Love Actually è una commedia britannica del 2003, che purtroppo, non ha proprio nulla di britannico nei suoi aspetti stilistici.
Il cast è sulla carta strabiliante, Hugh Grant, Colin Firth, Emma Thompson, Keira Knightley, Liam Neesom, Alan Rickman, sono solo alcuni dei protagonisti. A loro si aggiungono anche altri nomi celebri, come Rowan Atkinson, in una parte minore, ed addirittura un cameo di Claudia Schiffer.
La trama è raramente il pezzo forte di una commedia, ma in questo caso è sembrata decisamente poco intrigante, tanto da essere sorvolabile, basta riassumerla dicendo che è una serie di storie di coppie e di vita, più o meno intrecciate tra loro, che si basano o respingono a causa del sentimento dell'amore, che è il tema principale di tutto il film.
Nemmeno la sovracitata costellazione di stelle presenti nel cast è bastata a fargli acquisire un valore di rilievo come opera, tutte poco ispirate ai fatti, salvo la performance di Laura Linney che è sembrata invece quasi eccessiva, in positivo, per un film del genere e dove i colleghi stavano contribuendo cosi poco. In particolare Colin Firth, attore indiscutibile, è sembrato forse proprio per la sua caratura di altro livello, il più fuori luogo, per quanto sia già stato lui stesso un indimenticabile ed eccezionale "sfigato" nella saga di Bridget Jones.
Anche il giovanissimo attore che interpreta il figlio di Liam Neeson, con tutte le attenuanti del caso date dalla giovane età e simili, è sembrato davvero poco coinvolto e coinvolgente, più un Clint Eastwood nei suoi film western, avendo mostrato soltanto due espressioni, quella con le bacchette da batteria e quella senza. Ma non tutti i giorni può venire fuori una performance come quella del piccolo Haley Joel Osment ne "Il sesto senso".
Il film purtroppo come detto non ha nulla di "British", salvo le ovvie ambientazioni e gli accenti,
manca infatti completamente il loro tipico umorismo, nero e raffinato, si riempie invece di battute poco sofisticate e di scenette da commedia quasi trash, più tipiche dello stile americano e di quello italiano.
Un tentativo di cinepanettone alla inglese, con tratti di vero cattivo gusto, ma che comunque non sono il tema principale come per quelli nostrani.
A livello tecnico, non serve essere un addetto ai lavori, per notare che i passaggi da scena a scena sono tutti ma proprio tutti tirati via, mancano transizioni, mancano sfumature, non c'è niente di elaborato o artistico, semplici cambi di immagine sensa un qualsivoglia elemento che le unisca, e questo rende di fatto il film un semplice insieme di scenette alla Mr. Bean, unite tra loro senza essere amalgamate, per di più al netto dell'ironia di Mr. Bean, che invece è sempre presente.
Una curiosità legata al film, purtroppo poco piacevole, è come Liam Neesom interpreti un marito che ha appena perduto la moglie, con tutte le problematiche di sofferenza e di dover crescere un figlio piccolo, del caso. Purtroppo questo è un fatto che si è verificato pochissimi anni dopo anche nella sua vita reale, con la perdita della moglie mentre i due avevano appunto due figli della stessa età del piccolo attore del film.
In pratica tutti questi aspetti lo rendono un film inconsigliabile, se non a chi voglia essere intrattenuto in una serata a basso livello di attività cerebrale.
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