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venerdì 7 novembre 2025

"Il pianeta verde" (1996) #Recensione

Si tratta di un film francese del 1996, anche se per molti aspetti, alcuni anche difficili da spiegare, sembra piu essere un film di magari 15 anni prima.

La trama è quella di un gruppo di persone, abitanti di un'altro pianeta, che durante una delle loro riunioni annuali, si trovano a dover scegliere una di loro da inviare in visita perlustrativa sulla terra.
Si autopropone una certa Mila, madre di due figli ormai grandi, la quale desidera fortemente sapere di più riguardo alle proprie origini, dato che un suo antenato veniva proprio dal pianeta terra.
Viene cosi teletrasportata nella Parigi dell'epoca, dove durante la propria ricerca incontrerà varie difficoltà, ma anche persone che si riveleranno piene di umanità.
 
Il film parte bene, sia per originalità che come mera critica alla società consumistica e materialista moderna, ma si perde quasi subito, continuando a ribadire gli stessi concetti con una ridondanza quasi sconcertante.
 
Il mondo da cui proviene la protagonista è un mondo che è già passato da tutte le fasi che stanno vivendo gli abitanti della terra, le persone sanno quindi curarsi e soddisfarsi in maniera più autonoma, con empatia e senza bisogno di troppi oggetti superflui come fanno gli umani. 
Questo è un esempio dei concetti che vengono ripetuti fin troppe all'interno del film, nonostante questo nello specifico fosse ben chiaro dalla prima scena.

Il film appare anche piuttosto sconclusionato nel suo insieme, in molti aspetti cardine come "la sconnessione", che non viene mai spiegata a pieno e che appare più fantascienza pura che un elemento che faccia riflettere. 
 
Poco si puo dire sulla recitazione, ma vale la pena segnalare la presenza della futura premio Oscar, Marion Cotillard, che di li a poco raggiungerà un ottimo successo, se non altro di pubblico, grazie alla saga dei film "Taxxi", di Luc Besson.  

In sostanza un film che poteva avere del potenziale, ma che finisce per prendersi troppo sul serio, e che fallisce nell'esprimere una vera morale, chiara e comprensibile, quindi difficile da consigliare a chiunque.

martedì 4 novembre 2025

Che cosa è un "Jump-cut".

 Per "Jump-cut" si intende una tecnica di montaggio cinematografico che unisce due punti della pellicola senza nessuna transizione, proprio come se ne fosse stata tagliata una parte e si "saltasse" direttamente al fotogramma successivo, da li il nome in lingua inglese, che in italiano potrebbe essere tradotto letteralmente con "Salto del taglio".

L'inizio del suo utilizzo non è affatto recente e le sue implicazioni sono numerose, essendo una tecnica piuttosto versatile, tanto che viene usata sia nella commedia, per enfatizzare l'aspetto comico di una scena, tanto quanto in una scena drammatica per aumentarne la tensione e la sorpresa.

Volendo approfondirne le origini, sembra che sia stata scoperta per caso, quando durante le riprese di una scena che coinvolgeva il passaggio di un carro che trasportava persone, la cinepresa si sia bloccata, ed una volta che fu sbloccata, pochi momenti dopo, stava passando nello stesso luogo e nella stessa direzione un carro funebre. La ripresa dunque, dato che la parte centrale di pellicola tra i due momenti non era stata di fatto mai usata, creava involontariamente l'illusione che il primo si fosse trasformato nel secondo.

Nei suoi oltre 100 anni di utilizzo, e nonostante esistano varie sfumature del suo uso e del suo scopo, il più comune ed il più caratterizzante, è il fatto che dia la sensazione di un passaggio del tempo istantaneo, ossia di saltare a livello temporale ad un momento successivo della storia, che potrebbe essere istanti o persino ore nel futuro, senza far perdere allo spettatore la connessione con gli avvenimenti che si stanno rappresentando, ma lasciando comunque molto al suo immaginario. 

sabato 1 novembre 2025

"Chi è lo Re!?"#FrasiFamose

 Solo un ulteriore piccolo tributo a Mauro Di Francesco..

Non la più famosa ed internazionale tra le frasi cinematografiche, ma certamente una delle più citate ironicamente dai giovani degli anni '80.
Il titolo si riferisce infatti ad una frase, una domanda nello specifico, ripetuta svariate volte dal personaggio di Attila (Interpretato da Diego Abatantuono), nel film commedia comica "Attila flagello di Dio".
La domanda è rivolta più volte proprio al personaggio interpretato da Maurino, che dovrebbe rispondere che il Re è appunto Attila.
Tuttavia egli nel film si oppone, contestando la sua posizione e proponendo di eleggere un nuovo Re.
A conseguenza di ciò il contendente ed il Re in carica si sfidano a "La zampa di ferro", duello vinto da Attila, che mantenendo salda la propria corona inizia di nuovo a chiedere a tutti "Chi è lo Re!?", cosa che porta alla frase altrettanto iconica di Abatantuono che non sentendo Maurino rispondere inizia a dire "Non sento una voce!!", riferendosi a lui mentre lo alza da terra tenendolo solo per un orecchio.

Tutto surreale ed in molte parti più trash che comico, ma comunque un film storico a livello di cinema popolare nostrano, condito appunto da queste due piccole pillole/perle legate alla figura di Mauro Di Francesco. 

domenica 26 ottobre 2025

Chi era "Maurino"?

E' notizia proprio di ieri che Mauro Di Francesco, per molti fuori e dentro il set "Maurino", se ne sia andato.

Ormai ritiratosi dalle scene, almeno quelle cinematografiche, da più di 10 anni, non era più il giovane spensierato che beveva con gli amici dopo le riprese.
Erano infatti sopraggiunti per lui problemi di salute, molto gravi, legati probabilmente in parte anche al suddetto consumo a volte poco moderato di alcol, oltre agli acciacchi naturali per il fatto che aveva ampiamente superato i settanta anni.

Aveva subito addirittura un trapianto di fegato, fortunatamente senza rigetto, circa una quindicina di anni fa, esperienza che lo aveva profondamente segnato psicologicamente tanto da voler diventare testimonial contro l'abuso di alcol e da farlo finire a dire "Non morite come me", frase probabilmente pronunciata per la prima volta dal famosissimo calciatore George Best. 

La sua vita intensa, che ne è stata forse la causa di morte con qualche anno di anticipo sull'aspettativa di vita nazionale e con qualche operazione imprevista, è stata comunque costellata di grandi soddisfazioni.
Attivo sul set sin da piccolissimo, esordisce infatti ufficialmente a 10 anni, dimostra di non essere uno sprovveduto, lavorando ed impegnandosi molto con varie compagnie teatrali, legate anche a direttori di successo.

Ma è nel cinema che troverà l'apice della propria notorietà, milanese doc, porterà sul grande schermo il tipico atteggiamento scansonato e nel suo piccolo la milanesità, come altri attori suoi contemporanei fecero, Pozzetto per citarne uno.

Recitò in numerossissime commedie all'italiana, soprattutto negli anni '80, e soprattutto accanto ad un'altro pilastro storico del genere di quei tempi, milanese come lui, Diego Abatantuono. 
Tuttavia sentire la propria immagine associata quasi esclusivamente a commedie passate più o meno trash, gli fece scegliere in tarda età di rinunciare al cinema in favore esclusivamente di chiamate di un certo livello riguardanti il teatro.

Nella vità privata non fu particolarmente attivo sulle cronache, salvo quando, raccontato da lui stesso, si invaghi di una collega sul set di "Sapore di mare 2", tornò a casa, lo confessò alla propria ragazza, che lo cacciò di casa, e la cosa fu l'inizio della sua relazione con l'attrice, breve, ma anch'essa intensa, dalla quale ebbe un figlio.
Il resto della vita lo passò con una nuova compagna, ritirandosi negli ultimi anni a vivere in Toscana in un piccolo paese dell'aretino. 

venerdì 24 ottobre 2025

"Lost in translation - l'amore tradotto" #SpiegazioneTitolo

 Più che una vera spiegazione, perchè non c'è di fatto molto da spiegare, questo post sarà una domanda retorica sul come si sia finiti in Italia, e si finisca spesso, ad adattare i titoli dei film in modi così insensati e monotematici. 

Il problema che risiede nella prima parte del titolo è che il senso voluto in originale, è esattamente l'opposto di quello spiegato in italiano nella seconda parte. 
Nato "Lost in translation", ossia letteramente "perso durante la traduzione", viene tradotto concettualmente con "Intraducibile", cosa che lo colloca nella direzione assolutamente opposta all'aggiunta della seconda parte di titolo nella versione italiana "Lost in transaltion - l'amore tradotto". 

La seconda parte contiene inoltre l'annoso problema dal quale l'Italia proprio non riesce a liberarsi, l'abuso della parola "amore" in titoli di canzoni, testi, e titoli di film.
Modo apparentemente sempre efficace per portare la gente al cinema, e che come già spiegato in molteplici spiegazioni di titoli, rivela di fatto più di quelle che erano le intenzioni originali della regista.

martedì 21 ottobre 2025

Che cosa significa "Inquadratura"?

"Inquadratura" è una parola molto usata nella lingua italiana, dal parlato comune al gergo tecnico di alcuni settori.

La parola in se e per se può intendere diverse cose, come ad esempio "l'inquadrare" una persona, figurativamente, ossia il ritenere di averne carpito lo spirito ed il modo di fare, ma in questo post ne vedremo il senso con la quale si usa nel campo cinematografico.

Il suo significato letterale è in pratica quello di mettere come in un quadro una certa immagine, viene da se che nel mondo del cinema diventa quindi un certo spazio ben preciso che si sceglie di riprendere attraverso la cinepresa.

In questo spazio si potrebbero travare persone o cose, che verrebbero poi identificate per la loro posizione, con una dicitura in "piani", primo piano o secondo piano per esempio, e la stessa inquadratura potrebbe avere la caratteristica di rappresentare la visione personale di una persona, ed essere quindi definita "soggettiva", oppure avere una angolazione neutra, ed in tal caso si chiama "oggettiva".

Ci si può avvicinare maggiormente ad oggetti già inquadrati, proprio come scelta stilistica, e la cosa viene definita come una "zoommatta", dal verbo inglese "to zoom", (in inglese esiste in entrambe le direzioni "zoom in" e "zoom out"), ed a quel punto ciò che finisce fuori dall'inquadratura, e ciò che lo era già, verranno definiti come oggetti/persone "fuori campo".

sabato 18 ottobre 2025

Chi è Lucy Liu?

Nata e cresciuta negli Stati Uniti d'America, da genitori taiwanesi, rispecchia il classico stereotipo, nel suo caso vero, delle persone asiatiche presumibilmente praticanti e brave nelle arti marziali, infatti fin da piccola ne è una appassionata. 

Principalmente nota per la sua partecipazione come una delle Charlie's Angels, ha ricoperto moltissimi ruoli cinematografici nell'arco della propria carriera, sia sul grande schermo come detto, che sul piccolo schermo.
Ed è proprio in quest'ultimo che molti la ricordano indelebilmente dato che fu una dei membri fissi della serie Ally McBeal di fine anni '90, che riscosse un enorme successo.

Prese anche parte, in maniera molto minore, a più o meno tutte le altre serie televisive di successo dello stesso periodo, apparendo in Beverly Hills 90210, E.R. Medici in prima linea, ed X-Files, per citarne alcune.

E' stata molto attiva da sempre anche nel mondo del doppiaggio, dove è nota per aver prestato la propria voce sia per dei film di animazione, che per cartoni animati di lunga durata, come I Simpson.

Non è nota invece per fatti di cronaca o di pettegolezzo, è sempre infatti rimasta lontana dagli scandali personali o del settore, conducendo una vita privata riservata.

E' stata nominata sui giornali per fatti estranei alla recitazione soltanto per aver avuto una figlia da madre surrogata, e negli ultimi anni per essere considerata una della star di Hollywood ad essere invecchiata nel modo migliore.
Naturalmente quando si parla di celebrità di Hollywood, l'argomento è ancora più chiacchierato ed approfondito rispetto ad una persona comune, e Lucy Liu è una di quelle star di cui si è parlato ogni tanto negli ultimi anni per questo aspetto, perché sembra davvero non invecchiare mai, caratteristica comunque in parte diffusa nelle persone di origine asiatica. 

Che cosa significa "Filmografia"?