mercoledì 26 giugno 2024

Che cosa fa un "Make-up artist"?


 "Make-up artist" (artista del trucco) non è altro che la dicitura in inglese per la figura che da noi viene chiamata "Truccatore".

Il truccatore non è un lavoro specifico del mondo del cinema, ma si trova anche in televisione, e spesso anche nel teatro, tuttavia con obiettivi spesso molto differenti.

In televisione infatti il suo compito è quello di preservare al meglio il volto dei partecipanti, cercando di limitare la visibilità della sudorazione o i riflessi dati dalle luci.

Nel mondo del cinema invece spesso ha il compito di applicare un trucco scenico, quindi molto più pesante come per esempio nei casi di ferite o cicatrici, od addirittura trasformante, come nel caso di maschere.

Uno dei casi più classici in cui entra fortemente in gioco il ruolo del truccatore sono gli invecchiamenti ed i ringiovanimenti dei vari attori, cosa molto frequente nei film. 

Il genere che ha forse contribuito maggioremente allo sviluppo ed alla diffusione di tale ruolo è quello dell'horror, dove fin dagli inizi si è cercato di creare dei mostri, passando molte volte dalla trasmutazione di volti e corpi umani.

domenica 23 giugno 2024

"Non cosi vicino" (2022) #Recensione

 Si tratta di una pellicola di produzione americana uscita di recente, e basata su una storia che era apparentemente già stata strizzata a dovere, essendo stata inizialmente un romanzo, dal quale era già stato realizzato un film.

Questo film è dunque la versione americana (questa tipologià di film si chiamano "remake"), con come protagonista niente di meno che Tom Hanks.

La storia è quella di un uomo ormai in età della pensione, scorbutico e desideroso di farla finita, il quale però per qualche ragione è amato da tutte le persone che lo circondano, e persino empaticamente a prima vista da tutte le nuove conoscenze.
Egli gestisce alcuni aspetti pratici per tutto il vicinato nella strada dove risiede, e l'arrivo dei nuovi vicini, misto al lottare contro una nuova riqualificazione del quartiere, gli daranno nuove ragioni di vita.
 
La trama non è nulla di speciale, è anzi stata vista e rivista, ragion per cui nelle poche righe sovrastanti è stato detto persino troppo, ma con consapevolezza, perchè questo film è davvero difficile da consigliare.
 
Partendo dagli aspetti positivi e dalle cose riuscite, Hanks non sfigura, anche di fronte ad un personaggio ricolmo di clichè, come il fatto che è cattivo e brontolone, specialmente con bambini ed animali, e poi si scopre che sotto sotto è buonissimo.

Bene anche le immagini, inquadrature, colori, scenografie, un po' tutta la regia insomma, che nonostante il passo estremamente lento e molte scene insipide, non lo rende un film difficile da guardare.
 
Malino la scelta, e neutra la prestazione, del figlio di Hanks, che nel film interpreta suo padre da giovane, data la pochissima somiglianza tra i due, che fa sembrare la decisione come presa quasi per nepotismo.

Male il titolo, il libro aveva un nome quantomeno curioso ed in parte intrigante, la versione cinematografica svedese aveva un titolo semplice, per tutti, e la versione in lingua originale era stata adatttata in maniera altrettanto semplice e connessa, ma per qualche ragione in italia è stato distribuito con un inspiegabile e patetico "Non cosi vicino". (L'argomento avrà un post dedicato).

Malissimo la somiglianza con un'altra pellicola, "Gran Torino" del 2008, diretta ed interpretata da Clint Eastwood (Il film di per se non è male), dove in anch'essa vi è un protagonista anziano e scorbutico, anch'egli odia i nuovi vicini, anch'egli poi si addolcisce e li difende, anch'egli ha una auto a cui tiene tantissimo che poi regala al vicino, etc.. persino il titolo, anche in quel caso, è pessimo.

giovedì 20 giugno 2024

Che cosa significa "buona la prima"?

"Buona la prima" è una espressione italiana che in campo cinematografico sta a significare che la prima ripresa effettuata di una data scena, è già soddisfacente.

Tale espressione è diventata talmente di uso comune che ormai è utilizzata in praticamente qualsiasi settore, lavorativo e non, con tono sincero o ironico, per indicare un lavoro ben fatto al primo tentativo.

Nella pratica, nasce dal fatto che nel bollettino della giornata di riprese venga annotata anche la qualità di tale materiale, e che quindi capiti che già la prima venga catalogata come "buona". Una nota che come abbiamo visto in un precedente post, sarà di aiuto a regista e montatori nel post produzione.

Vien da sè dunque che se la prima ripresa, il primo ciak, o la prima "take" come direbbero gli anglosassoni, sia buona... eh no, il caso non è chiuso, si tende infatti quasi sempre a farne comunque di ulteriori per essere più sicuri di avere molteplici copie considerate "buone". 

 

 

 



lunedì 17 giugno 2024

"Red Eye" (2005) #SpiegazioneTitolo

 Non la più complessa delle spiegazioni, ma certamente una delle più curiose, anche se qualcuno particolarmente perspicacie potrebbe intuirla senza indizi.

Innanzitutto le due parole inglesi stanno a significare Occhio (Eye) Rosso (Rosso), in questo caso anche se non pluralizzate sono da tradursi come "Occhi rossi", e la ragione per la quale è stato scelto come titolo è molto semplice : Perchè si tratta di un film riguardante un volo notturno, i quali nel mondo anglosassone vengono colloquialmente e non, chiamati "Red Eye", proprio perchè partendo la sera ed arrivando il giorno dopo, possono in alcune persone creare insomnia o affaticamento, facendogli avere all'atterraggio, appunto, degli "Occhi rossi".

Di contro dunque questi voli hanno la caratteristica di non permettere una intera nottata di sonno completo, ma a loro favore, hanno l'aspetto di essere spesso più economici. 

La definizione di voli "Red Eye" non è comunque un qualcosa di particolarmente recente, dato che se ne hanno tracce negli Stati Uniti, fin dalla fine degli anni '60.

venerdì 14 giugno 2024

"Red Eye" (2005) #Recensione


 Si tratta di un film che al tempo, ormai 20 anni fa, fu molto pubblicizzato e riscosse un buon successo sia di pubblico che di critica. 
 
La trama è molto semplice, forse un po' banale per un thriller psicologico, ma allo stesso tempo sufficentemente intrigante, almeno sulla carta.
Una dirigente d'albergo giovane e con una vita di basso profilo, incontra all'areoporto un uomo affabile ed abbastanza carismatico, col quale inizia una coversazione che si protrarrà fin sopra al velivolo. 
Dove però per sua sfortuna ella scoprirà che l'interesse dell'uomo non era casuale ed inizierà a subire un ricatto sia psicologico che fisico.
Purtroppo è una di quelle situazioni in cui andare oltre significherebbe svelare troppo, oltre al tanto già detto.
 
Il film ha mantenuto negli anni lo stesso livello di pareri positivi, tuttavia vi sono degli elementi molto elogiabili al suo interno, ed altri che non sembrano propriamente riusciti.
 
Di costante vi è la linearità del film, senza accellerazioni o punti noiosi, mantiene l'attenzione dello spettatore sempre al solito livello, grazie ad un passo costante ed in parte a crescere, anche se non si può elogiarlo come il migliore dei passi ed il maggior catturatore di attenzione.
Mentre ci sono altri aspetti che che rendono il film piuttosto incongruente con se stesso, come per esempio l'eccellente performance recitativa di entrambi i protagonisti, ossia Rachel McAdamas e Cillian Murphy, riconosciuta da più parti con cadidature a vari premi di settore, in contrasto con il valore generale del film che non riesce mai a rilasciare colpi di scena memorabili, sia come dialoghi, che come trama, che come scene vere e proprie. 

Altra incongruenza, ma è un classico per i film hollywoodiani, è quella di trasformare un thriller psicologico con protagonista una persona comune, in una caccia tra esperti di armi e combattimento, con tanto di pistole, ed in questo caso addirittura bazooka, che appaiono dal niente in quantità sproporzionate.

In sostanza un film che delude nel suo insieme nonostante l'ottima prova recitativa del cast, ma che ha nella sua brevissima durata, solo 1h 15 minuti effettivi, la caratteristica di essere il meno indolore possibile. 

martedì 11 giugno 2024

Jim Jefferies - Fully functional (2012)

 "Fully functional" è uno speciale del comico australiano Jim Jefferies, della durata di poco più di un'ora.

Come già detto più volte per altri suoi lavori, anche questo soffre dalla solita problematica, un enorme divario tra le due tipologie di argomenti scelti ed il modo in cui vengono trattati.

Si parte con l'analisi di situazioni personali, riguardandi le sue frequentazioni e le sue interazioni familiari, e come spesso accade, al di la di quello che alcuni trovano un linguaggio eccessivamente volgare, vi sono vari elementi sofisticati e divertenti. Rimane comunque il consueto velo di pesantezza e di inverosimiglianza generale, riguardo a tutte queste dinamiche che lo coinvolgono.

Si passa dunque, per ribadire ancora una volta il notevole stacco, ad una disamina geniale e sorprendente della società moderna, in particolare della cultura americana, contrapposta a momenti a riguardanti quella cinese.
Seguita da una altrettanto elaborata ed eccezionale critica alla religione, precisamente quella cristiana, con scene dichiaratamente e volutamente fittizie per completare la sua visione di totale controsenso da parte di tale istituzione se rapportata alla vita reale. 
 
A seguire parte il racconto di due aneddoti, uno in aereo ed un uno in un albergo dopo uno spettacolo, che ovviamente lo vedevano protagonista, e fin troppo verrebbe da dire.
Senza rivelarne i contenuti, appaiono entrambe come costruite, se non del tutto, quantomeno esagerate fino a rendere la prima surreale, e purtroppo in parte anche ridicola, e la seconda.. beh, la seconda appare proprio come inaccettabile, "cringy" per usare un termine anglofono, oltre che fuoriluogo, e nel caso specifico anche eccessivamente lunga.
Queste due storie ricoprono infatti da sole la metà del suo speciale, e fanno stavolta pendere l'ago della bilancia verso l'opinione che non valga la pena consigliarlo.

Rimane comunque un'ora in cui alcuni momenti e riflessioni appaiono cosi geniali ed originali, che quantomeno per un appassionato di questo genere di spettacoli, o semplicemente un suo grande fan nello specifico, valga certamente la pena vederlo.

sabato 8 giugno 2024

"Che pasticcio, Bridget Jones!" (2004) #Recensione

 "Che pasticcio, Bridget Jones!" (In originale : Bridget Jones - The edge of reason), è il secondo capitolo della saga di Bridget Jones, tratto dall'omonimo libro.

La trama è la stessa, medesima, identica, del primo film. Lei è in sovrappeso, si duole di se stessa e della vita, crea incomprensioni e momenti di imbarazzo, alimenta i propri rimugini al limite della paranoia, e lascia e riconquista Mark numerevoli volte. 
Nel mezzo a tutto c'è Hugh Grant, che riprende anch'egli il proprio ruolo, che si comporta nella stessa maniera del primo capitolo, cercando di portarla a letto, fregandosene di lei quando è in difficoltà, e lottando a mani nude con il rivale in amore.
Ad un certo punto la storia si sposta in Tailandia, cosa che sembra essere ricorrente nei sequel pessimi, come era accaduto già per Hangover 2.
 
Che il film sia una copia del primo non vi sono dubbi, che ne sia una brutta copia, appare altrettanto palese.
Sembra un Fantozzi venuto male, con tanto di settimana bianca e discesa disperata dopo aver mentito riguardo alle proprie abilità da parte della protagonista.
Questo film non fa mai ridere, mai pensare, mai appassionare, in compenso irrita molto nel modo in cui vengono riproposti all'infinito i soliti concetti. 
Si da per scontato che quello che ha funzionato nel primo, in quanto sorpresa che nessuno si aspettava, permetta di ottenere lo stesso risultato in questo episodio.
 
Si salva la recitazione, bene un po' tutti nei rispettivi ruoli, d'altronde si sta parlando di attori di alto livello.

In sostanza un film che non aveva ragione di esistere, e che non ha niente da dire, soprattutto niente da aggiungere al primo capitolo. Un film fastidioso nella sua banalità e che non rende l'agonia affatto breve con i suoi 105 minuti di durata, quindi sconsigliabile a tutti, specialmente a chi ha amato quel piccolo capolavoro che è stato invece il primo film della saga, e che piacque un po' a tutti, anche a coloro che non sono affatto appassionati del genere.
 
Era comunque prevedibile che non venisse fuori un lavoro di valore, dato che i sequel difficilmente riescono in questo intento, e dato che il registra del primo film non ha diretto questo sequel. 

martedì 4 giugno 2024

Chi è Rocco Papaleo?

 Rocco Papaleo, nato e cresciuto in Lucania, è un attore e registra italiano, che è finito nel mondo della cinematografia per caso, essendo stato iscritto ad un corso di teatro da un'amica al tempo dei suoi studi universitari.

Sicuramente sentiva il richiamo delle arti sin da giovane, dato che aveva già iniziato a suonare vari strumenti musicali, ma dopo averli abbandonati, cosi come i propri studi universitari, fu risucchiato dal mondo della recitazione che gli regalò anche le maggiori soddisfazioni ed i maggiori riconoscimenti.

Come attore uno dei suoi primi lavori è essere parte del cast dell'indimenticabile serie televisiva tutta italiana "Classe di ferro", per poi passare pochi anni dopo al diventare un fedelissimo di Leonardo Pieraccioni, finendo per partecipare a moltissimi dei suoi film, con prestazioni anche molto ben riuscite come quella ne "I laureati".

Il suo esordio dietro la cinepresa risale al 2010 con un film sulla sua Basilicata, per il quale ottiene un David di Donatello ed un Nastro d'argento proprio a livello personale. 

La passione mai del tutto sopita per la musica lo ha portato negli anni ad incidere anche degli album, mentre le sue doti di sceneggiatore erano state messe in pratica sin dal tempi di Classe di ferro, avendo contribuito come autore.
Oltre a queste capacità, la sua poliedricità lo ha portato anche ad essere nella vita un conduttore e doppiatore, e da sempre un personaggio del quale si sente parlare per aspetti artistici, dato che la sua vità privata non è mai finita in primo piano per nessun eccesso o scandalo.

sabato 1 giugno 2024

"Ragazze interrotte" #SpiegazioneTitolo

 Si tratta di un film del 1999, che apparve subito particolare già dal titolo.

Titolo che è una traduzione sostanzialmente letterale di quello originale "Girl, interrupted", ma che nella sua maggior semplicità in questa piccola sorta di adattamento in italiano, suona ancora meglio.

Dando a Cesare quel che è di Cesare, dopo le tante e talvolta giustificate critiche che vengono mosse al risultato finale della traduzione/adattamento dei titoli originali in Italiano (cosa accaduta frequentemente anche su questo blog), stavolta va proprio riconosciuto che non vi sono stati ne stravolgimenti insensati o ridicolizzanti, nè allungamenti o rivelazioni eccessive, quindi nel piccolo della cosa, un ottimo lavoro.

Il significato letterale è dunque rimasto invariato da quello originale, e cosi anche ovviamente il suo concetto, ossia che si tratti di un film incentrato su di un gruppo di ragazze, che come lascia intuire e presagire il titolo, abbiano avuto un qualcosa di sconvolgente durante la propria crescita o esistenza, che ne abbia in qualche modo interrotto alcune funzionalità mentali, rendendole in parte invalide e certamente inadatte, per la società in cui vivevano.

Che cosa fa un "Make-up artist"?