venerdì 4 ottobre 2024

"Matthew Perry : Not Just Friends" (2023) #Recensione

 Matthew Perry è stato un attore e tennista canadese, principalmente conosciuto per la sua partecipazione nel ruolo di Chandler Bing, nella famosissima serie televisiva "Friends", ma non è stato soltanto questo, come suggerisce il titolo.

Sarà una recensione brevissima, per un documentario da poco uscito, che supera di poco i 40 minuti di lunghezza, ma che offre comunque alcuni angoli di visione riguardanti la sua vita, lavorativa e non, che forse non erano noti a tutti.

Nato e cresciuto in Canada, lascia la propria terra per la California, dove si scontra con un livello tennistico molto più alto, e dove pochi anni dopo troverà fortuna e successo grazie alla recitazione.

Il documentario tuttavia esplora molto anche aspetti legati alla fama, come per esempio le sue frequentazioni con altre persone di spicco del mondo dello spettacolo, principalmente si concentra sulla figura di Julia Roberts, al tempo della loro relazione all'apice della propria carriera, la quale però fu costretta ad accettare la decisione di Perry di interrompere la loro frequentazione, per ragioni che poi lui stesso addurrà principalmente a proprie insicurezze.

Vengono anche inseriti un sacco di piccoli elementi alcuni forse solo nozionistici, come il fatto che inizialmente la serie televisiva Friends si chiamasse Six to one, probabilmente non noto ai più, altri legati alle altre sue apparizioni in televisione, come la breve partecipazione alla fortunata serie Ally Mabeal, ed alcuni riguardanti le sue passioni nella vita, come quella per la figura di Batman, renendolo anche un avido collezionista di articoli che lo rappresentavano.

Sorprende il finale con interviste a gente comune, presa letteralmente dalla strada, che esprime la propria opinione sull'argomento Perry, anche se è da notare l'interessante affermazione di una della interpellate che fa presente come per molti, egli e la serie televisiva Friends, siano stati una porta di accesso alla lingua inglese, dichiarando che questo argomento viene spesso sorvolato o sottovalutato, ma per tantissimi stranieri la serie abbia permesso di imparare molto della lingua originale usata.

In sostanza un piccolo documentario che non impegna e non dispensa particolari perle, ma che comunque si guarda con facilità ed interesse, certamente da parte degli interessati all'argomento, ma che non vede ragioni per sconsigliarlo anche ad un pubblico meno ferrato sulla persona in questione. 

mercoledì 2 ottobre 2024

Prime Video, brutte novità.. o forse no.

Come è ormai presumibilmente ben noto, PrimeVideo è una piattaforma di contenuti video in streaming, legata da sempre, e non solo per una quasi omonimia, all'opzione Prime sul sito di Amazon, opzione in abbonamento quest'ultima, che permette di sfruttare al massimo le potenzialità del sito di consegne in questione, ricevendole nel minor tempo possibile.

Abbonamento che costa all'utilizzatore finale circa 5 euro al mese, oppure 50 euro annui se pagati tutti insieme, ma che offre, ormai da molti anni, incluso nel prezzo l'utilizzo gratuito, ossia l'accesso a molti contenuti dell'enorme catalogo disponibile sul sito PrimeVideo.

La novità introdotta da quest'anno, 2024, sarà la presenza di spot pubblicitari, sia prima della riproduzione dei contenuti, che improvvisamente durante la visione.
Certamente un cambiamento che non trova il favore di molti utenti, ma che porta con se la possibilità di essere disabilitato, pagando, una ulteriore cifra di circa 2 euro mensili, oltre al costo dell'abbonamento già presente.

La cosa porta con se due aspetti certamente negativi, ed uno forse positivo.
Il primo dei due negativi è già stato esposto, un costo maggiore per l'utente finale, a fronte di una offerta che rimane probabilmente la stessa.
Il secondo negativo è l'aumento della confusione generale riguardante l'utilizzo di un sito, PrimeVideo, già complesso di suo, a cui si può accedere gratuitamente, ma si deve pagare un abbonamento su di un altro sito, quello di Amazon, e nel quale si possono visionare solo alcuni contenuti, di fatto molti altri hanno un ulteriore costo specifico per il singolo prodotto, di noleggio o di download, a cui si va adesso a sommare pure un altro costo di abbonamento, volendo disattivabile.. tanto per ricapitolarne il macchinoso funzionamento.
Tutto probabilmente inutilmente complicato, quando magari basterebbe trovare un prezzo fisso mensile, per far accedere a tutti e due i siti, con la totalità delle opzioni già attive e la totalità dei contenuti accessibili senza ulteriori costi.

La parte non necessariamente negativa, ma qui occorre fidarsi di grandi aziende come Amazon, e del suo voler offrire i migliori contenuti, anzichè trarre semplicemente il maggior profitto possibile, strizzando ancora un po' di più il portafogli dell'utente, è quella che questa novità possa permettere di mantenere lo stesso livello di offerta, che altrimenti sarebbe magari andata a decrescere.
Offerta che, almeno per quanto riguarda la parte legata ai film, rimane al momento davvero notevole, anche rispetto a tutte le altre piattaforme di streaming.