martedì 11 luglio 2023

Che cosa significa "Set"?

 "Set" è una parola inglese che significa principalmente "preparare", nel senso di mettere o impostare qualcosa.

In Italia è usata ormai da molti anni nella sua accezione legata al mondo del cinema, ossia quella di "film set", che è letteralmente il posto dove viene girata una scena, che esso sia un luogo vero e proprio o che sia parte della scenografia realizzata per le riprese.

Tale parola dunque non cambia dall'inglese, nè nella sua forma nè nel suo contenuto, e non ha un termine equivalente in italiano altrettanto utilizzato. 

Colui che si occupa di persona del Set è lo scenografo, salvo che non si tratti di un film di animazione o di una scena realizzata con la computer grafica.

domenica 9 luglio 2023

Che cosa è un "Flashback"?

 Un "Flashback", nella cinematografia, è quando la narrazione lineare della storia si interrompe, e viene inserito un elemento che potrabbe durare da pochi istanti fino a minuti interi, che riguarda qualcosa di accaduto antecedentemente.

Spesso viene usata la tecnica del bianco e nero per tali scene, per accentuare il fatto che sia magari un ricordo da parte del protagonista, o anche soltanto per non creare confusione nello spettatore con la narrazione principale, ed essere di più immediata comprensione.

Una pellicola che fa larghissimo uso di tale tecnica, ed anche egregiamente, è "Memento" di Christofer Nolan. 
Film del 2000, che fa però proprio del creare confusione ed incertezze nello spettatore, uno dei suoi elementi principali.

Esiste anche una tecnica simile, ma che potrebbe anche essere definitia "opposta", ossia quella del "Flashforward", che non è altro che la stessa tipologia dell'interruzione della narrazione cronologica, per inserire un elemento, una scena, che accade in un momento futuro rispetto ai fatti avvenuti fino a quel momento.

Entrambe le parole provengono dall'inglese e sono in utilizzo nel parlato comune, nella stessa forma in cui si trovano nel gergo cinematografico italiano.

 

 



martedì 4 luglio 2023

Chi è stata la "Signorina Silvani"?

 Il nome suonerà propabilmente piuttosto sconosciuto ai più giovani, dato che stiamo parlando di una attrice che ha avuto il proprio apice della carriera tra il 1975 ed il 1995, durante il ventennio in cui ha interpretato "la signorina Silvani" (curioso come il nome non venga mai pronunciato in nessuno dei film della serie), nella fortunatissima saga di "Fantozzi", accanto al protagonista Paolo Villaggio, nei panni del ragionier Ugo Fantozzi.

Altro elemento molto curioso riguardante questo personaggio interpretato dalla Mazzamauro, è come lei si fosse presentata ai provini candidandosi per la parte della moglie di Fantozzi, ruolo diametralmente opposto, ossia della casalinga costantemente redarguita dal marito e di aspetto trasandato, sciatto e decisamente poco attraente secondo l'opinione popolare. 
Finendo invece per ottenere la parte della collega del ragionere, non che sua grande cotta fin dal primo film, ossia una donna molto appariscente, molto desiderata, e molto riverita, che invece è lei quella che riprende e sfrutta, la persona di Ugo Fantozzi.
Da notare anche come la Mazzamauro, romana de Roma, abbia volente o nolente, accentuato la romanità del suo personaggio col passare dei capitoli della saga, finendo per essere spesso volutamente molto sgarbata e per fare largo uso plateale del romanesco.

Ma lei non è stata artisticamente soltanto questo ovviamente, provenendo dal teatro, palscoscenico che ha calcato per molto tempo, oltre ad essere stata anche doppiatrice. 

Un solo matrimonio ed una sola figlia, non ha certo fatto parlare di se sul lato gossip durante la sua carriera cinematografica.

Noto forse non ha tutti è anche come non sia stato un rapporto idilliaco sul set con Villaggio, secondo la Mazzamauro, lei sostiene infatti che nessuno riuscisse ad averlo con lui, che infatti era uso approfittarsi della propria posizione e della propria sagacia per trattar male il resto delle persone sul set. 
Lui la ha addirittura chiamata "cesso" pubblicamente, e lei lo ha chiamato "stronzo", sempre pubblicamente, in frangenti diversi, ma nel suo ultimo spettacolo teatrale "Come è ancora umano lei", Anna Mazzamauro sembra volersi riconciliare con tutta la faccenda, o almeno col proprio personaggio, dandole addirittura per la prima volta un nome, il proprio, interpretando dunque la signorina Anna Silvani.

domenica 2 luglio 2023

Limitless (2011) #Recensione

 Limitless (titolo lasciato invariato nella distribuzione italiana rispetto a quella originale, che in lingua Inglese significa "Senza-limiti", "Limit-less") è una pellicola di produzione Statunitense, con un budget non da colossal, ma pur sempre di tutto rispetto, ed un più che discreto cast, potendo annoverare tra le proprie fila, Bradley Cooper come protagonista, e la partecipazione di Robert De Niro.

La trama è quella di uno scrittore non più ventenne, che in crisi artistica ed in parte di identità, si trova di fronte alla possibilità di assumere una specifica droga apparentemente nuova e non presente ancora in grandi quantità sul mercato, che gli permetterà di sfruttare a pieno il cervello umano, compresi aspetti come la memoria, le intuizioni, nonche di perdere molte delle più classiche inibizioni nella/della vita di tutti i giorni, permettendogli cosi di uscire da una condizione molto più simile ad un tossico, in cui si trovava prima di farne uso, e di potersi dirigere verso orizzonti indefiniti.

Purtroppo però nonostante il buon budget ed il cast, e nonostante si basi su di un libro già affermato, quindi consapevole che il prodotto a livello di trama e contenuti piaccia, il film non appare per niente ben amalgamato, risultando più come insieme di scene e scenette poco uniformi e talvolta mal collegate, con una trama di sottofondo che muore in molteplici momenti e cerca di ravvivarsi dalle ceneri con uscite e direzioni ancora più forzate e deludenti.

Buone le performance dei due attori sovracitati, e niente di negativo da dire sul ritmo del film, nè sulla durata, che appare appropriata, nè su inquadrature o dialoghi.
E' che l'opera proprio, nella sua interezza, appare poco ispirata, sembrando più un prodotto da immettere sul mercato senza che abbia un qualche valore come lavoro artistico, ma soltanto con la consapevolezza che venderà.

In sostanza è un film che permette di passare un'ora e tre quarti senza sbuffare od infastidirsi, quindi adatto ad un intrattenimento leggero in una serata da riempire, ma non certo una pellicola che coinvolge, che fa parteggiare, e certo non un'opera che ti lascia qualcosa, nè tanto meno che rimarrà nella memoria di un medio appassionato di cinema.

lunedì 26 giugno 2023

Che cosa è un "Greenscreen"?

Greenscreen è una parola composta, in lingua inglese, formata dalle parole "Green" (Verde) e "Screen" (Schermo), anche se nel caso specifico è più uno sfondo.

Si tratta di usare uno "sfondo verde", anche un telo può essere adatto, davanti al quale girare una scena, magari di persone che compiono qualche azione fisica, non solo immagini statiche, dopo di che, girare un'altra scena altrove, senza attori, e successivamente sovrapporre i due filmati, ottenendo un risultato decisamente credibile.

Il tutto è possibile, grazie ad un intarzio cromatico, ed è facilitato dell'utilizzo del verde, o in alcuni casi del blu, perchè non sono presenti tra i toni di colore della pelle umana.

La tecnica non è affatto nuova, anzi, è ormai centenaria, tuttavia con il miglioramento della tecnologia, si è affinata a tal punto da rendere le scene che la utlizzano, del tutto credibili.

L'unica controindicazione moderna al suo utilizzo, è il solo fatto che richieda un notevole lavoro in post-produzione, rendendola quindi la strada meno adatta se e solo se, vi sia la possibilità di girare la scena nel luogo reale richiesto dal copione.
 Se per esempio servisse girare la scena di una cena al ristorante, è più veloce e facile trovare un vero ristorante, se invece si trattasse di simulare una camminata sulle ali di un aereo in volo, tale tecnica sarebbe decisamente indicata, perchè a quel punto più economica e certamente meno rischiosa.

sabato 24 giugno 2023

Gli spiriti dell'isola (2022) #Recensione

 Gli spiriti dell'isola, in originale (The Banshees of Inisherin), è un film uscito lo scorso anno, ambientato su di un'isola irlandese, Inisherin, temporalmente 100 anni fa, ossia sul finire della guerra civile e candidato a ben 9 premi Oscar. 

La trama è incentrata sull'amicizia, per qualche ragione incrinata, tra due abitanti dell'isola, molto dissimili tra loro, e di generazioni differenti. Attorno a questo elemento apparentemente quasi innocuo, si costruisce ed innescano tutta una serie di eventi, sempre più drammatici e macabri.

 Il film ha nel suo mutare durante il proprio svolgimento, la propria caratteristica migliore, o almeno oggettivamente quella più originale.
Si parte con conversazioni ridondanti, a ritmi lentissimi, alternate a lunghe panoramiche di scenari tipici irlandesi, elementi che rendono il passo della pellicola sconcertantemente lento.
Ed è proprio da questo ritmo surreale, che fa pensare per quasi tutta la prima metà del film che si tratti di un'opera sopravvalutata, che si passa invece salendo, in un continuo, costante, stupefacente crescendo, a scoprire e vedere meglio, tutte le sfaccettature del carattere dei protagonisti. 
Si passa dal vederli nella finta apparente quiete della ruotine su di un'isola dove niente mai accade, a vederli sotto pressione, messi di fronte alle grandi scelte, alle tragedie della vita, e forse più di tutto, messi davanti a loro stessi, e da se stessi come si sa bene, non si riesce a scappare.
 
 
Il resto degli aspetti tipici di un film, in questo caso sono altrettanto elogiabili, anche se non egualmente originali.
Belli gli scenari di una Irlanda peculiare, incontaminata, malincolina, eccellenti le inquadrature, i dialoghi, i tagli, le tempistiche, ottima la performance di tutto il cast, dal primo all'ultimo, tra i quali forse si potrebbe mettere un gradino sopra quella di Colin Farrell e della sorella (nel film), Kerry Condon, davvero entrambi molto ispirati, mentre si potrebbe fare un appunto ai personaggi dei due baristi a cui era stato dato il compito di dare un taglio comico con la ripetizione delle frasi due volte, ma che facevano più sembrare come se di baristi ne sarebbe stato sufficiente semplicemente uno.
 
In sostanza un'opera che sorprende, sia in negativo inizialmente, che per quanto riesca a crescere ed appassionare durante la proiezione stessa. Un film che verrebbe da dire sia per tutti ma non adatto a tutti, e quanto meno ha avuto una limitazione certa, essendo stato bloccato negli Stati Uniti, ai minori di 17 anni, per linguaggio e violenza.

Una nota curiosa è come la sorella del protagonista, nel film venga costantemente appellata con il proprio nome, dal suono simile a "Chevonne", ma che per gli Italiani sia del tutto impossibile sospettarne la forma scritta, ossia l'abbastanza tipico nome femminile irlandese "Siobahn".

martedì 20 giugno 2023

Chi ha detto "Hey tu porco, levale le mani di dosso!"?

 La frase in questione (in originale : "Hey you, get your damn hands off her") proviene dal primo episodio della saga di "Ritorno al futuro", del 1985.

La traduzione in italiano è stata fatta in maniera molto libera, forse più un adattamento, ma per quanto differisca nella forma, ne mantiene il contenuto, ed il messaggio voluto.

Non si tratta di una frase inserita in nessuna classifica delle più famose o memorabili, non è nemmeno la più citata del film stesso, ma è comunque entrata nella memoria collettiva, sia per la concitazione della scena in cui viene pronunciata, sia per il tono e la comicità involontaria del personaggio nel farlo.

Specificamente viene detta da Crispin Glover, nel film George Mcfly (padre di Marty Mcfly, interpretato da Michael J. Fox) in faccia al bullo di turno, che ha appena iniziato a tentare di approfittarsi di una ragazza. 
Va dato credito alla scelta lessicale del doppiaggio in italiano, perchè forse la rende ancora più surreale e memorabile.
 
 Una nota di curiosa, è come purtroppo, lo stesso Crispin Glover, che nel primo episodio mostrò una performance eccezzionale ed estremamente calzante, a causa di divergente con la produzione, non prese parte a tutta la trilogia, facendo probabilmente perdere al mondo, altre perle come quella.