giovedì 18 marzo 2021

ONCE : Nomen non omen.

Once sta per "Una volta", qualcosa che non si ripete, ma per molti, questo film ha meritato ben piu di una visione.

Stiamo parlando del film ONCE, pellicola indipendente Irlandese del 2006. Ma questo non deve far storcere il naso, il cinema indipendente suona spesso come un qualcosa da evitare a priori per il grande pubblico, ma questa è una di quelle pellicole che alcuni potrebbero persino inserire tra le proprio preferite in assoluto. 
E' uno di quei film da tutto o niente, lo si può amare e considerarsi fortunati di averlo scovato in tutta la selva di pellicole ben più pubblicizzate, o lo si può ritenere un film di serie B, una storia carente della ormai solita spettacolarizzazione a cui siamo involontariamente assuefatti.

Ciò che è certo, è che non avesse ambizioni e questa è la chiave giusta anche per lo spettatore per poterlo apprezzare.
Non aveva a disposizione budget faraonici, il tutto è stato girato, editato e prodotto con poco più di 100.000 euro, non aveva cercato star di alto profilo, per il ruolo di protagonista era stato contattato Cillian Murphy che poi si tirò indietro per varie ragioni, tra le quali proprio il dover recitare con attori non professionisti.
Il ruolo dei due protagonisti è infatti ricoperto da Glen Hansard e Markete Irglova, di professione musicisti, lei alla prima apparizione sul set, lui con solo una parte alle spalle 15 anni prima in "The Commitments".

Ma il film scorre, e lo fa molto bene, nessuno spicca per doti recitative e questo mantiene tutto livellato, e c'è alchimia, chimica, tra i due, si percepisce dallo schermo e si trasformò al tempo in una relazione vera e propria tra di loro, nata sul set e durata anni, con tanto di progetto musicale, un duo, che dette alla luce alcuni album, prima della loro separazione artistica e sentimentale. 


Questo film, nel suo piccolo, è un capolavoro. Una perla di semplicità e melodia, un gioiello che non puo avere copie, e forse per questo, non ha mai dato alla luce nessun sequel. 
Il personaggio del protagonista, è un musicista autoctono, suona per strada davanti a nessuno, e quando qualcuno raramente si avvicina, non riescono a dargli ciò che vuole, anzi spesso prendono e portano via, sia in senso lato che talvolta materialmente.
Durante il film pero si scoprirà che lui non è li per prendere, per avere, ma per dare, e non vuole niente in cambio. Come nelle musica, cosi nella vita, ha già tutto, ha già trovato l'amore, la carriera, la sua direzione. 
Ed allora intorno a che cosa ruota la sua continua ricerca nel film?!, lui entra per un breve periodo in una sorta di simbolico universo parallelo, dove assapora di nuovo il gusto del fare le cose per la prima volta, dove riassapora il senso di scoperta e di stupore, dove torna per un breve periodo nuovamente libero. 

Ma tutto questo non può durare, la vita, per chi l'ha vissuta veramente, inevitabilmente ti circonda di responsabilità, è quello il confine tra gioventù e l'essere adulti. E più queste sono, più uno è stato bravo a riempirne tutte le sue caselle. 
Il regista lo sa bene, conosce bene tutto questo e lo fa vivere allo spettatore attraverso uno spaccato di vita, di un musicista di strada, che probabilmente altro non è che un flashback (non vero e proprio) di quello che egli è stato parecchi anni prima. 

Il "valore" di questo piccolo film indipendente è arrivato persino ad Hollywood, dove la colonna sonora, scritta dagli stessi protagonisti e nello specifico la canzone Falling Slowly, ha vinto un Oscar, di quelli veri, di quelli che si vanno a raccogliere là nell'olimpo delle star e davanti a tutti gli dei del cinema.

Ed il loro discorso alla premiazione riassume meglio di qualunque conclusione ciò che rappresenti questo film nel suo aspetto cinematografico, ossia il provarci : "Fair play to those who dare to dream!"


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