domenica 7 luglio 2024

"Fratelli d'Italia" (1989) #Recensione

 Il titolo del film è un chiaro riferimento all'inno di Mameli, ossia l'inno nazionale Italiano, che unisce enormi differenze culturali e linguistiche per tutto lo stivale.

Un titolo unificante era proprio necessario dato che di anelli di congiunzione in questo film ve ne sono pochissimi, ufficialmente solo uno, una auto di marca Fiat, modello Tipo, che è presente per tutta la durata della pellicola, non in ogni scena ovviamente.

Si tratta infatti di 3 episodi distinti e sconnessi tra loro, con protagonisti 3 mostri sacri della commedia comica italiana, della durata di 30 minuti ciascuno, che trattano i due temi più cari in assoluto al nostro paese : il calcio, ed il tradimento.

Il primo ha come protagonista un Cristian De Sica alle prese con un tentativo di fine settimana con gli amici. Dopo i classici programmi iniziali, di mezzi di trasporto e di logistica, sembra diventare una vacanza memorabile, tuttavia alla fine ritornerà al suo ruolo (sociale) iniziale, che è quello in cui si sente più a suo agio.
Nel secondo vi è un Jerry Calà anch'egli in partenza per un fine settimana di passione, con la moglie del  proprio capo, anche in questo caso gli imprevisti saranno molteplici, ma ci sarà un finale migliore.
Il terzo è dedicato a Massimo Boldi, tifosissimo milanista in trasferta verso Roma, che si troverà a passare l'intero viaggio con a fianco degli altrettanto sostenitori della A.S. Roma, che gli renderanno "teribbile" la giornata, e lo porteranno ad un finale, che è poi anche il finale del film.
 
Le trame dei tre episodi non sono particolarmente articolate, ma non sarebbero nemmeno indecenti per l'operà che dovrebbe essere, il problema che ha portato condivisibilmente la critica a non apprezzarlo sta altrove.
Principalmente nel fatto che è un'opera fatta solo per vendere, con tutti i clichè e le cafonate pensabili, che usa aspetti culturali e linguistici delle penisola, nello specifico in questo caso quelli dell'asse Roma-Milano, per tentare di far ridere grazie alle loro differenze ed alle loro forzature.
Nulla di nuovo comunque, cose già viste e riviste fin dal "Vacanze di Natale" di 6 anni prima, dove probabilmente anche in questa pellicola si puntava a replicarne il successo, prendendone ispirazione qua e la.
Successo che, almeno di pubblico, poi è arrivato.

In sostanza un film che aveva una buona base di originalità e delle potenzialità, che forse si butta via, in caciara, da solo, ma che nonostante non abbia naturalmente nessuna prestazione recitativa di livello, può essere un decente intrattenimento per una serata alla riscoperta di pellicole italiane tipiche di un genere o di una decade.


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