"Se mi lasci ti cancello", film di produzione americana del 2004, porta con se già nel titolo una delle sue tante controversie, essendo infatti così distante (l'adattamento italiano) dall'originale "Eternal sunshine of the spotless mind", ed avendo due dei tratti che molto spesso vengono ritenuti pessimi nelle scelte di adattamento nostrano dei titoli, ossia quello di farlo sembrare una commedia italiana anni '80, e quello di svelare troppo riguardo alla trama.
Trama appunto che ruota più o meno tutta intorno alle vicende di una coppia specifica, quella formata da Joel e Clementine, rispettivamente interpretati da Jim Carrey e Kate Winslet, ma che non sono altro che l'emblema delle problematiche classiche di molte coppie, che passano dal volersi bene ad avere divergenze ed incompatibilità che le portano talvolta a disprezzarsi e ferirsi vicendevolmente.
Nel film entra in gioco però anche un elemento, meccanico ma futuristico, che permette ai protagonisti di compiere la cancellazione della propria memoria, il tutto scatenando ulteriori incomprensioni e contrasti, salvo poi mostrare altrettanti tentativi di appianamento.
L'idea era innegabilmente ottima, originale ma non incomprensibile, surreale ma non troppo fantascentifica, ed anche l'esecuzione a piccoli tratti ed in alcune scelte è sembrata all'altezza, come la performance di Jim Carrey, veramente eccellente in un ruolo molto distante dalle sue più comuni interpretazioni, e quella di Kirsten Dunst, personaggio non protagonista, ma comunque calzante e ben scritto.
Cosa che non si può dire per quello di Kate Winslet, che è sembrato uno molto generico, per il quale si puntava sull'impulsività per motivare tutte le scelte di vità quotidiana e non, e questo strideva con diverse scene se riportate alla realtà di tutti i giorni.
Un personaggio che in sostanza appariva piuttosto forzato e mal scritto, a differenza di quello di Joel che non poteva essere più realistico e tridimensionale di cosi.
Si salvano molte dinamiche di coppia, sempre al netto della genericità di alcune azioni e frasi di Clementine, dove viene espressa bene la sofferenza di chi si vuole bene ma fatica a convivere con i propri ed altrui atteggiamenti quotidiani, di chi si desidera vicendevolemente ma allo stesso tempo non si sente pienamente apprezzato, di chi apprezza il partner ma non riesce a tratti a dimostrarlo pienamente, di chi vuole alleviare la sofferenza della fine di una relazione con ogni mezzo, di chi perde interesse per il partner, delle frustrazioni, delle insicurezze, delle false certezze, che riguardano un po' tutte le coppie in un qualche momento della loro relazione.
Le controversie appunto vanno avanti per tutto il film, e come detto appaiono anche in aspetti della trama e dei personaggi, tanto da non riuscire a far apprezzare pienamente l'autenticità della loro relazione, da non far riuscire a parteggiare in qualche modo per loro, e questo crea inevitabilmente distacco in alcuni spettatori.
Sembra come se la volontà fosse stata quella di rendere i personaggi, specialmente quello di Clementine, il più realistici possibile, con tutte le sfumature e le scorrettezze che gli essere umani hanno e compiono, ma che tale tattica abbia finito per essere un boomerang, rendendoli, come detto uno su tutti, veramente eccessivi, una caricatura di una persona reale.
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