giovedì 26 dicembre 2024

"La palla numero 13" (1924) #Recensione

 E' una pellicola che ha ormai compiuto ben 100 anni, con protagonista uno dei principali esponenti occidentali in assoluto del cinema muto, Joseph Frank Keaton detto Buster.

La storia riguarda un aspirante poliziotto, che si trova involontariamente protagonista di un tentativo di diffamazione, essendo accusato in prima persona di un furto che non ha commesso. 
Durante la sua indagine però, soprattutto visti i pessimi risultati di essa, si addormenta, ed iniziano varie scene in cui sogna di essere un detective di nome "Sherlock Jr".

La trama è appunto piuttosto semplice, come accadeva spesso per le pellicole dell'epoca, che guardavano molto di più ad elementi di sorpresa ed ai vari "stunt" che ad essa. 
Lo stesso vale per la durata, solo 45 minuti, che oggi risulterebbe estremamente inusuale.
Usuale invece per l'epoca, anche la presenza del pianoforte sotto al palco nelle scene in cui viene inquadrato il teatro e la proiezione di un'altra opera cinematografica.
Pianoforte che è visibile visto che si tratta di scene di metacinema, ossia del cinema che mostra il cinema, nello specifico la una proiezione di un film in sala, all'interno del film stesso.

Per quanto riguarda la figura di Buster Keaton, colpisce come non fosse forse il volto più fotogenico del cinema del momento, ma sicuramente risultava piuttosto espressivo, almeno nella pellicola in questione.
Non sorprende affatto invece la sua statura, ben visibile accanto ad altri personaggi che appaiono quasi come dei giganti intorno a lui. Era alto infatti soltanto 1.65, cosa che lo ha quasi certamente aiutato nei vari stunt della propria carriera, è tipico infatti che attori molto attivi e spericolati sul set, siano stati di bassa statura, e lo siano tutt'oggi, come lo sono Jackie Chan e lo stesso Tom Cruise. 

Per quanto riguarda la spericolatezza delle scene, non si può dire che in questa opera colpiscano particolarmente, mentre alcuni "effetti speciali" sono risultati piuttosto sorprendenti e sono diventati storici, segnando in positivo anche le sorti della pellicola e del suo stesso protagonista.

Di negativo però sarebbe da far notare come, nonostante sia stato elogiato da alcuni critici per la propria coesione, sembri invece più un insieme di scene/scenette/sketch messi insieme, anche in maniera piuttosto poco omogenea, tanto da farlo risultare più slegato nel suo insieme, che il contrario. 

In sostanza un film per curiosi, di cinema o magari soltanto di quel tipo di commedie, che non ha limitazioni di possibile pubblico, ma che non riesce veramente ad appassionare, rimanendo soltanto più un elemento storico che un possibile intrattenimento moderno. 

martedì 24 dicembre 2024

"Un'estate in Provenza" (2014) #AnalisiTitolo

Post piuttosto ridondante concettualmente, ma solo per segnalare, e ribadire il concetto, che anche il titolo del film in questione, ha sofferto del molto frequente "danno da adattamento in italiano".

In originale infatti è stato intitolato "Avis de mistral", che significa "Avviso di maestrale", ossia un titolo che ha una forte connessione con l'opera, con la zona dove è ambientato, dove è infatti solito tirare quel tipo di vento, e con la trama appunto, nella quale il protagonista è profondamente legato ai suoi olivi e spera di ricevere un premio dopo tutto il duro lavoro.

Il titolo è quindi ben amalgamato con la pellicola, ma ha anche le componenti che classicamente lo rendono un'ottima scelta, ossia quella di essere semplice ed orecchiabile, e quella di essere criptico, non svelando niente dell'opera, ma anzi intrigando.

Nell'adattamento in italiano... tutto perduto. Come detto più volte molto spesso si va su di un titolo che sia il più ovvio possibile, e che spieghi il più possibile riguardo alla trama, cosi che la gente sappia già cosa va a vedere. Ed è cosi che si è passati dal titolo originale, ad un insipido e scontato "Una estate in Provenza". 

sabato 21 dicembre 2024

"Pare parecchio Parigi" (2024) #Recensione

 Si tratta di un film scritto e diretto da Leonardo Pieraccioni, di recentissima uscita, liberamento ispirato a fatti simili, realmente accaduti.

La storia è quella di tre fratelli, scorbutici e piuttosto arroganti tra loro, figli di un padre che di queste due caratteristiche ne aveva da vendere, i quali una volta scoperto che quest'ultimo era in fin di vita, e nonostante si fossero persi di vista negli ultimi anni, decidono di realizzare, o almeno di fingere di farlo, il grande sogno del padre di vedere Parigi.

L'opera è la quindicesima per Pieraccioni nel mondo cinematografico, ma certamente non tra le sue più memorabili. 
Risulta infatti particolarmente "spenta", anche se i fatti reali sui quali ispirarsi erano molto curiosi e dai quali poteva nascere una ottima pellicola.

Il regista-sceneggiatore, che come in quasi tutti i casi nelle sue opere, è anche il protagonista del film, appare proprio poco ispirato, quasi svogliato, e senza nessuna idea o movenza diversa da quelle che ha già espresso e mostrato in innumerevoli sue opere.

Il resto del cast risulta altrettanto di basso livello, almeno nelle loro singole prestazioni, aggiungendo benzina sul fuoco alla già irritante (scelta voluta) personalità di molti personaggi del film.

Male un po' tutto dunque, dalla poco credibile riproduzione degli interni di un aereo di linea, all'umorismo forzato e urlato, alla costante ed eccessiva teatralità di molti dei personaggi.
In sostanza un lavoro davvero poco ben riuscito, tanto da farlo sembrare, più che altro per ragioni di trama, una brutta copia di "Goodbye, Lenin!".

Tuttavia, e questo è forse uno dei più consistenti e corposi tuttavia esprimibili linguisticamente, nell'ultima mezzora il film riesce a chiudere molti cerchi, soprattutto a livello di trama, ed a coinvolgere se non a tratti addirittura a sorprendere. Un paio di scene verso il finale lo rendono addirittura quasi meritevole di essere visto.

Una pellicola quasi a doppia faccia dunque, adatta a tutti, e con tematiche molto moderne, oltre che una base di trama che come detto risulta interessante ed aveva un grande potenziale.
In sostanza un film per tutti, che va a migliorare e si riprende quasi completamente alla fine, ma che rimane comunque in molte parti decisamente irritante e non ben realizzato. 

mercoledì 18 dicembre 2024

"Profumo di donna" (1974) #Recensione

 "Profumo di donna" è una pellicola di ormai 50 anni fa, e li sente tutti.

La storia è quella di un veterano dell'esercito, residente a Torino, il quale ha perso la vista ed un avanbraccio a causa di una bomba, ed è diventato insolente ed insopportabile, oltre che non più del tutto autosufficiente. 
Ad accudirlo si presenta una giovane leva dell'esercito di soli 18 anni, mandata li per una settimana di licenza premio.
I due inizieranno un viaggio fisico, verso il sud Italia, che li porterà a fermarsi a Genova e Roma, via Pisa, per giungere infine a Napoli come previsto, ma anche un viaggio personale, alla scoperta di lati di loro stessi.

Come detto il film sente tutti i propri anni, sia per aspetti pratici come la qualità video e forse ancor più quella audio, sia per aspetti come il passo, piuttosto lento, che per quanto al tempo fosse la norma, oggi è diventato piuttosto raro. Presenti anche alcuni dialoghi indirizzati a personaggi (nel film) gay, che con la maggiore sensibilità moderna non sarebbero più tollerati. 

Il film di per se appare piuttosto ben pensato, essendo di fatto la trasposizione cinematografica di una opera letteraria di successo, ed ebbe anche un ottimo riscontro, soprattutto dalla critica, che lo candidò addirittura a due premi Oscar, di cui uno come miglior film straniero.
Tanto fu apprezzato che ne fu realizzato molti anni dopo un remake hollywoodiano, con addirittura Al Pacino come protagonista.

Da elogiare anche la colonna sonora, estremamente minimalista, con giusto un paio di canzoni al piano, ma che risulta molto pertinente, come anche la recitazione generale da parte un po' di tutto il cast, ed i dialoghi, forse in assoluto l'aspetto di maggior valore di tutta l'opera.

Di negativo forse la ridondanza di alcuni concetti, o il labiale poco combaciante di alcuni personaggi.

In sostanza un film tra i più noti e storici del cinema italiano di un tempo, che ha avuto come protagonista un Gassman all'apice della carriera, che ha mostrato la performance che tutti si aspettavano da lui, ma che è difficile da consigliare ad un pubblico specifico, salvo a qualcuno che voglia addentrarsi nel cinema storico italiano.

Nota negativa di contorno, è stata la prematura scomparsa del coprotagonista, quasi 18enne nel film, e con un futuro brillante all'orizzonte, che morì poche settimane dopo la fine delle riprese a causa di un incidente stradale. 

sabato 14 dicembre 2024

"Napoleon" (2023) #Recensione

 "Napoleon" è un film recente che tratta le vicende di Napoleone Bonaparte, diretto da Ridely Scott.

La trama è largamente basata sulla vita di Napoleone, quindi non avrebbe molto senso starla a ripetere, anche se per ammissione dello stesso Scott, il film è stato largamente criticato per essere poco attinente ai fatti reali, esplora infatti in particolare i sentimenti del Napoleone uomo, ed i suoi rapporti personali con le persone che lo circondavano, in special modo con la moglie Josephine.

Il film ha avuto una gestazione piuttosto travagliata, quantomeno a livello di cast, dato che il protagonista, Joaquim Phoenix ha minacciato di lasciare la produzione in corso d'opera, e Vanessa Kirby, nel film nel personaggio di Josephine, è stata ingaggiata dopo la rinuncia della prima scelta, che era già stata data per certa.

Il film è stato una produzione esclusiva Apple, ed un fallimento colossale al botteghino, con una rimessa di 165 milioni di dollari per la compagnia.
Tuttavia ha ricevuto diversi apprezzamenti dalla critica, in particolare per alcuni aspetti specifici, legati principalmente alla parte visiva del film, ossia ben 3 candidature agli Oscar, per la scenografia, costumi, ed effetti speciali, meritatamente verrebbe da dire.

Molto bene anche la recitazione dei due protagonisti, eccellenti nelle singole interpretazioni, e sufficientemente affiatati anche come coppia, al netto dell'aspetto fortemente criticato della differenza di età, i 14 anni in più di Napoleone, anziché 6 in meno come nella realtà.

In sostanza un film piuttosto lungo, 2 ore e 40 minuti (Ed ancor più lungo nella versione del regista) che mostra pochi dei suoi difetti ad uno spettatore non a conoscenza dei fatti reali, ma che coinvolge solo in parte, nonostante un finale che va a crescere. Risulta dunque consigliabile potenzialmente a tutti, al netto di chi ama i biopic e lo troverebbe fuori luogo. Questa è infatti la critica più profonda che si possa muovere al film, quella di non essere nè un biopic fedele, nè un'opera stralunata e surreale, e magari comica, legata alla vita di Napoleone, ma una via di mezzo che molti hanno giustamente trovato difficile apprezzare.

martedì 10 dicembre 2024

"Profumo di donna" (1974) #AnalisiTitolo

Questo post, come molti altri su questo tema, è per sottolineare per l'ennesima volta come gli accenni all'aspetto "femminile" o "sessuale", siano frequentemente inseriti per portare l'italiano al cinema.

O forse lo farebbe comunque, ma la scelta delle produzioni è chiara, da sempre, accennare quei concetti, spesso in maniera anche poco velata, per massimizzare l'interesse.

Ecco che un film su un veterano di guerra, cieco e depresso, che cerca la pace interiore. diventa puramente una caccia agli odori delle donne che incontra, per strada e non.

Avrebbe potuto chiamarsi in mille altri modi, riferendosi alla sfera della mente, o della spiritualità, o della ricerca nella vita, o delle invalidità, eppure, ancora una volta, l'ennesima, ha finito per essere un titolo riguardante la sfera femminile ed a sfociare sessualità. 

Non sono bastati nemmeno Dino Risi e Vittorio Gassman per renderla sulla carta una opera sufficientemente appetibile per il grande pubblico, serviva quel dettaglio, e quel dettaglio è stato inserito, come quasi immancabilmente si potrebbe dire. 

domenica 8 dicembre 2024

"Un lupo mannaro americano a Londra" (1981) #Recensione

 Si tratta di un film di genere "Horror" di inizio anni '80, che in molti anche nelle generazioni successive hanno sentito nominare spesso.

La trama è quella di due giovani americani con zaino in spalla in giro per l'Inghilterra. Essi si imbattono ben presto in uno strano pub in una zona remota, con una strano nome e degli strani simboli. Vengono ben presto cacciati e la loro sorte nelle campagne inglesi è subito segnata dall'incontro notturno con un lupo mannaro. La morte di uno dei due e la trasformazione dell'amico a sua volta in lupo mannaro, porteranno ad una serie di ulteriori omicidi.

E' un film che ha forse più tratti che puntano al comico rispetto a quelli che vorrebbero farlo essere un film dell'orrore vero e proprio, di fatto infatti il film non fa assolutamente paura ed è proprio la suspense che manca in maniera totale.

Lo svolgimento dei fatti è infatti estremamente lineare ed ovvio, senza risultare però del tutto scontato o irritante.

Molto bene i costumi, anche se non sempre, in alcune scene appaiono fin troppo da film di fantascienza di una qualche invasione aliena.
Benissimo gli effetti speciali, specialmente per l'epoca, le trasformazioni in lupo mannaro risultano infatti estremamente ben fatte e sorprendenti.
Entrambi questi aspetti furono infatti molto elogiati.

In sostanza un film che come detto non impaurisce affatto lo spettatore e che forse ha più restrizioni riguardanti le molteplici scene di nudità.
Una pellicola che sa molto di "Taxi driver", e che sorprende per il fatto che sia stata diretta dallo stesso registra di un film diametralmente opposto come "Una poltrona per due".
Difficile da consigliare, ma rimane un film che ha una sua rilevanza nella storia della cinematografia. 

"Ecce bombo" #FrasiFamose