martedì 13 giugno 2023

"Tick, Tick... Boom!" #SpiegazioneTitolo

 E' certamente un titolo particolare, ermetico e in apparenza piuttosto inquietante, che allo spettatore non lascia intendere di che cosa tratti l'opera e che è anzi decisamente fuorviante.

Si tratta di una pellicola cinematografica recente che parla della vita e delle opere del drammaturgo americano Jonathan Larson, film che deve il proprio nome a sua volta ad uno dei suoi lavori teatrali, specificamente un musical, dal nome "Tick, tick... boom!". 

Il titolo si riferisce ad un continuo ticchettio nella mente dell'autore, che ne scandisce ed accompagna i vari momenti della giornata. Tempo che è anche il tema ricorrente del film, in particolare in quanto bene prezioso che si consuma velocemente e genera ansia nel protagonista. 

L'età del protagonista ed i traguardi che alla sua età non ha ancora raggiunto a differenza dei coetanei o dei genitori, è argomento trattato a più riprese e sviscerato a fondo nel film, sempre a ribadire la connessione e la rilevanza con il tema del tempo, talmente tanta da aver fatto appunto propendere per tale titolo per  quanto riguarda il film.

domenica 11 giugno 2023

Un po' di Francesco Favino

 Pierfrancesco Favino è un attore italiano poco più che cinquantenne, partito con il teatro, ha all'attivo partecipazioni in film stranieri, ma che ha nel cinema italiano contemporaneano, l'ambiente in cui ha brillato maggiormente. 
Lavora anche come doppiatore, e per le parti di attore riceve compensi che ormai raggiungono varie centinaia di migliaia di euro per film, numeri notevoli per produzioni non hollywoodiane.

Si afferma a livello nazionale con la partecipazione nel film di grande successo di Gabriele Muccino, "L'ultimo bacio", ma è quasi certamente la sua performance nel docufilm della Rai dedicato a Gino Bartali dove dà la migliore prova di se. Appare infatti molto calzante, sia come scelta che come recitazione, ed egli stesso aveva scelto di passare moltissime ore in bicicletta per prepararsi al meglio alla parte.
E presente anche nel film di Spike Lee dedicato all'eccidio di Sant'Anna di Stazzema, in Versilia, ma per quanto ci metta molta visibile buona volontà, risente della confusionarietà del film stesso.
 
Ha rappresentato spesso la romanità, essendone autoctono, in produzioni che comunque sono andate oltre il successo locale, come la serie Romanzo Criminale, riguardante la Banda della Magliana, o come il film recente, "Gli anni più belli" diretto sempre da Muccino, dove interpreta insieme ad altri attori di primo livello, un gruppo di amici romani che crescono insieme e si disgregano a causa delle avversità della vita.
 
Sposato da ormai 2 decenni con la stessa moglie, dalla quale ha avuto 2 figlie, è sempre stato lontano da gossip e simili, ed ha preferito far parlare i propri lavori, anzichè altri aspetti per pubblicizzare la sua immagine ed accrescere la propria carriera.

giovedì 8 giugno 2023

Che cosa è il "David di Donatello" nella cinematografia?

 Il "David" è una scultura in metallo, realizzata oramai circa 600 anni fa dall'artista fiorentino Donato di Niccolò di Betto Bardi, più conosciuto come "Donatello". 

Tale opera d'arte si associa al cinema perchè come per gli "Oscar" statunitensi o i "Bafta" britannici, anche l'Italia ha la propria celebrazione per le migliori performance nei singoli ruoli cinematografici, anch'essa a cadenza annuale.

Le analogie continuano, perchè appunto anche la versione nostrana ha la propria statuetta che viene consegnata al più meritevole nella propria categoria, vien da sè che si tratti proprio di un piccolo "David" di Donatello, elemento che dà il nome al riconoscimento nonchè in pratica all'intera manifestazione. 

Volendo fornire un po' di dati caratteristici, l'iniziativa è attiva ormai da quasi 70 anni, e si è svolta prevalentemente quasi sempre a Roma. 
Le categorie premiate al momento sono circa 25, il circa è d'uopo perchè negli anni sono stati dismessi alcuni premi, il numero è quindi fluttuante nel tempo.

domenica 4 giugno 2023

"Blow" (2001) #SpiegazioneTitolo

 Questo post non sarà una vera e propria spiegazione, perchè vi è evidentemente poco da spiegare, ed anche perchè il significato viene svelato durante il film, ma più una riflessione/analisi, sulla scelta di tale titolo.

"Blow" è un film del 2001, riguardante il mondo della droga, con protagonista assoluto, sia sulla carta che come eccellente performance, Johnny Depp.

La parola è una parola di lingua inglese, con molteplici significati e di larghissimo uso nel parlato comune. Può essere usata sia come verbo, per intendere "soffiare", "esplodere" o anche "colpire", che come sostantivo, per intendere "un colpo" etc.

Ma ha anche un significato più colloquiale, gergale, ed è quello per cui è stato scelto come titolo, e significa appunto "cocaina", l'equivalente di quando in italiano viene chiamata "polvere d'angelo", forse la sua versione più formale e cinematografica, oppure "bamba", probabilmente  quella più diffusa derivante dall'accorciamento del nome di una delle zone di produzione principali, o persino "barella", tanto per citarne una versione molto gergale ed in uso praticamente solo nel parlato comune e non nei mass media.

Su due punti però si può fare una riflessione, il primo è il perchè sia stato mantenuto tale titolo nella versione distruibuita in Italia, è certamente semplice, orecchiabile e facile da pronunciare, ma per un parlante nativo italiano, non significa assolutamente niente, ed a meno che non sia egli a conoscenza di termini gergali anglosassoni legati alla droga, non è nemmeno possibile che riesca a comprenderlo. (A maggior ragione facendo presente che al tempo, nel 2001, internet non era ancora particolarmente diffusa e non è certo un significato che è detto si trovi su tutti i dizionari). 

Il secondo punto è come mai sia stato scelto tale titolo nella versione originale. Certo la cocaina è presente in abbondanza nel film, ne detta gran parte della trama e delle scene, ma perchè proprio quella parola all'interno di tutto il mondo della droga che viene rappresentato, in fondo il protagonista era stato altrettanto un eccezionale trafficante di Marijuana nel corso della propria vita.
E perchè scegliere proprio di legare il film cosi indissolubilmente a quella sostanza specificamente, in fondo è un film biografico, è la vita del vero George Jung la vera protagonista, perchè non chiamarlo "Boston George" (uno dei soprannomi del protagonista), oppure titoli più esplicativi come "L'uomo che unì i due mondi", inteso come il mettere in contatto ed unire il mondo di produzione della droga, con quello di maggior consumo, ossia il mondo occidentale, cosa che di fatto Jung fece. 

 


giovedì 1 giugno 2023

Che cosa significa "Canaglia"?

 "Canaglia" è una di quelle parole che si incontrano frequentissimamente nel doppiaggio in italiano di pellicole straniere, nonostante nel parlato comune sia praticamente inutilizzata.

La sua etimologia la fa provenire dal latino, dove significava un insieme di cani, un branco, tendenzialmente in accezione negativa. Da li il suo uso nella letteratura non contemporanea con quel significato.

Nel tempo divenuta più utilizzata al singolare (sing : "canaglia", plur : "canaglie"), sempre in accezione negativa, per indicare una persona scorretta, ed appunto diventata "gergo" cinematografico, dato che nella vita di tutti i giorni non si senta di fatto mai usarla.

Contiene anche una possibile sfutura scherzosa, tanto che si potrebbe definire una parola simile a "grottesco", rendendola quindi adatta all'uso anche nei cartoni animati, dove spesso il cattivo di turno non è un vero e proprio sadico, ma è più vicino ad un Robin Hood. 

lunedì 22 maggio 2023

Yesterday (2019) #Recensione

La trama del film riguarda un giovane musicista che ha passato i primi 30 anni della propria vita a cercare di essere notato per la propria arte, raccogliendo però soltanto insuccessi. Attorno a lui gli amici di una vita, che invece avevano raggiunto posizioni lavorative dignitose. 
Nessun problema familiare invalidante, nessuna condizione psico-fisica che lo bloccasse o rallentasse in alcun modo, semplicemente una mancanza di talento vero e proprio nello scrivere canzoni, anche se la capacità di suonarle non era male.
Tutto cambia a seguito di un black-out che riguarda l'intera nazione, l'Inghilterra, durante il quale subisce un investimento stradale e si risveglia in un mondo dove.. non sono mai esistiti i Beatles, si, proprio il gruppo musicale, ne ciò che da essi è stato esplicitamente ispirato.
Da quel momento, parte la sua crociata per far scoprire, apprezzare, ed anche sfruttare, la loro musica.
 
Sentirsi riussumere la trama a voce da qualche conoscente, in maniera ancor più sbrigativa delle poche righe qui sopra, condito dal consiglio di guardarlo, fa pensare ad un film sempliciotto, buttato li, probabilmente surreale, perchè.. come si può riuscire a creare nella mente dello spettatore un mondo senza i Beatles senza fare forzature?
Ed invece è proprio il contrario, il film parte proprio bene, i personaggi sono in stile gente di paese, umile e senza troppe pretese, le scene si susseguono ben amalgamate tra loro, si creano interessanti premesse, tutto scorre liscio e sensato, persino la transizione ad un mondo senza Beatles è fatta egregiamente, in maniera essenziale ma efficace, si parteggia per il protagonista e ci si emoziona addirittura, quando le prime canzoni "sconosciute" iniziano ad essere suonate. Partendo proprio da "Yesterday", famoso brano della band, che dà appunto il titolo al film.

Purtroppo però, dopo tutte queste ottime premesse, situazioni ed espedienti, tutto muore.. nel peggiore dei modi, in una atroce agonia della durata di tutta la seconda ora della pellicola.
L'inizio della fine è dato dall' "entrata in scena" di Ed Sheeran, nei panni di se stesso, "entrata in scena" doverosamente tra virgolette perchè non è proprio possibile considerarla una recitazione la sua, è un qualcosa che lascia sconvolti per la scarsezza, ragion per cui è stato tentato di salvare il salvabile facendogli interpretare se stesso.
Ok, passi la scelta del personaggio del momento per acchiappare i giovani, ma la musica?, prima viene attaccata da una insulsa ed insensata gara tra il protagonista e Sheeran su chi sia il miglior scrittore di testi, per poi incredibilmente passare in secondo piano per il resto del film.
La seconda ora tratta i temi del successo, del gossip, del marketing sfrenato, etc.. un po' tutto lo showbusiness dipinto in maniera negativa ed in chiave ironica, ma non la musica, che rispetto alla prima ora diventa un elemento più marginale.
A renderne la visione irritante, si aggiunge l'irrispettosa, forzata, scontata e mai avvincente, storia d'amore tra il protagonista e l'amica (e manager) di una vita.
Inutile addentrarsi oltre sulla cosa, basta riassumerla come un elemento per niente originale (e spesso "cringe"), al contrario del concetto base, ossia quello di un mondo dove un musicista aveva la possibilità di far scoprire al tutti la musica di un artista che ne aveva segnato la storia (musicale), che era invece un'idea originalissima, per la quale si potrebbe anche spendere l'aggettivo geniale, e che se sviluppata degnamente, avrebbe davvero potuto creare un film icona, quanto meno per gli appassionati di musica.
Si salva Himesh Patel, nei panni del protagonista, volto simpatico e recitazione calzante, niente di eccezionale ma appropriata, come più o meno tutto il resto del cast, che si comporta dignitosamente e che sembra essere stato scelto correttamente, ad eccezione del suddetto Sheeran, mossa visibilmente commerciale, ed apporto al film nullo se non deleterio.

In sostanza un film che parte benissimo, sia come premesse che come realizzazione, e che poi si perde, sprecando tutto il proprio potenziale e diventando un'opera che vivrà solo grazie alla sua idea base, e non a come sia stata realizzata. 
Rimane comunque una pellicola non troppo lunga, che scorre bene, e che può andar bene come intrattenimento, per tutti, al netto della sua crescende fastidiosità per come approfondisce certi temi e ne lascia perdere altri.

venerdì 19 maggio 2023

"Up to 11" (Spiegazione)

 L'espressione in inglese "up to 11", o a volte "this goes to 11", proviene dal film "This is Spinal Tap" del 1984, e significa letteramente, almeno nella scena in questione, che l'amplificatore musicale del protagonista poteva essere alzato di volume fino ad 11, ossia 1 in più rispetto a tutti gli altri, che da sempre hanno la possibilità di regolare il volume soltanto da 0 a 10.

All'interno della pellicola, già molto comica e densa di scene citabili e ripetibili come battute, è quella che è risaltata di più e rimasta maggiormente nella storia, proprio per originalità e curiosità riguardo al concetto.
E' diventata infatti un possibile modo di esprime due concetti che capita di dover descrivere nella vita, ossia quando qualcosa viene fraintesto, nel caso in questione il volume massimo non cambia, l'11 è soltanto l'equivalente del precedente 10 ma in una scala con più scalini, oppure quando qualcosa realmente supera di un gradino qualcosaltro.
 
La popolarità e l'interesse attorno a tale espressione furono da subito tali, che sia alcuni produttori di amplificatori che varie band musicali, iniziarono rispettivamente a produrre ed ad usare, strumenti che avessero una numerazione che andava oltre le canoniche 10 tacche. 

"Ecce bombo" #FrasiFamose