venerdì 1 dicembre 2023

300, Ma non il film.


 
Non un traguardo così inaspettato, quindi inutile fingere troppo stupore, specialmente da parte della "redazione".
Il blog infatti è nato per raccogliere pensieri e parole a livello personale, e riversarli in rete perchè potessero essere di una qualche utilità per altri come quelli altrui sono stati di aiuto in primo luogo, quindi non c'era ragione di sospettare che la cosa non si protraesse fin qua, ed auguratamente oltre :).

Tuttavia mantenere un blog, in maniera costante, richiede come molte cose un impegno che va oltre quello che uno inizialmente potrebbe immaginare, dagli imprevisti, alla burocrazia, alle difficolta con l'aspetto informatico, alle spese, fino alle difficoltà con tutto quello che è il mondo sommerso che usando pagine social, anche per delle attività hobbistiche o lavorative, uno non vede.
Nello specifico si tratta di tutto quell'aspetto di visibilità che in un semplice account su un qualsivoglia social network non ha bisogno di essere curato. Naturalmente non si sta parlando dell'aspetto di promozione, quello vale per ogni pagina internet ovunque essa si trovi, ma di tutte quelle parole che per i più, specialmente coloro che usano solo i social, vengono sentite ripetere qua e la ma senza mai dover realmente dover averci a che fare.
Parole come "indicizzazione", ossia il segnalare ai motori di ricerca che il tuo sito esista, oppure come "posizionamento", che è il riuscire a far apparire il link del proprio sito/blog il più in alto possibile nelle ricerche fatte tramite tali motori.
Volenti o nolenti il risultato è quello di finire per avere a che fare con parole come S.E.O. Search Engine Optimization, e programmi che permettano di poterne migliorare i suddetti aspetti.

Tutti elementi da considerare se si voglia intraprendere questa strada senza l'appoggio di altre persone, o addirittura di figure professionali esperte e "studiate" nel settore, ma di voler invece portare avanti un blog "casalingo" a tutti gli effetti.

Ad ogni modo, questa rimane comunque una semplice celebrazione per il traguardo dei 300 posts orgogliosamente raggiunto, grazie più di ogni altra cosa
alla dedizione ed alla costanza negli anni.

domenica 26 novembre 2023

Cattivissimo me 2 (2013) #Recensione

 Si tratta del secondo capitolo della saga dei "Cattivissimo me", anche in questo caso di strepitoso successo, sia di incassi che di pareri positivi, e verrebbe da dire nuovamente meritatamente.

La trama, visti anche gli accadimenti finali del primo film, stona da subito con il titolo, dato che ormai il cattivo è stato convertito in buono, è infatti adesso un umile e semplice padre di famiglia, che oltre ad accudire le tre figlie, cerca di crearsi una propria strada come imprenditore, nel mondo delle marmellate, con comici e scarsissimi risultati.
Tuttavia, sembra proprio che la vita del protagonista, Gru, sia legata indissolubilmente al mondo del crimine, dalla parte del bene però stavolta, viene infatti reclutato per tentare di combatterlo, e la sua esperienza e conoscenza dei volti dei malviventi, tornera davvero molto utile.
 
Il film è se possibile ancor più carino e ben fatto del primo, mantiene infatti tutti gli aspetti positivi e piacevoli già riscontrati nel capitolo precedente. Il personaggio di Gru è ben disegnato e comicamente goffo e sconclusionato, in particolare sono simpatiche ed originali le sue espressioni facciali.
I Minions rimangono molto divertenti in tutte le loro interazioni, comprese quelle tra loro stessi, anche i flashback sono ben fatti e ben amalgamati col resto delle scene.  
Molto divertente l'espressione, nelle versione originale "follically challenged", per definire la calvizie di Gru.
Bellissima ancora una volta la sua auto personale, sempre volutamente il più inquinante possibile, ed assolutamente bellissimi i cappelli di guacamole che si vedono in una delle scene finali.
 
Una curiosità, è come i minions sembrino parlare più in italiano che nel film precedente, dicendo parole che suonano molto simili a "Fuoco", "Gelato", "Aiuto", mentre nel primo capitolo il loro linguaggio era suonato sempre molto indefinito. 
Altra curiosità è come il doppiaggio, già realizzato in precedenza da nomi piuttosto altisonanti, li abbia mantenuti, con l'aggiunta per questo nuovo film addirittura di Al Pacino. 

Di negativo, quello già detto nel primo film, il personaggio di Nefario, l'anziano inventore, rimane poco rilevante, scopiazzato, e la voce in originale di Russell Brand proprio non gli si addice per niente.
Purtroppo lo stesso vale per il protagonista, dove nonostante la buona performance di Steve Carell, rimane una scelta quella di associarlo alla sua di voci, ancora incomprensibile perche poco calzante con la fisionimia ed atteggiamento del protagonista.
Anche l'unica vera aggiunta al cast iniziale, il personaggio di Lucy, sembra poco congrua e lei stessa appare in molti frangenti più come una pazza che come la compagna e madre dei propri figli che Gru stava aspettando.

In sostanza un'opera nuovamente ben riuscita, che anche in questo caso sembra adatta a tutti, e che permette stavolta anche ai più grandi di trovare quanto basta di trama, da non sembrare soltanto un film per i piccolissimi.


giovedì 23 novembre 2023

"Mr. Crocodile Dundee" (1986) #SpiegazioneTitolo

 Una delle più brevi e più semplici spiegazioni, tuttavia, nel caso qualcuno si fosse domandato il perchè della leggera variazione tra il titolo originale e quello con cui è stato distribuito in Italia, ecco la spiegazione : 

Uscito in versione originale (in lingia inglese), come "Crocodile" Dundee, con la prima parola appunto virgolettata, è invece stato trasmesso in italia con il titolo Mr. Crocodile Dundee, semplicemente per non creare il dubbio nello spettatore che il nome Dundee, fosse quello di un coccodrilo (crocodile).

Il rischio era dato non solo da come era posto il titolo in se e per se, ma anche dal fatto che per un italiano Dundee non suonasse necessariamente come un inconfondibile cognome anglosassone, ma potesse significare anche altro. Da li, l'aggiunga del Mr., per far capire sin da subito che si trattasse di un umano. 

Se non altro c'è da esser felici del fatto che non sia stata spoilerata mezza trama ed inserita la parola amore come quasi sempre accade negli adattamenti in italiano, non sarebbe stato infatti inaspettato se il titolo del film fosse stato qualcosa del tipo : "Dundee - L'amore all'improvviso come un coccodrillo".

lunedì 20 novembre 2023

Numb (2007) #Recensione


La trama è quella di uno scrittore, affiancato da un collega e grande amico, che affronta una specie di crisi mentale verso i 40 anni.
Amici, dottori e familiari non riusciranno a vedere e comprendere la gravità della situazione, salvo una persona incontrata per caso, che si dedicherà a lui genuinamente ed ingenuamente.

Il film è ufficialmente catalogato come commedia-romantica-drammatica, ma fallisce miseramente in tutti e tre gli aspetti.
Non regala momenti di particolare ironia per la parte di commedia, anzi, molte delle battute o scene considerate divertenti intervengono malamente in situazioni o dialoghi in cui il tono era diverso, senza smorzarlo o creare alcun paradosso di valore.
Per la parte di romanticismo, si limita a non coinvolgere, mai, in nessuna delle varie relazioni, di amicizia, amore, lavorative e familiari, le quali non stimolano particolari sensazioni, nemmeno il rapporto principale, quello tra il protagonista e la avvenente ragazza conosciuta lavorativamente, appare anzi come una coppia che stona un po' in tutti gli aspetti possibili.

I personaggi non sono per niente tridimensionali, si introduce a malapena tutte le loro mansioni nella vita, senza svolgere il tema, ci si trova dunque ad essere a conoscenza che il protagonista sia uno scrittore, senza sapere nemmeno il titolo di un suo libro, che la persona di cui si innamora sia una imprenditrice, o forse soltanto una che lavora nelle risorse umane, e nulla più, lo stesso vale un po' per tutto il nucleo familiare di Hudson (Matthew Perry), che tanti problemi gli ha creato crescendo e nella vita, ma del quale sappiamo giusto i nomi, e qualche flashback.
Il film è relativamente breve, 1h 33m, ma forse è uno di quei rari casi in cui si potrebbe dire che sarebbe stato meglio fosse durato di più, ed avesse sviluppato maggiormente i personaggi. Anche se, augurarsi che questo film potesse durare di più, è un innegabile desiderio masochista.

Male, anche la parte drammatica, tutto il film ruota intorno a questo poco conosciuto disturbo che affligge il protagonista, una condizione che ti porta a sentirti fisicamente distaccato dalla realtà, ma nonostante tutti i tentativi di voler far sembrare la cosa grave ed invalidante, proprio non si riesce a sentirsi coinvolti nella sua battaglia, ne a capire quanto apparentemente irrisolvivibile essa sia.

Per quanto riguarda le prestazioni singole, Kevin Pollak, eccezionale attore, non riesce nemmeno lui a dare un taglio interessante al proprio personaggio, risultando solo un misto di clichè e dando una sensazione di "Seinfield" di cui il film non aveva bisogno.
E rimanendo a tema clichè per un attimo, anche questa pellicola regala allo spettatore l'immancabile inseguimento in auto americano a fine film, la lotta contro il tempo del protagonista redento ed oramai consapevole che non abbondona il mondo della cinematografia da decenni.
La ragazza di cui si innamora Hudson poi risulta quasi sempre "cringe" nelle varie scene in cui è presente, ed alcuni dei familiari del protagonista, madre e fratello, sembrano davvero cosi irrilevanti che potevano essere un'e-mail.
Matthew Perry si impegna enormemente per far risultare il suo personaggio sofferente ed interessante, ma nonostante la buona recitazione in se e per se, affonda insieme a tutto il resto del cast in questo film che appare realmente intorpidito.

Si salvano alcune, pochissime, scene, battute, momenti, ma che non valevano nemmeno la pena di essere menzionate tanto il livello dell'opera è quello appena descritto, un film da evitare dunque, e se qualcuno non riuscisse a resistere al desiderio di vedere una pellicola con un membro della serie friends riguardo alle malattie mentali, fà propendere il consiglio verso "Lovesick", con Matt LeBlanc, anch'egli nel film affetto da un disturbo mentale, che appare come una pellicola con meno pretese e che restituisce allo spettatore un certo spunto di riflessione introspettiva.

venerdì 17 novembre 2023

Perche alcuni film vengono definiti dei "Cult"?

 "Cult" è una parola inglese che significa, come è facile intuire, "Culto", ed è molto usata da diversi decenni nel mondo della cinematografia, per indicare una tipologia specifica di film.

Tali film non dipendono dal modo in cui sono stati realizzati, o dal genere, o dal budget, etc.. qualsiasi film può essere Cult, o meglio, può diventarlo. Si perchè nessuna opera nasce già Cult, ma lo diventa nel tempo, quando e se, il pubblico gli tributa lo status di film di culto, ossia da idolatrare negli anni, senza tempo, senza farlo mai invecchiare o perdere di rilevanza, mantenendo una base costante di appassionati che lo continuino ad elogiare, tramandare, ed ovviamente visionare.

Una delle caratteristiche più curiose di molti film ad oggi considerati Cult, è quella di non aver riscosso un iniziale successo, nè nei cinema nè di critica, ma aver poi assunto una rilevanza, magari sociale, col passare degli anni. 
Altra curiosità o come alcuni facciano addirittura parte del "so bad so good", ossia quei lavori, presenti in ogni arte ed in ogni campo, che risultano di fatto tremendi, mal riusciti, quasi inguardabili, ma cosi tanto, da apparire appetibili ed interessanti per qualche ragione, spesso persino per la mera derisione.
Alcuni di questi film, essendo appunto elementi di "culto", diventano senza tempo non solo nella memoria collettiva, ma anche nelle "chiese" di settore, ossia i cinema, dove vengono riproiettati per eventi specifici, anche a distanza di molti anni dallo loro uscita.

mercoledì 15 novembre 2023

Che differenza c'è tra un Cineplex, un Multiplex e un Multisala?


Cineplex significa letteralmente un complesso di sale cinematografiche, è spesso anche soltanto un ampliamento di un esistente cinema presente da anni, ed ha come caratteristica principale quella di essere dedicato esclusivamente alla attività di visione dei film.
E' molto diffuso in alcuni stati ma è presente anche sul territorio italiano, soprattutto grazie ad uno sviluppo di tale tipo di investimento verso la fine degli anni 90. 
E' un tipo di struttura conosciuta anche come "Cinema multisala".

Multiplex è invece un luogo dedicato a molteplici attività ricreative, il quale mantiene una forte connotazione legata al cinema, possedendo anch'esso diverse sale per la visione delle pellicole, ma al suo interno ospita spesso anche centri commerciali e simili.

Entrambi però devono sottostare ad un vincolo, che è più una formalità linguistica che altro, ed è quello di non superare un tot numero di sale di proiezione, oltre il quale prenderebbero l'appellativo di Gigaplex, per sottolineare immediatamente al diretto interessato, che si tratti di strutture notevolmente più capienti e quindi di conseguenza solitamente ancora più fornite. 


domenica 12 novembre 2023

Se mi lasci ti cancello (2004) #Recensione

"Se mi lasci ti cancello", film di produzione americana del 2004, porta con se già nel titolo una delle sue tante controversie, essendo infatti così distante (l'adattamento italiano) dall'originale "Eternal sunshine of the spotless mind", ed avendo due dei tratti che molto spesso vengono ritenuti pessimi nelle scelte di adattamento nostrano dei titoli, ossia quello di farlo sembrare una commedia italiana anni '80, e quello di svelare troppo riguardo alla trama.
 
Trama appunto che ruota più o meno tutta intorno alle vicende di una coppia specifica, quella formata da Joel e Clementine, rispettivamente interpretati da Jim Carrey e Kate Winslet, ma che non sono altro che l'emblema delle problematiche classiche di molte coppie, che passano dal volersi bene ad avere divergenze ed incompatibilità che le portano talvolta a disprezzarsi e ferirsi vicendevolmente. 
Nel film entra in gioco però anche un elemento, meccanico ma futuristico, che permette ai protagonisti di compiere la cancellazione della propria memoria, il tutto scatenando ulteriori incomprensioni e contrasti, salvo poi mostrare altrettanti tentativi di appianamento.
 
L'idea era innegabilmente ottima, originale ma non incomprensibile, surreale ma non troppo fantascentifica, ed anche l'esecuzione a piccoli tratti ed in alcune scelte è sembrata all'altezza, come la performance di Jim Carrey, veramente eccellente in un ruolo molto distante dalle sue più comuni interpretazioni, e quella di Kirsten Dunst, personaggio non protagonista, ma comunque calzante e ben scritto.
Cosa che non si può dire per quello di Kate Winslet, che è sembrato uno molto generico, per il quale si puntava sull'impulsività per motivare tutte le scelte di vità quotidiana e non, e questo strideva con diverse scene se riportate alla realtà di tutti i giorni.
Un personaggio che in sostanza appariva piuttosto forzato e mal scritto, a differenza di quello di Joel che non poteva essere più realistico e tridimensionale di cosi.
 
Si salvano molte dinamiche di coppia, sempre al netto della genericità di alcune azioni e frasi di Clementine, dove viene espressa bene la sofferenza di chi si vuole bene ma fatica a convivere con i propri ed altrui atteggiamenti quotidiani, di chi si desidera vicendevolemente ma allo stesso tempo non si sente pienamente apprezzato, di chi apprezza il partner ma non riesce a tratti a dimostrarlo pienamente, di chi vuole alleviare la sofferenza della fine di una relazione con ogni mezzo, di chi perde interesse per il partner, delle frustrazioni, delle insicurezze, delle false certezze, che riguardano un po' tutte le coppie in un qualche momento della loro relazione.
 
Le controversie appunto vanno avanti per tutto il film, e come detto appaiono anche in aspetti della trama e dei personaggi, tanto da non riuscire a far apprezzare pienamente l'autenticità della loro relazione, da non far riuscire a parteggiare in qualche modo per loro, e questo crea inevitabilmente distacco in alcuni spettatori.
Sembra come se la volontà fosse stata quella di rendere i personaggi, specialmente quello di Clementine, il più realistici possibile, con tutte le sfumature e le scorrettezze che gli essere umani hanno e compiono, ma che tale tattica abbia finito per essere un boomerang, rendendoli, come detto uno su tutti, veramente eccessivi, una caricatura di una persona reale.