venerdì 22 novembre 2024

"Sharknado" (2013) #SpiegazioneTitolo

 "Sharknado" (titolo rimasto in originale anche nella distribuzione in Italia), non è altro che una parola composta, dall'unione di "Shark" (squalo in inglese) e la parola "tornado" (che rimane invariata in italiano).

Il film, se pur in maniera trash, tratta appunto di un evento assurdo, grazie al quale una serie di squali riesce a risalire le fognature insinuandosi nell'entroterra, usufruendo anche di onde gigantesche portate dalla tempesta, quest'ultima che culmina nell'evento più colossale e catastrofico di tutta la vicenda, ossia una serie di 3 tornado, che oltre alle loro usuali caratteristiche, riescono anche a risucchiare moltissimi squali dall'oceano ed a portarli con se nei loro vortici, fino a scaricarli sulla terra ferma ancora in vita ed in grado di far danni grazie alla loro stazza in caduta, ma anche grazie alla mantenuta voracità.

Tutto assurdo apparentemente, ma non completamente. Il fenomeno è infatti possibile ed accade di tanto in tanto in alcuni paesi, si tratta proprio di un certo quantitativo di pesci che vengono risucchiati da una tempesta partita dal mare, per poi essere scaricati come fossero pioggia sulla terraferma.

Non è nemmeno la prima volta che Hollywood decide di addentrarsi nel rappresentare cinematograficamente questo fenomeno, era infatti già accaduto poco più di venti anni fa nel capolavoro "Magnolia" con Tom Cruise e Julianne Moore, dove non furono nè pesci nè squali a piovere dal cielo, ma bensì rane. 

lunedì 18 novembre 2024

"Ladri di biciclette" (1948) #Recensione

 "Ladri di biciclette" è un film che ormai ha più di 75 anni, ed anche in questo caso li dimostra proprio tutti.

La trama è quella di un uomo sposato, con due figli, senza lavoro, che si ritrova ad accettare un incarico per il quale serve possedere una bicicletta, la sua però purtroppo l'ha impegnata tempo prima.
Vendendo altri oggetti di valore riesce a riscattarla, ma gli viene rubata il primo giorno di lavoro, inizierà dunque una lunga ed estenuante ricerca per ritrovarla, fino a farlo finire talmente in basso psicologicamente e moralmente, da farlo passare sull'altro lato della barricata.

Come detto gli anni si sentono tutti, dal bianco e nero, che era inevitabile, alla qualità audio e video che nonostante la restaurazione continuano ad essere di qualità piuttosto bassa.
A questi aspetti si aggiungono il passo molto lento dell'opera, anch'esso nella norma per l'epoca, e la durata/insistenza di alcune scene.

Purtroppo però oltre a tutto quello che ci si poteva aspettare, c'è anche una trama che parte ispirata, con un buon passo e creando un certo quantitativo di premesse ed aspettative, nella prima mezzora, per poi afflosciarsi, cadendo praticamente nel nulla, e diventando una sequenza di scene poco determinanti e ridondanti, quasi un collage di situazioni poco amalgamate tra loro. 
L'estenuante ricerca della propria bicicletta da parte del protagonista quindi, diventa estenuante anche per lo spettatore, che si trova davanti ben pochi colpi di scena e molta ricerca della suspense che però fatica a coinvolgere.

Si salva la recitazione da parte del cast, vista l'epoca e dato il fatto che molti attori furono "presi dalla strada", con il picco raggiunto dal piccolo coprotagonista, il figlio "Bruno", che appare veramente calzante e bravissimo nella propria prestazione recitativa.

Difficile commentare colori e scenografia, ma le inquadrature appaiono ben fatte ed a tratti interessanti, anche se in molti altri casi scontate.

In sostanza un film che ha vissuto tutte le possibili reazioni ricevibili, dall'essere talmente criticato in patria dopo la prima proiezione a Roma, tanto che il pubblico in massa domandò la restituzione del biglietto, fino all'acclamazione più assoluta a Parigi poco dopo.
Una pellicola che si è conquistata un posto speciale tra i più grandi capolavori di tutti i tempi italiani e non, da parte della critica, tanto che vinse al tempo l'Oscar come "Miglior film straniero", ma che a vederlo oggi perde molto del suo fascino ed appare più come una di quelle opere che devono essere apprezzate perché di qualità.
Il risultato è la creazione di enormi aspettative nello spettatore, fattore che contribuisce forse più di tutti gli altri alla delusione generale finale.

giovedì 14 novembre 2024

"Ladri di biciclette" #SpiegazioneTitolo

 L'hashtag continua ad essere #SpiegazioneTitolo, dato che è nato dal fatto che alcuni di essi necessitassero di una spiegazione totale o più approfondita, talvolta a causa del loro ermetismo, talvolta perché erano una traduzione od un adattamento, e talvolta per altre svariate ragioni.

Tuttavia, come già capitato, alcuni sono perfettamente chiari, ma vengono analizzati su questo blog più sottoforma di critica alla scelta, e questo è uno di quei casi.

Come accaduto per "La cena dei cretini", per coerenza, anche in questo caso "Ladri di biciclette" risulta un titolo in parte insensato, tanto dal riuscire a renderlo anche fastidioso.
Si tratta infatti proprio come per l'altro caso citato, di un film che non parla realmente della storia di un gruppo di ladri di biciclette, come si potrebbe intendere, e nemmeno di una serie di furti, quanto più di un singolo furto ad inizio film ed uno alla fine.

Il film non ha inoltre niente a che fare con la vita e la mentalità dei ladri, nè realmente con l'aspetto ciclistico. Risulta dunque un titolo non fuori luogo, ma non del tutto pertinente, e sul quale si poteva fare decisamente di meglio, visti i viaggi introspettivi e le difficolta di vita quotidiana/sociale del protagonista. Quindi un po' come per "La cena dei cretini", dove non avviene nessuna cena, anche in questo caso si rimane un po' stupiti del fatto che non si parli affatto di "Ladri di biciclette".

lunedì 11 novembre 2024

"Pensati sexy" (2024) #Recensione

 "Pensati sexy" è un film uscito quest'anno con protagonista Diana Del Bufalo e con la presenza di altri volti ben noti del mondo dello spettacolo italiano come Raul Bova e Valentina Nappi.

La storia è quella di una giovane alle prese con alcune piccole crisi, di identità, lavorative, relazionali, ed anche sessuali, aspetto che il film intende toccare ed esplorare in maniera più approfondita e comprensibile possibile.
La trama è trascurabile anche se ha comunque un finale che la riscatta insieme a molti altri aspetti del film, che infatti parte male, malissimo, trascinandosi in stereotipici, battute pesanti, lentezza generalizzata e banalità varie per la quasi totalità della prima parte, finendo però per chiudere molti cerchi e riprendersi su molti aspetti nella seconda. 

La stessa presenza scenica della Del Bufalo passa da piuttosto irritante all'inizio, ad apparire azzeccata e decentemente recitata alla fine.
Male invece gli altri due sopracitati, Raul Bova risulta piuttosto superfluo e poco ispirato nella parte, la Nappi invece appare semplicemente poco capace nella parte di una attrice convenzionale.

Bene invece l'idea, originale la scelta dell'angolazione con cui trattare l'argomento della sessualità, al netto di un risultato non eccelso, e bene anche la semplicità di molti concetti, come la morale finale, che invece nella prima parte del film sembravano sovrastati da un vero/finto voler coinvolgere i giovani d'oggi fingendo di stare dalla loro parte.

Bene anche il titolo, anch'esso nella sua semplicità, a cui è stato dedicato anche un post specifico su questo blog.

In sostanza un film che vive sulla soglia del avere/non avere pretese, che quando si crede un'opera di un certo valore inserendo attori di successo come Raul Bova finisce per fallire nella scelta, ma che quando invece si dedica umilmente alla spiegazione di certe dinamiche della vita di tutti i giorni, viste da angolazioni non scontate, dimostra di aver un qualche valore.


giovedì 7 novembre 2024

"Zamora" #SpiegazioneTitolo

 "Zamora" è un film italianissimo, uscito da pochi mesi, che ha questo titolo cosi semplice ed allo stesso tempo ermetico, da rimanere impresso subito a tutti, ma allo stesso tempo pienamente comprensibile a pochi.

La spiegazione è altrettanto semplice e viene data nei primi momenti del film, quando il protagonista inizia suo malgrado a doversi cimentare con il gioco del calcio, nello specifico nel ruolo di portiere, e gli viene affibbiato tale soprannome.

Zamora è stato infatti un eccezionale portiere di calcio, di nazionalità spagnola, che se pur negli anni '60, epoca in cui è ambientato il film, avesse già abbondantemente smesso di giocare per sopraggiunta età anagrafica, era ancora nell'immaginario collettivo degli appassionati era un campione indimenticato.

Il titolo del film è dunque nient'altro che il cognome di un calciatore di altri tempi, ma colpisce comunque per il modo in cui viene ben motivata la scelta, oltre che come detto per la sua semplicità, orecchiabilità, internazionalità, e anche per la sua indecifrabilità a priori.

Risulta dunque una scelta elogiabile e ben riuscita, a differenza di molti altri titoli ed adattamenti, che sono risultati terribili, come abbiamo già visto diverse volte su questo blog. 

(Naturalmente questo post non ha spiegato niente che non fosse già presente nel film o facilmente reperibile su internet, ma voleva essere un incentivo nei confronti di un potenziale avventore indeciso riguardo al guardare il film o meno, dato che si tratta di una pellicola molto ben riuscita ed il titolo criptico non aveva ragione di lasciare nessuno fuori dal cinema.)

lunedì 4 novembre 2024

"Traffic" (2000) #Recensione

 "Traffic" è un capolavoro nel proprio genere, che ha ricevuto la giusta consacrazione dalla critica, con 4 premi Oscar ottenuti, ma che forse non è conosciuto quanto meriterebbe da parte del pubblico.

La storia è un in intreccio tra agenti anti-droga americani, polizia messicana, cartelli della droga, pentiti etc.. cose già viste e già sentite, ma realizzate egregiamente, con grande cognizione di causa, e con un livello sufficiente di originalità.

Praticamente tutto riguardo al film è da elogiare, dalla recitazione del cast, con un sorprendente Tomas Milian (Per noi italiani "Er monnezza") nella parte di un generale messicano, cosa che ironicamente lo rende, almeno cinematograficamente parlando, come promosso abbondantemente di grado rispetto al poliziotto di quartiere nei panni del quale l'abbiamo sempre visto.
Eccellente la prestazione di Michael Douglas, come sempre.. lui che forse non è uno degli attori più versatili in circolazione, ma che riesce comunque sempre a risultare calzante, ed a metterci del proprio.
Eccezionale, come praticamente sempre anche nel suo caso, Benicio del Toro, il quale giocava in casa, questo è vero, in un film bilingue a metà tra il mondo ispanofono e quello anglofono, si inserisce perfettamente come fisicità e capacità, ed oltre a dare prova nuovamente delle sue doti recitative, presenza scenica, e carisma, finisce proprio per fornire una performance generale straordinaria, cosa che gli è valsa appunto l'Oscar come miglior attore non protagonista.
Unico elemento del cast che non si salva è Catherine Zeta-Jones, con una prestazione da soap opera del dopo pranzo, che sfigura ancora di più vista la qualità generale delle altre star coinvolte.

Bene anche la trama, "intrecciosa" a sufficienza da tenere alta la tensione e l'interesse dello spettatore, ma non eccessiva o forzata tanto da sembrare una americanata.
Particolare, e si può dire col senno di poi vincente, la scelta dei filtri video, molto molto marcati, ad indicare i 3 scenari in cui si svolgono le varie storie.

Promossi anche tutti gli aspetti più classici, come i dialoghi, le scenografie, la durata non eccessiva ed il passo del film.

In sostanza un'opera davvero ben riuscita, che forse non ha avuto la consacrazione che merita da parte del pubblico, e che quasi certamente non diventerà mai un film di culto, ma che rimane eccellente per gli amanti del genere, motivo per cui in questo post non è stato svelato troppo, soprattutto a livello di trama, per non rovinare la possibilità di gustarselo, a chi potenzialmente lo potrebbe apprezzare.

venerdì 1 novembre 2024

ATTENZIO'!, controllate l'ovvio. (Costo biglietti cinema)

 La pandemia di Covid19 ha colpito molti settori, ed uno di quelli ad esserne maggiormente danneggiato è stato proprio quello cinematografico, in particolare nei i suoi luoghi di culto, i cinema, che hanno dovuto rimanere chiusi a causa dei lockdown iniziali e poi delle successive regole di distanziamento sociale. 

Il governo italiano ha cercato nei mesi successivi di adoperarsi per aiutare la popolazione con alcuni bonus nazionali, spesso specifici per aiutare alcuni settori a ritirarsi su, come quelli legati alle ristrutturazioni, per l'edilizia, e quelli legati alla mobilità, per il settore delle biciclette.

Alcuni "bonus" però sono arrivati anche negli anni successivi, come quello per aiutare il mondo del cinema e più specificamente le sale cinematografiche.
Si tratta infatti di uno sconto, in pratica mediamente di un dimezzamento del prezzo del biglietto, da 7 euro a 3.5, per tutti i film italiani ed europei, deciso dal nostro ministero della cultura per incentivare la popolazione ad andare in "sala".

"Sala", tra virgolette perché si tratta di sconti estivi, valevoli soltanto appunto da metà giugno a metà settembre circa, iniziati la scorsa estate, quella del 2023, e riconfermati quest'anno.

Ora, al di là della incomprensibile dicitura "italiani ed europei", che fino ad una eventuale "Brexit" nostrana, non ha senso, visto che l'Italia è un sottoinsieme dell'Europa, il problema vero e proprio è un'altro : 

Durante la scorsa estate è stato proiettato in molte sale il film "Gli spiriti dell'isola" (The banshees of inisherin) capolavoro con Colin Farrell, candidato a 9 premi Oscar.
Il film si svolge nei meravigliosi scenari irlandesi, è stato scritto e diretto dal regista irlandese Martin McDonagh, lo stesso Colin Farrell è notoriamente irlandese, come anche l'ambientazione temporale della storia, che si svolge ai tempi della guerra civile in Irlanda. L'accento dei protagonisti dunque non poteva che essere irlandese, come anche moltissimi riferimenti durante il film a tale cultura ed ai loro usi e costumi.
Dato quindi che l'Irlanda fa parte della comunità europea dal 1973, oltre che essere da anni parte anche dell'eurozona, nessuno poteva sospettare che...  il film non fosse scontato.
Costava infatti 7 euro, la ragione è il fatto che si tratta ufficialmente di una produzione statunitense, realizzata e distribuita da una casa di produzione sussidiaria della Walt Disney.

Questo non è stato certamente l'unico caso in cui il popolo italiano si è recato ai cinema all'aperto credendo di pagare un prezzo ed invece ha dovuto pagare il doppio, cifra quasi trascurabile, ma che magari per una famiglia di 4 persone in qualche modo incide. 
Un bel plauso dunque al ministero della cultura italiano, che ha inserito la spiegazione del fatto che l'Italia si trovasse in Europa nella propria promozione, dimenticando l'asterisco sul fatto che probabilmente tale promozione avrebbe potuto essere non valida, o comunque poco usufruibile, dato che più della metà dei film distribuiti nelle nostre sale, sono solitamente produzioni Hollywoodiane. 

"Ecce bombo" #FrasiFamose