside Out", uscito quasi 10 anni prima. 

La storia si svolge temporalmente un anno dopo il primo film, e riprende gli elementi che lo hanno portato al successo, ossia la rappresentazione delle emozioni umane, sottoforma di simpatici personaggi un po' strambi ed ognuno con il proprio ruolo da rappresentare senza possibilità di uscirne, tutti all'interno del corpo della protagonista.

Il risultato è una vita reale, quella che la protagonista vive nel mondo e nella sua quotidianità, scandita dal volere e dalle necessità delle emozioni che la gestiscono e controllano dall'interno, il fine, sarà il raggiungimento del completo "senso di se".
 
E' un film d'animazione visibilmente diretto verso i più piccoli e dati i risultati al botteghino, si è dimostrato un eccezionale successo.
Tuttavia, per i grandi, anche loro presenti in quantità notevoli alle proiezioni in tutto il mondo per accompagnare i propri figli, difficilmente il film offre sorprese o elementi davvero coinvolgenti.

Tra gli innumerevoli personaggi del film, "reali" ed "emozioni" si distingue per simpatia quello di "imbarazzo", disegnato in modo originale e che regala alcuni sorrisi con le proprie involontarie incertezze.

L'opera regala anche qualche spunto di riflessione per gli adulti, ma anche una caterva, una montagna, una alluvione, di termini in inglese mal pronunciati ed usati per moda quando sarebbe presente da sempre l'equivalente in italiano. 
Una scelta del doppiaggio che non verrà trovata di cattivo gusto soltanto dai boomer.
 
In sostanza un film che si basa su una eccellente idea di partenza, rappresentare una persona come un insieme di emozioni, e mostrarle per quello che sono singolarme, ma l'esecuzione non sembra proprio all'altezza di renderlo un film emozionante e che rimanga nella storia, almeno per chi è maggiorenne.

giovedì 25 settembre 2025

"Lo chiamavano Bulldozer" #AnalisiTitolo

Vi sono un paio di cose da segnalare riguardo al titolo di quest'opera : 

La prima è che, essendo stata una produzione Italo-Tedesca, sia il protagonista, che il film di conseguenza, hanno un altro nome nella versione teutonica, dove infatti è intitolato "Sie nanntem ihn Mucke". Quindi può capitare di trovarlo sotto quel nome in una eventuale ricerca su internet, ma è bene sapere che si tratta della stessa opera. 

La seconda è che, proprio a causa di questa differenza tra le due versioni, in quella tedesca il personaggio del protagonista, interpretato da Carlo Pedersoli, viene chiamato "Mucke" (Zanzara) e quindi la spiegazione data dal protagonista quando viene interpellato durante il film sul perché il suo soprannome sia "Bulldozer", non coincide.
Nella versione italiana infatti la risposta è "..e chi lo sa, forse perché ero uno che davanti agli ostacoli, non si fermava mai", mentre nella versione tedesca viene data una spiegazione più completa e profonda del perchè del soprannome.

mercoledì 27 agosto 2025

"Black Bag - Doppio Gioco" (2025) #Recensione

 Metti Steven Soderbergh alla regia, metti Michael Fassbender come protagonista, metti Pierce Brosnam come capo dei servizi segreti, metti una trama intricata, metti tutto questo potenziale insieme ed otterrai.. un pastone insipido.

Black Bag è un film presente proprio in questi mesi nelle sale, ha la fortuna di essere scontato a 3,50 euro, anzichè 7, grazie alla promozione del governo italiano per cui ai film "italiani ed europei" viene ridotto il costo allo spettatore per poterli vedere in sala.
Ribadendo che la dicitura "italiani o europei" non ha senso, dato che uno è un sottoinsieme dell'altro, in questo caso la promozione ne ha ancora di meno dato che si tratta di un film girato in Inghilterra, con attori inglesi, e di produzione americana, e nessuna delle due nazioni si trova nell'Unione Europea.

Detto questo il film aveva appunto del potenziale, ma si perde in innumerevoli aggrovigliamenti ed ingarbugliamenti della trama.
Altri aspetti stucchevoli soprattutto per le orecchie, sono la logorroicità di quasi tutti i personaggi, grottesco se si considera che si tratta di spie ed agenti dei servizi segreti, e se possibile ancor più fastidioso è il continuo, martellante, riferimento al sesso in ogni scena, che siano allusioni o frasi esplicite, è un tratto quasi immancabile per ogni scena del film.

La colonna sonora sembra proprio essere un tributo ai primi film di James Bond, niente di male dato che si tratta di un thriller di spionaggio, ma comunque non apporta niente di memorabile alla pellicola.

Bene la recitazione, Fassbender è una garanzia, anche se specificamente in questo lavoro non brilla particolarmente, la Blanchett appare credile, e si comportano molto bene sia la Marisa Abela, già eccellente nel docu-film su Amy Winehouse, e Pierse Brosnam, veramente nella sua comfort zone in quel ruolo. 

In sostanza un film da dimenticare, 93 minuti di ricerca della suspence e del colpo di scena, che non sono praticamente mai presenti. 
Non coinvolge, non fa parteggiare per nessuno, ne per i buoni ne per i cattivi, e non fa davvero provare nessuna emozione oltre alla noia, all'imbarazzo, ed ad un po' di irritazione. 

lunedì 18 agosto 2025

"Un sacco bello" (1980) #Recensione

 "Un sacco bello" è il primo film di un Carlo Verdone già trentenne, in cui egli ricopra il ruolo di attore, sceneggiatore e regista.

Nonostante avesse già avuto delle parti specificamente come attore e fosse già attivo nel mondo della comicità, questa pellicola sancisce l'esordio della sua fortunata carriera anche dietro la cinepresa.

La trama è un intreccio di storie che si svolgono intorno a ferragosto nella città di Roma. Storie che hanno come protagonisti personaggi interpretati da Verdone, camaleontico e caratterista, che spesso ricopre anche ruoli secondari. 

Il ritmo è buono e costante, il film non ha picchi eccelsi, ne bassi tremendi, ma rimane comunque, al netto dei suddetti personaggi ben scritti e ben interpretati, abbastanza deludente, e per quanto la romanità non stucchi nell'insieme, appare un'opera molto urlata.

Non vi sono molte frasi passate alla storia e diventate di uso comune nazionale, come accaduto al altre sue pellicole, "Viaggi di nozze" per dirne una, o per quelle di altri registi suoi concittadini come per "Ecce bombo" di Nanni Moretti, la più ripetuta e citata forse è quel "In che senso?!?", detto in strada nel cercare di capire la richiesta di una turista.

Sorprende il fatto che la colonna sonora sia stata firmata addirittura da Ennio Morricone, e come visto in molti altri film a seguito dello sviluppo economico (ed edilizio soprattutto) italiano dagli anni '60 in poi, l'immagine di una Roma che vedeva ergersi palazzoni popolari come cattedrali nel deserto, spesso distanti tra loro, e dal centro città. 

Non viene spiegato il titolo, ne tantomeno usato in frangenti da farlo risultare motivato, ma è una frase che era già caratteristica di Verdone in altri ambiti artistici. 

In sostanza un film che oggi sarebbe probabilmente stato una serie di sketch su Youtube, e che forse appare un po' sconclusionato, ma comunque una ottima prova in tutti i campi in cui si è cimentato il regista, e che può essere comunque consigliato agli appassionati del genere, ed a chiunque volesse approfondire le origini cinematografiche di Verdone, e della commedia italiana di quegli anni. 

giovedì 17 luglio 2025

"Angry Video Game Nerd : The Movie" (2014) #Recensione

 "Angry Video Game Nerd" è una serie di video riguardanti le recensioni dei videogiochi, principalmente quelli usciti ormai da diversi anni.

Detta cosi suona come una cosa fortemente elitaria e piuttosto distante dalla cinematografia, tuttavia, il risultato fu talmente originale ed intrattenente, che ebbe un successo enorme su Youtube, ben oltre i confini di chi si definisse un "Retrogamer", come lo stesso creatore, ed anche oltre la cerchia generale dei "Gamers".

L'idea fu frutto della mente dello youtuber (al tempo non esisteva ancora questo appellativo) americano, James Rolfe, che in modo infastidito ed ipercritico, ma estremamente comico, recuperava vecchi videogiochi e li recensiva, rivivendo tutta la fascia di emozioni e soprattutto frustrazioni, che molti bambini avevano vissuto giocandoci.

Dopo quesa spiegazione necessaria, passiamo al film in se e per se.

Come detto il risultato della serie "AVGN" fu ottimo ed il successo su Youtube notevole, tanto che egli decise di buttarsi nel campo che era il suo vero sogno sin da piccolo, quello del cinema.

Decise di realizzare un film scritto e diretto da egli stesso, chiedendo aiuto su di una piattaforma di Crowdfunding ai propri followers, ed ottenne in breve tempo tutto il budget ipotizzato come necessario.

Le capacità di editing c'erano, le aveva dimostrate negli anni nei suoi video, la presenza scenica semplice ed azzeccata pure, persino la trama si basava su di una storia abbastanza originale, ossia la leggenda metropolitana che migliaia di copie di un videogioco fossero in passato state seppellite nel deserto, il risultato però fu proprio pessimo.

Moltissime fururo le critiche ad altrettanti aspetti che sembrarono non riusciti, ma la maggior parte furono delusioni per alcuni aspetti molto pratici, come la durata eccessiva, quasi 2 ore, o la mancanza degli altri volti noti dei suoi video, come l'autore delle sigle, Kyle Justin, o il suo fedele compagno di critiche ai videogiochi, il dissacrante Mike Matei, in favore di un cast più inclusivo.

In sostanza un film che tradì le attese, fatto per realizzare un sogno e magari iniziare una carriera cinematografica, ma finito per essere soltanto uno sfizio, a spese dei fan più fedeli, che ha una valutazione di 5/10 sull'IMDB, e che fortunatamente non è stato più ripetuto. 

sabato 12 luglio 2025

"Appuntamento a Belleville" (2003) #Recensione

 "Appuntamento a Belleville" (in originale : "Les Triplettes de Belleville") è un film uscito nei primi anni 2000, di genere Animazione, con forti tratti Noir.

E' una produzione interamente francofona, dato che le nazionalità coinvolte sono Francese, Belga e Canadese, ed ha una peculiarità assoluta, ossia la quasi totale assenza di dialoghi.

Lo stile è, in termini tecnici, quello della pantomima, e l'opera in se e per se ottenne un ottimo successo, tanto da essere candidata agli Oscar come miglior film d'animazione.

Sorvolando per una volta sulla trama per non dilungarsi troppo, il tipo di disegno sembra ricordare quello di circa una decade prima del fortunatissimo cartone televisivo Beavis & Butt-head, quantomeno per certi lineamenti facciali, in particolare quelli nasali. 

Originalissimi e simpaticissimi invece i giganteschi corpi quadrati dei cattivi di turno, tanto quanto l'altezza dei mezzi di trasporto, navi e camion sono infatti rappresentati in maniera comicamente spropositata, e riuscita.

Piccolo spoiler, anche questo film ha una pioggia di rane, come la scena capolavoro del film "Magnolia" di pochi anni prima. 

Da notare come altrettanto non sia la prima volta dell'idea dei francesi di inserire animali che maneggiano il cibo, leggasi "Ratatuille".

Favoloso l'inseguimento lentissimo nel finale, simpatico da vedere e certamente dissacrante per tutte le pellicole americane che terminano con il classico inseguimento ad alta velocità.

In sostanza una pellicola semplice, a tratti profonda, e sicuramente riuscita, forse non consigliabile a tutti, ma certamente non sconsigliabile a nessuno. 

martedì 24 giugno 2025

"Il mistero Moby Prince" (2022) #Recensione

 Il disastro della Moby Prince è un fatto di cronaca, una vera e propria strage di civili per la precisione, sorprendentemente poco noto, il che fa già intendere come il silenzio che si è voluto creare attorno a tale evento da parte delle varie istituzioni sia indice di un possibile dolo. 

Bene fare un piccolo cenno ai fatti per chi ne fosse completamente all'oscuro : si tratta di un disastro marittimo, dove in una chiara notte di primavera del 1991, davanti alla costa di Livorno , per ragioni inspiegabili, un traghetto della compagnia Moby prese fuoco, nello scheletro carbonizzato della nave, vennero rinvenuti i corpi dei 140 a bordo, tra passeggeri ed equipaggio. Ci fu un solo superstite, un mozzo che si getto a mare.

Il documentario in questione racconta tutti i suddetti aspetti, che non sono altro che gli unici pochi fatti certi di questa vicenda, in aggiunta al fatto che ci sia stata una collisione con una petroliera anch'essa presente nel porto quella sera. Il resto è buio e nebbia, nebbia che fu per anni uno dei capri espiatori perché non venissero accusate persone fisiche, salvo poi venir dimostrato che non ve ne era per niente quella sera.
Negli anni si parlò di errore umano, poi di una bomba, poi della suddetta nebbia, poi di una bettolina che tagliò la strada, etc etc, ma niente portò a prove inconfutabili ed accettate dalle famiglie delle vittime. 

Purtroppo però, nonostante nessuno chiedesse a questo lavoro cinematografico di far luce su elementi nuovi o scoprire verità nascoste, esso si limita a riportare qualche fatto, in maniera confusa e sconclusionata, facendo spesso perdere allo spettatore il filo della storia o quantomeno i collegamenti tra gli elementi.

L'assenza poi di una voce narrante è un altro elemento che lo fa apparire poco pianificato, e più come un semplice insieme di spezzoni reali ed interviste, messi assieme. 

Anche la presenza di Salvo Sottile non aggiunge proprio niente alla cosa, di fatto i suoi sono pochissimi interventi introduttivi e riassunti che potevano semplicemente non esserci.

L'aspetto singolo forse più emblematico della pochezza dello sforzo profuso per la realizzazione di questo documentario è come molti degli intervistati non siano sempre pienamente comprensibili e talvolta ci sono degli impappinamenti, l'assenza dei sottotitoli in quei frangenti ed il non rigirare la scena facendo ripetere la risposta, sono appunto significativi di quanto sia stato un lavoro tirato via.

In sostanza, purtroppo, non è da consigliare, nonostante l'argomento sia molto ampio ed interessantissimo, chi ha lavorato a questo progetto, forse magari soltanto per problemi di budget, non è riuscito a trasmettere la profondità e la gravita delle vicende in questione in maniera brillante ed avvincente. 


sabato 7 giugno 2025

"Lo chiamavano Bulldozer" #Recensione

 Si tratta del primo di molti film dove sia presente la collaborazione tra l'attore Carlo Pedersoli (Bud Spencer) ed il regista Michele Lupo, uscito nel 1978, quando il primo era già alla soglia dei 50 anni.

La trama è quella di un ex giocatore di football americano, che una volta ritiratosi è finito a vivere sulle navi. Uomo schivo ed onesto, vive sostanzialmente alla giornata, tanto che la sua maggiore preoccupazione è riuscire a trovare un pezzo appena rottosi alla propria barca, per poterla far ripartire.
Vari incontri con membri dell'esercito americano di stanza nella medesima zona faranno riaffiorare il passato, e tutto culminerà in una partita impari di football americano, dove vecchi e nuovi conti verranno saldati.

Nulla o quasi di questo film appare particolarmente riuscito, tuttavia si nota in sottofondo, essendo una produzione in parte tedesca, la volontà di non farla apparire come un'opera trash, ma un qualcosa che invece abbia una propria morale ed un messaggio da condividere.

Mancano infatti i notevoli quantitativi di ragazze seminude o desiderose di incontri, classici della commedia all'italiana, mentre non fu affatto lesinato sul quantitativo di botte da mettere in primo piano, nella seconda parte del film in particolare, ve ne è uno sproposito, sempre comunque con il solito stile a cui ci avevano già abituato Bud Spencer e Terence Hill, ossia un qualcosa che almeno all'epoca, andasse bene per tutte le fasce di età.

Non sono presenti nemmeno figure demenziali rilevanti, altro caposaldo della commedia italiana (nonostante la presenza di Gigi Reder, che comunque interpreta un ruolo serio) a differenza di quello che accadrà pochi anni dopo, accanto a Bud Spencer e sempre sotto la regia di Michele Lupo, con la presenza di Jerry Calà, nel film Bomber, che non sarebbe stato possibile non citare date le numerosissime connessioni tra i due lavori. 

In sostanza un film che non irrita e non appare nemmeno tra i più banali in alcuni suoi aspetti, ma che comunque non lascia molto e rimane consigliabile soltanto ai grandi appassionati del genere.

(La versione in lingua tedesca risulta aver ricevuto maggiori apprezzamenti, qualcosa infatti si deve essere certamente perso nell'adattamento in italiano, di sicuro la parola Bulldozer non è presente nella versione originale, dove vengono date spiegazioni meno banali riguardo al soprannome del protagonista). 

martedì 22 aprile 2025

"Bomber" (1982) #Recensione

 "Bomber" è un film in pieno stile commedia all'italiana, a tema sportivo nello specifico, con protagonista Bud Spencer. 

La trama è quella di un ex pugile, interpretato da Carlo Pedersoli (Bud Spencer), che si è ormai ritirato ad una vita solitaria e lontana dai riflettori, svolgendo lavori umili sulle navi in base alle opportunità che gli capitano.
Una volta scoperto che la barca di cui era fino a quel momento capitano verrà demolita, si rende conto di essere senza lavoro.
E' a quel punto che accade l'incontro che cambierà il futuro di molti personaggi e soprattutto darà il taglio al film.
Sulla sua strada si trova a salvare da delle persone che cercavano di picchiarlo, un certo Jerry (Jerry Calà), improbabile proprietario di una palestra di boxe, che riuscirà col tempo a convincerlo a dargli una mano a tenerla in vita. "Bomber", soprannome del protagonista, accetterà non tanto per soldi o per sfida, quanto per l'aspetto morale di tutta la questione.

Il risultato generale è piuttosto deludente, rispetto ad altre commedie del tempo, e soprattutto rispetto ad altri lavori che avevano la figura di Pedersoli come protagonista o coprotagonista, in particolare, visto il quantitativo di "scazzottate" presenti in questo film, è impossibile non paragonarlo ad altre opere di successo del duo "Bud Spencer e Terence Hill", uscendone "Bomber" piuttosto malconcio dal paragone.

Vi sono però diversi aspetti positivi da nominare.
La colonna sonora, che è composta quasi esclusivamente dalla canzone "Galaxy" del cartone "Galaxy Express 999" riadattata per l'occasione, che oltre a risultare azzeccata, crea sicuramente una atmosfera coinvolgente e negli anni a venire gli ha dato quel tocco in più all'essenziale effetto nostalgia per diventure un cult.

Simpatiche come sempre le mosse non convenzionali all'interno delle risse, come il classico pugno a martello di Bud, od in questo caso, la scena dello schiaffeggiamento vicendevole delle mani a chi resisteva di più.

Bene anche la presenza della "Gegia", sopra le righe a dovere e mai troppo ridondante, e bene la recitazione, per quel poco che ci fosse da recitare da parte di Pedersoli, e dell'inverosimile personaggio interpretato da Calà. Molto bene invece l'auto di questultimo, ennesima Dune Buggy dei film dell'epoca, modificata in maniera molto pittoresca per l'occasione.

Di negativo si vede la figura del protagonista ormai più che cinquantenne, piuttosto appesantita più dall'età appunto che dal peso.
Piuttosto male anche il livello di trash rappresentato da Calà, che sicuramente aggiunge peculiarità a tutta la cosa, ma che ne abbassa enormemente un qualsiasi aspetto di serietà, usando per di più alcune espressione ed epiteti che oggi non risulterebbero più accettabili.

Moltissime inoltre le licenze registiche, che lo rendono per niente verosimile in tanti aspetti, tanto quanto è scadente il realismo di tutte  le scene di boxe.

Da segnalare i camei di Mario Mattioli e Gigi Reder.

In sostanza un film molto mediocre, nonostante Carlo Pedersoli e Michele Lupo (il regista dell'opera) avessero un sodalizio artistico che durava ormai da diversi anni ed erano già al loro quinto film insieme.
Consigliabile soltanto agli appassionati del genere od a qualcuno che voglia imbarcarsi in una operazione nostalgia. 


domenica 13 aprile 2025

"The Fabelmans" (2022) #Recensione

Si tratta di un film uscito negli ultimi anni, scritto e diretto da Steven Spielberg, aspetti questi ultimi però, che non sono sono serviti/bastati a trasformarlo in un'opera di valore o semplicemente godibile.

La trama è quella di una famiglia all'apparenza felice, momenti idilliaci di scherzi giornalieri e di pause dalla routine a campeggiare.
Tuttavia si nascondono vari problemi latenti, soprattutto relazionali, che una volta venuti alla luce, sfalderanno alcuni rapporti e faranno crollare alcune certezze.

Di elementi da elogiare riguardo alla pellicola ve ne sono diversi, a partire dalla recitazione, ottima da parte di quasi tutto il cast, e forse ancora qualcosa di più per quanto riguarda i figli della famiglia, le piccole attrici infatti sia nella parte di bambine che in quella di adolescenti hanno mostrato una prestazione davvero eccellente. A tutto ciò si aggiunge un Seth Rogen, piuttosto lontano dai panni che ha indossato nella maggior parte della sua carriera cinematografia, dove ha spesso rappresentato un giovane scapestrato e sconclusionato, qui invece nelle vesti di un più serio, e quasi irriconoscibile, adulto di provincia, sempre senza troppe ambizioni, ma con una maggiore maturità ed empatia.

Bene anche senza esserne degli esperti : le scenografia, i colori, le inquadrature, ottima in generale tutta la fotografia e la regia, salvo un aspetto, comicamente proprio uno dei temi del film stesso, quello dei tagli cinematografici, il film e molte sue scene singole, appaiono infatti eccessivamente lunghe, forzate proprio nella loro insistenza, e probabilmente il tutto avrebbe potuto beneficiare dall'essere di 1 ora più corto nel suo prodotto finale. 

Cosa è dunque andato storto per risultare un'opera da evitare, beh, un po' tutto il lato emotivo, perché per quanto il coinvolgimento in ogni opera artistica sia soggettivo, vi sono anche delle sensazioni ricercate da parte degli addetti ai lavori, come la suspense o la paura in un film horror.
Ecco in questo caso per un po' tutto il film viene da domandarsi quali siano queste sensazioni che dovrebbe suscitare. I colpi di scena infatti non sorprendono, le battute non stimolano risate, le scene più forti non impauriscono, e via dicendo.. alla fine l'emozione più frequente durante la visione non è altro che l'irritazione.

Si salvano anche un paio di scene per i dialoghi, ma sempre troppo poco per un film che in sostanza risulta troppo vuoto ed insipido per essere consigliato, anche ai possibili amanti del genere. 

sabato 22 marzo 2025

"Dune" (2021) #Recensione

 Dune Part I è un adattamento in due capitoli di un romanzo di Frank Herbert che già in passato aveva ispirato vari registi del calibro di David Lynch, ed era finito per diventarne un film.

La trama è molto fantascientifica, si svolge infatti in un pianeta dove viene raccolta una sostanza che interessa a moltissimi gruppi differenti di persone, umani ed umanoidi, chiamata "Spezia".
Il giovane protagonista, Paul, si trova a dover affrontare diatribe politiche per il potere, nonchè vere e proprie battaglie fisiche per sopravvivere e per cercare di riportare la pace, il tutto con in sottofondo il costante dubbio che lui sia il prescelto per guidare i popoli.

La storia è ricolma di nomi particolari e spesso complessi, in pieno stile fantascientifico e ancor più nello stile di pellicole come Star Wars, che in questo post in un breve riassunto della trama non avevano senso di essere riportarti.

Gli scenari sono davvero bellissimi, molta lavorazione al computer ma comunque : costumi, scenografia, effetti speciali, etc sono apparsi tutti più che degni per il genere, tanto che sono valsi anche diversi Oscar come riconoscimento all'ottimo lavoro realizzato.

Bene anche la recitazione di alcuni membri del cast, in particolare la performance eccellente della madre del protagonista, Rebecca Ferguson, l'ottima prestazione di Stellan Skarsgard nei panni del capo dei cattivi, e quella buona di Josh Brolin, capo dell'esercito amico.
Non bene altri invece, come Jason Momoa, che sembra avere giusto un paio di espressioni in tutto il film, e David Bautista, che poco apporta di particolare alle scene in cui è presente. 

In generale un film con tutti i tratti del genere, con un passo piuttosto lento, ed una durata da colossal, quale di fatto vuole essere.
Una pellicola che difficilmente può entusiasmare un non appassionato di tale genere cinematografico, ma che altrettanto certamente ne entusiasmerà gli appassionati.
Un'opera che nei campi che più contano in quel genere, come effetti speciali e fotografia, ha incassato giustamente un plebiscito da parte del pubblico al botteghino e da parte della critica cinematografica, ma che fallisce nell'essere per tutti, come altri lavori di fantascienza sono invece riusciti ad essere in passato.

sabato 15 marzo 2025

"Tu mi turbi" (1983) #Recensione

 "Tu mi turbi" è un film che si avvia ad avere presto mezzo secolo di vita, è diviso in episodi, quattro per la precisione, ed ha Roberto Benigni come protagonista in ognuno di essi.

Le trame sono molteplici, diverse per ognuno degli episodi, ma hanno alcuni temi in comune, come appunto il protagonista, nei panni di personaggi diversi tra loro, ed il tema della religione per esempio, presente sia in forma esplicita che in altri casi implicita. 

Nonostante non dimostri particolarmente i propri anni la pellicola, e non risulti "invecchiata male" per nessuna ragione specifica, non appare come un qualcosa che a distanza di tutto questo tempo possa rimanere o meritare l'onoreficenza di film di culto.

Molto bene la colonna sonora, firmata nella quasi totalità da Paolo Conte, con un piccolo contributo di Benigni in versione cantante. Essa appare calzante ed interessante, senza mai invadere troppo le scene, ma segnandole e tirandone su il livello generale.

Bene anche la recitazione dei vari attori presi specificamente per il film, a differenza di quella dei soliti volti noti che contornano le opere di Benigni e lo faranno anche per gli anni successivi. Male appunto il Monni e la Braschi, come accadrà spesso anche in futuro.

Benissimo la scena della banca, ossia il terzo episodio, che risulta proprio intrigante ed avvincente, nel suo piccolo, con finalmente dei giochi di parole interessanti e divertenti, rispetto al resto del film.

Malissimo invece il quarto episodio, atroce da guardare, che non aggiunge niente, anzi appesantisce tutta l'opera ancor di più.

Curioso vedere Benigni con una banana in mano in diverse scene, forse un presagio di quello che sarebbe stato una decina di anni dopo Johnny Stecchino.

In sostanza un film per tutti, senza violenze e con poco nudo, che però sembra più adatto a degli appassionati di nicchia o a qualcuno che voglia completare la visione di tutto quello in cui sia stato presente Roberto Benigni.

martedì 11 marzo 2025

"The Gods must be crazy" (1980) #Recensione

 E' un film di produzione Sudafricana, girato in altri stati dell'Africa, ed uscito nel 1980, che ha poi dato seguito ad altre opere creandone una serie di film.

Si tratta delle avventure della semplice vita di tutti i giorni, di un biologo ricercatore, di un autoctono di una delle tribù locali, e di una insegnante in una scuola di un villaggio vicino. Il primo si innamorerà della terza e faticherà per vincere la propria "impacciataggine", ed un rivale in amore, mentre il secondo, insieme a tutta la sua tribù combatterà contro una bottiglia di Coca-Cola vuota caduta dal cielo, segno e simbolo ritenuti divini.
Tutti e tre però dovranno anche affrontare animali pericolosi ed un gruppo di terroristi, dimostrando di essere svegli, scaltri, ed abili con le armi, alcune delle quali non affatto convenzionali. 
 
Raccontata così la trama può farlo sembrare un film demenziale, e se pur abbia diversi momenti di "slapstick comedy", quella di Stanlio ed Olio per intenderci, ha altrettante scene piuttosto profonde e che fanno riflettere lo spettatore.
 
La bottiglia in questione infatti, viene considerata da tale tribù come un oggetto mandato dagli dei, da li il nome del film, dato che non sono a conoscenza dell'esistenza degli aerei. Tale bottiglia però dati i suoi molteplici utilizzi essendo per loro il vetro un materiale del tutto nuovo, porta presto invidie, litigi ed atti violenti. Questo fa propendere la tribù per il liberarsi dell'oggetto, cosa che costa molta fatica, continuando a riapparire vicino a loro, grazie a varie coincidenze.  

In sostanza sembra un film ben pensato e ben realizzato, adatto a tutti e con molti spunti per delle riflessioni, sia sul valore delle cose che della vita, in quella società che viene chiamata mondo occidentale, sia per le difficoltà e gli accrescimenti dati dagli incontri di diverse culture e razze tra loro.

mercoledì 5 marzo 2025

"Ratatuille" (2007) #Recensione

 Si tratta di un film d'animazione realizzato dalla ben nota Pixar, la quale si è fatta un nome nel settore per opere di alto livello e di eccellente successo commerciale. 

La storia è quella di un piccolo ratto con un olfatto straordinario ed una indomabile passione per il cibo, nella sua più alta forma però, ossia un piacere per il corpo e per la mente, e non soltanto un semplice "carburante", come invece viene definito in vari momento nel film, facendo stizzire il protagonista.
Inizierà quindi una ricerca nel mondo culinario, senza metà precisa, ma che ben presto troverà una propria strada ed un proprio scopo finale.

La trama appare sorprendentemente azzardata, su di tutto la scelta di mettere un ratto, dal colore e dalla sembianze corrette, a maneggiare il cibo, invadendo cucine con i propri compagni di branco, e cucinando addirittura per gli umani. 
Una scelta stupefacente perché nell'immaginario collettivo, un po' per tutti dai grandi ai bambini, i ratti rappresentano un qualcosa da evitare, possibili portatori di malattie e difficilmente considerati animali domestici in tempi moderni.

Tuttavia non era la prima volta che nei cartoni si trovava il modo di far parteggiare il pubblico per dei topi, Tom & Jerry su tutti, ed anche in questo caso la scelta ha pagato, sia in termini di critica che di botteghino.

Il film appare ben riuscito nel suo insieme, sufficientemente originale ed avvincente, convince abbastanza anche come colori, scenari e disegno dei personaggi, senza però mai eccellere particolarmente.

Di negativo forse una eccessiva ricerca del capovolgimento di trama nell'ultima mezzora, dove accadono una serie un po' stucchevole di litigi e riavvicinamenti. 

In sostanza un film per tutti, che non delude e che nonostante sia uscito nel 2007, sembra avere dei notevoli tratti anni '90, forse era in incubazione da qualche anno. 

venerdì 28 febbraio 2025

"Beverly hills cop : Axel F." (2024) #Recensione

 Si tratta del quarto capitolo della saga "Beverly Hills Cop", iniziata più di 40 anni fa, e che tanto successo ha riscosso nei primi 3 episodi. 

La trama è quella di un Axel Fowley (Eddie Murphy) nuovamente a caccia di criminali, nonostante l'età, con il suo stile sopra le righe, che tanto mette in difficolta come costi ed immagine i vari distretti di polizia con cui si trova ad avere a che fare.
Nello specifico in questo capitolo, Fowley si dirige ancora una volta a Beverly Hills, da Detroit, per risolvere il caso della scomparsa del suo vecchio collega, Billy Rosewood.
Insieme alla figlia Jane ed il suo fidanzato, scoprirà un notevole livello di corruzione nel distretto di polizia locale. 
 
Il film riprende tutti, assolutamente tutti, gli elementi presenti nei capitoli precedenti, facendolo in maniera quasi sempre forzata e stucchevole, tanto per andare sul sicuro e non rischiare con scene nuove che avrebbero potuto non piacere.
Di nuovo invece sono inseriti i personaggi della figlia e del suo fidanzato, che non appaiono fuori luogo, ma allo stesso tempo non sembrano aggiungere molto all'opera.
Lo stesso Eddie Murphy appare piuttosto affaticato in diverse scene, cosa comunque ammorbidita da varie battute autoironiche che fanno presente la cosa allo spettatore, e dalla sua effettiva età anagrafica.
 
Bene la presenza di tutti i vecchi personaggi, non per completare l'operazione nostalgia, ma proprio perché è quello che andava fatto come cosa giusta, al di là del volere e delle aspettative del pubblico.
Tutti infatti da promuovere i "vecchi attori", dai due colleghi interpretati da Judge Reinhold e John Ashton, al suo ex capitano Paul Reiser, fino alla accettabile prestazione del personaggio di Serge.
 
Da promuovere su tutto, la scena della vendita della casa, dove l'agente immobiliare irriverente ed onesta è apparsa davvero ben scritta e ben interpretata, nel suo piccolo.
 
Male le star inserite inspiegabilmente, Joseph Gordon-Levitt si comporta più che degnamente nella parte del fidanzato della figlia di Fowley, ma agli amanti della saga viene sicuramente da domandarsi a che cosa sia servita la sua presenza, dato che si è sempre trattato di una serie di film con attori poco o mediamente conosciuti, e con Eddie Murphy unica vera star al centro di tutto.
 
Malissimo, davvero impresentabile Kevin Becon, attore straordinario, che in questo specifico ruolo appare scontato, non ispirato, e risulta del tutto fuori luogo la sua presenza per l'aspetto espresso poco sopra.
 
In sostanza un film che non rovina la saga, ma che non apporta molto ad essa, e che sembra fatto più per fare cassa in pieno stile hollywoodiano attuale, più che per aggiungere qualcosa di memorabile ad una delle più grandi serie per tutti, del cinema di azione americano. 
 
(Il terzo film era stato al tempo, 1994, criticatissimo, per l'assenza di uno dei suoi colleghi principali, e per altri aspetti legati alla pochezza di alcune scelte. Tuttavia appare comunque come un capitolo molto più fedele alla saga, che non questo insieme di scelte poco rischiose fatte per non scontentare nessuno, senza di fatto eccitare mai).

martedì 25 febbraio 2025

"Veritasium - What actually happend to Amelia Earhart?" (2024) #Recensione

 Non si tratta di un vero e proprio documentario sull'argomento, ma di un semplice video creato dal canale Youtube "Veritasium", verso la fine del 2024.

Tuttavia, la qualità del prodotto finale è stata tale, che non solo è meritevole di essere visionato e consigliato, ma anche di ricevere menzione come prodotto cinematografico, su questo blog.

Si tratta appunto di una sorta di breve documentario, di circa 35 minuti di durata, che ripercorre le ultime ore di vita della aviatrice americana Amelia Earhart. 

Ella era nota ormai da anni, tanto da essere diventata una celebrità negli Stati Uniti d'America, per compiere viaggi aerei, al tempo considerati estremi.

Nel viaggio in questione, che poi si rivelerà il suo ultimo, si era imbarcata nell'impresa di compiere il giro del mondo in aereo, tramite la rotta che al tempo risultò essere la più lunga mai tentata, ed ovviamente facendo diversi scali, spesso in aeroporti piccoli e posti in zone remote.

Qualcosa, o meglio, diverse cose, andarono però "storte" in questa sua missione, e tutti questi aspetti sono trattati in questo breve video.

Senza soffermarsi su dettagli troppo tecnici ed anche per non fare nessuno spoiler nè grande nè piccolo, questo lavoro da parte del canale Veritasium risulta decisamente ben fatto.

Appassionate, tiene alto l'interesse dello spettatore per tutta la durata della visione, anche grazie alle ottime doti di oratore dello Youtuber Derek, come voce narrante delle vicende, concentrando la propria attenzione proprio sulle ultime ore di vita della Earhart, senza essere o voler essere un documentario sulla vita della aviatrice, dandogli un taglio molto pratico, essendo un canale di scienza, con tanto di dimostrazioni materiali con esperimenti fisici, riguardo a come potrebbero essere andate le cose.

In costanza un breve riassunto ben fatto degli ultimi momenti fallimentari di una missione storica, coinvolgente ed esplicativo, adatto sia agli appassionati di aviazione sia a chi non ne sappia niente di essa, ne della vita e delle imprese della Earhart.

"Il Bi e il Ba" (1985) #Recensione