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martedì 24 giugno 2025

"Il mistero Moby Prince" (2022) #Recensione

 Il disastro della Moby Prince è un fatto di cronaca, una vera e propria strage di civili per la precisione, sorprendentemente poco noto, il che fa già intendere come il silenzio che si è voluto creare attorno a tale evento da parte delle varie istituzioni sia indice di un possibile dolo. 

Bene fare un piccolo cenno ai fatti per chi ne fosse completamente all'oscuro : si tratta di un disastro marittimo, dove in una chiara notte di primavera del 1991, davanti alla costa di Livorno , per ragioni inspiegabili, un traghetto della compagnia Moby prese fuoco, nello scheletro carbonizzato della nave, vennero rinvenuti i corpi dei 140 a bordo, tra passeggeri ed equipaggio. Ci fu un solo superstite, un mozzo che si getto a mare.

Il documentario in questione racconta tutti i suddetti aspetti, che non sono altro che gli unici pochi fatti certi di questa vicenda, in aggiunta al fatto che ci sia stata una collisione con una petroliera anch'essa presente nel porto quella sera. Il resto è buio e nebbia, nebbia che fu per anni uno dei capri espiatori perché non venissero accusate persone fisiche, salvo poi venir dimostrato che non ve ne era per niente quella sera.
Negli anni si parlò di errore umano, poi di una bomba, poi della suddetta nebbia, poi di una bettolina che tagliò la strada, etc etc, ma niente portò a prove inconfutabili ed accettate dalle famiglie delle vittime. 

Purtroppo però, nonostante nessuno chiedesse a questo lavoro cinematografico di far luce su elementi nuovi o scoprire verità nascoste, esso si limita a riportare qualche fatto, in maniera confusa e sconclusionata, facendo spesso perdere allo spettatore il filo della storia o quantomeno i collegamenti tra gli elementi.

L'assenza poi di una voce narrante è un altro elemento che lo fa apparire poco pianificato, e più come un semplice insieme di spezzoni reali ed interviste, messi assieme. 

Anche la presenza di Salvo Sottile non aggiunge proprio niente alla cosa, di fatto i suoi sono pochissimi interventi introduttivi e riassunti che potevano semplicemente non esserci.

L'aspetto singolo forse più emblematico della pochezza dello sforzo profuso per la realizzazione di questo documentario è come molti degli intervistati non siano sempre pienamente comprensibili e talvolta ci sono degli impappinamenti, l'assenza dei sottotitoli in quei frangenti ed il non rigirare la scena facendo ripetere la risposta, sono appunto significativi di quanto sia stato un lavoro tirato via.

In sostanza, purtroppo, non è da consigliare, nonostante l'argomento sia molto ampio ed interessantissimo, chi ha lavorato a questo progetto, forse magari soltanto per problemi di budget, non è riuscito a trasmettere la profondità e la gravita delle vicende in questione in maniera brillante ed avvincente. 


sabato 7 giugno 2025

"Lo chiamavano Bulldozer" #Recensione

 Si tratta del primo di molti film dove sia presente la collaborazione tra l'attore Carlo Pedersoli (Bud Spencer) ed il regista Michele Lupo, uscito nel 1978, quando il primo era già alla soglia dei 50 anni.

La trama è quella di un ex giocatore di football americano, che una volta ritiratosi è finito a vivere sulle navi. Uomo schivo ed onesto, vive sostanzialmente alla giornata, tanto che la sua maggiore preoccupazione è riuscire a trovare un pezzo appena rottosi alla propria barca, per poterla far ripartire.
Vari incontri con membri dell'esercito americano di stanza nella medesima zona faranno riaffiorare il passato, e tutto culminerà in una partita impari di football americano, dove vecchi e nuovi conti verranno saldati.

Nulla o quasi di questo film appare particolarmente riuscito, tuttavia si nota in sottofondo, essendo una produzione in parte tedesca, la volontà di non farla apparire come un'opera trash, ma un qualcosa che invece abbia una propria morale ed un messaggio da condividere.

Mancano infatti i notevoli quantitativi di ragazze seminude o desiderose di incontri, classici della commedia all'italiana, mentre non fu affatto lesinato sul quantitativo di botte da mettere in primo piano, nella seconda parte del film in particolare, ve ne è uno sproposito, sempre comunque con il solito stile a cui ci avevano già abituato Bud Spencer e Terence Hill, ossia un qualcosa che almeno all'epoca, andasse bene per tutte le fasce di età.

Non sono presenti nemmeno figure demenziali rilevanti, altro caposaldo della commedia italiana (nonostante la presenza di Gigi Reder, che comunque interpreta un ruolo serio) a differenza di quello che accadrà pochi anni dopo, accanto a Bud Spencer e sempre sotto la regia di Michele Lupo, con la presenza di Jerry Calà, nel film Bomber, che non sarebbe stato possibile non citare date le numerosissime connessioni tra i due lavori. 

In sostanza un film che non irrita e non appare nemmeno tra i più banali in alcuni suoi aspetti, ma che comunque non lascia molto e rimane consigliabile soltanto ai grandi appassionati del genere.

(La versione in lingua tedesca risulta aver ricevuto maggiori apprezzamenti, qualcosa infatti si deve essere certamente perso nell'adattamento in italiano, di sicuro la parola Bulldozer non è presente nella versione originale, dove vengono date spiegazioni meno banali riguardo al soprannome del protagonista). 

martedì 22 aprile 2025

"Bomber" (1982) #Recensione

 "Bomber" è un film in pieno stile commedia all'italiana, a tema sportivo nello specifico, con protagonista Bud Spencer. 

La trama è quella di un ex pugile, interpretato da Carlo Pedersoli (Bud Spencer), che si è ormai ritirato ad una vita solitaria e lontana dai riflettori, svolgendo lavori umili sulle navi in base alle opportunità che gli capitano.
Una volta scoperto che la barca di cui era fino a quel momento capitano verrà demolita, si rende conto di essere senza lavoro.
E' a quel punto che accade l'incontro che cambierà il futuro di molti personaggi e soprattutto darà il taglio al film.
Sulla sua strada si trova a salvare da delle persone che cercavano di picchiarlo, un certo Jerry (Jerry Calà), improbabile proprietario di una palestra di boxe, che riuscirà col tempo a convincerlo a dargli una mano a tenerla in vita. "Bomber", soprannome del protagonista, accetterà non tanto per soldi o per sfida, quanto per l'aspetto morale di tutta la questione.

Il risultato generale è piuttosto deludente, rispetto ad altre commedie del tempo, e soprattutto rispetto ad altri lavori che avevano la figura di Pedersoli come protagonista o coprotagonista, in particolare, visto il quantitativo di "scazzottate" presenti in questo film, è impossibile non paragonarlo ad altre opere di successo del duo "Bud Spencer e Terence Hill", uscendone "Bomber" piuttosto malconcio dal paragone.

Vi sono però diversi aspetti positivi da nominare.
La colonna sonora, che è composta quasi esclusivamente dalla canzone "Galaxy" del cartone "Galaxy Express 999" riadattata per l'occasione, che oltre a risultare azzeccata, crea sicuramente una atmosfera coinvolgente e negli anni a venire gli ha dato quel tocco in più all'essenziale effetto nostalgia per diventure un cult.

Simpatiche come sempre le mosse non convenzionali all'interno delle risse, come il classico pugno a martello di Bud, od in questo caso, la scena dello schiaffeggiamento vicendevole delle mani a chi resisteva di più.

Bene anche la presenza della "Gegia", sopra le righe a dovere e mai troppo ridondante, e bene la recitazione, per quel poco che ci fosse da recitare da parte di Pedersoli, e dell'inverosimile personaggio interpretato da Calà. Molto bene invece l'auto di questultimo, ennesima Dune Buggy dei film dell'epoca, modificata in maniera molto pittoresca per l'occasione.

Di negativo si vede la figura del protagonista ormai più che cinquantenne, piuttosto appesantita più dall'età appunto che dal peso.
Piuttosto male anche il livello di trash rappresentato da Calà, che sicuramente aggiunge peculiarità a tutta la cosa, ma che ne abbassa enormemente un qualsiasi aspetto di serietà, usando per di più alcune espressione ed epiteti che oggi non risulterebbero più accettabili.

Moltissime inoltre le licenze registiche, che lo rendono per niente verosimile in tanti aspetti, tanto quanto è scadente il realismo di tutte  le scene di boxe.

Da segnalare i camei di Mario Mattioli e Gigi Reder.

In sostanza un film molto mediocre, nonostante Carlo Pedersoli e Michele Lupo (il regista dell'opera) avessero un sodalizio artistico che durava ormai da diversi anni ed erano già al loro quinto film insieme.
Consigliabile soltanto agli appassionati del genere od a qualcuno che voglia imbarcarsi in una operazione nostalgia. 


domenica 13 aprile 2025

"The Fabelmans" (2022) #Recensione

Si tratta di un film uscito negli ultimi anni, scritto e diretto da Steven Spielberg, aspetti questi ultimi però, che non sono sono serviti/bastati a trasformarlo in un'opera di valore o semplicemente godibile.

La trama è quella di una famiglia all'apparenza felice, momenti idilliaci di scherzi giornalieri e di pause dalla routine a campeggiare.
Tuttavia si nascondono vari problemi latenti, soprattutto relazionali, che una volta venuti alla luce, sfalderanno alcuni rapporti e faranno crollare alcune certezze.

Di elementi da elogiare riguardo alla pellicola ve ne sono diversi, a partire dalla recitazione, ottima da parte di quasi tutto il cast, e forse ancora qualcosa di più per quanto riguarda i figli della famiglia, le piccole attrici infatti sia nella parte di bambine che in quella di adolescenti hanno mostrato una prestazione davvero eccellente. A tutto ciò si aggiunge un Seth Rogen, piuttosto lontano dai panni che ha indossato nella maggior parte della sua carriera cinematografia, dove ha spesso rappresentato un giovane scapestrato e sconclusionato, qui invece nelle vesti di un più serio, e quasi irriconoscibile, adulto di provincia, sempre senza troppe ambizioni, ma con una maggiore maturità ed empatia.

Bene anche senza esserne degli esperti : le scenografia, i colori, le inquadrature, ottima in generale tutta la fotografia e la regia, salvo un aspetto, comicamente proprio uno dei temi del film stesso, quello dei tagli cinematografici, il film e molte sue scene singole, appaiono infatti eccessivamente lunghe, forzate proprio nella loro insistenza, e probabilmente il tutto avrebbe potuto beneficiare dall'essere di 1 ora più corto nel suo prodotto finale. 

Cosa è dunque andato storto per risultare un'opera da evitare, beh, un po' tutto il lato emotivo, perché per quanto il coinvolgimento in ogni opera artistica sia soggettivo, vi sono anche delle sensazioni ricercate da parte degli addetti ai lavori, come la suspense o la paura in un film horror.
Ecco in questo caso per un po' tutto il film viene da domandarsi quali siano queste sensazioni che dovrebbe suscitare. I colpi di scena infatti non sorprendono, le battute non stimolano risate, le scene più forti non impauriscono, e via dicendo.. alla fine l'emozione più frequente durante la visione non è altro che l'irritazione.

Si salvano anche un paio di scene per i dialoghi, ma sempre troppo poco per un film che in sostanza risulta troppo vuoto ed insipido per essere consigliato, anche ai possibili amanti del genere. 

sabato 22 marzo 2025

"Dune" (2021) #Recensione

 Dune Part I è un adattamento in due capitoli di un romanzo di Frank Herbert che già in passato aveva ispirato vari registi del calibro di David Lynch, ed era finito per diventarne un film.

La trama è molto fantascientifica, si svolge infatti in un pianeta dove viene raccolta una sostanza che interessa a moltissimi gruppi differenti di persone, umani ed umanoidi, chiamata "Spezia".
Il giovane protagonista, Paul, si trova a dover affrontare diatribe politiche per il potere, nonchè vere e proprie battaglie fisiche per sopravvivere e per cercare di riportare la pace, il tutto con in sottofondo il costante dubbio che lui sia il prescelto per guidare i popoli.

La storia è ricolma di nomi particolari e spesso complessi, in pieno stile fantascientifico e ancor più nello stile di pellicole come Star Wars, che in questo post in un breve riassunto della trama non avevano senso di essere riportarti.

Gli scenari sono davvero bellissimi, molta lavorazione al computer ma comunque : costumi, scenografia, effetti speciali, etc sono apparsi tutti più che degni per il genere, tanto che sono valsi anche diversi Oscar come riconoscimento all'ottimo lavoro realizzato.

Bene anche la recitazione di alcuni membri del cast, in particolare la performance eccellente della madre del protagonista, Rebecca Ferguson, l'ottima prestazione di Stellan Skarsgard nei panni del capo dei cattivi, e quella buona di Josh Brolin, capo dell'esercito amico.
Non bene altri invece, come Jason Momoa, che sembra avere giusto un paio di espressioni in tutto il film, e David Bautista, che poco apporta di particolare alle scene in cui è presente. 

In generale un film con tutti i tratti del genere, con un passo piuttosto lento, ed una durata da colossal, quale di fatto vuole essere.
Una pellicola che difficilmente può entusiasmare un non appassionato di tale genere cinematografico, ma che altrettanto certamente ne entusiasmerà gli appassionati.
Un'opera che nei campi che più contano in quel genere, come effetti speciali e fotografia, ha incassato giustamente un plebiscito da parte del pubblico al botteghino e da parte della critica cinematografica, ma che fallisce nell'essere per tutti, come altri lavori di fantascienza sono invece riusciti ad essere in passato.

sabato 15 marzo 2025

"Tu mi turbi" (1983) #Recensione

 "Tu mi turbi" è un film che si avvia ad avere presto mezzo secolo di vita, è diviso in episodi, quattro per la precisione, ed ha Roberto Benigni come protagonista in ognuno di essi.

Le trame sono molteplici, diverse per ognuno degli episodi, ma hanno alcuni temi in comune, come appunto il protagonista, nei panni di personaggi diversi tra loro, ed il tema della religione per esempio, presente sia in forma esplicita che in altri casi implicita. 

Nonostante non dimostri particolarmente i propri anni la pellicola, e non risulti "invecchiata male" per nessuna ragione specifica, non appare come un qualcosa che a distanza di tutto questo tempo possa rimanere o meritare l'onoreficenza di film di culto.

Molto bene la colonna sonora, firmata nella quasi totalità da Paolo Conte, con un piccolo contributo di Benigni in versione cantante. Essa appare calzante ed interessante, senza mai invadere troppo le scene, ma segnandole e tirandone su il livello generale.

Bene anche la recitazione dei vari attori presi specificamente per il film, a differenza di quella dei soliti volti noti che contornano le opere di Benigni e lo faranno anche per gli anni successivi. Male appunto il Monni e la Braschi, come accadrà spesso anche in futuro.

Benissimo la scena della banca, ossia il terzo episodio, che risulta proprio intrigante ed avvincente, nel suo piccolo, con finalmente dei giochi di parole interessanti e divertenti, rispetto al resto del film.

Malissimo invece il quarto episodio, atroce da guardare, che non aggiunge niente, anzi appesantisce tutta l'opera ancor di più.

Curioso vedere Benigni con una banana in mano in diverse scene, forse un presagio di quello che sarebbe stato una decina di anni dopo Johnny Stecchino.

In sostanza un film per tutti, senza violenze e con poco nudo, che però sembra più adatto a degli appassionati di nicchia o a qualcuno che voglia completare la visione di tutto quello in cui sia stato presente Roberto Benigni.

martedì 11 marzo 2025

"The Gods must be crazy" (1980) #Recensione

 E' un film di produzione Sudafricana, girato in altri stati dell'Africa, ed uscito nel 1980, che ha poi dato seguito ad altre opere creandone una serie di film.

Si tratta delle avventure della semplice vita di tutti i giorni, di un biologo ricercatore, di un autoctono di una delle tribù locali, e di una insegnante in una scuola di un villaggio vicino. Il primo si innamorerà della terza e faticherà per vincere la propria "impacciataggine", ed un rivale in amore, mentre il secondo, insieme a tutta la sua tribù combatterà contro una bottiglia di Coca-Cola vuota caduta dal cielo, segno e simbolo ritenuti divini.
Tutti e tre però dovranno anche affrontare animali pericolosi ed un gruppo di terroristi, dimostrando di essere svegli, scaltri, ed abili con le armi, alcune delle quali non affatto convenzionali. 
 
Raccontata così la trama può farlo sembrare un film demenziale, e se pur abbia diversi momenti di "slapstick comedy", quella di Stanlio ed Olio per intenderci, ha altrettante scene piuttosto profonde e che fanno riflettere lo spettatore.
 
La bottiglia in questione infatti, viene considerata da tale tribù come un oggetto mandato dagli dei, da li il nome del film, dato che non sono a conoscenza dell'esistenza degli aerei. Tale bottiglia però dati i suoi molteplici utilizzi essendo per loro il vetro un materiale del tutto nuovo, porta presto invidie, litigi ed atti violenti. Questo fa propendere la tribù per il liberarsi dell'oggetto, cosa che costa molta fatica, continuando a riapparire vicino a loro, grazie a varie coincidenze.  

In sostanza sembra un film ben pensato e ben realizzato, adatto a tutti e con molti spunti per delle riflessioni, sia sul valore delle cose che della vita, in quella società che viene chiamata mondo occidentale, sia per le difficoltà e gli accrescimenti dati dagli incontri di diverse culture e razze tra loro.

mercoledì 5 marzo 2025

"Ratatuille" (2007) #Recensione

 Si tratta di un film d'animazione realizzato dalla ben nota Pixar, la quale si è fatta un nome nel settore per opere di alto livello e di eccellente successo commerciale. 

La storia è quella di un piccolo ratto con un olfatto straordinario ed una indomabile passione per il cibo, nella sua più alta forma però, ossia un piacere per il corpo e per la mente, e non soltanto un semplice "carburante", come invece viene definito in vari momento nel film, facendo stizzire il protagonista.
Inizierà quindi una ricerca nel mondo culinario, senza metà precisa, ma che ben presto troverà una propria strada ed un proprio scopo finale.

La trama appare sorprendentemente azzardata, su di tutto la scelta di mettere un ratto, dal colore e dalla sembianze corrette, a maneggiare il cibo, invadendo cucine con i propri compagni di branco, e cucinando addirittura per gli umani. 
Una scelta stupefacente perché nell'immaginario collettivo, un po' per tutti dai grandi ai bambini, i ratti rappresentano un qualcosa da evitare, possibili portatori di malattie e difficilmente considerati animali domestici in tempi moderni.

Tuttavia non era la prima volta che nei cartoni si trovava il modo di far parteggiare il pubblico per dei topi, Tom & Jerry su tutti, ed anche in questo caso la scelta ha pagato, sia in termini di critica che di botteghino.

Il film appare ben riuscito nel suo insieme, sufficientemente originale ed avvincente, convince abbastanza anche come colori, scenari e disegno dei personaggi, senza però mai eccellere particolarmente.

Di negativo forse una eccessiva ricerca del capovolgimento di trama nell'ultima mezzora, dove accadono una serie un po' stucchevole di litigi e riavvicinamenti. 

In sostanza un film per tutti, che non delude e che nonostante sia uscito nel 2007, sembra avere dei notevoli tratti anni '90, forse era in incubazione da qualche anno. 

venerdì 28 febbraio 2025

"Beverly hills cop : Axel F." (2024) #Recensione

 Si tratta del quarto capitolo della saga "Beverly Hills Cop", iniziata più di 40 anni fa, e che tanto successo ha riscosso nei primi 3 episodi. 

La trama è quella di un Axel Fowley (Eddie Murphy) nuovamente a caccia di criminali, nonostante l'età, con il suo stile sopra le righe, che tanto mette in difficolta come costi ed immagine i vari distretti di polizia con cui si trova ad avere a che fare.
Nello specifico in questo capitolo, Fowley si dirige ancora una volta a Beverly Hills, da Detroit, per risolvere il caso della scomparsa del suo vecchio collega, Billy Rosewood.
Insieme alla figlia Jane ed il suo fidanzato, scoprirà un notevole livello di corruzione nel distretto di polizia locale. 
 
Il film riprende tutti, assolutamente tutti, gli elementi presenti nei capitoli precedenti, facendolo in maniera quasi sempre forzata e stucchevole, tanto per andare sul sicuro e non rischiare con scene nuove che avrebbero potuto non piacere.
Di nuovo invece sono inseriti i personaggi della figlia e del suo fidanzato, che non appaiono fuori luogo, ma allo stesso tempo non sembrano aggiungere molto all'opera.
Lo stesso Eddie Murphy appare piuttosto affaticato in diverse scene, cosa comunque ammorbidita da varie battute autoironiche che fanno presente la cosa allo spettatore, e dalla sua effettiva età anagrafica.
 
Bene la presenza di tutti i vecchi personaggi, non per completare l'operazione nostalgia, ma proprio perché è quello che andava fatto come cosa giusta, al di là del volere e delle aspettative del pubblico.
Tutti infatti da promuovere i "vecchi attori", dai due colleghi interpretati da Judge Reinhold e John Ashton, al suo ex capitano Paul Reiser, fino alla accettabile prestazione del personaggio di Serge.
 
Da promuovere su tutto, la scena della vendita della casa, dove l'agente immobiliare irriverente ed onesta è apparsa davvero ben scritta e ben interpretata, nel suo piccolo.
 
Male le star inserite inspiegabilmente, Joseph Gordon-Levitt si comporta più che degnamente nella parte del fidanzato della figlia di Fowley, ma agli amanti della saga viene sicuramente da domandarsi a che cosa sia servita la sua presenza, dato che si è sempre trattato di una serie di film con attori poco o mediamente conosciuti, e con Eddie Murphy unica vera star al centro di tutto.
 
Malissimo, davvero impresentabile Kevin Becon, attore straordinario, che in questo specifico ruolo appare scontato, non ispirato, e risulta del tutto fuori luogo la sua presenza per l'aspetto espresso poco sopra.
 
In sostanza un film che non rovina la saga, ma che non apporta molto ad essa, e che sembra fatto più per fare cassa in pieno stile hollywoodiano attuale, più che per aggiungere qualcosa di memorabile ad una delle più grandi serie per tutti, del cinema di azione americano. 
 
(Il terzo film era stato al tempo, 1994, criticatissimo, per l'assenza di uno dei suoi colleghi principali, e per altri aspetti legati alla pochezza di alcune scelte. Tuttavia appare comunque come un capitolo molto più fedele alla saga, che non questo insieme di scelte poco rischiose fatte per non scontentare nessuno, senza di fatto eccitare mai).

martedì 25 febbraio 2025

"Veritasium - What actually happend to Amelia Earhart?" (2024) #Recensione

 Non si tratta di un vero e proprio documentario sull'argomento, ma di un semplice video creato dal canale Youtube "Veritasium", verso la fine del 2024.

Tuttavia, la qualità del prodotto finale è stata tale, che non solo è meritevole di essere visionato e consigliato, ma anche di ricevere menzione come prodotto cinematografico, su questo blog.

Si tratta appunto di una sorta di breve documentario, di circa 35 minuti di durata, che ripercorre le ultime ore di vita della aviatrice americana Amelia Earhart. 

Ella era nota ormai da anni, tanto da essere diventata una celebrità negli Stati Uniti d'America, per compiere viaggi aerei, al tempo considerati estremi.

Nel viaggio in questione, che poi si rivelerà il suo ultimo, si era imbarcata nell'impresa di compiere il giro del mondo in aereo, tramite la rotta che al tempo risultò essere la più lunga mai tentata, ed ovviamente facendo diversi scali, spesso in aeroporti piccoli e posti in zone remote.

Qualcosa, o meglio, diverse cose, andarono però "storte" in questa sua missione, e tutti questi aspetti sono trattati in questo breve video.

Senza soffermarsi su dettagli troppo tecnici ed anche per non fare nessuno spoiler nè grande nè piccolo, questo lavoro da parte del canale Veritasium risulta decisamente ben fatto.

Appassionate, tiene alto l'interesse dello spettatore per tutta la durata della visione, anche grazie alle ottime doti di oratore dello Youtuber Derek, come voce narrante delle vicende, concentrando la propria attenzione proprio sulle ultime ore di vita della Earhart, senza essere o voler essere un documentario sulla vita della aviatrice, dandogli un taglio molto pratico, essendo un canale di scienza, con tanto di dimostrazioni materiali con esperimenti fisici, riguardo a come potrebbero essere andate le cose.

In costanza un breve riassunto ben fatto degli ultimi momenti fallimentari di una missione storica, coinvolgente ed esplicativo, adatto sia agli appassionati di aviazione sia a chi non ne sappia niente di essa, ne della vita e delle imprese della Earhart.

lunedì 17 febbraio 2025

"Doppio amore" (2017) #Recensione

 Si tratta di un film francese piuttosto recente, che narra le vicende di una giovane ragazza, ex modella, di nome Choel, e le sue difficoltà psicologiche riguardanti principalmente tre aspetti della propria vita : il difficile rapporto con la madre, il perverso rapporto con il sesso, ed un molto particolare conflitto interno legato all'espetto dell'essere gemelli.


Il film parte come commedia, ma inizia a scoprire ben presto la sua vera natura ed a tracciare i tratti di una storia drammatica, con molte ombre e poche certezze.
Non disdegna l'esplorazione e la trattazione di aspetti erotici, con tanto di molteplici scene piuttosto spinte, il tutto parallelamente alle altre varie turbe che affliggono la protagonista.
 
Il finale tuttavia regala una visione molto chiara e completa di tutti gli eventi, chiudendo un cerchio che sembrava dovesse invece rimanere aperto all'infinito, come un loop.
 
In sostanza un'opera che non è ne carne ne pesce, che sorprende davvero in pochissimi frangenti ed emoziona in ancor meno casi, ma che comunque è molto coerente con se stessa e sufficientemente ben girata e ben recitata.
Di negativo anche una forse un po' eccessiva lunghezza, ma al contrario è certamente da elogiare la ricerca di una trama non scontata, soprattutto per quanto riguarda il tema principale e l'approfondimento della visione della vita da parte di chi ha dei gemelli, scelta certamente originale ed in parte ben realizzata.
 
Un film difficile da consigliare a chiunque, ma che comunque può avere degli ammiratori, forse però più nella nicchia di interessati al tema dell'essere gemelli, che tra gli appassionati di thriller psicologico-drammatici, dove si trova molto di meglio. 

venerdì 7 febbraio 2025

Il grande Lebowski (1998) #Recensione

 "Il grande Lebowski" è un film di fine anni '90 che riscosse un discreto favore del pubblico, anche se l'entusiasmo non si tradusse proprio in un successo eccezionale al botteghino, tuttavia negli anni ha raggiunto quasi uno status di film cult.

La storia è quella di un nullafacente che si intestardisce dietro al voler avere un compenso da terzi per un tappeto che gli è stato rovinato. La cosa porta ad un sacco di coincidenze e situazioni complicate e rischiose, legate anche ad un fatto di omonimia riguardante lo stesso protagonista.
Rapimenti o presunti tali, agitazione e frenesia, e qualche pistola per condire, completeranno l'opera di una commedia molto particolare, contenente varie frasi che sono passate alla storia.
 
L'opera ruota molto intorno al protagonista, interpretato da Jeff Bridges (attore pluricandidato agli oscar durante la sua carriera), che tuttavia però appare un personaggio scritto in maniera contraddittoria ed eseguito in maniera inspiegabile.
Una delle contraddizioni più grandi sta nel carattere del personaggio, ostentante tranquillità e pacatezza, che si trasforma continuamente, avendo momenti di isteria, irrequitezza ed impulsività.
Per quanto riguarda invece l'attuazione, appare davvero strana la scelta e la recitazione di Jeff Bridges, che se pur incarni bene fisicamente i tratti di una persona corpulenta, sembra essere proprio inadatto come faccia, espressività, tono di voce, etc, per rappresentare il personaggio e le battute che dovrebbero di fatto caratterizzarlo.  

Delude anche il personaggio di Steve Buscemi, attore eccezionale, che tuttavia ha una parte poco rilevante e che nonostante le proprie abilità, non riesce a rendere del tutto motivata la sua presenza.
La stessa Julian Moore, anch'ella attrice eccezionale, se pur recitando altrettanto adeguatamente, non sembra rappresentare un personaggio essenziale e che aggiunga davvero qualcosa alla storia.
 
Completano l'opera, ancora una volta in negativo, le continue ripetizioni di concetti ed espressioni, davvero uno dei peggiori aspetti della pellicola.
 
Positivi od almeno molto migliori, gli ultimi 20 minuti, in cui si congiungono diversi punti della trama, tanto da farla apparire quantomeno più intricata e ben pensata di come sembrasse, e dove si riesce a stimolare lo spettatore in alcune riflessioni personali.
 
Rimane un film che comunque ha difficoltà a scatenare senzazioni di sorpresa, coinvolgimento, o ilarità, e che sorprende ancor di più al momento della scoperta che si tratti addirittura di un'opera dei fratelli Coen.


sabato 1 febbraio 2025

"Out of England - 2" Ricky Gervais


 "Out of England - 2", letteralmente : "Fuori dall'Inghilterra - 2" è uno speciale di Stand-up comedy del comico inglese Ricky Gervais.
Registrato durante un suo spettacolo a Chicago nel 2010, segue di due anni il precedente capitolo "Out of England".
 
I temi trattati sono più o meno tutti quelli a lui più cari e da lui maggiormente sviscerati negli anni, tra i quali la religione, gli animali, la sessualità e l'obesità.
I suoi spettacoli non peccano certo di ridondanza, e certo non per la ripetizione dei temi scelti, tuttavia questo in particolare non lo si può definire il suo lavoro più ispirato. 
 
Si parte con il mettere in ridicolo le contraddizioni della religione, in particolare nei momenti in cui interferisce con le attività della nostra società, e non sembra proprio uno degli inizi più memorabili.
Si passa poi invece ad una disamina sull'obesità ed il sovrappeso in generale, cosa che lo ha riguardato anche personalmente, e li si che si può davvero ammirare tutto il suo talento nell'essere tagliente e onesto.
"Non voglio che nessun obeso si senta a disagio ad uno dei miei spettacoli, quindi la prossima volta prenotate due posti", è una delle sue battute migliori sull'argomento. 
 
Interessante anche l'analisi su come non si possano paragonare (cosa che era stata fatta in una intervista da lui ascoltata), omosessualità ed obesità.
(Naturalmente l'idea di questo blog è di poter magari invogliare qualcuno ad avvicinarsi alle opere ed ai personaggi trattati, ragion per cui molti elementi rimangono sul vago per non rischiare di fare degli spoiler).
 
Particolare anche il momento della sua lettura del libro riguardante l'arca di Noè, anche se come già detto, non uno dei suoi risultati migliori.
 
Il risultato generale invece è comunque un qualcosa che si guarda volentieri, ma con alcuni momenti che appaiono piuttosto sotto la media di comicità a cui ha abituati.
Quindi non un qualcosa da evitare, ma piu adatto a dei suoi grandi fan, che vogliono magari vedere tutti i suoi lavori, più che a qualcuno che si stia avvicinato al suo personaggio o che voglia vedere il suo spettacolo più riuscito.

martedì 28 gennaio 2025

"Taxi Driver" (1976) #Recensione

 "Taxi Driver" è un film che sta per compiere 50 anni di età, ma che ha mantenuto in certi suoi aspetti la potenza delle proprie immagini, tanto da essere diventato nel tempo un film di culto.

La storia è quella di un lavoratore della classe media, un tassista newyorkese, reduce di guerra, che vede tutto lo scibile della vita umana, comprese le sue bassezze, rimanendone stupito in negativo, e sentendo dentro di se di voler fare qualcosa. Trova la propria via in una missione che sul momento ritiene prioritaria, ma finirà per doversi ridirezionare verso un'altra, avendo fallito la prima "strada".

Sulla carta il successo del film era preventivabile, dato il quantitativo di pesi massimi del settore che vennero coinvolti, tra i quali Robert De Niro, una giovanissima Jodie Foster, ed Harvey Keitel alla recitazione, ed addirittura Martin Scorsese, con tanto di cameo personale, alla regia. 
Tuttavia la strada verso il successo dell'opera non fu del tutto dritta.
L'appena citato cameo fu semplicemente il frutto dell'assenza dell'attore a cui la parte era stata assegnata, facendo scendere il regista il prima linea per necessità.
La scena di De Niro e dalla conversazione con se stesso allo specchio non fu scritta, ma frutto dalla mente dello stesso attore che la improvvisò sul momento.
Il finale, particolarmente forte sia come temi che come immagini, richiese alcuni accorgimenti da parte della produzione perché venisse accettato come passabile nei cinema.
Anche per la stessa Foster, all'epoca adolescente, dovettero essere presi diversi accorgimenti per tenerla lontana dalla crudezza di alcune scene in cui il suo personaggio doveva essere presente.

Alla fine però niente bloccò la produzione o la distribuzione, e paradossalmente la scena più iconica di tutta il film, e forse di tutta la carriera di De Niro, e proprio il dialogo improvvisato davanti allo specchio.

Scena che però non appare cosi memorabile ed impattante come uno potrebbe aspettarsi avendola sentita nominare per decenni, trovandosela di fronte durante la visione.
Stesso vale per la recitazione di De Niro, che pur si era adoperato a guidare dei veri taxi per la città nei mesi precedenti, che non appare proprio memorabile, ne tanto meno all'altezza della sua fama raggiunta negli anni.
Benissimo la Foster, che poi invece negli anni ha mantenuto quelle stesse espressioni e quello stesso carisma che possiamo apprezzare in questa pellicola per la prima volta nella storia.

In sostanza un film che tratta temi sociali e psicologici importantissimi e profondi, come l'alienazione dei patrioti che avevano combattuto per l'America, specificamente in Vietnam, e come la depressione, che porta talvolta a distaccarsi dalla realtà, ed a far perdere valore alla vita umana, il tutto condito anche da piaghe delle varie società create dall'uomo ormai da secoli, come le droghe e la prostituzione.

Tutta questa forma e contenuti, lo rendono un film che appunto può essere probabilmente solo di culto, storico per l'audacia e l'originalità di alcuni aspetti, ma difficilmente apprezzabile da tutti. 

domenica 26 gennaio 2025

"Challengers" (2024) #Recensione

 "Challengers" è un film girato nel 2022, post prodotto nel 2023, ed uscito nelle sale italiane nel 2024.

La trama è quella di due amici fin da piccoli, che nel corso della propria adolescenza e anche successivamente, si dividono tra la fortissima passione per il tennis, che entrambi condividono, e lo spartirsi le attenzioni di una ragazza, che per tutto il resto della loro vita finirà per essere altrettanto rilevante quanto le loro rispettive carriere professionistiche.

Il film ha riscosso un notevolissimo favore del pubblico, in termini di recensioni sui siti dedicati, ed anche al botteghino, incassando circa 10 volte quello che era stato il budget investito dalla produzione.

Ha inoltre qualcosa di molto italiano, essendo stato diretto da Luca Guadagnino, palermitano di origine, al quale vanno fatti i complimenti per le inquadrature, decisamente la parte di maggior valore del film.

Da promuovere anche la recitazione o almeno la presenza dei tre protagonisti, i due tennisti e la ragazza contesa, interpretata da Zendaya.

Detto questo, la pellicola appare realmente un qualcosa di estremamente scadente. Si parte infatti subito con un culo in primo piano, classica ultima spiaggia di chi sa di non avere molto da dire a livello di qualità e trama. 

Si passa a parlare nella storia, di come il tennis sia noioso, di come il mondo del tennis sia noioso, entrambe le opinioni piuttosto diffuse, ed il risultato è un film decisamente.. noioso.

Oltre alla noia, diventa anche particolarmente irritante in due suoi aspetti, che sono appunto i peggiori del film :
Il primo è una colonna sonora quasi inesistente, fatta di silenzi e principalmente di una sola canzone, anzi meno, una specie di loop in stile videogioco 8 bit anni '80, che si manifesta sia per le scene di suspense, che per quelle intriganti, che in molti altri frangenti, risultando ridondante e fastidiosa.
Il secondo è il finale, che anche per un film che appare di non aver nulla da dire, raggiunge l'apice del grottesco, si tratta infatti di due tennisti che in un inverosimile ultimo punto di una partita, si scontrano ed abbracciano in una ridicola invasione di campo, un culmine sorprendente che va oltre anche a tutte le forzature che lo hanno generato. Troppo per un film che vorrebbe apparire sostanzialmente realistico.

In conclusione un'opera che nonostante abbia incontrato il favore dei più, non ha incontrato quello di questo blog, il consiglio è quindi quello di evitarlo in maniera assoluta.

mercoledì 15 gennaio 2025

"Perfect days" (2023) #Recensione

 "Perfect days" è un film uscito nel 2023 e diretto da Wim Wenders, che tratta le vicende di un uomo giapponese ormai vicino alla pensione, ma che tuttavia continua a lavorare operosamente, apprezzando la semplicità e la routine delle piccole cose e delle piccole esperienze giornaliere, nonostante la sua mansione, quella di pulire i bagni pubblici, venga generalmente vista come un lavoro denigrante e nel quale non si possa trovare talmente del buono da fartelo amare per una vita. 

Il film è appunto questo, una ode alla semplicità, all'apprezzare quello che già si ha, al rispettarlo a priori, a sentirsi grati per averlo ricevuto e/o orgogliosi per averlo conquistato, all'apprezzare ogni giorno, come se fosse unico, e come se fosse talmente entusiasmante da apparire perfetto.

La recitazione da parte di tutti è adeguata e la scelta degli attori appare calzante, i dialoghi sono pochi ma ben calcolati, le sorprese non mancano, soprattutto a livello di trama, e l'opera in se è una ottima dichiarazione da parte del regista di come la vita offra così tante piccole cose che non vengono apprezzate, che potrebbero cambiare lo stato d'animo anche di una persona apparentemente sola e che svolge un lavoro considerato poco ambito.

Molto curioso riguardo all'opera è come Win Wenders, regista tedesco non nuovo ad interazioni con il cinema giapponese, fosse stato assoldato per realizzare un documentario riguardo a tali bagni pubblici, e trovò invece la situazione, ciò che stava girando, e l'argomento in se e per se, sufficientemente interessanti da realizzarvi addirittura un film.

Film che ha riscosso un ottimo successo al botteghino ed uno straordinario successo di critica, soprattutto quella da parte degli utenti dei vari siti di settore, che si dichiarano entustiasti, e le percentuali di gradimento lo confermano.

Purtroppo però appare comunque una opera di nicchia, che non riesce a catturare tutti, infatti la lentezza della narrazione, le grandi aspettative di molti visto il successo, e la combinazione del cinema giapponese, storicamente di ottima tradizione, con un ottimo regista, e la poca sostanza del prodotto totale che è più un viaggio dentro se stessi che un film che regala emozioni dirette, lo rendono un prodotto non apprezzabile da tutti.  

domenica 12 gennaio 2025

"Un'estate in Provenza" (2014) #Recensione

 "Un'estate in Provenza" (Titolo originale : Avis de mistral), è un film francese del 2014, con protagonista Jean Reno.

La trama è quella di un trio di fratelli che viene mandato dalla madre a passare un'estate con i nonni, nella loro casa in Provenza. La convivenza parte subito molto male, visto che entrambe le parti non avrebbero aver voluto avere a che fare tra loro. Tuttavia iniziano a nascere i primi punti di contatto, ed il risultato sarà una riscoperta di vecchi modi di vivere, che non sono poi cosi lontani da quelli moderni e dai desideri delle nuove generazioni.

Il risultato dell'opera però è in generale molto mediocre, i clichè non si contano, ed i momenti di vera sorpresa e coinvolgimento per lo spettatore sono davvero limitati. 

Si salva Jean Reno, calzante come scelta per la parte, e magnetico dentro ad uno schermo come sempre. Piuttosto scadente la prestazione di un po' tutto il resto del cast, a cui non si chiedeva nulla di particolare e che certamente non aveva un bagaglio di esperienza degno di nota, ad ogni modo nessuno si è distinto per aver sorpreso in positivo.
Né carne né la performance della nostra Anna Galiena, nei panni della nonna dei ragazzi e moglie del protagonista (Jean Reno). 

Di positivo il ritmo buono, il passo costante, la durata non eccessiva, e l'idea in se e per se, sicuramente un qualcosa che è capitato a moltissime famiglie e che per questo ne rappresenta bene il realismo e le difficoltà.

La parte più curiosa riguardo al film è forse quella linguistica, visto che la coppia di protagonisti di questo film che vuol essere la quintessenza della cultura francese, non lo è particolarmente. La Galiena come detto è completamente italiana, mentre Jean Reno, nonostante sia cinematograficamente una icona della Francia da sempre, è figlio di genitori spagnoli, e non ha ricevuto la cittadinanza francese fino alla maggiore età. 

In sostanza un film che non sorprende, non entusiasma, che fa parteggiare per i protagonisti ma senza appassionare veramente, e che quindi rimane quello che è, una commedia per tutti ed un buon intrattenimento per una serata, ma nulla più, che forse era semplicemente l'obiettivo ricercato. 

mercoledì 1 gennaio 2025

"Angels with filthy souls" (1938) #Recensione

 Si tratta del film di cui si vedono degli spezzoni in diversi momenti all'interno della commedia comica di grande successo : "Mamma ho perso l'aereo", del 1990. 

In alcune scene, il protagonista Kevin McCallister (Macaulay Culkin), è intento a guardare un "film da grandi", convinto che i genitori che pensa di aver appena fatto scomparire non possano scoprirlo, dicendolo pure ad alta voce in tono di sfida. Tali spezzoni hanno un linguaggio piuttosto colorito, con frasi del tipo "Tieni il resto, lurido bastardo!!", che lui usa, alzando il volume, per dissuadere dei malviventi intenzionati a rubare nella sua casa, ed anche per ottenere della pizza gratis a dire il vero :). 

"Angeli dalle anime sporche" dunque, tradotto letteralmente in italiano, sembra rispecchiare un po' tutte le caratteristiche della sua epoca, essendo datato 1938, compreso ovviamente l'essere in bianco e nero, tuttavia, la peculiarità che lo fa distinguere particolarmente, è il fatto che non sia un film vero. 

A tutti coloro che abbiano visto la commedia "Mamma ho perso l'aereo", non è venuto da sospettare niente, appariva semplicemente come una possibile pellicola di mezzo secolo prima, con scene che potevano essere adatte all'intento con cui le voleva usare il regista, ed invece.. 

Si tratta proprio di scene create ad arte, e su misura, per il film stesso, con tutti i crismi usati nei film di molti anni prima. 

Il titolo è un riferimento ad un film realmente uscito nel 1938 : "Angels with dirty faces" (Angeli dalle facce sporche).

Il fatto di essere un film all'interno di un film, lo rende sostanzialmente un episodio di "metacinema".

giovedì 26 dicembre 2024

"La palla numero 13" (1924) #Recensione

 E' una pellicola che ha ormai compiuto ben 100 anni, con protagonista uno dei principali esponenti occidentali in assoluto del cinema muto, Joseph Frank Keaton detto Buster.

La storia riguarda un aspirante poliziotto, che si trova involontariamente protagonista di un tentativo di diffamazione, essendo accusato in prima persona di un furto che non ha commesso. 
Durante la sua indagine però, soprattutto visti i pessimi risultati di essa, si addormenta, ed iniziano varie scene in cui sogna di essere un detective di nome "Sherlock Jr".

La trama è appunto piuttosto semplice, come accadeva spesso per le pellicole dell'epoca, che guardavano molto di più ad elementi di sorpresa ed ai vari "stunt" che ad essa. 
Lo stesso vale per la durata, solo 45 minuti, che oggi risulterebbe estremamente inusuale.
Usuale invece per l'epoca, anche la presenza del pianoforte sotto al palco nelle scene in cui viene inquadrato il teatro e la proiezione di un'altra opera cinematografica.
Pianoforte che è visibile visto che si tratta di scene di metacinema, ossia del cinema che mostra il cinema, nello specifico la una proiezione di un film in sala, all'interno del film stesso.

Per quanto riguarda la figura di Buster Keaton, colpisce come non fosse forse il volto più fotogenico del cinema del momento, ma sicuramente risultava piuttosto espressivo, almeno nella pellicola in questione.
Non sorprende affatto invece la sua statura, ben visibile accanto ad altri personaggi che appaiono quasi come dei giganti intorno a lui. Era alto infatti soltanto 1.65, cosa che lo ha quasi certamente aiutato nei vari stunt della propria carriera, è tipico infatti che attori molto attivi e spericolati sul set, siano stati di bassa statura, e lo siano tutt'oggi, come lo sono Jackie Chan e lo stesso Tom Cruise. 

Per quanto riguarda la spericolatezza delle scene, non si può dire che in questa opera colpiscano particolarmente, mentre alcuni "effetti speciali" sono risultati piuttosto sorprendenti e sono diventati storici, segnando in positivo anche le sorti della pellicola e del suo stesso protagonista.

Di negativo però sarebbe da far notare come, nonostante sia stato elogiato da alcuni critici per la propria coesione, sembri invece più un insieme di scene/scenette/sketch messi insieme, anche in maniera piuttosto poco omogenea, tanto da farlo risultare più slegato nel suo insieme, che il contrario. 

In sostanza un film per curiosi, di cinema o magari soltanto di quel tipo di commedie, che non ha limitazioni di possibile pubblico, ma che non riesce veramente ad appassionare, rimanendo soltanto più un elemento storico che un possibile intrattenimento moderno. 

sabato 21 dicembre 2024

"Pare parecchio Parigi" (2024) #Recensione

 Si tratta di un film scritto e diretto da Leonardo Pieraccioni, di recentissima uscita, liberamento ispirato a fatti simili, realmente accaduti.

La storia è quella di tre fratelli, scorbutici e piuttosto arroganti tra loro, figli di un padre che di queste due caratteristiche ne aveva da vendere, i quali una volta scoperto che quest'ultimo era in fin di vita, e nonostante si fossero persi di vista negli ultimi anni, decidono di realizzare, o almeno di fingere di farlo, il grande sogno del padre di vedere Parigi.

L'opera è la quindicesima per Pieraccioni nel mondo cinematografico, ma certamente non tra le sue più memorabili. 
Risulta infatti particolarmente "spenta", anche se i fatti reali sui quali ispirarsi erano molto curiosi e dai quali poteva nascere una ottima pellicola.

Il regista-sceneggiatore, che come in quasi tutti i casi nelle sue opere, è anche il protagonista del film, appare proprio poco ispirato, quasi svogliato, e senza nessuna idea o movenza diversa da quelle che ha già espresso e mostrato in innumerevoli sue opere.

Il resto del cast risulta altrettanto di basso livello, almeno nelle loro singole prestazioni, aggiungendo benzina sul fuoco alla già irritante (scelta voluta) personalità di molti personaggi del film.

Male un po' tutto dunque, dalla poco credibile riproduzione degli interni di un aereo di linea, all'umorismo forzato e urlato, alla costante ed eccessiva teatralità di molti dei personaggi.
In sostanza un lavoro davvero poco ben riuscito, tanto da farlo sembrare, più che altro per ragioni di trama, una brutta copia di "Goodbye, Lenin!".

Tuttavia, e questo è forse uno dei più consistenti e corposi tuttavia esprimibili linguisticamente, nell'ultima mezzora il film riesce a chiudere molti cerchi, soprattutto a livello di trama, ed a coinvolgere se non a tratti addirittura a sorprendere. Un paio di scene verso il finale lo rendono addirittura quasi meritevole di essere visto.

Una pellicola quasi a doppia faccia dunque, adatta a tutti, e con tematiche molto moderne, oltre che una base di trama che come detto risulta interessante ed aveva un grande potenziale.
In sostanza un film per tutti, che va a migliorare e si riprende quasi completamente alla fine, ma che rimane comunque in molte parti decisamente irritante e non ben realizzato. 

Chi è Christopher Walken