mercoledì 18 settembre 2024

"Cento domeniche" (2023) #Recensione

 Si tratta di un film recentemente uscito, che narra le vicende inventate di un operario appena andato in pensione, il quale si trova ad affrontare delle spese extra, come un piuttosto costoso apparecchio acustico per la madre, e quelle per il matrimonio da poco annunciato della figlia.
Nonostante siano spese che decide di sostenere, soprattutto quella del matrimonio perché è un evento che sogna da sempre per la figlia, scoprirà che la banca dove ha depositato costantemente e parsimoniosamente i risparmi di una vita, potrebbe avere difficoltà a renderglieli disponibili.

La trama è più di questo, ma è stata sintetizzata all'estremo per non fare spoiler, anche se comunque non è apparsa particolarmente interessante, ne del tutto coerente con se stessa nello svolgersi del film.

Il film è una grande delusione, va in leggero crescendo fino a poco dopo la metà, creando aspettative ed aprendo porte, mantenendo abbastanza alta l'attenzione dello spettatore, poi però non conferma le premesse/promesse, anzi inizia un lento declino salvo un picco negli ultimi minuti, che fa sperare in un finale originale e sofisticato, ed invece consegna allo spettatore una conclusione quasi inspiegabile.

Si parte da subito facendo chiaro che il protagonista si sta vedendo da tempo con una donna sposata, non è turbato ne ha sensi di colpa, questo lo rende umano, ma mette anche lo spettatore in difficoltà nel parteggiare per lui. 

La recitazione appare decisamente scadente da parte di praticamente tutto il cast, a parte proprio Albanese, che ne è stato anche il regista, che si salva con una prestazione abbastanza coinvolgente, anche se non in tutte le scene. 

Il finale è la parte che lascia più  perplessi di tutte, non che il film sembrasse veicolare chissà quale messaggio o suggerire chissà quale morale, salvo quella di stare attenti a che cosa si firmi quando ci propinano un contratto, ma è proprio nell'ultimissima scena che scade un qualsiasi ragionamento più complesso e profondo potesse aver magari stimolato nello spettatore.

Al di là del fatto che nessun ex direttore di banca viene preso di peso e portato in una filiale dove sta avvenendo una rapina per farlo entrare a parlare con l'invasato armato di turno, ma in ogni caso, Antonio (il protagonista del film interpretato da Albanese) aveva ancora quasi tutto quello a cui teneva, quindi è difficile giustificare l'inserimento del gesto estremo nella trama.

Naturalmente queste sono considerazioni dirette ad un pubblico che abbia già visto il film, dato l'enorme spoiler del paragrafo precedente, ad ogni modo appunto, il protagonista aveva ancora la madre, in vita, della quale prendersi cura, gli amici, che si erano dimostrati disponibili ad aiutarlo economicamente, il piccolo sollievo morale del mal comune mezzo gaudio, dato che era stato truffato insieme ad altre decine di persone, e soprattutto aveva ancora l'amatissima figlia, ed il tanto desiderato matrimonio, magari in forma più semplice, all'orizzonte. 

Con la perfetta consapevolezza che talvolta un semplice elemento come un naso storto, o ritenuto tale, possa portare una persona ad un gesto estremo, nel caso del protagonista dimostra più che altro che non avesse di fatto abbastanza amore per la figlia, e che questo suo senso di colpa, nonostante non fosse colpa sua, lo abbia sopraffatto, elemento questo fortemente in contrasto con la scarsa morale e preoccupazione per la propria immagine, che era stato mostrato sin dalle prime scene del film con il tradimento. 
Appare quindi un personaggio non scritto particolarmente bene, che non riesce ad essere tridimensionale nella sua dicotomia di egoista-altruista. 

In sostanza un film che delude, al netto del budget e di altri aspetti tecnici non eccelsi, dispiace soprattutto per Albanese, grande comico, e buon attore, con prestazioni originalissime, in pellicole molto più memorabili come "Uomo d'acqua dolce". 
Forse egli stesso voleva staccarsi dal suo lato comico e mostrare quello umano, ma la resa totale del film non stimola a consigliarne la visione. 

domenica 15 settembre 2024

"Le 8 montagne" (2022) #Recensione

 Film italiano uscito di recente, adattamento di un romanzo di pochi anni prima, senza un cast d'eccezione ne un budget da colossal, ma dal risultato davvero eccellente.

La trama è quella di una famiglia che va a passare momenti estivi in montagna, il figlio fa amicizia con un bambino del luogo, l'ultimo rimasto in quel piccolo paese piuttosto sperduto.
Si perdono di vista per direzioni differenti forzate dai padri, padri che poi verranno allontanati da parte di entrambi dalle proprie vite.
Si ritrovano molti anni dopo, riscoprendo la passione per la montagna e per il condividerla.

Certamente questo breve riassunto è già uno spoiler eccessivo, ma più si è apprezzata una pellicola e meno vorremmo raccontarla, per non rovinarla al futuro spettatore.

Un risultato davvero ottimo, sia nella sua realizzazione generale, come aspetti puramente tecnici, dalle riprese alle ambientazioni, sia nella recitazione dei singoli, che nei messaggi che intende veicolare.

Un film per alcuni lungo e lento, ma che di sicuro è pieno di sensazioni e sentimenti ben trasposti, e che arrivano molto, nel suo essere coinvolgente ed a tratti avvincente.

Coinvolge appunto, ispira, intrattiene, emoziona.. racconta un sacco di storie in una sola, un sacco di vite ed ere vissute dai protagonisti, e lo fa in maniera del tutto onesta, realista.

In sostanza un film tristissimo, verissimo, e bellissimo, adatto a tutti, perché non serve essere appassionati di montagna o di terre remote per apprezzare tale storia, e non serve essere bambini, adulti o anziani, per potere beneficiare del messaggio riguardante la vita che questo film intende diffondere.


mercoledì 11 settembre 2024

"Il grande Lebowski" #SpiegazioneTitolo

 Non una vera e propria spiegazione, come ormai accade da un po' su questo blog per questa categoria di argomento, ma più una cursiosità legata al suo adattamento.

"Il grande Leboswki", titolo con il quale è stato distribuito in Italia, è la traduzione quasi letterale della versione originale "The big Lebowki", se non fosse per il fatto che "grande" e "big" non sono sempre sinonimi.

In questo caso sembra più che in originale si volesse semplicemente esprimere l'aspetto corpulento del protagonista con un aggettivo, mentre in italiano si sia adattato con un "grande" intendibile più come riferito al fatto che fosse una bella persona, o stimata, o rilevante in qualche altro suo aspetto o settore.

Il risultato è piuttosto contraddittorio, dato che per la trama effettiva del film, nonostante fosse molto apprezzato dai fedelissimi amici, essi rimangono comunque una cerchia ristretta di persone, a discapito di una molto carente quantità di risultati raggiunti nella società da parte del protagonista, tanto da giustificare difficilmente l'appellativo di "grande", al contrario di "big" (grosso), che invece ne descriveva bene la sedentarietà e possibilmente la depressione, calzanti con la trama.

domenica 8 settembre 2024

"Forrest Gump" (1994) #Recensione


 "Forrest Gump" è una pellicola statunitense di metà anni '90, inspirato da un romanzo ominimo e diretto da Robert Zemeckis, con protagonista Tom Hanks.
Il film ricevette molteplici premi e fu un successo commerciale planetario, ma soprattutto, è forse il più grande capolavoro cinematografico di tutti i tempi per la sua completezza.
 
La trama è quella di un bambino dell'Albama con problemi di motorietà e con un certo ritardo cognitivo.
La sua infanzia, scandita dalla carenza di amici e dal suo essere la vittima ideale dei bulli, viene segnata però dalla conoscenza di una compagna di autobus verso i viaggi a scuola, rapporto che si consoliderà nel tempo, nonostante i due vivranno vite diametralmente opposte.
I continui successi dell'ormai adulto Forrest, molti dei quali dati dalla dedizione che mette in ogni attività, ma molti altri involontari, saranno per tutta la storia in contrapposizione agli insuccessi e sbandamenti dell'amica di una vita.
 
Meglio non dire altro, questa è una trama, con una serie di intrecci che vanno vissuti, vanno scoperti durante la visione.
Il film tratta infatti talmente tanti argomenti, intrecciati, e bene, tra loro, che sono di fatto tutta una serie di storie nella storia.
Non una novità per il mondo del cinema, e non è certo il primo caso in cui degli intrecci simili vengono realizzati in maniera egregia, ma è la quantità di temi che colpisce più di tutto, una scelta estreamemente ambiziosa e che come per un tuffo sportivo, ne moltiplica il voto finale grazie al coefficente di difficoltà.
 
Si parte dal tema del crescere i figli da parte di un genitore solo, cosa che riguarda entrambi i protagonisti, per passare a quello degli abusi domestici, al tema del bullismo, ai temi della guerra e del pacifismo, al tema della famiglia, delle dipendenze, della religione, del suicidio, del raggiungimento dei propri sogni in contrasto con quello che realmente la vita ti dà la possibilità di raggiungere, al tema del destino sia come individui indipendenti che come tradizioni familiari, e molti altri.
 
Tutti trattati in maniera eccezionale, senza mai risultare tirati via nè svolti esageratamente, tutti quasi mai riguaradanti un singolo personaggio, ma che si ritrovano anche in altri, tutti che danno la sensazione di una storia che si rilancia sempre, per tutta la durata della visione.
 
Un'opera che lascia senza fiato, con un passo mai lento e senza momenti di inceppamento, una serie di eventi o sorprese sempre avvincenti, che tengono l'attenzione ed il coinvolgimento altissimi, e che non lo fanno apparire affatto eccessivamente lungo.
 
Eccellente la recitazione di praticamente tutto il cast, con Hanks riconosciuto come miglior attore protagonista dell'anno, mentre a Gary Sinise rimase soltanto la soddisfazione della candidatura.
Ad ogni modo 13 candidature agli Oscar, con 6 statuette ricevute, e quasi 700 milioni di dollari incassati in tutto il mondo, danno bene la connotazione del fenomeno Forrest Gump, anche se rimangono soltanto numeri, il film è decisamente molto di più. 

Gli effetti speciali ottennero il riconoscimento, davvero ottimi e per l'epoca eccezionalmente ben amalgamati con la storia, mentre la colonna sonora di Alan Silverstri se pur elogiata e candidata, non ottenne tale riconoscimento.
 
In sostanza un film per tutti, che non ha subito i segni del tempo, e che anche se non per tutti diventerà il film preferito nella vita, difficilmente farà rimpiangere di aver speso del tempo a vederlo. 

mercoledì 4 settembre 2024

"La cena dei cretini" #SpiegazioneTitolo

 Più che una spiegazione vera e propria, una critica, ad un titolo che in questo caso appare piuttosto intrigante, ermetico ed esplicito al tempo stesso, oltre che fortunatamente tradotto letteramente (dal francese, lingua originale), almeno per l'italiano e l'inglese, salvandoci da adattamenti sconcertanti.

Tuttavia quello che delude in questo caso specifico è la poca reale connessione con la trama in se e per se.
 
Come detto il titolo incuriosisce, dato che vi sono molteplici modi in cui si possa svolgere la storia, tale cena, ma purtroppo... la cena in questione non esiste, non si verifica mai, e questo lascia davvero un senso di incompiuto e di mancata motivazione del titolo.
 
Tale cena infatti viene elogiata e preparata, ma tutta una serie infinita di imprevisti impediscono al protagonista ed al suo "cretino" di turno di arrivarvici. 
 
Il risultato è un senso di stupore e di incongruenza, tra il titolo, ed un film dove questa fantomatica cena, o meglio dire cene settimanali, non vengono mai mostrate, nemmeno con dei flashback, lasciando il dubbio e la suggestione su come si sarebbero potute realmente svolgere e come si sarebbero comportati questi "cretini" prescelti. 

domenica 1 settembre 2024

"Back to black" (2024) #Recensione

 "Back to black" è un film sulla vita della cantante scomparsa Amy Winehouse, che purtroppo esce a meno di 10 anni di distanza dal favoloso documentario sulla vita della stessa, risultando dunque in una sorta di competizione indiretta con esso.

La storia è quella della vita della cantante inglese, essendo un biopic dichiaratamente fedele agli eventi reali.
Parla dunque della sua assenza di ambizione per il diventare famosa ed ancor meno per quella di diventare ricca, ma di come cercasse di scrivere e cantare per se stessa, per il pubblico, per la sua Londra, e perchè era l'unica cosa che sentiva di sapere fare.
 
Il film è stato piuttosto criticato, ma appare invece ben riuscito, nel suo aspetto puramente cinematografico.
Le riprese, i colori, le scenografie sembrano tutti ben fatti, ben scelti e ben amalgamati.
Il passo è costante e non fa sentire il peso delle sue 2 ore di durata, nette. 
Bene, anzi molto bene, la recitazione di molti membri del cast, soprattutto i due protagonisti, Amy (Amy Winehouse) e Blake (Blake Fielder-Civil), interpretati rispettivamente da Marisa Abela e Jack O'Connell.
 
Ben descritto anche il rapporto controverso ed ossessionante tra la cantante ed i paparazzi, mentre appaiono un po' messe volutamente in disparte, le figure della madre e del fratello, praticamente quasi completamente assenti dalla storia. 
Tuttavia più di tutto, è la figura del padre Mitch, estreamemente presente e caritatevole con la figlia nella storia, ad apparire distante da quello che era sempre trapelato negli anni.
Da segnalare come si voglia lasciare l'opera adatta a tutti, concludendola con un finale che sembra piuttosto edulcorato dalla tragedia reale che si consumò in quella camera di albergo.
 
In sostanza un buon film, ben fatto e ben recitato, che sta bene insieme e che anche se non stupisce con sconvolgenti colpi di scena, riesce bene a coinvolgere ed intrattenere lo spettatore, al netto del fatto che essendo un film biografico, lascia un po' troppi dubbi aperti su quanto sia fedele ai fatti reali. 

martedì 27 agosto 2024

"Zamora" (2024) #Recensione

 Il film "Zamora", nonsotante il titolo, è una recente commedia tutta italiana, con attori italiani e girata interamente in italia, ispirata liberamente da un romanzo di Roberto Perrone.

Si tratta del debutto alla regia di Neri Marcorè, che ne è stato anche sceneggiatore ed interprete.

La trama è quella di un ragioniere di Vigevano che si trova costretto a spostarsi a Milano per un nuovo impiego. Trasferitosi inizialmente dalla sorella, che già vive in città, si trova di fronte quella parte di società che ha evitato per tutta la vita ed alla quale non vuole assolutamente assomigliare, ossia quella dei "trogloditi" amanti e fissati col calcio, che lo vuole a tutti i costi far diventare uno di loro.
Spinto, anzi forzato, dal nuovo datore di lavoro, si ritrova nei panni del portiere della scuadra degli "scapoli" e nonostante una iniziale repulsione, scopre di poter dare e apprendere cose importanti sulla vita anche da situazioni del genere. 

Il risultato finale della pellicola è eccellente, a tratti eccezionale.
Bene, anzi benissimo, i costumi, non invasivi, calzanti ed adeguati a livello storico.
Altrettanto bene le scenografia ed i colori, anch'esse mai stonanti, mai eccessive, e sempre coerenti per tutto il film.
Benissimo la sceneggiatura, i dialoghi sono davvero uno dei punti forti dell'opera, con picchi di eccellenza in diverse discussioni tra i protagonisti. 
Benissimo anche tutti gli attori, Alberto Paradossi nei panni del protagonista che non fa trapelare la sua toscanità a livello linguistico in nessun frangente, lo stesso vale per Giovanni Esposito, napoletano d.o.c., nei panni del barista meneghino. Bravissima anche Anna Ferraioli, nella parte della sorella del protagonista, e bene anche Marta Gastini nel personaggio della collega ambita da tutti gli uomini.
Bene anche Giovanni e Giacomo, del trio di comici, nei panni di due imprenditori di zona, ed Ale e Franz, nei rispettivi ruoli di collega del protagonista e collega della sorella, tutti e quattro ben scelti e ben "riusciti".
Bene anche la milanesità, in tutte le forme espresse nel film, dall'aspetto lavorativo, a quello linguistico nelle espressioni dialettali colorite e non, alla mentalità, etc.
 
Menzione particolare la merità "la scena della finestra", si sente infatti in sottofondo una musica drammatica e di suspense mentre l'inquadratura stacca su di una vetrata di un edificio molto cementoso, dove si vede una persona in piedi a riflettere in maniera turbata e dove si comprende vi sia un ufficio all'interno. L'inquadratura fuori dalla facciata inzia dunque ad allargarsi a scatti, facendo presagire che ve ne siano molti altri perchè si tratta di un ufficio come minimo al 12esimo piano.. ed invece, al secondo scatto si ferma, essendo già chiaro che si tratta di un piano terra. Scelta comica molto ben riuscita.

In sostanza un film che sorprende, che non ha magari dalla sua il valore aggiunto di essere una storia vera come il docufilm della RAI su Roberto Baggio, o l'originalità di una commedia come Pane e Tulipani, ma che come esse regala sorprese ed emozioni, ed in particolare in questo caso, anche diverse riflessioni personali.