Il film è stato un tale assortimento, anche se non particolarmente vario come concetti, di frasi diventate e rimaste storiche nella cinematografia italiana, e soprattutto trasposte alla vita di tutti i giorni, che sarebbe davvero lungo citarle e spiegarle tutte.
mercoledì 23 novembre 2022
Vacanze di Natale (1983) Frasi famose
domenica 20 novembre 2022
Che cosa si intende per "Colossal"?
Il termine è prestato dal francese, ma ne esiste anche una versione tedesca, che si scrive con la K. Ad ogni modo significa, letteralmente, esattamente quello che ci si può immaginare, ossia "Colossale".
In ambito cinematografico però, ormai da quasi un secolo, ha assunto una accezione molto specifica, quella di una tipologia di film in cui le case produttrici investono un quantitativo esorbitante di risorse, sia umane, che di tempo, e soprattutto economiche.
I "Colossal" sono quei film pubblicizzati già come imperdibili, che faranno la storia, ed ai quali spesso partecipano attori di primissimo livello.
Il primo è il fatto che, come dice il detto : "più in alto si sale e più rovinosamente si cade", in moltissimi casi questi film sono stati dei successi memorabili, soprattuto economicamente per le produzioni, ma in altri, sono costati cari, proprio nel senso che la rimessa economica è stata tale, da costare addirittura la chiusura della stessa casa di produzione.
Il secondo elemento curioso, è come non tutti gli attori, ricevuta l'eventuale chiamata per prendere parte a film del genere, ne siano entusiasti. I colossal sono infatti delle opere talmente caratterizzanti e talmente di massa, che risulta poi difficile per un attore riuscire a scrollarsi di dosso l'immagine ed il personaggio che ha interpretato in essi. Qualcosa di molto simile a quello che accade a molti attori di serie televisive di grande successo che si protraggono per diversi anni, la loro immagine rimane legata a quei personaggi, rendendo poco gratificate le proprie doti di versatilità come attore, e ricevendo talvolta anche poche richieste future per interpretare parti.
mercoledì 16 novembre 2022
Blade Runner (1982) #Recensione
Blade Runner è una delle pellicole più storiche della cinematografia occidentale, di genere principalmente fantascentifico, con Harrison Ford come protagonista e Ridely Scott dietro la cinepresa.
domenica 13 novembre 2022
"I'm walking here! I'm walking here!" ("Sto camminando qui! sto camminando qui!") #Spiegazione
La frase "Hey, I'm walking here!, I'm walking here!" (Tradotta letteralmente e doppiata in italianao : "Sto camminando qui! sto camminando qui!"), è una frase del film "Un uomo da marciapiede" del 1969 (in originale : "Midnight Cowboy") con protagonista Dustin Hoffman, nella parte di Enrico "Rico" Rizzo.
La peculiarità di tale frase, ed anche ciò che la fece diventare famosa, è che non fosse nel copione e sia una di quelle improvvisazioni che piacciono tamente al regista che sul momento viene deciso di inserirla nella pellicola.
Il resto è storia, anche se la cosa ha suscitato nel tempo leggere controversie per il fatto che alcune persone presenti sul set abbiano riferito che il taxi fosse guidato da una comparsa. La cosa sembra essere stata confermata, ma lasciando veritiera anche la versione dell'improvvisazione, sembra infatti che la scena piacque al regista cosi come era venuta naturale, ma che volle rigirarla nuovamente, pianificandola con degli attori.
martedì 8 novembre 2022
La corazzata Potemkin non è "una cagata pazzesca" #Recensione
"La corazzata Potemkin", realizzato nel 1925, è un film che viene ampiamente considerato come rilevante per la storia del cinema, grazie ad aspetti tecnici ed a scelte registiche ritenute molto interessanti.
La trama ruota attorno ad una corazzata, la Potemkin, ed ad un ammutinamento al suo interno, da parte della ciurma, che doveva far seguito a vicende di sovversione già avvenute a terra da parte del popolo russo in precedenza.
L'opera è divisa in capitoli, dalla brave durata, circa un quarto d'ora l'uno, ma sono comunque connessi tra loro e fanno vivere allo spettatore uno spaccato della situazione sociale e politica di quel tempo nell'allora Unione Sovietica.
Certamente non ha il passo di un film moderno, ne tanto meno ovviamente una particolarmente piacevole qualità audio/video, ma lascia comunque intendere che all'epoca possa essere stata una pellicola in linea con gli standard di intrattenimento, con l'aggiunta di alcuni aspetti come inquadrature e montaggi, che la fecero distinguere e la resero particolarmente interessante.
Il fatto che si stia parlando di un film muto (esclusa la colonna sonora musicale) ed in bianco e nero, non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di specificarlo, dato che al tempo questo era il massimo che si potesse ottenere.
La colonna sonora però tuttavia forse non è cosi ispirata come altri aspetti del film, risulta sicuramente appropriatamente drammatica per alcune scene che lo richiedono, ma nell'insieme appare poco variegata ed a tratti anche davvero poco determinante.
In sostanza è un film per tutti, perchè non ha contenuti che ne vietino la visione a nessuna categoria, ma
che forse essendo considerato un must sarà più ricercato da una ristretta cerchia di cinefili che dal grande pubblico, i quali potranno magari valutarne nel dettaglio gli aspetti tecnici tanto apprezzati dalla critica.
Quello che è certo è che non è una "cagata" come lo definiva Fantozzi nel secondo capitolo della sua saga, ed altrattanto certamente, visto che questo potrebbe essere un aspetto nell'immaginario collettivo da sfatare, non è di lunga durata, ma è anzi piuttosto breve, solo 70 minuti.
Una nota curiosa riguardo all'opera è il fatto che fu montata in tempi brevissimi, e le tempistiche a disposizione per la post produzione furono cosi limitate, che lo stesso regista non riuscì ad assistere alla prima proiezione dell'opera. Si trovava infatti nella cabina di proiezione, ad ultimare il montaggio, che infatti fu completato durante la prima proiezione ufficiale.
venerdì 4 novembre 2022
Che cosa si intende per "Botteghino"?
Dovendo prendere la parola alla lettera, intenderemmo una piccola bottega, essendo "botteghino" appunto il diminutivo di bottega.
Oppure dando peso alla sua etimologia, proviene dal Latino "apotheca", che significava "deposito", potremmo prendere quella accezione.
La parola "Botteghino" tuttavia in tempi moderni ha assunto significati ben diversi ed anche piuttosto ampi.
Il suo uso è diventato quasi imprescindibile nel mondo cinematografico, un po' per il suo ruolo di "Biglietteria", termine con il quale è abbastanza interscambiabile se se ne intende esclusivamente la sua esistenza fisica, cioè quella materiale come cassa per la raccolta dei soldi e la distribuzione dei biglietti all'interno/ingresso di un cinema.
Nota doverosa è citare anche come si chiami il botteghino in Inglese, ossia "Box office" tanto è diffuso anche nel resto del mondo non anglosassone, da poter risultare utile a qualcuno, che non fosse a conoscenza della traduzione.
martedì 1 novembre 2022
La ragazza con la pistola (1968) #Recensione
"La ragazza con la pistola" è una commedia di fine anni sessanta, con Monica Vitti al centro delle scene e della trama, ricordata principalmente per essere stata il suo primo vero film da protagonista.
La storia è quella di una sicilia fondata sui valori dell'onore e della tradizione, dove una coppia che abbia avuto una notte d'amore, debba necessariamente procedere verso il matrimonio. Il lui della coppia però, tale Vincenzo Maccaluso (il nome verrà ripetuto incessantemente per tutto il film), interpretato da Carlo Giuffrè, decide di fuggire per non essere costretto a sposarsi, e questo al tempo veniva considerato una grande offesa all'onore del partner, in questo caso la lei della coppia, Assunta Patanè, interpretata da Monica Vitti, che si mette sulle sue tracce per vendicare il fatto, desiderosa di ucciderlo, portandosi sempre dietro appunto, una pistola.
Il film inizia bene, molto bene, ritmato, ironico ed autoironico, e per quanto vengano usati tutti gli stereotipi del caso, anche abbastanza originale. Tuttavia poi, arrivati i titoli iniziali dopo la lunga introduzione, si perde.
Le scene si spostano nel Regno Unito, per una scelta non del tutto chiara e comprensibile, ma probabilmente principalmente per far risaltare un certo divario culturale riguardante le libertà personali dell'epoca, specialmente quelle delle dinamiche di coppia, mostrando poi durante il film, come le coppie socialmente accettate non fossero più soltanto quella uomo-donna.
Uno dei problemi principali del film è come il passo si assopisca sempre più, ogni quarto d'ora è più lento a scorrere del precedente, fino ad arrivare ad un lentissimo succedersi di eventi, uno strascicarsi da una scena all'altra con una qualche ipotetica suspence, con dialoghi e sguardi sempre più languidi e petulanti, con un finale che vorrebbe far intuire un lieto fine, ma che è vuoto di atmosfera e coinvolgimento quanto il porto dove è stato girato.
Impossibile non menzionare il fatto stupefacente e sconcertante di come
per metà dell'opera tutti i protagonisti si professino autoctoni, quindi
per la maggior parte britannici, ma da circa la metà in poi diventino
tutti fluenti in italiano e con dizioni perfette. Lo stesso accento
siciliano della Vitti si perde quasi completamente, apparendo più
influenzato dal proprio interlocutore di turno che dalle reali origini
del personaggio. Una pratica, quella di introdurre un personaggio con un
accento forte e poi farglielo perdere in favore di una maggiore
comprensibilità e leggerezza per lo spettatore, ancora oggi in vigore,
ma per quanto sia comprensibile per un docufilm della Rai dedicato ad un pubblico della terza età, non sembra proprio una scelta stilistica accettabile in
questo caso.
Presenti sia l'immancabile emancipazione femminile della protagonista, leitmotiv di tutta una serie di film della Vitti, che l'altrettanto imprescindibile scena in cui viene fatta cantare, nonostante non ve ne siano ragioni pratiche per meriti effettivi. (al contrario di uno stupefacente Proietti, suo coprotagonista in "La Tosca"). Tuttavia non è possibile crocifiggere Monicelli per questi due elementi ricorrenti, essendo stato questo il film che li ha lanciati per essere poi copiati di fatto in quelli successivi.
In sostanza una pellicola che parte come commedia divertente, che espone le assurdità e le contraddizioni di alcuni aspetti della cultura italiana del tempo, ma che diventa sempre più una melensa commedia sentimentale, con facili moralismi e tutta una serie di espedienti e battute ripetitivi e decisamente non in grado di giustificarne la candidatura agli Oscar dell'anno successivo come "Miglior film straniero".
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