Matthew Perry è stato un attore e tennista canadese, principalmente conosciuto per la sua partecipazione nel ruolo di Chandler Bing, nella famosissima serie televisiva "Friends", ma non è stato soltanto questo, come suggerisce il titolo.
Sarà una recensione brevissima, per un documentario da poco uscito, che supera di poco i 40 minuti di lunghezza, ma che offre comunque alcuni angoli di visione riguardanti la sua vita, lavorativa e non, che forse non erano noti a tutti.
Nato e cresciuto in Canada, lascia la propria terra per la California, dove si scontra con un livello tennistico molto più alto, e dove pochi anni dopo troverà fortuna e successo grazie alla recitazione.
Il documentario tuttavia esplora molto anche aspetti legati alla fama, come per esempio le sue frequentazioni con altre persone di spicco del mondo dello spettacolo, principalmente si concentra sulla figura di Julia Roberts, al tempo della loro relazione all'apice della propria carriera, la quale però fu costretta ad accettare la decisione di Perry di interrompere la loro frequentazione, per ragioni che poi lui stesso addurrà principalmente a proprie insicurezze.
Vengono anche inseriti un sacco di piccoli elementi alcuni forse solo nozionistici, come il fatto che inizialmente la serie televisiva Friends si chiamasse Six to one, probabilmente non noto ai più, altri legati alle altre sue apparizioni in televisione, come la breve partecipazione alla fortunata serie Ally Mabeal, ed alcuni riguardanti le sue passioni nella vita, come quella per la figura di Batman, renendolo anche un avido collezionista di articoli che lo rappresentavano.
Sorprende il finale con interviste a gente comune, presa letteralmente dalla strada, che esprime la propria opinione sull'argomento Perry, anche se è da notare l'interessante affermazione di una della interpellate che fa presente come per molti, egli e la serie televisiva Friends, siano stati una porta di accesso alla lingua inglese, dichiarando che questo argomento viene spesso sorvolato o sottovalutato, ma per tantissimi stranieri la serie abbia permesso di imparare molto della lingua originale usata.
In sostanza un piccolo documentario che non impegna e non dispensa particolari perle, ma che comunque si guarda con facilità ed interesse, certamente da parte degli interessati all'argomento, ma che non vede ragioni per sconsigliarlo anche ad un pubblico meno ferrato sulla persona in questione.