giovedì 10 ottobre 2024

"La cena dei cretini" (1998) #Recensione

 "La cena dei cretini" è un deludentissimo film francese di fine anni '90, anche se per stile ed immagini sembra di qualche anno prima, il quale riscosse un successo enorme al botteghino, incassando 4 volte i propri costi di produzione, e che ispirò anche un remake hollywoodiano negli anni successivi.

La trama è quella di un gruppo di amici facoltosi, i quali organizzato delle cene con regolarità, a tali cene si divertono molto a portare dei "cretini", ossia persone sempliciotte conosciute spesso in strada o in frangenti poco rilevanti, e che lasciano "teoricamente" libere di dare sfogo a tutta la propria personalità, ossia la propria stupidità, secondo loro.

E' stato scritto volutamente "teoricamente", perché uno dei tasti dolenti di questo film, è che queste cene non si verificano mai, vengono infatti annunciate, elogiate, narrate, ma non ne accade nessuna per tutta la pellicola, mostrando una sconnessione notevole e grave, dal titolo.

Male anche la recitazione generale, sia come singoli che come amalgama, che se pur si possa intuire che molto, forse moltissimo, dell'umorismo e degli aspetti culturali tipici, è stato perso nella traduzione, la fa comunque apparire come una commedia quasi di serie B, con battute e scherzi spesso banali e talvolta da slapstick comedy.

Bene invece l'idea di base, molto interessante, che avrebbe potuto portare a molto di più, e che ancora attende di essere realizzata in un'opera dove una cena di fatto avvenga.

Bene anche il finale, ben pensato e coinvolgente.

In sostanza un film che può essere adatto a tutti, ma che è praticamente inconsigliabile per il poco valore effettivo dell'opera, salvo a qualcuno che abbia la curiosità di voler vedere specificamente questa pellicola che nel suo piccolo ha fatto storia.

lunedì 7 ottobre 2024

Perché chiamarlo "Taxi Driver"?

 "Taxi Driver" è il titolo di un film degli anni '70, diretto da Martin Scorsese, e diventato di culto nel corso degli anni, nonostante i temi trattati, il genere, e la forza di alcune immagini, facessero presupporre che sarebbe stato apprezzato solo da alcuni appassionati di tali elementi.

La domanda però è legittima, perché per quanto effettivamente la presenza fisica di vari taxi e la vita del tassista vengano rappresentati in abbondanza, il film sembra avere aspetti e temi ben più profondi che potrebbero avere ispirato il titolo.

Uno dei temi che tratta è infatti la volontà e la difficoltà nel controllare la mente umana, anche la propria di menti, come accade al protagonista, quindi avrebbe facilmente potuto avere un titolo introspettivo come "Il pericolo nella mente", o qualcosa di simile.

Parla anche di come molte vite si brucino presto, per volere proprio o costrizione degli altri, in ogni caso per ambienti non facili che li circondano, da cui si fugge od in cui si finisce, ed allora poteva essere intitolato "Vite complicate", o comunque qualcosa sulla stessa linea.

In sostanza vi sono moltissimi temi che riempiono la mente dello spettatore, durante e dopo la visione,  che appaiono ben più rilevanti dell'aspetto lavorativo del tassista, e che avrebbero potuto ispirare il titolo dell'opera, per quanto la professione in questione rappresenti bene l'intreccio di vite, che si incontrano magari soltanto per pochi istanti, e cambiano il destino di qualcuno.


venerdì 4 ottobre 2024

"Matthew Perry : Not Just Friends" (2023) #Recensione

 Matthew Perry è stato un attore e tennista canadese, principalmente conosciuto per la sua partecipazione nel ruolo di Chandler Bing, nella famosissima serie televisiva "Friends", ma non è stato soltanto questo, come suggerisce il titolo.

Sarà una recensione brevissima, per un documentario da poco uscito, che supera di poco i 40 minuti di lunghezza, ma che offre comunque alcuni angoli di visione riguardanti la sua vita, lavorativa e non, che forse non erano noti a tutti.

Nato e cresciuto in Canada, lascia la propria terra per la California, dove si scontra con un livello tennistico molto più alto, e dove pochi anni dopo troverà fortuna e successo grazie alla recitazione.

Il documentario tuttavia esplora molto anche aspetti legati alla fama, come per esempio le sue frequentazioni con altre persone di spicco del mondo dello spettacolo, principalmente si concentra sulla figura di Julia Roberts, al tempo della loro relazione all'apice della propria carriera, la quale però fu costretta ad accettare la decisione di Perry di interrompere la loro frequentazione, per ragioni che poi lui stesso addurrà principalmente a proprie insicurezze.

Vengono anche inseriti un sacco di piccoli elementi alcuni forse solo nozionistici, come il fatto che inizialmente la serie televisiva Friends si chiamasse Six to one, probabilmente non noto ai più, altri legati alle altre sue apparizioni in televisione, come la breve partecipazione alla fortunata serie Ally Mabeal, ed alcuni riguardanti le sue passioni nella vita, come quella per la figura di Batman, renendolo anche un avido collezionista di articoli che lo rappresentavano.

Sorprende il finale con interviste a gente comune, presa letteralmente dalla strada, che esprime la propria opinione sull'argomento Perry, anche se è da notare l'interessante affermazione di una della interpellate che fa presente come per molti, egli e la serie televisiva Friends, siano stati una porta di accesso alla lingua inglese, dichiarando che questo argomento viene spesso sorvolato o sottovalutato, ma per tantissimi stranieri la serie abbia permesso di imparare molto della lingua originale usata.

In sostanza un piccolo documentario che non impegna e non dispensa particolari perle, ma che comunque si guarda con facilità ed interesse, certamente da parte degli interessati all'argomento, ma che non vede ragioni per sconsigliarlo anche ad un pubblico meno ferrato sulla persona in questione. 

mercoledì 2 ottobre 2024

Prime Video, brutte novità.. o forse no.

Come è ormai presumibilmente ben noto, PrimeVideo è una piattaforma di contenuti video in streaming, legata da sempre, e non solo per una quasi omonimia, all'opzione Prime sul sito di Amazon, opzione in abbonamento quest'ultima, che permette di sfruttare al massimo le potenzialità del sito di consegne in questione, ricevendole nel minor tempo possibile.

Abbonamento che costa all'utilizzatore finale circa 5 euro al mese, oppure 50 euro annui se pagati tutti insieme, ma che offre, ormai da molti anni, incluso nel prezzo l'utilizzo gratuito, ossia l'accesso a molti contenuti dell'enorme catalogo disponibile sul sito PrimeVideo.

La novità introdotta da quest'anno, 2024, sarà la presenza di spot pubblicitari, sia prima della riproduzione dei contenuti, che improvvisamente durante la visione.
Certamente un cambiamento che non trova il favore di molti utenti, ma che porta con se la possibilità di essere disabilitato, pagando, una ulteriore cifra di circa 2 euro mensili, oltre al costo dell'abbonamento già presente.

La cosa porta con se due aspetti certamente negativi, ed uno forse positivo.
Il primo dei due negativi è già stato esposto, un costo maggiore per l'utente finale, a fronte di una offerta che rimane probabilmente la stessa.
Il secondo negativo è l'aumento della confusione generale riguardante l'utilizzo di un sito, PrimeVideo, già complesso di suo, a cui si può accedere gratuitamente, ma si deve pagare un abbonamento su di un altro sito, quello di Amazon, e nel quale si possono visionare solo alcuni contenuti, di fatto molti altri hanno un ulteriore costo specifico per il singolo prodotto, di noleggio o di download, a cui si va adesso a sommare pure un altro costo di abbonamento, volendo disattivabile.. tanto per ricapitolarne il macchinoso funzionamento.
Tutto probabilmente inutilmente complicato, quando magari basterebbe trovare un prezzo fisso mensile, per far accedere a tutti e due i siti, con la totalità delle opzioni già attive e la totalità dei contenuti accessibili senza ulteriori costi.

La parte non necessariamente negativa, ma qui occorre fidarsi di grandi aziende come Amazon, e del suo voler offrire i migliori contenuti, anzichè trarre semplicemente il maggior profitto possibile, strizzando ancora un po' di più il portafogli dell'utente, è quella che questa novità possa permettere di mantenere lo stesso livello di offerta, che altrimenti sarebbe magari andata a decrescere.
Offerta che, almeno per quanto riguarda la parte legata ai film, rimane al momento davvero notevole, anche rispetto a tutte le altre piattaforme di streaming. 

domenica 29 settembre 2024

Che cosa è una "commedia"?

 Da dizionario si tratta di una parola con provenienza greco-latina che avrebbe avuto in origine il significato di : "Canto della festa".
In secoli più recenti ha preso molto piede in campo letterale e teatrale, dove è divenuta la rappresentazione di storie condite sia da fatti piacevoli che da fatti tristi, ma che tendenzialmente terminano con un lieto fine. 
Negli ultimi 100 anni però, abbiamo visto l'avvento della cinematografia, ed è in questo ambito che lo stile della commedia ha assunto i connotati di un'opera solitamente piuttosto leggera, quasi sempre con ampie sfumature comiche e sentimentali, e con varie sottocategorie che si sono formate al suo interno per le trame più particolari, tendendo però a mantenere il tratto del finale positivo.

Prendendo in considerazione l'era più recente del cinema, diciamo quello degli ultimi 50 anni, italiano ed internazionale, le sottocategorie più diffuse e più apprezzate sono state : 
La "commedia drammatica", con opere come "L'aereo più pazzo del mondo", "Il grande Lebowski", "Ricomincio da capo", condite sia da dramma, ma anche come detto dal tema della comicità, e con il quasi costante lieto fine. 
La "commedia romantica", della quale sono stati dei successi planetari film come "Il diario di Bridget Jones", "40 anni vergine", o "Notthing Hill", anch'essi con sfumature ancora più marcate di ironia, ed il consueto lieto fine.

Mentre per quanto riguarda il cinema nostrano, due generi di commedia estremamente diffusi furono, quello della "commedia all'italiana", dove presero parte nel descrivere pregi, ma soprattutto i difetti della nostra nazione, molti dei migliori registi in circolazione all'epoca, da Monicelli a Risi, passando per Scola, ed alle cui pellicole presero parte la quasi totalità degli attori di successo dei rispettivi decenni, da Sordi a Gassman, passando per la Loren.
L'altro, fu a dire il vero a sua volta un sottogenere, del suddetto, nello specifico quello della "commedia sexy", dove l'aspetto della sensualità e della sessualità venivano esplorati dai vari registi, spesso nella trama e a discapito di un povero protagonista che collezionava insuccessi in tali campi.
Film che avevano con se i temi quasi imprescindibili già citati, ma anche appunto questo tema ricorrente del nudo, del tradimento, della promiscuità, del desiderio impellente e costante, un po' tutta la sfera dell'amore più istintivo.
Naturalmente la loro natura li rendeva quasi sempre dei B-movie, e non adatti a tutti, ma alcuni di loro sono comunque passati alla storia come film di culto per varie generazioni. 

giovedì 26 settembre 2024

"Il collezionista di ossa" (1999) #Recensione

 Si tratta di un film di fine anni '90 basato su un romanzo omonimo di un autore americano uscito un paio di anni prima.
Sfoggia un cast notevole, tra i quali principalmente i due protagonisti Denzel Washington ed Angelina Jolie, che si sono comportati più che degnamente, specialmente la Jolie che è apparsa molto calzante ed immersa nella parte.
 
La trama è quella di un criminologo immobilizzato a letto a causa di un incidente sul lavoro, il quale vorrebbe farla finita legalmente e cerca di spingere continuamente per avviare le pratiche.
Il destino però vuole che si presenti un nuovo caso, molto interessante, per il quale viene specificamente richiesto il suo aiuto.
Il susseguirsi delle scene e dei fatti, porterà alla scoperta di un vero e proprio seria killer in azione, e la risoluzione del caso richiederà che egli rimanga in vita, facendogli posticipare temporaneamente i propri piani di morte.

La descrizione della storia è volutamente fortemente tronca, dato che andare oltre avrebbe svelato davvero troppo, specialmente riguardo ad un film che basa la maggior parte del proprio valore intrinseco nella sorpresa.
E' infatti un thriller tra lo psicologico ed il poliziesco, dove il cast come detto si è comportato molto bene a livello recitativo, ma è apparso anche ben scelto.

Si potrebbero volendo trovare piccoli dettagli da criticare, ma cadrebbero troppo nel campo della soggettività e della pignoleria, è quindi un film che può essere promosso nella sua totalità, sia per gli aspetti cinematografici classici, come una durata adeguata ed un ottimo passo, oltre che ottime inquadrature e colori, sia per quelli più peculiari come la scelta e la qualità della trama e dei suoi interpreti.

In sostanza un film promosso a pieni voti, anche se non raggiunge l'eccellenza assoluta, che può essere consigliato a tutti, salvo ai più piccoli, ma che ad un appassionato del genere farebbe forse consigliare altro, dato che nel genere in questione appunto, si può trovare di meglio.

lunedì 23 settembre 2024

"Hey, i'm walking here!" (Forrest Gump)

 "Hey, i'm walking here!" è una delle frasi diventate più iconiche di tutto il cinema americano.
Pronunciata da Dustin Hoffman nel film "Midnight Cowboy", diventato in Italia "Un uomo da marciapiede", riscosse particolare attenzione per la curiosità di essere stata pronunciata involontariamente.
 
Hoffman stava camminando su di un marciapiede durante una scena del film, quando, mentre conversava/recitava con un altro attore, un taxi gli tagliò la strada, e lui, infastidito ma rimanendo nella parte, esclamò tale frase.
 
La cosa piacque al regista, tanto che decise di tenerla (anche se ufficialmente si parla di una scena che fu rigirata includendo quella frase, più che l'originale vera e propria lasciata nel montaggio finale).
 
A sorpresa però, la si sente pronunciata anche nel film "Forrest Gump" di pochi anni dopo, certamente come tributo ed inserita in maniera piuttosto comica.
 
Viene infatti detta dal "Tenente Dan" (Gary Sinise) mentre attraversa la strada, anch'essa nel centro di New York, sempre nei confronti di un tassista impaziente che gli si era avvicinato pericolosamente.
La parte comica, volutamente, è che il tenente Dan ha da poco perduto entrambe le gambe nella guerra del Vietnam, e nella scena in questione è aiutato ad attraversare la strada da Forrest Gump (Tom Hanks) che ne spinge la carrozzella.