venerdì 14 aprile 2023

"Il traditore" (2019) #Recensione

 "Il traditore" è un docu-film/biopic recente che ripercorre le vicende della vita del mafioso affiliato a "Cosa Nostra", Tommaso Buscetta.
Egli non raggiunse mai il grado di capo mandamento (nome tecnico all'interno dell'organizzazione per quello che all'esterno viene comunemente chiamato "boss"), ma ebbe comunque una rilevanza ed una influenza notevoli, sia all'interno delle mafia siciliana, che per quanto riguarda la storia italiana dal dopoguerra ad oggi.
Il film parte cronologicamente dal 1980, quando la Sicilia, ed in particolare Palermo era divenuto il centro nevralgico mondiale dell'eroina, mostrando come nonostante di soldi la criminalità organizzata di zona ne stesse facendo più di quanti ne avrebbe mai potuti immaginare, le varie famiglie mafiose legate ai luoghi di Palermo e Corleone, fossero invece in attrito tra loro, cosa che portò ad una faida interna che costò la vita a decine di criminali ed anche a molti non affiliati.
All'interno della narrazione principale si inseriscono vari flashback del passato, sia recenti per mostrare i momenti precedenti passati da Buscetta in carcere, sia riguardanti la sua gioventù, e le prime azioni da compiere una volta entrato in Cosa Nostra.
Ma l'aspetto chiave e più conosciuto della vita di Tommaso Buscetta è certamente il suo "pentimento", egli una volta arrestato in Brasile, fu posto davanti all'opzione di raccontare come si svolgessero gli affari all'interno dell'organizzazione, cosa che nonostante una certa riluttanza iniziale, fece, ed ebbe in cambio vitto, alloggio, protezione, ed anonimato, per se e per la propria famiglia, da parte dello stato italiano.
A livello sociale questa scelta fu appellata in modi linguisticamente piuttosto vari, per chi faceva parte o sosteneva l'organizzazione divenne un "infame", per i media e l'opinione pubblica un "pentito", per il governo e la magistratura un "collaboratore di giustizia".
 
 La pellicola fu selezionata per la sezione "Miglior film straniero" per gli Oscar del 2020, ma non ottenne la statuetta, francamente viene da concordare con la scelta.
Rimane un film abbastanza ben fatto, lineare e che intrattiene ed appassiona, romanzato al punto giusto, che fa luce su una pagina molto scura e tutt'ora presente delle dinamiche socio-economiche parallele (e non) allo stato italiano, legate a persone singole, appartenenti a singole famiglie che si autoproclamavano autorità in determinate zone geografiche e/o in determinati settori. 

Niente di fuori luogo o di eccessivo da segnalare per il quale sconsigliare la pellicola a qualcuno, tutti gli aspetti del film raggiungono la sufficenza abbondante, compresa la recitazione, che però è una media tra la buona performance di Pierfrancesco Favino (anche se decisamente non la sua migliore interpretazione in carriera) ed altri membri del cast, e la sconcertante prova recitativa di altri, che sono apparsi proprio non all'altezza, anche al netto in alcuni casi del non riuscire a passare per gente del luogo, proprio a livello di accento, cosa che comunque sarebbe criticabile anche allo stesso Favino, che a tratti suonava forse più pugliese che siciliano.

domenica 9 aprile 2023

My name is Tanino (2002) #Recensione

 My name is Tanino è un film del 2002, scritto e diretto da Paolo Virzì, prodotto e distribuito da Vittorio Cecchi Gori, e con le musiche di Carlo Virzì, fratello di Paolo.
Tutto questo per render chiaro sin da subito che nonostante alcune ambientazioni, il protagonista, e molti stereotipi in chiave ironica, siano tutti legati alla sicilia, il film è da considerarsi più un prodotto toscano-siciliano che un film siciliano a tutti gli effetti, come accaduto per "Johnny Stecchino" per intenderci. 
 
La trama è quella di un adolescente, tale Tanino, che da un piccolo paesino della sicilia decide di emigrare/scappare, per raggiungere in america una ragazza del posto, con un cui aveva avuto una brevissima relazione durante l'estate, nella propria terra.
Una serie di vicissitudini e coincidenze in stile commedia comica lo portano in varie situazioni imbarazzanti e straordinarie, alcune al limite del reale, dalle quali cerca per tutto il film di scappare o di inseguirle, finendo per trovare più risposte su se stesso di quante ne stesse cercando, ma anche più domande di quante se ne fosse mai posto. 

Tutto il film è basato su alcuni semplici temi ricorrenti, come i sentimenti di infatuazione per qualcuno, lo spaesamento del cosa accadrà dopo gli studi universitari, la ribellione giovanile, il sentirsi vittima della propria famiglia, condizione, geolocalizzazione, e tante altre, niente di diverso da quello che vive ogni giovane di ogni epoca, ed è probabilmente proprio cosi che Virzì lo voleva intendere. Il tutto visto e vissuto attraverso gli occhi e le parole perennemente sognatrici ed ingenue, di Tanino.

Purtroppo però a differenza del sovracitato Johnny Stecchino, la trama non risulta altrettanto intricata ed intrigante, il caratterismo di alcuni personaggi nemmeno, l'approccio maccheronico ad altre lingue salva solo in parte l'aspetto comico del film, ed anche volendolo vedere puramente sual piano di una comparazione Virziniana, non replica l'originalità ed il livello di introspezione giovananile del film Ovosodo.

Nota dolente penso si possa dire in generale sia la recitazione, non tanto per i singoli, che invece in molti casi fanno un ottimo lavoro, ma per quanto non ci fosse unitarietà tra le performance di tutti, alcuni sembravano recitare in una commedia trash, altri tendevano quasi più al film drammatico, e via dicendo, una sconnesione non facile da descrivere, ma che è in qualche modo apparsa ben visibile durante la visione, probabilmente data anche dalla diversa caratura dei vari attori.
Anche la presenza di alcuni personaggi nel film sembra un po' troppo altalenante, si fa fatica a capire se alcuni siano dei camei allungati o qualcuno a cui ci si possa appassionare, gli stessi personaggi in molti casi sembrano un po' poco sviluppati proprio sotto l'asepetto di scrittura. 

Ad ogni modo rimane un film più che guardabile, un intrattenimento leggero per tutta la famiglia, non troppo lungo e con un buon passo, lineare e costante, con alcuni momenti divertenti, ma con meno spunti sui quali riflettere di quanti avrebbe magari voluto avere.

sabato 8 aprile 2023

My name is Tanino #SpiegazioneTitolo

 "My name is Tanino" è un film di Paolo Virzì del 2002, il titolo non è certo criptico, anzi, piuttosto diretto e per i più comprensibile, tuttavia si può completare la spiegazione con un po' di approfondimento.

Volendolo dividere in due parti, per quanto riguarda la prima : "My name is",  per quanto il film sia uscito quando internet era ancora agli inizi, quindi in un mondo che non poteva cercare il significato delle cose dal palmo della propria mano con uno smartphone, e per quanto le generazioni del passato avessero spesso studiato francese anziche inglese, rimane una frase già talmente sdoganata anche in italia da decenni (e probabilmente scelta proprio per la sua semplicità e comprensibilità) che salvo rarissimi casi, si presume sia stata di perfetta comprensione a tutti anche essendo un titolo non in italiano.

La seconda, il nome "Tanino", è invece meno ovvia, almeno per molti del centro-nord italia. E' infatti un abbreviativo (esiste anche come cognome a se stante), nato e diffusosi prevalentemente al sud, e tende ad essere usato per accorciare in maniera informale, il nome Geatano, ma è talvolta usato anche per appellare persone che hanno nomi diversi, come per esempio "Giuseppe".
Il passaggio per giungere al nome "Tanino" è abbastanza ovvio, ossia far diventare "Gaetano", "Gaetanino" come forma amichevole e poi staccarne la parte finale, tuttavia, ne esiste anche la forma più semplice, ossia "Tano", forse la più diffusa in assoluto, che ha avuto come personaggio di maggior popolarità, una figura purtroppo non felice per la storia italiana e siciliana, il boss mafioso Gaetano Badalamenti, detto Tano, famoso in particolare per essere stato il mandante dell'omicidio del giornalista Giuseppe Impastato, detto Peppino.
La sicilia è anche appunto la regione in cui si concentra il maggior numero di nomi abbreviati dal nome Gaetano, tra i quali un'altra forma abbastanza nota è "Tanuzzo".

giovedì 6 aprile 2023

Baarìa #SpiegazioneTitolo

 Baarìa è un film di Giuseppe Tornatore del 2009, che tratta le vicende di una famiglia di Bagheria, paese della Sicilia di poco più di 50.000 abitanti, in provincia di Palermo, nonchè terra natia proprio dello stesso regista.

Il titolo significa semplicemente appunto : "Bagherìa", in dialetto locale, tuttavia l'aspetto linguistico è interessante, quanto lo è nel film stesso. 
Varie sono le teorie riguardanti che cosa abbia dato origine al toponimo, se provenga dall'arabo e se in tal caso la parola abbia a che fare con il mare o con il vento, ma di fatto la forma usata nel titolo non è nient'altro che quella di molti dialetti siciliani (Bagarìa), al netto della lettera "g" che si perde perchè non viene pronunciata.
 
Anche il film come detto merita una chiarificazione linguistica, nello specifico il fatto che sia stato recitato nel dialetto di tale paese, comprensibile al resto dei siciliani, anche se impegnativo per quelli di alcune zone, ma è stato distribuito in quella verisone nella sola regione, mentre il resto d'Italia, ne ha avuto una in un cui gli attori hanno doppiato se stessi, in italiano con un voluto forte accento siciliano. 

lunedì 3 aprile 2023

Baarìa (2009) #Recensione

 Baarìa è film del 2009, considerato un "colossal" per il notevole costo di produzione dell'opera, (per il cinema italiano) quasi 30 milioni di euro, che non si trasformarono nemmenno in altrettanti al botteghino, abbastanza da coprirne così almeno le spese. 

La trama ruota tutta intorno ad una famiglia di un paese della Sicilia, in provincia di Palermo, di nome Bagheria (il comune) ed alla loro vita di paese. I fatti si susseguono attraverso varie generazioni, ed i temi trattati sono molteplici, dall'amore alla mafia, dalla politica alla famiglia. 

Il film annovera un cast stracolmo di attori ben noti a livello nazionale, tra i quali oltre ai protagonisti (autoctoni, ma non troppo noti : Francesco Scianna e Margareth Madè) spiccano in parti minori : Nicole Grimaudo, Ficarra e Picone, Beppe Fiorello, etc ed in piccoli cameo sparsi per il film : Raoul Bova, Nino Frassica, Leo Gullotta, Monica Bellucci, Michele Placido, Vincenzo Salemme, Aldo Baglio, e la lista continuerebbe. 
In aggiunta, in ruoli chiave come quello di regista e quello di realizzatore della colonna sonora, si trovano addirittura rispettivamente Giuseppe Tornatore, nativo proprio di Bagheria, ed Ennio Morricone.

Tuttavia tutta questa carne al fuoco, tra tematiche, musiche, budget elevato e qualità davanti e dietro la cinepresa, non si trasforma in un pasto particolarmente succulento. 
I temi tirati in ballo sembrano essere davvero troppi, tanto non farne apparire nessuno come degnamente sviscerato durante l'opera, la recitazione di un po' tutto il cast non sembra particolarmente ispirata, non facendo spiccare nessuno per qualità della performance.

Un po' tutti gli aspetti trattati nel film sembrano trattati solo in apparenza in maniera profonda, ma risultano poco incisivi. Volendone prenderne uno specifico ad esempio, l'aspetto comico sembra davvero voler essere lievemente accennato in un sacco di scene, ma senza riuscire mai a risultare sottile quanto vorrebbe, ne tanto meno abbastanza da dare qualcosa in più alla scena per motivarne il suo utilizzo.

Fortissimo, davvero eccessivo, è il richiamo ad un'altro film, proprio di Tortatore, quello si un capolavoro "Nuovo Cinema Paradiso", sono innumerevoli le scene che quasi lo citano, come i tantissimi cinema e scene nei cinema all'interno di questo film, come il bambino che tiene tra le mani e commenta i fotogrammi di altri film, come la connessione con Roma proprio come avveniva nel protagonista dell'altro film, proprio come la frase finale "manco da Bagheria da 30 anni", come accadeva anche al protagonista di Nuovo Cinema Paradiso, e molte altre.

In conclusione purtroppo è un film che non emoziona, e certamente non quanto avrebbe voluto e dovuto visti tutti gli elementi nel pentolone, ma rimane comunque adatto a tutti, essendo senza troppa violenza, sesso, o quant'altro possa tenere lontani pudici e suscettibili. 

martedì 28 marzo 2023

Che cosa significa "Spoiler"?

 Per un parlante nativo di italiano, cresciuto in italia pre-internet, la parola "spoiler" era legata soltanto all'immagine dei deflettori installati sopra le cabine dei camion per migliorarne l'aerodinamica, oppure piccoli o grandi alettoni, presenti spesso su macchine truccate, o più propriamente a cui sia stato fatto del "tuning".

Per un parlante nativo di inglese invece ha sempre avuto a che fare con il verbo "to spoil", da cui effettivamente deriva, che significa molte cose, tra le quali "viziare" ed "andare a male", ma soprattutto significa "rovinare".

Ecco che nell'era di internet e della globalizzazione, tutto il mondo inizia a farne largo uso, nel campo della cinematografia, per indicare con una sola parola il concetto di aver detto troppo riguardo ad un film, avendone cosi rovinato magari il finale, o semplicemente alcuni colpi di scena.

Per quanto riguarda le parti scritte, come per esempio una recensione, si tende a cercare di inserire tale parola in bella vista, o in maiuscolo, di modo che il lettore sia avvertito in anticipo del fatto che una parte rilevante dell'operà sarà rivelata nell'articolo. Stesso si può dire delle recensioni video.

Nella vita di tutti i giorni capita invece di essere meno cauti nel parlare di un film magari ad una cena, ed è cosi che invece che per avvertire, la parola spoiler viene usata per indicare il danno ormai fatto, esclamando da parte di uno degli interlocutori che ormai non guarderà più il film perchè ne sa già il finale. 

In Italia si è diffusa anche una versione italianizzata della parola, finita anche su vari dizionari, ossia la parola stessa, con l'aggiunta del suffisso verbale -are. Ed è cosi che il "fare uno spoiler", è diventao "spoilerare".

Ad oggi entrambe le versioni hanno travalicato i confini del semplice svelare una trama cinematografica, ed è cosi che si possano sentire usate anche, solitamente in accezione ironica o sacastica, per indicare che in un ristorante non ci sarà un desiderato cibo, o ad una festa non ci sarà una determinata persona.


domenica 26 marzo 2023

Qual è la funzione dei generi cinematografici?

 Sembra una domanda poco interessante, ma perchè esistono i generi cinematografici?..

La risposta è : per molteplici ragioni.. la più ovvia per questioni pratiche, permettono una classificazione di tutte le opere, e questo è la stessa differenza tra l'avere in ufficio tutti i fogli sparsi sulla scrivania oppure ordinati in plichi con sopra delle etichette dell'argomento che contengono.
La praticità riguarda anche l'altro lato, ossia quello dello spettatore, che grazie ad una catalogazione per generi, riesce ad indirizzarsi meglio verso qualcosa che sà di poter apprezzare, ricercando certi generi ed evitandone altri. 
Ad oggi, grazie ai siti di streaming, la cosa è ancor più evidente ed utile, si tende infatti a fare ricerche proprio per genere, ed i siti stessi spingono perchè l'utende abbia veloce accesso alle categorie che apprezza e non si ritrovi una lista generica di film.
Vien da se dunque che, per quanto esistano categorie come "film recenti", la maggior parte delle scelte su tali piattaforme, viene fatta in basa al genere cinematografico.
 
Ma come si è giunti materialmente al raggrupparli?, la ragione principale è che una pellicola di successo riguardante un tema specifico, crea automaticamente interesse intorno a quell'argomento. Sia da parte del pubblico, che vuole vedere volentieri altro a riguardo, sia da parte di chi realizza un film, che ne vede il potenziale ed il possibile ritorno economico. 
Ogni genere nel tempo iniziera ad avere qualcosa di familiare, che è poi ciò che lo spettatore ricerca quando lo sceglie, con in aggiunta degli elementi di novità, che saranno quelli che renderanno le oper al suo interno uniche.
Non a caso la parola stessa "genere", viene dal Latino "genus" che significa stirpe/legame familiare. 
 
Tuttavia non esiste una classificazione o un organo nazionale od internazionale, che abbia definito i parametri ed una vera e propria lista ufficiale dei generi cinematografici, tanto che sono i film stessi spesso a non appartenere ad un solo genere.
A ciò si aggiunge il fatto che tutti i generi si evolvono nel tempo, alcuni cessando di esistere quasi completamente dopo anni di grande diffusione, come gli "western", o dando luogo spesso a sottogeneri con tagli diversi, come fu il caso dei nostrani "spaghetti western" oppure i "fagioli western".
In sostanza comunque è possibile definire il mondo dei generi cinematografici come fluido, rispetto ad altri elementi della nostra vita che rimangono sostanzialmente invariati nel corso della nostra esistenza, come ad esempio la natura, che a livello di speci di piante varia ben poco nel corso dei secoli. Differentemente appunto il mondo del cinema, come accade spesso nelle arti, si adatta molto, e nel giro di pochi decenni un genere può nascere, stancare e sparire, molto più similmente a quello che accade nel mondo della musica. 

 
 

"Ecce bombo" #FrasiFamose