mercoledì 18 dicembre 2024

"Profumo di donna" (1974) #Recensione

 "Profumo di donna" è una pellicola di ormai 50 anni fa, e li sente tutti.

La storia è quella di un veterano dell'esercito, residente a Torino, il quale ha perso la vista ed un avanbraccio a causa di una bomba, ed è diventato insolente ed insopportabile, oltre che non più del tutto autosufficiente. 
Ad accudirlo si presenta una giovane leva dell'esercito di soli 18 anni, mandata li per una settimana di licenza premio.
I due inizieranno un viaggio fisico, verso il sud Italia, che li porterà a fermarsi a Genova e Roma, via Pisa, per giungere infine a Napoli come previsto, ma anche un viaggio personale, alla scoperta di lati di loro stessi.

Come detto il film sente tutti i propri anni, sia per aspetti pratici come la qualità video e forse ancor più quella audio, sia per aspetti come il passo, piuttosto lento, che per quanto al tempo fosse la norma, oggi è diventato piuttosto raro. Presenti anche alcuni dialoghi indirizzati a personaggi (nel film) gay, che con la maggiore sensibilità moderna non sarebbero più tollerati. 

Il film di per se appare piuttosto ben pensato, essendo di fatto la trasposizione cinematografica di una opera letteraria di successo, ed ebbe anche un ottimo riscontro, soprattutto dalla critica, che lo candidò addirittura a due premi Oscar, di cui uno come miglior film straniero.
Tanto fu apprezzato che ne fu realizzato molti anni dopo un remake hollywoodiano, con addirittura Al Pacino come protagonista.

Da elogiare anche la colonna sonora, estremamente minimalista, con giusto un paio di canzoni al piano, ma che risulta molto pertinente, come anche la recitazione generale da parte un po' di tutto il cast, ed i dialoghi, forse in assoluto l'aspetto di maggior valore di tutta l'opera.

Di negativo forse la ridondanza di alcuni concetti, o il labiale poco combaciante di alcuni personaggi.

In sostanza un film tra i più noti e storici del cinema italiano di un tempo, che ha avuto come protagonista un Gassman all'apice della carriera, che ha mostrato la performance che tutti si aspettavano da lui, ma che è difficile da consigliare ad un pubblico specifico, salvo a qualcuno che voglia addentrarsi nel cinema storico italiano.

Nota negativa di contorno, è stata la prematura scomparsa del coprotagonista, quasi 18enne nel film, e con un futuro brillante all'orizzonte, che morì poche settimane dopo la fine delle riprese a causa di un incidente stradale. 

sabato 14 dicembre 2024

"Napoleon" (2023) #Recensione

 "Napoleon" è un film recente che tratta le vicende di Napoleone Bonaparte, diretto da Ridely Scott.

La trama è largamente basata sulla vita di Napoleone, quindi non avrebbe molto senso starla a ripetere, anche se per ammissione dello stesso Scott, il film è stato largamente criticato per essere poco attinente ai fatti reali, esplora infatti in particolare i sentimenti del Napoleone uomo, ed i suoi rapporti personali con le persone che lo circondavano, in special modo con la moglie Josephine.

Il film ha avuto una gestazione piuttosto travagliata, quantomeno a livello di cast, dato che il protagonista, Joaquim Phoenix ha minacciato di lasciare la produzione in corso d'opera, e Vanessa Kirby, nel film nel personaggio di Josephine, è stata ingaggiata dopo la rinuncia della prima scelta, che era già stata data per certa.

Il film è stato una produzione esclusiva Apple, ed un fallimento colossale al botteghino, con una rimessa di 165 milioni di dollari per la compagnia.
Tuttavia ha ricevuto diversi apprezzamenti dalla critica, in particolare per alcuni aspetti specifici, legati principalmente alla parte visiva del film, ossia ben 3 candidature agli Oscar, per la scenografia, costumi, ed effetti speciali, meritatamente verrebbe da dire.

Molto bene anche la recitazione dei due protagonisti, eccellenti nelle singole interpretazioni, e sufficientemente affiatati anche come coppia, al netto dell'aspetto fortemente criticato della differenza di età, i 14 anni in più di Napoleone, anziché 6 in meno come nella realtà.

In sostanza un film piuttosto lungo, 2 ore e 40 minuti (Ed ancor più lungo nella versione del regista) che mostra pochi dei suoi difetti ad uno spettatore non a conoscenza dei fatti reali, ma che coinvolge solo in parte, nonostante un finale che va a crescere. Risulta dunque consigliabile potenzialmente a tutti, al netto di chi ama i biopic e lo troverebbe fuori luogo. Questa è infatti la critica più profonda che si possa muovere al film, quella di non essere nè un biopic fedele, nè un'opera stralunata e surreale, e magari comica, legata alla vita di Napoleone, ma una via di mezzo che molti hanno giustamente trovato difficile apprezzare.

martedì 10 dicembre 2024

"Profumo di donna" (1974) #AnalisiTitolo

Questo post, come molti altri su questo tema, è per sottolineare per l'ennesima volta come gli accenni all'aspetto "femminile" o "sessuale", siano frequentemente inseriti per portare l'italiano al cinema.

O forse lo farebbe comunque, ma la scelta delle produzioni è chiara, da sempre, accennare quei concetti, spesso in maniera anche poco velata, per massimizzare l'interesse.

Ecco che un film su un veterano di guerra, cieco e depresso, che cerca la pace interiore. diventa puramente una caccia agli odori delle donne che incontra, per strada e non.

Avrebbe potuto chiamarsi in mille altri modi, riferendosi alla sfera della mente, o della spiritualità, o della ricerca nella vita, o delle invalidità, eppure, ancora una volta, l'ennesima, ha finito per essere un titolo riguardante la sfera femminile ed a sfociare sessualità. 

Non sono bastati nemmeno Dino Risi e Vittorio Gassman per renderla sulla carta una opera sufficientemente appetibile per il grande pubblico, serviva quel dettaglio, e quel dettaglio è stato inserito, come quasi immancabilmente si potrebbe dire. 

domenica 8 dicembre 2024

"Un lupo mannaro americano a Londra" (1981) #Recensione

 Si tratta di un film di genere "Horror" di inizio anni '80, che in molti anche nelle generazioni successive hanno sentito nominare spesso.

La trama è quella di due giovani americani con zaino in spalla in giro per l'Inghilterra. Essi si imbattono ben presto in uno strano pub in una zona remota, con una strano nome e degli strani simboli. Vengono ben presto cacciati e la loro sorte nelle campagne inglesi è subito segnata dall'incontro notturno con un lupo mannaro. La morte di uno dei due e la trasformazione dell'amico a sua volta in lupo mannaro, porteranno ad una serie di ulteriori omicidi.

E' un film che ha forse più tratti che puntano al comico rispetto a quelli che vorrebbero farlo essere un film dell'orrore vero e proprio, di fatto infatti il film non fa assolutamente paura ed è proprio la suspense che manca in maniera totale.

Lo svolgimento dei fatti è infatti estremamente lineare ed ovvio, senza risultare però del tutto scontato o irritante.

Molto bene i costumi, anche se non sempre, in alcune scene appaiono fin troppo da film di fantascienza di una qualche invasione aliena.
Benissimo gli effetti speciali, specialmente per l'epoca, le trasformazioni in lupo mannaro risultano infatti estremamente ben fatte e sorprendenti.
Entrambi questi aspetti furono infatti molto elogiati.

In sostanza un film che come detto non impaurisce affatto lo spettatore e che forse ha più restrizioni riguardanti le molteplici scene di nudità.
Una pellicola che sa molto di "Taxi driver", e che sorprende per il fatto che sia stata diretta dallo stesso registra di un film diametralmente opposto come "Una poltrona per due".
Difficile da consigliare, ma rimane un film che ha una sua rilevanza nella storia della cinematografia. 

martedì 3 dicembre 2024

"Un lupo mannaro americano a Londra" #AnalisiTitolo

 Poco da analizzare a dire il vero, ma comunque un paio di commenti a riguardo possono essere fatti.

Il primo riguarda il fatto che per l'aspetto di "lupo mannaro", non si tratti, come potrebbe venir da pensare d'istinto e come accade per moltissimi altri titoli, di una sorta di metafora, ma bensì di un vero e proprio lupo mannaro. Un esempio su tutti in cui si tratta di parlato figurativo è "The wolf of Wall Street".

Un secondo aspetto è il potersi felicitare del fatto che non sono state tentate discutibili traduzioni o ancor peggiori "adattamenti", ma è stato lasciato in quella che è la sua versione originale, semplicemente tradotto letteralmente, da "An american werewolf in London".

Da notare anche invece come questo titolo soffra un po' dello stesso problema di "Una australiana a Roma", con protagonista Nicole Kidman, film che inizia e si protrae, con due australiane come protagoniste di tutte le scene. Lo stesso accade in questa pellicola, i due personaggi che portano avanti tutta la prima parte sono due americani, questo, voluto o non voluto, crea un po' di confusione e fastidio nello spettatore.

Inoltre sembra abbastanza strana ed po' approssimativa, la scelta di identificare il protagonista come "americano" e non magari "Newyorkese", e poi posizionarlo specificamente a Londra, nel titolo, quando in verità il film si svolge anche in un'altra parte dell'Inghilterra, forse ancor più rilevante per la storia rispetto a Londra. 

Per ultimo, forse, è anche uno di quei titoli che quasi tutti hanno sentito nominare. ma che non molti hanno visto, una categoria che di fatto esiste ed una sorte che di fatto hanno "subito" molte altre pellicole.

domenica 1 dicembre 2024

"Il Corvo" (1994) #Recensione

 "Il Corvo" è un capolavoro nel suo genere, quello di thriller drammatico dai tratti gotici, ma lo è anche a livello generale, uno dei film più riusciti di sempre sotto praticamente tutti gli aspetti, della cinematografia occidentale.

La trama è la storia di una giovane coppia in procinto di sposarsi, alla quale però alla vigilia delle nozze fa visita un gruppo di malviventi, apparentemente per eseguire uno sfratto. La situazione degenera immediatamente e verranno compiute violenze di ogni tipo sui due sposini, fino a portarli entrambi alla morte.
Tali fatti accadono alla vigilia della notte di Halloween, ed esattamente un anno dopo, le parti si invertiranno, qualcuno tornerà a fare visita ai criminali che avevano compiuto tali atrocità.

Il risultato come detto è straordinario, sostanzialmente in ogni suo aspetto. Risultano infatti ben fatte sia le inquadrature, che le scenografie, che le atmosfere ed i costumi, tutto ben pensato e ben amalgamato, tutto insolitamente dark e distopico.

Il film coinvolge estremamente grazie a tutti questi aspetti, ma ancor di più per la propria trama, originale (anche se comunque è basata su di un fumetto preesistente) e piena di sorprese. 

Benissimo i dialoghi, molte delle interazioni verbali tra i protagonisti hanno stupito ed entusiasmato più di quello che ci si potesse aspettare, come molte delle frasi iconiche del film, tra le quali : "Non può piovere per sempre" o la semplicissima ma perfetta "fuoco e fiamme", sono diventate pane quotidiano per la generazione dell'epoca e ripetute per anni. 

Bene anche la recitazione di tutto il cast, tra i quali lo sfortunatissimo protagonista, Brandon Lee, (figlio di Bruce Lee), che dopo questa ottima prestazione e l'enorme successo che il film gli avrebbe portato, avrebbe raggiunto il meritato riconoscimento nel settore, ma che morì proprio a pochi giorni dalla fine delle riprese, proprio sul set, a causa di un colpo d'arma da fuoco accidentale.

E questo è forse l'unico aspetto criticabile del film, che per quanto debba fare sfoggio di un po' tutte le sfumature del crimine e della violenza, lo fa in un modo forse troppo americano, riempiendo quasi ogni scena di azione con centinaia di pallottole e delle immancabili esplosioni.

In sostanza un film in pieno stile anni '90, diretto, crudo, originale, rischioso ed ambizioso da realizzare, ma che ha segnato una generazione e che rimarrà immortale proprio grazie a questo suo essere unico ed estremamente ben riuscito. Consigliabile assolutamente a tutti, salvo i più piccoli. 

giovedì 28 novembre 2024

"The Crow" (1994) #AnalisiTitolo

 Il titolo di per se non ha bisogno di nessuna spiegazione per essere compreso, salvo la necessità di essere tradotto, in inglese significa infatti "Il corvo", lasciandogli però il suo voluto alone di ermetismo, dato che non permette di comprendere niente riguardo alla trama e poco riguardo al genere.

La parte curiosa è però come nella famiglia animale dei corvi vi sia una differenziazione tra un corvo comune (crow) ed un corvo imperiale (raven, in inglese), e questo fa suscitare il dubbio che il cognome del personaggio protagonista "Draven" non sia una coincidenza, visto soprattutto che si parla di una storia inventata.

La parola "Raven" è dunque presente per intero nel nome del personaggio, e si potrebbe pure speculare ulteriormente, dato il fatto che "The raven" pronunciato in inglese non suona lontanissimo da "Draven", e che due delle delle caratteristiche principali del corvo imperiale siano quelle di essere di molto più grande rispetto ad un normale corvo, e di muoversi in solitaria od a coppia, elementi che rispecchiano perfettamente la figura del personaggio nel film. 

"Ecce bombo" #FrasiFamose