lunedì 27 maggio 2024

Bill Burr - Why do i do this (2008) #Recensione

 "Why do i do this" è uno speciale di stand-up comedy del comico americano Bill Burr, registrato nel 2008, che mostra tutti i segni dell'età, ma non nel classico senso in cui la frase viene solitamente intesa.

Lo spettacolo è nello spettro della media della durata per il settore, ma è comunque piuttosto corto, soltanto 52 minuti. 

I temi affrontati sono quelli che caratterizzeranno gran parte della sua carriera, come i rapporti uomo donna, i rapporti di coppia, le difficoltà sociali, i problemi psicologici ed in più occasioni analizza le differenze ed i rapporti tra razze, con delle disamine sui comportamenti razzisti piuttosto interessanti.

Senza raccontare battute od aneddoti per non fare spoiler, si può dire che lo show è certamente di un livello abbastanza alto, tanto da non fargli perdere la nomea di uno dei migliori comici mondiali del suo tempo, ma non è all'altezza di molti altri spettacoli, nemmeno dei suoi futuri.

Ed è qui che è il caso di spiegare perchè mostri "i segni dell'età", infatti lo spettacolo sembra, specialmente se comparato ai suoi lavori successivi, un po' più acerbo, ed un po' piu faticoso da seguire. Le sue battute e le sue analisi su quegli stessi argomenti si raffineranno enormemente nel tempo, tanto da rendere la trattazione delle stesse tematiche molto più avvincente ed ilare.

In sostanza un'ora di comicità certamente buona e non da sconsigliare, ma per chi ambisse a vedere il meglio di tale comico, allora il suggerimento è di cercare uno dei suoi special della decade successiva.

giovedì 23 maggio 2024

"Cado dalle nubi" - Checco Zalone (2009) #Recensione

 "Cado dalle nubi" è un film di ormai 15 anni, e li dimostra soltanto in un solo aspetto, la differenza tra la Milano di allora e quella di oggi, specificamente nell'aspetto immobiliare, mostrando scene con carrellate della skyline, dove non si vede ancora nessuno dei grattacieli tipici costruiti negli ultimi anni. 

La trama è quella di un giovane musicista pugliese, al limite tra uno scansafatiche illuso, ed uno dedito e concentrato nel proprio sogno che tenta tutto il possibile per realizzarlo.
E' un cantautore, ma il suo repertorio è interamente basato su canzoni scritte per la propria ragazza, la quale continuando a vederlo lontano dal diventare famoso e ricco e dal poterle garantire un futuro, lo lascia.
Il protagonista, "Checcho" nel film, interpretato da Checco Zalone, all'anagrafe Luca Medici, decide dunque di dirigersi verso Milano, dove ha dei parenti, in quanto unica terra che possa garantirgli sbocchi per la sua arte.
Da li inizia tutta una serie di scene, talvolta surreali, in cui si confrontano e scontrano culture, quella del sud e quella del nord, gli etero e i gay, l'uomo e la donna, i giovani e la famiglia, le quali danno luogo a diverse sorprese.

Il film scorre davvero bene, fa appassionare alla storia ed ai personaggi, e pur non avendo grosse pretese, raggiunge tutti i propri scopi, infatti intrattiene, fa ridere e sorridere, e fa riflettere sugli argomenti trattati.
Bene anche la durata e la sceneggiatura, sempre opera di Checco Zalone.
Meno bene alcuni membri del cast, su tutti la ragazza di cui il protagonista si innamora e con cui, spoiler, si consacra il finale "e vissero tutti felici e contenti", che proprio dispensa una performance recitativa tremenda, spaziando dal sembrare fuori dalla comfort zone in certe scene, alla eccessiva teatralità in altre. 

In sostanza un film ben pensato, ben scritto e piuttosto ben fatto, che avrebbe potuto anche essere più serio, e non avrebbe comunque perso gran parte del suo senso.
Una pellicola consigliabile a tutti, senza violenza o eccessi di nessun tipo, che tratta bene degli argomenti ancora attuali, per questo la prima frase su come il film non sia invecchiato male, e che lo fa con leggerezza ed ironia, elementi che permettono spesso di far arrivare bene un messaggio.

lunedì 20 maggio 2024

"I giorni indimenticabili della vita di un uomo..." "I laureati" (1995)

 "I laureati" è un film italianissimo di metà anni novanta, scritto e diretto da Leonardo Pieraccioni, e girato nella sua Firenze.

La frase in questione non è stata inserita in nessuna classifica mondiali di migliori frasi cinematografiche ma è forse la migliore delle perle che il film nel suo piccolo dispensa.

E' pronunciata proprio da Pieraccioni, in quel momento voce fuori campo, ed è addirittura una citazione (fittizia), di un suo professore anch'esso personaggio nel film (Alessandro Haber).
 
Frase che per esteso recita cosi : "I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Il resto, fa volume."
Piaccia o non piaccia, estrema o non estrema, è la frase che lo stesso regista e sceneggiatore ha deciso di usare come ultima battuta di questo suo piccolo capolavoro.


mercoledì 15 maggio 2024

Jimmy Carr, uno dei re del Black humor.

 

Jimmy Carr, all'anagrafe James Anthony Patrick Carr, è un comico inglese, che ha iniziato la propria carriera intorno al 2000 e che ad oggi è tra i più conosciuti nel mondo anglosassone, anche se forse meno di altri colleghi è riuscito a raggiungere pubblici non madrelingua, forse a causa della velocità della sua produzione verbale e della non immediatezza delle sue battute.
 
Gli argomenti che tratta, sono quelli abbastanza classici della "stand-up comedy", ossia le religioni, le interazioni di coppia, la società moderna, etc.. ma visti e descritti con ancor maggior cinismo rispetto a molti altri comici.
Egli appartiene infatti a coloro che fanno largo uso del cosidetto "black humour", che lo porta ad esplorare situazioni comuni, ma senza porre alcun limite ai paradossi delle scene descrittte, ne a quanto macabra o truce possa finire per essere la battuta ad esse legate.
 
Come detto il suo stile è quello di parlare in maniera decisamente veloce, oltre al fatto di condensare tantissime battute slegate tra loro in un breve lasso di tempo.
Altre sue caratteristiche sono quelle di perdersi poco in lunghe storie, e quella di apprezzare molto i disturbatori ai suoi spettacoli, tanto da incitare spesso il pubblico ad urlargli qualcosa, elementi con i quali lui poi possa ingaggiare una serie di risposte a tono.
Quest'ultima caratteristica, decisamente particolare, viene inserita anche in sue registrazioni ufficiali che vengono poi diffuse/vendute come speciali.
 
Come molti altri comici, nel suo non risparmiare nessuno, prende di mira spesso anche la propria compagna, anche se molte volte finisce per essere tutta una immagine paradossale creata nella mente dello spettatore, fatta per dissolversi al momento della battuta. 

Il risultato generale di tutte queste sue peculiarità, è un umorismo non per tutti, taluni come detto si potrebbero perdere data la rapidità di esecuzione, alcuni potrebbero non apprezzare la crudezza di certe scene descritte, altri ancora potrebbero trovare le sue maniere semplicemente un po' altezzose, quello che è abbastanza certo però, è che sia un gusto che non ha bisogno di essere acquisito come capita magari per altri, è facile infatti farsi una ottima idea su di lui e se siano un umorismo ed uno stile che ci vadano a genio, già ascoltando i primi 5 minuti di un qualsiasi suo spettacolo.

martedì 14 maggio 2024

"Il migliore dei mondi" (2023) #Recensione

 "Il migliore dei mondi" è un film uscito da poco, scritto ed interpretato dal comico abruzzese Maccio Capatonda, all'anagrafe Marcello Macchia.

La trama è quella di un tecnico informatico un po' disagiato che vive la propria ruotine giornaliera in maniera maniacale, con piccole scappatoie come feticismi e frequentazioni molto brevi.
Tutto cambia quando un giorno si ritrova catapultato in una specie di dimensione parallela, ossia nello stesso anno, ma in un mondo in cui la tecnologia si è fermata a due decenni prima.
L'impatto sarà duro, ma scoprirà o meglio riscoprirà, la semplicità del vivere in tanti suoi aspetti che ormai aveva dimenticato.
 
Non si tratta di una pellicola comica, anche se diverse scene regalano quantomeno dei sorrisi, ma più di un film che vuole far riflettere, ed in questo ottiene decisamente il proprio risultato.
Suscita decisamente un po' di effetto nostalgia, oltre a far nascere nello spettatore diverse riflessioni ed immedesimazioni su come sarebbe potuta essere la nostra vita se le cose fossero andate come nel film.
 
Bene anche le performance dei protagonisti, Maccio sembra ispirato ed è perfettamente calzante sia nella parte del paranoico che in quella dell'esploratore nel tempo, come adeguata sembra la figura e la recitazione di Martina Gatti (Viola nel film), nella parte di una giovane "sciallata" che si lascia guidare dalle emozioni e dall'empatia verso il prossimo.
 
Nota dolente, molto dolente, tutta la scena relativa a Steve Jobs, chiamato nel film "Stefano Lavori", che non vive più a Cupertino in California, ma a Copertino, in provincia di Lecce. Tutta una serie di giochi di parole, di logistica, ed una serie di azioni ed interazioni con il protagonista pessime, con un livello di umorismo davvero patetico. 

Parentesi Apple a parte, rimane un film ben pensato e piuttosto ben fatto, senza troppe pretese, che fa della sua semplicità un po' in tutti i suoi aspetti, il proprio punto di forza. Ed è proprio questa semplicità che lo rende alla fine un intrattenimento leggero e consigliabile a tutti, salvo i più piccoli data la presenza di alcune scene per adulti.

venerdì 10 maggio 2024

Quando si usa il "grandangolo"?

Il grandangolo/grandangolare è semplicemente la possibilità di scattare una foto o girare un video, con un angolo di visuale maggiore, riuscendo dunque ad inserire nel campo visivo dello spettatore, un maggior numero di elementi e/o riuscendo a dare una visione più completa di quello che si vuole documentare.

Le origini risalgono ormai a piu di un secolo e mezzo fà, e vanno ricercate nel mondo della fotografia, quando appunto un fotografo britannico di nome Thomas Sutton, realizzò e brevettò una lente particolare, utilizzata per le fotografie panoramiche, in grado di coprire un campo di 120 gradi.

Da allora, tale modalità di scatto e la sua utilità, si sono diffuse talmente tanto che i moderni smartphone hanno quasi tutti una lente grandangolare integrata, e vi sono settori, come per esempio quello della compravendità degli immobili, che ne fanno larghissimo uso dovendo praticamente quasi sempre documentare con il campo più ampio possibile, ambienti interni talvolta
di ridotte dimensioni.

La cosa si è trasferita negli anni anche alla cinematografia, che ne fà uso per le riprese interne, ma ancor di più per quelle esterne, nei casi in cui si debba riprendere in modo più ampio possibile uno spazio aperto o un grande edificio.

Il grandangolo tuttavia tende ad alterare la prospettiva, ed è per questo che alcune immagini potrebbero risultare in parte deformate, magari con linee curve su elementi che sono in realtà retti.

martedì 7 maggio 2024

"Ragazze interrotte" (1999) #Recensione

 "Ragazze interrotte" è un film uscito proprio alla fine dello scorso millennio, ma che tratta argomenti che nel tempo sono diventati sempre più di rilievo a livello sociale, come la violenza psicologica, la sanità mentale, gli istinti suicidi, gli abusi verbali, e simili.

La trama è quella di una giovane di buona famiglia, apparentemente sconclusionata e un po' disagiata, che un giorno tenta il suicidio e fa suonare il definitivo campanello dall'allarme per la famiglia.
Nonostante il suo negarlo, viene nolentemente mandata in una struttura di recupero per persone con problemi mentali, prima che le sue convinzioni e condizione, diventino croniche. 
Nella struttura trova diverse persone con problemi e difficoltà simili, molte di esse ragazze più o meno coetanee, ed uno staff con il quale inizialmente si scontra, come altre del gruppo, pensando che non siano dalla loro parte.
 
Il film ebbe un notevole successo sotto l'aspetto della notorietà al tempo, ma i complimenti si fermarono li, (escluso l'Oscar ad Angelina Jolie al quale è stato dedicato un post a parte su questo blog) perchè sia il pubblico, che soprattutto la critica, non lo consacrarono a capolavoro, ne a film culto di una generazione.  
E di fatto è cosi, il film non è purtroppo un capolavoro, nonostante il grande potenziale e l'ottimo cast, manca effettivamente un po' di potenza in alcuni momenti, avendo soltanto dei picchi di valore e diverse scene semplicemente non dello stesso livello.

Tuttavia, le critiche che gli vengono solitamente mosse sembrano decisamente eccessive, visto che molto, davvero molto si può dire di positivo riguardo a questa opera :
Bene la durata non eccessiva, bene ambientazioni, inquadrature e colori, tutto amalgamato e piuttosto originale. 
Benissimo i personaggi, ben scritti ed eccellentemente recitati, sia quelli principali che quelli marginali.
Bene il soggetto e gran parte della sceneggiatura.

Di negativo come detto un insieme che poteva dare di più, ed un passo che a momenti non è sufficientemente trasportante.
Oltre a ciò, il vero elemento dolente dell'opera, è la recitazione di Wynona Rider, che è sembrata davvero una statua di cera, con pochissima varietà di espressioni, e che vista la perfarmance strepitosa di tutto il resto del cast, è risaltata ancor di più in negativo.

In sostanza un film che a distanza di anni ancora fa riflettere su problematiche sempre attuali, e che forse è stata eccessivamente criticata visti i moltissimi elementi che la rendono meritevole di essere vista.

"Giorno di festa" (1949) #Recensione