Questo post, come molti altri su questo tema, è per sottolineare per l'ennesima volta come gli accenni all'aspetto "femminile" o "sessuale", siano frequentemente inseriti per portare l'italiano al cinema.
O forse lo farebbe comunque, ma la scelta delle produzioni è chiara, da sempre, accennare quei concetti, spesso in maniera anche poco velata, per massimizzare l'interesse.
Ecco che un film su un veterano di guerra, cieco e depresso, che cerca la pace interiore. diventa puramente una caccia agli odori delle donne che incontra, per strada e non.
Avrebbe potuto chiamarsi in mille altri modi, riferendosi alla sfera della mente, o della spiritualità, o della ricerca nella vita, o delle invalidità, eppure, ancora una volta, l'ennesima, ha finito per essere un titolo riguardante la sfera femminile ed a sfociare sessualità.
Non sono bastati nemmeno Dino Risi e Vittorio Gassman per renderla sulla carta una opera sufficientemente appetibile per il grande pubblico, serviva quel dettaglio, e quel dettaglio è stato inserito, come quasi immancabilmente si potrebbe dire.
Nessun commento:
Posta un commento