sabato 1 ottobre 2022

E' stata la mano di Dio (2021) #Recensione (Spoiler)

 "E' stata la mano di Dio" è un film di Paolo Sorrentino del 2021, tratta eventi autobiografici, ed il titolo fa riferimento ad un gol segnato da Diego Armando Maradona con la mano, quindi in maniera irregolare.

Detta cosi potrebbe non sembrare niente di particolarmente accattivante, se non fosse che la vita di Sorrentino è stata segnata da alcuni eventi molto intensi, tra i quali, uno su tutti, funesto, la perdita di entrambi i genitori quando era ancora un adolescente.
Lo stesso citato gol di Maradona, andò molto oltre gli aspetti calcistici e sportivi in generale, ebbe infatti degli enormi connotati sociali e politici. 

Tuttavia, e qui cade il primo asino del film, la romanzatura, che nella visione del film si nota ma risulta soltanto in rari casi stucchevole, è invece di fatto difficile da difendere completamente. Gli eventi stessi dalla vita di Sorrentino sarebbero probabilmente appunto dovuti bastare, nelle mani di un buon regista, per farne una ottima sceneggiatura, ed invece poi si scopre che nè l'avvenente zia Patrizia, nè la Baronessa, sono personaggi realmente esistivi, un po' troppo onestamente. 

 
La prima ora serve a creare la suspence ed inizia a intrecciare la trama, ma risulta poco intrigante, la seconda ora invece spiega, svela, ed a tratti emoziona anche.
La recitazione del giovane "Fabietto" è davvero ottima, non a caso è stato subissato di complimenti, ed assieme a lui si potrebbe aggiungere la parte della "signora Gentile", che oltre ad essere un personaggio piuttosto particolare è anche come detto ben interpretato. Di contro, molti degli altri attori, soprattutto in parti minori, hanno fornito una performance davvero da b-movie. 
E per quanto riguarda Toni Servillo, beh, ennesimo film in cui interpreta Toni Servillo.

Al film si potrebbero contestare anche aspetti come, l'assenza di realismo in alcuni aspetti pratici, ad esempio un pronto soccorso aperto di un ospedale, completamente vuoto, ma non sembra essere stato l'intento primario di Sorrentino, quello di girare ogni scena come assolutamente realistica. 

In conclusione un film a cui si arriva con grandi aspettative, ma che prende alla fine la sola sufficienza, e che per quanto possa essere adatto un po' a tutti, bambini esclusi, è impossibile da definire un capolavoro, ma piuttosto forse una brutta copia di Nuovo Cinema Paradiso, sul quale appunto converrebbe virare, nel caso non lo si fosse già veduto, perchè quello si, è un capolavoro, ed una ode ben fatta all'amore per il cinema.

venerdì 30 settembre 2022

"E' stata la mano di Dio" (Spiegazione titolo)

 Il titolo dell'ultimo film di Sorrentino sebbene sembri avere connotazioni esclusivamente religiose, è riferito ad un momento sportivo, calcistico più esattamente, ben preciso, accaduto ormai quasi 40 anni fa.

Nel 1982 si combattè per pochi mesi una guerra tra la Gran Bretagna e l'Argentina per il dominio di alcune isole, denominate Falkland, o Malvinas secondo la dicitura spagnola.
Questo creò tensioni politiche e sociali tra i due paesi, e tra i due popoli ovviamente, che naturalmente si riversano in parte anche negli eventi sportivi. Fu cosi che la partita di calcio, del mondiale del 1986 tra Argentina ed Inghilterra, fosse particolamente sentita, ed avesse in parte connotati extracalcistici.
 
 
Durante i minuti di gioco Diego Armando Maradona segnò un gol molto discusso, perchè visibilmente realizzato con la mano, la palla infatti stava spiovendo in area di rigore dall'alto, e lui, di statura minuta, riusci a toccarla prima del portiere dell'inghilterra. Gli stessi compagni erano dubbiosi se esultare per un gol cosi palesemente irregolare, ma come dichiarò successivamente lo stesso Maradona, fu lui ad incitarli a farlo subito, perchè la scena sembrasse più regolare possibile agli occhi dell'arbitro, che infatti, convalidò la rete.

E fu proprio un'altra dichiarazione di Maradona a fine partita a coniare l'espressione del titolo del film, egli infatti disse che il gol era stato realizzato anche grazie alla mano di Dio.


mercoledì 28 settembre 2022

Apri gli occhi (1997) #Recensione

 "Apri gli occhi" è il titolo, frutto della semplice traduzione letterale, con cui è stato distribuito in Italia il film spagnolo del 1997 "Abre los ojos", con coprotagonista Penelope Cruz, nei panni di Sofia. 

Il film ebbe un enorme succeso al botteghino in Spagna e generò 4 anni dopo un remake Hollywoodiano, dal titolo "Vanilla sky".

Per entrambe le pellicole la trama è identica, tanto che la stessa Penelope Cruz, riprese lo stesso ruolo, mantenendo anche il nome del personaggio.

La storia è quella di un giovane arrivato ed arrivista, che perde tutto in un incidente stradale provocato volontariamente da una sua amante innamorata di lui. Si ritrova in seguito a dover lottare con la propria immagine, quella fisica non quella nella società, compromessa dal proprio volto sfigurato. Il film salta spesso da sogno a realtà, ed è questo uno degli elementi che tiene lo spettatore più attento, il dubbio di cosa sia reale e che cosa no.

E' impossibile non fare raffronti tra le due pellicole, dove balza subito all'occhio la differenza di budget e la differenza di intenti. L'originale ha meno elementi di spettacolarizzazione, come per esempio inseguimenti, ed è più incentrato sul dare valore solo a trama e dialoghi, probabilmente anche magari costretto dal budget inferiore.

I due film comunque risultano fin troppo simili, tanto da far apparirne una copia più che una rivisitazione, per quanto riguarda Vanilla Sky. 

Il doppiaggio in Italiano dell'originale è tutt'altro che ben fatto, ed anche la qualità video se pur abbia quasi 25 anni, è abbastanza scadente. (anche su siti in streaming come PrimeVideo)

E per quanto rifare un film stia a rappresentare un po' di arroganza e la presunzione di credere di saperlo fare meglio, è difficile non concordare con gli americani (che hanno realizzato un remake peggiore) che la trama in questione avesse un ottimo potenziale, in parte inespresso nella versione originale.

Il risultato è un buon film, che comunque lascia con l'amaro in bocca per certe parti tirate via ed altre che sembrano inserite a forza, che vuole trattare un sacco di argomenti e non ne sviscera completamente e degnamente nessuno. 

Concludendo con un ulteriore raffronto tra i due, è di gran lunga migliore il finale dell'originale, è spiegato, è comprensibile, è congruo, e riesce ad emozionare leggermente di più.

domenica 25 settembre 2022

Amy (Amy Winehouse) - 2015 #Recensione

 "Amy" è un docufilm, sulla vita della cantante britannica Amy Winehouse. Unisce spezzoni di riprese amatoriali fatte dagli stessi protagonisti, ad immagini della tv pubblica, misti a filmati di altri documentari riguardanti la cantante. 

La trama è semplicemente ed ovviamente quella della sua vita, ma è decisamente avvincente. Afflitta da alcune turbe psichiche fin da giovane età, esse sfociano in comportamenti estremi, riguardanti le droghe, l'alcol, le relazioni, ed un po' tutti i campi e gli aspetti della vita che ella si trova a dover affrontare. Di sottofondo però rimane una passione sconfinata per la musica, particolarmente per quella Jazz, ed un talento eccezionale, oltre quello che il mondo le ha visto mostrare come artista che a tratti è passata più come Pop, che altro.

L'argomento potrebbe non essere di interesse per molti, e si potrebbe anche definirlo oggettivamente come non di cultura generale, per non parlare di coloro i quali non abbiano apprezzato la musica dell'artista quando era in vita, o non sopportassero i suoi eccessi, proprinati con gran piacere dai media.
Tuttavia il documentario è davvero interessante, sorprendente a tratti, ben pensato e ben fatto. Tutti gli elementi audio e video sono amalgamati bene tra loro, e non fanno mai scemare l'attenzione nonostante siano più di due ore di "film". La parte musicale è presente, ma non eccessiva e mai invadente, lo si può guardare anche non conoscendo nemmeno il nome delle sette note. Il carattere, la personalità, il carisma della cantante sono ben mostrati, presumibilmente in quasi tutte le loro sfaccettature e certamente nelle loro contraddizioni. Si parteggia per lei, nonostante la maschera di sbruffonaggine, gli eccessi, e le mancanze di rispetto. 
 
Si riesce bene a capire quanto fosse circondata da persone, escluse le amiche strette ed alcuni collaboratori musicali, che hanno cercato di trarre un qualche vantaggio da lei, come persona e come personaggio pubblico, soprattutto dal lato economico. Alcuni di loro, ben da prima che diventasse famosa. 
 
In sostanza è un'opera ben fatta, che non tratta soltanto la singola vita di un artista, ma il rapporto conflittuale, che spesso si può avere nella vita, con la famiglia, gli amici, i partner, anche quando si vuole loro molto bene. La frase per spiegare tutto questo in generale, ed anche il suo caso specifico, è "You always hurt the ones you love" (Ferisci sempre chi ami), che da il titolo ad una delle sue canzoni. (La frase non è attribuibile a lei ovviamente, ed era gia stata ripresa da altri artisti).

martedì 20 settembre 2022

Freaks out - (Spiegazione titolo)

"Freaks out" è un film italiano del 2021 che non ha riscosso particolare successo, volendo riassumerne il risultato essendo magnanimi.

Il titolo è apparso da subito un po' stonante, sia con la produzione italiana appunto, che con la semplicità di comprensione che i titoli spesso cercano di avere, ma è in verità perfettamente calzante con l'opera ed anche un decente gioco di parole.

L'espressione viene dall'inglese, più specificamente trattasti di un "phrasal verb" che esprime il concetto di impazzire, nel gergo giovanile potrebbe essere l'equivalente di "smattare", che raffigura ancora meglio il concetto. Ma tale espressione essendo formata dalle parole "Freaks" (mostri) e "out" (fuori), può anche significare, se presa più letteralmente, "i mostri che se ne vanno all'esterno", che è poi esattamente quello che succede nel film, questi "mostri" non fanno altro che lasciare la loro comfort zone, ossia il circo dove lavorano, per esplorare il mondo esterno alla ricerca di... beh, questo è un po' troppo rilevatorio.:).

Quindi un titolo dal doppio significato, che in entrambi i casi racchiude aspetti rilevanti dell'opera. Per inciso i mostri non sono veri e propri mostri, ma nemmeno la parola "Freaks" in inglese è quasi mai usata per indicare mostri veri e propri, più spesso è soltanto un modo per appellare qualcuno che appaia "strano" socialmente per qualche ragione.

mercoledì 14 settembre 2022

Kadaver (2020) #Recensione

 Kadaver è un film norvegese del 2020, e vista tutta la eccellente produzione cinematografica recente proveniente dal nord Europa, potrebbe far pensare ad un'altra pellicola ben fatta e da consigliare, non è cosi.

Kadaver è un ammasso di generi, stili, concetti, obiettivi, atmosfere, assembrati tra loro in una vera accozzaglia mal riuscita, che lo rende quasi impossibile da apprezzare, se non per lo sforzo realizzativo, che comunque doveva essere maggiore per avere una resa ottimale.

Il titolo stesso, invariato nella versione originale, è fuorviante, non trattandosi specificamente ne di un film troppo splatter, ne di uno incentrato troppo su figure come cadaveri ambulanti stile zombie.

La costumistica e soprattutto le scenografie sono invece ben fatte, pertinenti ed a tratti intriganti, anche le parti in C.G.I. 

 
La trama è al limite dell'incomprensibile, si parte da uno scenario apocalittico per finire sulla famigliola che ancora regge grazie al vicendevole amore, per passare dalle allucinazioni del figlio, fino a quelle della madre, sfociando in una cena in un castello che sconfina costantemente, e malamente, tra reale e fittizio, condita con un continuo e spesso immotivato overacting. In aggiunta vi è la costante di non saper dove voglia andare a parare il film stesso, e non nel senso buono di non riuscire a prevederne il finale, nel vero senso che non è mai chiaro quale sia l'obiettivo stesso di certe scene, nè prima nè durante la loro attuazione. 

In sostanza è un film per tutti e per nessuno, un film che ha del buono e che aveva un potenziale enorme, perchè molte delle idee al suo interno potevano davvero far nascere un'opera eccezionale. 

La stessa cena/spettacolo di teatro al castello, dove solo una maschera decreta chi sia attore e chi commensale, è sulla carta un'idea fantastica, con mille porte apribili, figurativamente e letteralmente, ma si perde, si perde completamente e stupidamente persino dietro all'infrangimento delle proprie stesse regole, come quella del "tutto quello che vedrete è finzione", ben pensata e mal rispettata.

lunedì 12 settembre 2022

Paura e delirio a Las Vegas (1998) #Recensione

Uscito solo due anni dopo l'eccezionale Tranispotting, il film ne paga il valore inferiore un po' sotto tutti i punti di vista, ed è impossibile non paragonarli. A non giovargli è anche il fatto che il doppiatore dei rispettivi protagonisti sia lo stesso, una voce troppo nota per non associarlo mentalmente al ruolo di due anni prima.

 
La trama è quella di due sballati, in direzione Las Vegas con una macchina carica di ogni sorta di droga, ed altrettanto desiderosi loro stessi di provarne qualsiasi si presenti sul loro cammino. Sul loro cammino però in teoria ci sono una corsa di motociclette nel deserto, un servizio giornalistico da realizzare, un regolamento di conti, e molti altri elementi apparentemente stimolanti, che invece non aggiungono niente al fatto che nel film il concetto ripetuto fino alla nausea è che la droga faccia sudare e dia allucinazioni.

                                    

Come detto è impossibile non paragonarlo al quasi coetaneo Trainpotting, che risulta migliore come originalità, come scelte registiche, come profondità dei concetti e forza delle scene, ed in molti altri aspetti, tanto che il botteghino e la critica decreteranno proprio tutto il divario tra i due film appena descritto.

Tuttavia il cast è tra i più notevoli di sempre, nonostante i veri protagonisti sia "soltanto" Johnny Depp e Benicio Del Toro, hanno parti minori attori già al tempo di grosso calibro, come Cameron Diaz, Cristina Ricci, e Tobey Maguire.

In sostanza è un film molto psichedelico, certamente troppo per alcuni, che per chi riesca ad apprezzarlo regala effettivamente i tratti della commedia e del grottesco che vorrebbe esprimere, ma che difficilmente, indipendentemente da i temi trattati ed alcune scene da adulti, riesce ad essere per tutti.

"Ecce bombo" #FrasiFamose