Bowling a Columbine (Titolo originale : Bowling for Columbine) è un documentario dei primi anni 2000 realizzato da Michael Moore, già autore di altri lavori simili, che ebbe una notevole popolarità ed ottenne diversi apprezzamenti, culminati con la vittoria dell'oscar nel 2003 come miglior documentario.
Vengono trattati nell'arco delle due ore effettive di pellicola, moltissimi temi, da quelli sociali, a quelli pratici di vita quotidiana, mantenendo il leit motiv della diffusione delle armi sul territorio degli Stati Uniti, ed usando come fulcro del fatto che esista un reale problema, la strage avvenuta alla Columbine highschool in Colorado nel 1999.
Il fatto che due studenti adolescenti avessero avuto accesso liberamente ad armi e munizioni, comprandole addirittura nelle catene di supermercati aperte al pubblico senza che nessuno li fermasse, è come detto il punto di partenza dal quele Michal Moore inizia ad interrogarsi sul come sia stato possibile, a livello pratico, e sul perchè due ragazzi perdano il contatto con la realtà in tale modo, da riuscire a generare cosi tanto male.
Il suo processo di domande interiori, si materializza nella realtà andado di persona nei luoghi dove sono avvenuti tutti i fatti salienti o connessi all'evento, dalle sale da bowling, alle catene dove vendevano ancora munizioni, fino alla Columbine highschool.
La narrazione è certamente originale e ben fatta, compresi i tagli e gli interlocutori scelti, alla quale si aggiunge il portare a conoscenza di tutti, elementi poco conosciuti, specialmente da un pubblico non statunitense.
Alcuni degli intervistati si rivelano inoltre particolarmente interessanti nelle loro posizioni, come è il caso del cantante metal Marylin Manson, preso come principale capro espiatorio della tragedia in quanto i due esecutori ascoltavano le sue canzoni, che dichiara che forse è stato più il bombardare del governo americano a dare il cattivo esempio rispetto a lui, e che non avrebbe detto niente ai due ragazzi se li avesse incontrati prima dei fatti, ma li avrebbe ascoltati, cosa che secondo lui nessuno ha fatto.
Questi sono solo alcuni aspetti specifici presi come esempi, per non fare troppi spoiler, ma per far capire come sia un documentario semplice ma intrigante, che coglie le problematiche giuste, e cerca di andare a fondo nel risolverle. Al contempo non è negabile che si stia parlando di cinematografia, e che sicuramente ci siano stati possibili tagli sugli elementi più scomodi, che alcune voci siano state magari in parte travisate o messe in cattiva luce, e che vi sia un notevole livello di spettacolarizzazione anche forse dove non serviva. Tuttavia rimane un'opera che colpisce, e che tratta un problema realmente grave nella società americana e nella cultura moderna, in un modo che lo rende adatto a tutti, nonostante gli argomenti siano pesanti da trattare ed accettare.