Si tratta per la precisione di punti a mezza altezza tra le lettere, quindi non in basso da poter realmente rappresentare un acronimo, tuttavia negli anni è stata tentata spesso tale strada, forse più di tutte le altre, per spiegarne la presenza, senza giungere da parte di tutta la comunità di internet e degli appassionati della serie, ad una frase o concetto soddisfacente che potesse convincere tutti di aver decriptato l'acronimo.
La risposta sembra essere stata data dai creatori stessi a distanza di 25 anni dalla nascita della serie, ossia che non siano altro che puntini messi a rappresentare ognuno dei membri principali del cast, appunto anch'essi 6.
Anche questa teoria, se pur apparsa piuttosto banale era stata paventata spesso dai fans nel corso degli anni, ma senza fonti ufficiali rimaneva una semplice supposizione.
La questione dei puntini sembra davvero aver coinvolto nel corso degli anni molti degli appassionati della serie, forse anche più del dovuto, e continua a farlo tutt'oggi, tanto che è stata cercata una spiegazione persino al colore, visto che non sono tutti dello stesso.
Ed in questo caso la spiegazione degli utenti, coincidenza o no, pare abbia messo d'accordo i più, dato che è stato notato come i colori corrispondano con quelli degli ombrelli che i membri del caste tengono in mano nella foto usata come copertina della serie.
Ancor più recentemente è stato notato come su Netflix sia cambiato l'ordine del colore dei puntini nelle anteprime, ma questo è forse uno spingersi troppo oltre nel voler dare risposte ad un qualcosa che potrebbe essere casuale, anche se, a quei livelli di visibilità e con il giro di affari che ancora oggi la serie muove, forse persino l'ordine del colore di alcuni puntini può determinare qualcosa nello spettatore tanto da voler essere cambiato di proposito.
lunedì 11 dicembre 2023
Perché F.R.I.E.N.D.S è ufficialmente scritto con i puntini?
venerdì 8 dicembre 2023
"Sing" (2016) #Recensione
Sing è un film d'animazione di produzione americana del 2016, che annovera notevoli star di un certo livello tra coloro che hanno prestato la propria voce ai personaggi, tra le quali Matthew McConaughey, Reese Witherspoon, Scarlett Johansson, John C. Reilly, tutti attori di successo internazionale, oltre che quello che è forse il re del doppiaggio nel mondo dei cartoni animati, essendo autore e voce di molti personaggi de "I Griffin", Seth MacFarlane.
Sicuramente consigliabile ad un pubblico di appassionati del genere, ed ai più piccoli in generale, forse pero, per tutto quello detto sopra, non riesce ad essere sufficentemente maturo sia come aspetti tecnici che come messaggi, da poter essere realmente consigliato anche ai più grandi.
lunedì 4 dicembre 2023
El sentido del cacao (2019) #Recensione
"El sentido del cacao" è un brevissimo documentario spagnolo del 2019 (solo 19 minuti), ma molto interessante.
Si basa su un aspetto forse un po' trascurato dalla nostra società, ossia la perdita del senso del gusto, e lo fa partendo subito con una premessa che colpisce e rapisce immediatamente lo spettatore, la prima frase che appare sullo schermo è infatti una riflessione, riguardande come tutti noi, al di là di quale sia la nostra nazionalità e lingua, conosciamo come venga definita una persona che ha perduto la vista, l'udito o la voce (cieco, sordo o muto), ma come si chiama una persona che ha perso il senso del gusto?
Inoltre sorprende come il numero di persone che sono affette da tale condizione in tutto il mondo sia più alto di quello che si potrebbe pensare, semplicemente non sembra esserci stato un particolare interesse verso questa problematica e un forte desiderio nel cercare di fare qualcosa per risolverla o quantomeno migliorarla.
Ecco che entra in gioco Jordi Roca, mastro pasticcere catalano, di Girona, che dopo aver assistito alla perdita del senso del gusto da parte di un amico, decide di affrontare il problema in prima persona, con le conoscenze culinarie che possiede, ed il risultato è altrettanto interessante quanto la premessa.
Egli sceglie infatti la strada di provare a far risvegliare tale senso, o almeno di cercare di far rivivere ad una persona le stesse sensazioni ed emozioni che tale senso dà, attraverso la creazione di piatti estremamente particolari e personalizzati.
La sua idea è quella di realizzare dei cibi, basati sulle esperienze personali di vita vissuta delle singole persone, ossia le attività, il luoghi, i sapori e gli odori, che più le hanno stimolate durante la loro esistenza.
Questo insieme di elementi, uniti finemente con cura e passione, finiscono per riuscire, secondo alcuni dei partecipanti all'"esperimento", a far rivivere sensazioni legate al senso del gusto, ormai sopite da anni.
L'approccio è innegabilmente particolare ed interessante, ed i risultati iniziali sembrerebbero dar ragione al giovane Jordi, ma tutto questo è più nel campo della medicina e della psicologia, quello che si può dire invece rispetto al campo della cinematografia, è che siano 19 minuti certamente intriganti e ben montati, su di un argomento, come detto, innegabilmente originale. Consigliatissimo a tutti quindi, proprio perchè in ogni caso il poco tempo che la visione richiede, vale certamente la candela.
venerdì 1 dicembre 2023
300, Ma non il film.
Non un traguardo così inaspettato, quindi inutile fingere troppo stupore, specialmente da parte della "redazione".
Il blog infatti è nato per raccogliere pensieri e parole a livello personale, e riversarli in rete perchè potessero essere di una qualche utilità per altri come quelli altrui sono stati di aiuto in primo luogo, quindi non c'era ragione di sospettare che la cosa non si protraesse fin qua, ed auguratamente oltre :).
Tuttavia mantenere un blog, in maniera costante, richiede come molte cose un impegno che va oltre quello che uno inizialmente potrebbe immaginare, dagli imprevisti, alla burocrazia, alle difficolta con l'aspetto informatico, alle spese, fino alle difficoltà con tutto quello che è il mondo sommerso che usando pagine social, anche per delle attività hobbistiche o lavorative, uno non vede.
Nello specifico si tratta di tutto quell'aspetto di visibilità che in un semplice account su un qualsivoglia social network non ha bisogno di essere curato. Naturalmente non si sta parlando dell'aspetto di promozione, quello vale per ogni pagina internet ovunque essa si trovi, ma di tutte quelle parole che per i più, specialmente coloro che usano solo i social, vengono sentite ripetere qua e la ma senza mai dover realmente dover averci a che fare.
Parole come "indicizzazione", ossia il segnalare ai motori di ricerca che il tuo sito esista, oppure come "posizionamento", che è il riuscire a far apparire il link del proprio sito/blog il più in alto possibile nelle ricerche fatte tramite tali motori.
Volenti o nolenti il risultato è quello di finire per avere a che fare con parole come S.E.O. Search Engine Optimization, e programmi che permettano di poterne migliorare i suddetti aspetti.
Tutti elementi da considerare se si voglia intraprendere questa strada senza l'appoggio di altre persone, o addirittura di figure professionali esperte e "studiate" nel settore, ma di voler invece portare avanti un blog "casalingo" a tutti gli effetti.
Ad ogni modo, questa rimane comunque una semplice celebrazione per il traguardo dei 300 posts orgogliosamente raggiunto, grazie più di ogni altra cosa
alla dedizione ed alla costanza negli anni.
domenica 26 novembre 2023
Cattivissimo me 2 (2013) #Recensione
Si tratta del secondo capitolo della saga dei "Cattivissimo me", anche in questo caso di strepitoso successo, sia di incassi che di pareri positivi, e verrebbe da dire nuovamente meritatamente.
giovedì 23 novembre 2023
"Mr. Crocodile Dundee" (1986) #SpiegazioneTitolo
Uscito in versione originale (in lingia inglese), come "Crocodile" Dundee, con la prima parola appunto virgolettata, è invece stato trasmesso in italia con il titolo Mr. Crocodile Dundee, semplicemente per non creare il dubbio nello spettatore che il nome Dundee, fosse quello di un coccodrilo (crocodile).
Il rischio era dato non solo da come era posto il titolo in se e per se, ma anche dal fatto che per un italiano Dundee non suonasse necessariamente come un inconfondibile cognome anglosassone, ma potesse significare anche altro. Da li, l'aggiunga del Mr., per far capire sin da subito che si trattasse di un umano.
Se non altro c'è da esser felici del fatto che non sia stata spoilerata mezza trama ed inserita la parola amore come quasi sempre accade negli adattamenti in italiano, non sarebbe stato infatti inaspettato se il titolo del film fosse stato qualcosa del tipo : "Dundee - L'amore all'improvviso come un coccodrillo".
lunedì 20 novembre 2023
Numb (2007) #Recensione
La trama è quella di uno scrittore, affiancato da un collega e grande amico, che affronta una specie di crisi mentale verso i 40 anni.
Amici, dottori e familiari non riusciranno a vedere e comprendere la gravità della situazione, salvo una persona incontrata per caso, che si dedicherà a lui genuinamente ed ingenuamente.
Il film è ufficialmente catalogato come commedia-romantica-drammatica, ma fallisce miseramente in tutti e tre gli aspetti.
Non regala momenti di particolare ironia per la parte di commedia, anzi, molte delle battute o scene considerate divertenti intervengono malamente in situazioni o dialoghi in cui il tono era diverso, senza smorzarlo o creare alcun paradosso di valore.
Per la parte di romanticismo, si limita a non coinvolgere, mai, in nessuna delle varie relazioni, di amicizia, amore, lavorative e familiari, le quali non stimolano particolari sensazioni, nemmeno il rapporto principale, quello tra il protagonista e la avvenente ragazza conosciuta lavorativamente, appare anzi come una coppia che stona un po' in tutti gli aspetti possibili.
I personaggi non sono per niente tridimensionali, si introduce a malapena tutte le loro mansioni nella vita, senza svolgere il tema, ci si trova dunque ad essere a conoscenza che il protagonista sia uno scrittore, senza sapere nemmeno il titolo di un suo libro, che la persona di cui si innamora sia una imprenditrice, o forse soltanto una che lavora nelle risorse umane, e nulla più, lo stesso vale un po' per tutto il nucleo familiare di Hudson (Matthew Perry), che tanti problemi gli ha creato crescendo e nella vita, ma del quale sappiamo giusto i nomi, e qualche flashback.
Il film è relativamente breve, 1h 33m, ma forse è uno di quei rari casi in cui si potrebbe dire che sarebbe stato meglio fosse durato di più, ed avesse sviluppato maggiormente i personaggi. Anche se, augurarsi che questo film potesse durare di più, è un innegabile desiderio masochista.
Male, anche la parte drammatica, tutto il film ruota intorno a questo poco conosciuto disturbo che affligge il protagonista, una condizione che ti porta a sentirti fisicamente distaccato dalla realtà, ma nonostante tutti i tentativi di voler far sembrare la cosa grave ed invalidante, proprio non si riesce a sentirsi coinvolti nella sua battaglia, ne a capire quanto apparentemente irrisolvivibile essa sia.
Per quanto riguarda le prestazioni singole, Kevin Pollak, eccezionale attore, non riesce nemmeno lui a dare un taglio interessante al proprio personaggio, risultando solo un misto di clichè e dando una sensazione di "Seinfield" di cui il film non aveva bisogno.
E rimanendo a tema clichè per un attimo, anche questa pellicola regala allo spettatore l'immancabile inseguimento in auto americano a fine film, la lotta contro il tempo del protagonista redento ed oramai consapevole che non abbondona il mondo della cinematografia da decenni.
La ragazza di cui si innamora Hudson poi risulta quasi sempre "cringe" nelle varie scene in cui è presente, ed alcuni dei familiari del protagonista, madre e fratello, sembrano davvero cosi irrilevanti che potevano essere un'e-mail.
Matthew Perry si impegna enormemente per far risultare il suo personaggio sofferente ed interessante, ma nonostante la buona recitazione in se e per se, affonda insieme a tutto il resto del cast in questo film che appare realmente intorpidito.
Si salvano alcune, pochissime, scene, battute, momenti, ma che non valevano nemmeno la pena di essere menzionate tanto il livello dell'opera è quello appena descritto, un film da evitare dunque, e se qualcuno non riuscisse a resistere al desiderio di vedere una pellicola con un membro della serie friends riguardo alle malattie mentali, fà propendere il consiglio verso "Lovesick", con Matt LeBlanc, anch'egli nel film affetto da un disturbo mentale, che appare come una pellicola con meno pretese e che restituisce allo spettatore un certo spunto di riflessione introspettiva.
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