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domenica 6 luglio 2025

La collezione di film della De Agostini.

 



   (Foto scattata recentemente, degli oggetti originali e ben conservati)

Agli inizi degli anni '90 la De Agostini, notissima e longeva casa editrice (e non solo) italiana con sede a Novara, decise di lanciare una "collezione" di pellicole in vhs, da poter ritirare in edicola a cadenza costante, con il nome completo di : "The English Movie Collection-Per migliorare l'inglese".

Il risultato fu un notevole successo, sia perchè le fonti per apprendere altre lingue al tempo erano limitate (internet non era ancora diffusa a livello nazionale), ma anche per il valore dei film distribuiti.
Non si trattava infatti di B-movies, cosa che sarebbe stata possibile visto che l'obiettivo era l'apprentimento della lingua, ma di film di primo piano, si spaziava infatti da "Ufficiale e gentiluomo", fino a "Proposta indecente", passando per "Ghost" e "Top gun", anche se purtroppo a predominanza quasi assoluta di opere hollywoodiane.

Anche il risultato pratico, quello riguardante l'apprendimento fu un successo, una ragione su tutte fu la presenza dei sottitoli, che oggi diamo per scontati o che possiamo ottenere con un click, ma che al tempo non erano una certezza.
Inoltre l'obiettivo esatto, come diceva il titolo della collezione, era quello di "migliorare l'inglese", quindi non si relazionava ad un pubblico di principianti assoluti con magari esercizi di vocabolario, ma a coloro che erano in grado di assorbire i vari aspetti di una lingua dalla visione di una pellicola.

sabato 5 luglio 2025

"Pellicola" e "Cortometraggio", dovremmo smettere di usare queste parole?

 C'è un esempio nel mondo della musica, ben presente e comune nella nostra lingua, legato a questo concetto, ossia quello della parola : "Gettonato", ancora oggi appunto si parla di un qualcosa, volendo anche una canzone, molto "Gettonata", quando però il termine viene dal fatto che una canzone venisse selezionata molteplici volte in un Jukebox, pagandone la riproduzione tramite un gettone.
Di conseguenza una canzone molto apprezzata e molto riprodotta, era una canzone gettonata.

Viene da domandarsi quindi ss oggi parole come "Pellicola" e "Cortometraggio", abbiano ancora senso di essere usate.

Per quanto riguarda la prima infatti, è ormai noto che siano scomparse quasi totalmente la ripresa ed il montaggio in analogico, tramite l'utilizzo di una pellicola fisica, facendo decadere completamente il concetto, e l'immagine, che in qualsiasi momento della realizzazione e dello stoccaggio dell'opera, si possa parlare realisticamente di "Pellicola".

Il secondo termine è soltanto uno dei tanti che usano la parola "metraggio", e per tutti viene da domandarsi nuovamente se non sia il caso di lasciarli cadere in disuso, visto che non si lavora più con e sul metraggio, (la lunghezza in metri di fatto) di una pellicola fisica.

Tutti questi termini potrebbero magari essere sostituiti da qualcosa di più moderno, e più pertinente e sensato, magari legato alla tipologia del file creato per quanto riguarda la sostituzione di "Pellicola", e la grandezza in megabyte di tale file, per quanto riguarda il "metraggio". 

Probabilmente questo però sarebbe semplicemente più complicato a farsi che a dirsi, e farebbe perdere un po' di fascino e nostalgia a tutta la cosa, ma allo stesso tempo è possibile che tale transizione lessicale accadrà in maniera naturale, fisiologica, grazie all'avvento di un qualche nuovo elemento di produzione, che potrebbe persino far creare nascere neologismo per rimpiazzarli.

martedì 1 luglio 2025

Chi è Christopher Walken

 Ronald Walken, classe 1943, conosciuto da tutti con il suo nome d'arte Christopher Walken, è un attore americano ormai ottuagenario, che ha ottenuto e mantenuto costante il proprio successo per oltre mezzo secolo.

Inizia come ballerino per desiderio della madre, lavora anche come circense, ed ha una prolifica carriera teatrale, ma è nel mondo del cinema che troverà la propria strada ed una consacrazione assoluta.

Durante la propria carriera cinematografica ha raggiunto tutti i possibili obiettivi di settore, dal lavorare con i più grandi registi, come Quentin Tarantino e Tim Burton, al recitare al fianco dei più grandi attori, come Robert De Niro e Johnny Depp, al prendere parte a dei "Colossal", fino al conseguimento del premio più ambito, l'oscar, vinto nel 1979.

Nonostante l'età avanzata non ha ancora abbandonato le scene, ha infatti preso parte proprio l'anno scorso al colossal "Dune", recitando nel sequel appena uscito. 

Dovendo scegliere un momento su tutti che lo riguardi e definisca emblematicamente le sue doti recitative ed ancor di più la sua capacità di vivere ed adattarsi al momento singolo di ogni scena, viene a mente il dietro le quinte del film "Prova a prendermi", dove viene mostrata e spiegata la scena del pranzo con Leonardo Di Caprio, nel film suo figlio. 
In tale scena Walken recita il proprio piccolo monologo in maniera diversa per varie riprese, sempre originalmente, sempre eccellentemente, ma è nell'ultima che sorprende tutti, iniziando improvvisamente a piangere, pur rimanendo nella parte, ma cambiando completamente il senso ed il taglio della scena. 
La scelta e l'esecuzione furono considerate talmente sorprendenti ed eccezionali dal regista, che furono quelle scelte per il montaggio finale. 

Singolare la sua vita privata, in particolare per una star di Hollywood per cui appare fin troppo noiosa, non ha infatti collezionato matrimoni o relazioni come molti suoi colleghi, ha invece mantenuto intatto il proprio ed unico matrimonio dal 1969 oggi, senza avere figli e senza finire su giornali scandalistici per fatti reali o fabbricati per far parlare di se. 


sabato 28 giugno 2025

Che cosa è la "Celluloide"?

 La celluloide è un composto di plastiche che una volta steso è in grado di avere la caratteristica di essere molto flessibile, quasi tanto quanto una corda, è infatti come essa in grado di essere piegato e di poter essere riportato alla posizione iniziale, ma a differenza di essa se schiacciato non è in grado di tornare alla condizione iniziale.

La sua scoperta, o almeno la realizzazione di tale mistura risale ormai a più di 150 anni fa, momento in cui rivoluzionò il mondo della fotografia fin da subito, ed è stata uno degli elementi imprescindibili affinché potesse nascere pochi anni dopo la cinematografia.

Ha a proprio favore altre caratteristiche positive che hanno permesso di conservare negli anni pellicole cinematografiche che altrimenti sarebbero state compromesse, come l'alta resistenza all'umidità, ma il suo più grande punto debole, per se stessa e per le cose che la circondano, umani inclusi, è la sua altissima infiammabilità.
Questo ha comportato il fatto che molte pellicole negli anni siano andate distrutte a causa di incendi, di cui è una eccezionale rappresentazione del fenomeno il capolavoro del 1988 di Tornatore : "Nuovo Cinema Paradiso".

Non più in uso dai primi anni '50, sostituita da materiali più ignifughi prima e poi in gran parte dalla digitalizzazione, rimane comunque nell'immaginario collettivo, mantenendo intatto il proprio fascino ed è ancora in grado di scatenare l'effetto nostalgia quando viene mostrata o ne viene parlato.

martedì 24 giugno 2025

"Il mistero Moby Prince" (2022) #Recensione

 Il disastro della Moby Prince è un fatto di cronaca, una vera e propria strage di civili per la precisione, sorprendentemente poco noto, il che fa già intendere come il silenzio che si è voluto creare attorno a tale evento da parte delle varie istituzioni sia indice di un possibile dolo. 

Bene fare un piccolo cenno ai fatti per chi ne fosse completamente all'oscuro : si tratta di un disastro marittimo, dove in una chiara notte di primavera del 1991, davanti alla costa di Livorno , per ragioni inspiegabili, un traghetto della compagnia Moby prese fuoco, nello scheletro carbonizzato della nave, vennero rinvenuti i corpi dei 140 a bordo, tra passeggeri ed equipaggio. Ci fu un solo superstite, un mozzo che si getto a mare.

Il documentario in questione racconta tutti i suddetti aspetti, che non sono altro che gli unici pochi fatti certi di questa vicenda, in aggiunta al fatto che ci sia stata una collisione con una petroliera anch'essa presente nel porto quella sera. Il resto è buio e nebbia, nebbia che fu per anni uno dei capri espiatori perché non venissero accusate persone fisiche, salvo poi venir dimostrato che non ve ne era per niente quella sera.
Negli anni si parlò di errore umano, poi di una bomba, poi della suddetta nebbia, poi di una bettolina che tagliò la strada, etc etc, ma niente portò a prove inconfutabili ed accettate dalle famiglie delle vittime. 

Purtroppo però, nonostante nessuno chiedesse a questo lavoro cinematografico di far luce su elementi nuovi o scoprire verità nascoste, esso si limita a riportare qualche fatto, in maniera confusa e sconclusionata, facendo spesso perdere allo spettatore il filo della storia o quantomeno i collegamenti tra gli elementi.

L'assenza poi di una voce narrante è un altro elemento che lo fa apparire poco pianificato, e più come un semplice insieme di spezzoni reali ed interviste, messi assieme. 

Anche la presenza di Salvo Sottile non aggiunge proprio niente alla cosa, di fatto i suoi sono pochissimi interventi introduttivi e riassunti che potevano semplicemente non esserci.

L'aspetto singolo forse più emblematico della pochezza dello sforzo profuso per la realizzazione di questo documentario è come molti degli intervistati non siano sempre pienamente comprensibili e talvolta ci sono degli impappinamenti, l'assenza dei sottotitoli in quei frangenti ed il non rigirare la scena facendo ripetere la risposta, sono appunto significativi di quanto sia stato un lavoro tirato via.

In sostanza, purtroppo, non è da consigliare, nonostante l'argomento sia molto ampio ed interessantissimo, chi ha lavorato a questo progetto, forse magari soltanto per problemi di budget, non è riuscito a trasmettere la profondità e la gravita delle vicende in questione in maniera brillante ed avvincente. 


venerdì 20 giugno 2025

Pieraccioni come non te lo aspetti..


 Premettendo che magari per un grande ammiratore di Pieraccioni, qualcuno che abbia visto tutti i suoi film, che lo segue sui social, e che magari ha avuto modo di incontrarlo per una qualche ragione lavorativa o non, quello che sta per essere detto a suo riguardo potrebbe non essere in alcun modo sorprendente, ma diciamo per l'essere umano medio che magari ha incontrato le sue opere e le sue esternazioni frammentariamente, è probabile che invece siano parole diverse da quello che avrebbe sospettato.

Il regista ha infatti proprio questa settimana presenziato alla proiezione gratuita nella suggestiva cornice di piazza Pitti a Firenze, del proprio film "I Laureati", per il trentennale dalla sua uscita.

Quello che ha stupito, in positivo, è stato proprio durante l'oretta scarsa di racconti, di aneddoti sul film ed interazione con il pubblico.

Pieraccioni infatti, che oltre ad essere regista è anche attore ed autore, come accaduto appunto anche per il film in questione, ha dimostrato di avere molteplici altri talenti.

Innanzitutto quello di imitatore, all'interno dei suoi racconti di momenti divertenti o particolari riguardanti il film ha infatti esibito un paio di imitazioni eccellenti, soprattutto quella dell'attore Rocco Papaleo, con il quale ha collaborato spesso, e che è stata impeccabile, strabiliante per chi era li di persona. 

Ha poi esibito anche notevoli doti di gestione delle risorse umane, come detto una sua caratteristica probabilmente per chi lo conosca piuttosto bene e sappia che ha gestito Massimo Ceccherini per ormai trent'anni, ma in particolare per come ha saputo rispondere alle domande del pubblico alcune anche scomode ed insinuanti, senza mai uscire dal binario della comicità e della semplicità.

Ha inoltre dispensato consigli di vita utilissimi, sorprendentemente perché i temi e le domande erano spesso soltanto pratiche, ed ha dimostrato quella profondità ed empatia, che a volte nei suoi film cosi materiali e cinepanettoniani, non traspare del tutto.

Un uomo fatto da solo per davvero, dato che anche in questo frangente ha ricordato, senza vanto alcuno, di possedere scolasticamente soltanto la licenza di terza media, ed una persona e personalità più sofisticata di quello che appare sotto la maschera di membro del mondo dello spettacolo.

Ha in sostanza stupito per circa un'ora, con consigli di vita vissuta e consigli ai giovani per il loro futuro, senza mai sembrare pretenzioso od arrogante, e senza mai scemare nel narcisismo puro e nell'affarismo.

Complimenti dunque, per la poliedricità e per la semplicità, nonostante sia pur sempre un milionario sceso per un'oretta dalla collina, ma che ha dimostrato di non aver mai perso il contatto con la realtà, con i valori umani, e con la sua terra, che chiama spesso felicemente ed orgogliosamente "provinciale", ed in sostanza un insieme di piccoli talenti che ne motivano un po' di più il grandissimo successo ottenuto in patria. 

martedì 17 giugno 2025

Che cosa si intende per "Bobina" nel mondo del cinema?

 La parola "Bobina" non è esclusiva del mondo della cinematografia, in italiano significa infatti semplicemente un qualsivoglia oggetto che abbia la caratteristica di essere sufficientemente rigido da avvolgervi un qualcosa attorno.

Ecco dunque che è una descrizione perfettamente calzante di quello che accade nella realizzazione di un film, dove una pellicola, in passato di cellulosa, viene avvolta attorno ad un oggetto cilindrico, nella quasi totalità dei casi di plastica o metallo, fino a formare un nuovo oggetto che colloquialmente dagli addetti ai lavori viene chiamato anche "Pizza".

Il soprannome è molto pertinente perché le dimensioni raggiunte solitamente sono più o meno le stesse del diametro di una pizza classica da ristorante, mentre il peso è ben diverso, si parla di una decina di chilogrammi.

Altro nome ufficiale per tale oggetto è "Rullo", e solitamente ne erano in funzione due contemporaneamente nella sala di proiezione delle sale cinematografiche.

I film erano dunque composti da diverse bobine (portando il peso totale delle opere a svariati chili) tanto che lo stesso termine veniva talvolta usato come unità di misura, facendo nascere ipotesi su quante bobine servissero prima che lo spettatore iniziasse ad abbassare il proprio livello di attenzione.

Un mito vero, come già trattato in questo blog, è che fossero estremamente infiammabili a causa della cellulosa, mentre uno falso, inculcato da Paolo Villaggio e la sua saga di Fantozzi, è che la durata de "La corazzata Potemkin" (nome corretto dell'opera), avesse una durata spropositata, quindi un numero enorme di bobine, quando in realtà la pellicola ufficiale dura poco più di un'ora. 

Chi era "Maurino"?