Lo stabilizzatore d'immagine si usa sia nel mondo della fotografia che in quello delle riprese.
Una foto, può soffrire di vari mali legati alle vibrazioni potendo risultare mossa o micro mossa. La cattiva riuscita può essere data sia dall'ambiente esterno, magari essere su di un oggetto in movimento come un'auto, o anche solo dalla pressione del dito stesso per scattare la foto.
La condizione ottimale, per ovviare al meglio a queste due problematiche, è quella di poter scattare con la fotocamera in un ambiente fermo e sopra ad un cavalletto, ed utilizzando un qualsiasi congegno remoto per inviare digitalmente il comando di scattare la foto.
Tuttavia nelle riprese video serve fare molto di più, ed è per questo che vi sono oggetti come il "Gimbal" (al quale si fissa il congegno che servirà per le riprese) che permettono anche a livello amatoriale di essere tenuti in mano e grazie al movimento su tutti e tre gli assi, di riescire ad attenuare le vibrazioni del camminare o del correre di chi li controlla.
Oppure a livello professionale, nel mondo della cinematografia vengono usati molto dei carrelli, "Dolly" in inglese, su cui scorrono sopra sia le costose videocamere che l'operatore stesso.
Anche i moderni smartphone sono muniti di stabilizzatori, che stanno negli anni diventando sempre più efficenti, con risultati sorprendenti. Possiedono ormai molti di essi sia una stabilizzazione "meccanica" data dalla possibilità delle lenti di fluttuare parzialmente muovendosi ficamente di quel poco che basta all'interno dell'ottica, da risultare utili alla causa, sia una stabilizzazione digitale, che in automatico riprende usando un angolo maggiore e ne taglia alcune parti laterali per lasciare come risultato finale una immagine centrale che risulta più stabile e guardabile.
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