martedì 7 novembre 2023

"17 again" (2009) #Recensione


17 Again, (il titolo è stato lasciato in versione originale) in italiano letteralmente "Nuovamente diciassettenne", è un film del 2009 con protagonisti Zar Efron, Matthew Perry, e con Leslie Mann e Michelle Tratchemberg in ruoli rilevanti e chiave per la storia.

Storia che riguarda principalmente il protagonista, inizialmente Matthew Peerry, che si "sdoppia" in una versione di se stesso nuovamente adolescente. Magia, volontà divina, quello che sia, il suo ritorno all'età delle superiori non è casuale.
Ma non appena scoperto che il perchè non riguarda specificamente egli stesso e le sue insoddisfazioni, ma più aiutare gli altri, inizieranno tutta una serie di difficoltà inaspettate e non, che gli faranno scoprire/riscoprire, quali siano le priorità nella vita, o almeno nella propria.

Il film è una semplice "commedia americana", quindi con classiche feste in piscina, inseguimenti ad altra velocità poco motivati, frasi ed espressioni inverosimili tra padre e figlio, e tutto il resto dei clichè della vita statunitense da televisione.

Tuttavia, questo era il poco che viene da evidenziare come negativo riguardo alla pellicola, perchè tutto il resto, ed in particolare l'insieme, sono davvero ottimi.
E' interessante ed avvincente al punto giusto, con le dovute sorprese ed i tempi giusti, non stanca infatti, e gli stessi colpi di scena sono sufficientemente azzeccati e sorprendenti.
Sulla regia, scenografia, tagli e costumistica si può dire poco, ma è sembrata appropriata alla causa.

Promossi tutti gli attori per le loro rispettive performance, a partire da Matthew Perry, assolutamente calzante e coinvolgente, passando per Leslie Mann, onnipresente in certi tipi di commedie, spesso un po' più demenziali, che non ha stonato per alcune sua caratteristiche a volte accentuate in altri lavori, come la voce nasale, per arrivare a Michelle Tratchemberg, molto popolare in quegli anni grazie a film simili per adolescenti, che ha fatto degnamente la sua parte diadolescente appunto.
Capitolo a parte quello riguardante Zac Efron, difficile promuoverlo a pieni voti, ma anche lui non è apparso fuori luogo o troppo forzato in certe scene.

In conclusione un film, che per quello che è, è validissimo, consigliabilissimo, e che può fare da intrattenimento per tutta la famiglia, esclusi forse
i più piccoli, per una serata, fino al punto da poter essere piacevolmente riguardato a distanza di anni.

domenica 5 novembre 2023

Che cosa significa Cinema 3D?

 Qualche anno fa si è molto parlato di 3D, sono nate nuove sale dedicate, molti film sono stati girati in modo da porterlo essere, ed addirittura sembrava che tutte le televisioni casalinghe stessero per essere rimpiazzate da una versione in grado di permettere di vederlo.

Ma che cosa significa esattamente 3D?.

Innanzitutto la parte letterale, 3 sta semplicemente per il numero 3, ossia il quantivo, e D per dimensioni, cioè tutte quelle che percepisce l'occhio umano, compresa la profondità, che nelle forme di arte a 2 dimensioni, come per esempio il disegno, deve essere creata nell'opera dall'artista, ma che nella realtà rimane comunque un foglio, quindi per definizione bidimensionale. 
 
Tuttavia, il mondo della cinematografia, grazie ad appositi macchinari per la ripresa, ed altrettanto dedicati oggetti per la proiezione, e di conseguenza schermi particolari, si era cimentato nella cosa, ritenendola una rivoluzione alle porte.
Così al momento non è stato, pochissimi hanno in casa propria televisioni in grado di far vedere film in 3 dimensioni, al quale si deve sempre aggiungere il fastidio di dover indossare occhiali specifici, sia che ci si trovi al cinema, che sul proprio divano. 
 
I film in 3 dimensioni non sono comunque nemmeno una vera e propria novità, tanto che è ormai un centinaio di anni che vengono realizzati, semplicemente è cambiata più volte la tecnica nell'arco di questi cento anni.
Ad oggi sono maggiormente diffusi in generi cinematografichi come quello d'animazione, o comunque genire che prediligano l'azione o l'effetto speciale, dove la caratteristica di immersività è un reale valore aggiunto, mentra in un thriller psicologico dove il centro dell'attenzione è sui dialoghi, non apportano vantaggi sufficenti per risultare realmente un miglioramento all'opera.

giovedì 2 novembre 2023

Cattivissimo me (2010)

 Cattivissimo me ("Despicable me" in originale) è il primo film di quella che poi diventera una saga di grande successo. 
Questo primo capitolo da solo ha finito per incassare oltre 500 milioni di dollari. 
Ma non è stato soltanto un successo al botteghino, è stata la creazione di tutta una serie di elementi rimasti per anni, come i Minions, i piccoli aiutanti del protagonista, che hanno vissuto di vita propria dall'uscita del film in poi.
 
La trama è quella di un malvagio criminale, che per repressione e frustrazione interiori, date principalmente dal fatto di essere sempre stato considerato un poco di buono dalla madre, decide di dimostrare al mondo quanto egli valga, quanto meno nel campo del crimine, cercando di compiere il furto più ecclatante di tutti.
Nel percorso si troverà a rivaleggiare con altri ladri di professione, ed incontrerà anche situazioni che lo riporterano a riscoprire la propria umanità.
 
Il film è certamente originale, belli sia i disegni dei personaggi, che i colori, oltre che essere ben fatto a livello di sincrono con il labiale, tuttavia sotto questo ultimo aspetto il doppiaggio italiano fa perdere molto all'esperienza generale riguardo alla fluidità della cosa.
Simpatici i Minions, tanto che il mondo li elevò a status di personaggi meritevoli di situazioni a se stanti, oltre che gadget fisici di ogni tipo, originali e ben fatti i tratti peculiari dei personaggi, e sempre nel reparto simpatia, vittoria assoluta per l'auto estremamente inquinante del protagonista. 
 
Di molto deludente perchè quasi irrilevante ed a tratti fastidioso, nonchè apparentemente una copia quasi esatta di quello presente nel cartone a puntante Futurama, il personaggio del vecchio inventore che fiancheggia il malvagio protagonista, anche in versione originale non migliora dato che la voce di Russell Brand, come quella del doppiatore italiano, proprio non hanno l'età giusta, cosa che accade di rado ma ogni tanto capita di assistere a tali incongruenze.
 
Al contrario menzione speciale per il calibro, o almeno il livello di notorietà, dei doppiatori in lingua originale, capitanati addirittura da Steve Carell, che presta la voce al "villain" della storia.
Male, malissimo, invece, la trama, quasi del tutto assente salvo il voler come detto dimostrare qualcosa alla madre, davvero troppo poco anche per un cartone per piccolissimi, e certamente un elemento del quale i più grandi non posso non notarne l'assenza.

mercoledì 25 ottobre 2023

Athina Cenci, toscanacci non si nasce.

 Athina Cenci, è considerata la quintessenza della toscanità, cresciuta nella piana fiorentina per precisione, ma nata in Grecia, nell'isola di Cos, cosa che ha certamente influenzato anche la scelta di un nome cosi particolare per l'Italia. 

La sua carriera artistica inizia con il gruppo teatrale i Giancattivi, assieme ad Alessandro Benvenuti e Francesco Nuti, anch'essi della zona, che con la loro verve ed il loro umorismo di paese si fecero strada prima negli spettacoli e poi proprio nel mondo del cinema, a partire dalla pellicola d'esordio "Ad Ovest di Paperino.." del 1982 (Paperino è un luogo reale nei pressi della città di Prato). 

I tre furono uniti sia dal successo che da precoci e gravi problemi di salute, che ne impedirono il continuo della carriera, infatti per lei come per Nuti, i primi anni duemila posero fine alle apparizioni sulla scena, a causa di una emorragia celebrale. Soltanto negli anni recenti è riuscita a farvi ritorno, prendendo parte a spettacoli teatrali e cortometraggi.

In sostanza una attrice che ha sempre fatto della semplicità e della concretezza, oltre che della toscanità ovviamente, i punti fermi della propria presenza scenica, non nascondendo le proprie origini, anzi spesso trovandosi in parti dove doveva enfatizzarle.

domenica 22 ottobre 2023

Ace Ventura - L'acchiappanimali (1994)

 Ace Ventura, letteramente nome e cognome del protagonista, interpretato da Jim Carrey, è un film del 1994, che puntava molto sulla sua recitazione da caratterista e su una trama piuttosto semplice ma originale.
Entrambi i punti sono risultati molto soddisfacenti, ma non per tutti, tanto che di fatto il film era, ed è rimasto, più un qualcosa di veramente apprezzato dai fan dell'attore, che una pellicola elevata a culto negli anni. 
Il successo al botteghino fu comunque notevole, e specialmente tra i più giovani il personaggio di Carrey piacque molto, ma come è stato più volte definito, è risultato un film apprezzato più dalla gente che dai critici.
 
La trama è quella di un "cacciatore di animali", non nel senso di cacciatore vero e proprio, ma in quello di "cacciatore di taglie", in questo caso però invece di ricercare persone scomparse per ottenere le relative ricompense, il suo lavoro è quello di ricercare animali scomparsi, sempre con lo scopo di incassarne il premio.
Si parte dalla ricerca di un cagnolino nella scena con i titoli iniziali, per passare ad un volatile, fino al caso più eclatante, la scomparsa della mascot di una squadra di football americano professionistico, un delfino specificamente, per ritrovare il quale il protagonista si imbatterà in notevole ostruzionismo, da parte di chi lo considera soltanto un cialtrone ed un invasato, in qualche amore, ed anche in qualche delitto.

Il risultato è piu che eccellente, una commedia per tutti, iconica, originale, e ben fatta. 
Buona la scelta del cast, tutti credibili ed all'altezza del ruolo, buona anche la scelta delle musiche e dei costumi.
Nello specifico appaiono anche alcune facce familiari ma con destini diametralmente opposti, Sean Young, già notissima a causa del suo ruolo in Blade Runner al fianco di Harrison Ford, ma che poi non raggiungerà punti altrettanto alti di notorietà nella propria carriera, e quella di Courtney Cox, che proprio da quell'anno diventerà il conosciutissimo volto di Monica nella eccezionale serie televisiva F.R.I.E.N.D.S.

Di negativo, il finale, inteso come gli ultimi 10/15, confusionario, forzato, non riesce a chiudere bene il cerchio di tutti i fatti e concetti aperti, anche se di fatto lo fà, male, non lasciando nemmeno spazio ad altre interpretazioni.
In sostanza comunque un film che vale anche per il solo intrattenimento, pochi sono gli spunti reali di riflessione e nemmeno vi era volonta che fosse diversamente, mentre molti sono i riferimenti, specialmente al mondo della cinematografia, che però in italiano non sono stati doppiati come tali, uno su tutti quando l'auto che stenta a partire ma poi si mette in moto, il protagonista le urla "It's alive, it's alive", chiara citazione di "Frankenstein".

giovedì 19 ottobre 2023

Gli screenshot cinematografici sono protetti da diritto d'autore?

 Un brevissimo post, con una semplicissima spiegazione pratica, per tutti quelli che seguono il blog, e magari per qualche blogger o creatore di contenuti a tema cinematografico che potrebbe trarne giovamento.

Non credo ad oggi serva più spiegare cosa sia un Copyright e perchè sia bene non "infrangerlo", ma magari si può dettagliare un po' la spiegazione della parola "Screeshot", che alcuni potrebbero legare soltanto a qualche salvataggio di schermate di chat o browser tramite lo smartphone.
La parola Screenshot viene dall'unione delle parole inglesi "Screen" (Schermo) e "Shot" (letteralmente "colpo"), ma che nel mondo della fotografia e limitrofi significa anche l'istante, la cattura dell'immagine in quel momento.

Come scritto in passato, una ottima fonte per poter usufruire di immagini che non siano protette da diritti d'autore è Pixabay.com, o almeno è quella a cui attinge principalmene e gratuitamente questo blog, tuttavia verrebbe da pensare che magari un semplice "Screenshot" di un film, fatto personalmente, e nemmeno di una scena particolamente saliente, possa essere accettato per l'utilizzo all'interno di un post/blog come questo.

La risposta è invece no, non è possibile, anche gli Screenshot, come ancor più altri elementi più consistenti di un film, magari un piccolo spezzone o un trailer fatto personalmente, sono da considerarsi materiale protetto dal diritto d'autore.
Il risultato è quello descritto sopra, è bene, anzi, è necessario se si vuole portare avanti un progetto serio, postare materiale che non sia legato a qualche diritto d'autore, specialmente se la propria attività di blogging genera o vorrebbe generare, un qualche introito. 

martedì 17 ottobre 2023

La teoria svedese dell'amore (2015) #Recensione

 
"La teoria svedese dell'amore" è un documentario, svedese, riguardante principalmente la condizione socio-sanitaria della svezia attuale.

L'attenzione in particolare viene incentrata sul tema della morte in condizione di solitudine assoluta, cosa che sembra accadere piuttosto frequentemente in tale paese.
La spiegazione, o almeno il dito, viene puntato contro il grado di benessere raggiunto e l'emancipazione, che porterebbero ad un indipendentismo irreversibile, sia per i singoli individui (non per tutti porta a condizioni volenti o nolenti di isolamento estremo), che per la stessa società svedese.
Viene fatta, da parte del regista e di molti degli intervistati, una autocritica fortissima alle scelte intraprese dai cittadini ed alla direzione in cui stia andando tutta la vita sociale nel paese.
Di contro si elencano e si mostrano un sacco di paesi di secondo e terzo mondo, dove i valori e le interazioni umane sono rimaste intatte e genuine, dove si vive insieme agli altri e non solo per se stessi, e dove soprattutto, secondo il documentario elemento più rilevante di tutti, non si muore soli.

L'immagine dipinta però sembra stonare un po', troppo forte ed estremizzata, appare più come il mostrare costantemente una sorta di "erba del vicino", più "verde" perchè loro hanno o fanno quello che la Svezia non sta facendo, quando gli aspetti da considerare riguardo alla vita, e riguardo alla morte, sarebbero talmente tanti, che prenderne uno negativo per un luogo ed uno positivo per un'altro, sembra proprio quello descritto dal comico Tim Minchin, riguardo a come si affrontano spesso i problemi ed i dibattiti al giorno d'oggi, ossia creando false od erronee dicotomie, per poi cercare di argomentarle usando due serie di ipotesi completamente diverse, come "due tennisti che cercano di vincere una partita eseguendo colpi bellissimi, dai rispettivi fondocampo di due campi separati".

Il risultato è quello di una ora circa di opera, che sembra accusare un malessere di una società piuttosto fiorente e perfettamente vivibile, come se fosse molto più che UN elemento da tenere in considerazione ed una problematica da cercare di migliorare, mettendo tale società a confronto con altre dove quel problema non è presente o almeno non visibile, facendo passare in sottofondo il messaggio, volontariamente o non, che si possa vivere molto meglio altrove.

Sembra dunque un documentario un po' estremizzato ed a tratti forzato, basato su fatti e dati reali, ben misurati ma mal soppesati dall'autore, di nuovo, volontariamente o non, che portano al suddetto pensiero, il come si possa vedere in una morte se pur penosa, ma in tarda età e dopo aver vissuto una vita intera ed in piena liberta, un qualcosa di peggiore di altre situazione in cui non si vive affatto in condizioni di libertà, e si può morire in qualsiasi momento anche in giovane età a causa di altissimi livelli di malnutrizione, criminalità, o addirittura bigottisto persino religioso, quando la Svezia non ha più per fortuna nessuno di questi problemi da decenni. 
 
In sostanza per quanto il problema esista, risulta ancora difficile accettare che lo si possa trattare come una catastrofe umanitaria tanto da farci un documentario in parte sensazionalista a riguardo, che vorrebbe in pratica elevarlo ad una delle problematiche primarie da combattere per il genere umano, o il futuro di esse, quando davvero ancora in innumerevoli parti del mondo si muore, anche in solitudine, per altre ragioni, con dei tassi talmente maggiori da essere quelli si allarmanti.
Sembra onestamente un documentario su "problemi da primo mondo", e forse semplicemente perche è proprio cosi.