"La corazzata Potemkin", realizzato nel 1925, è un film che viene ampiamente considerato come rilevante per la storia del cinema, grazie ad aspetti tecnici ed a scelte registiche ritenute molto interessanti.
La trama ruota attorno ad una corazzata, la Potemkin, ed ad un ammutinamento al suo interno, da parte della ciurma, che doveva far seguito a vicende di sovversione già avvenute a terra da parte del popolo russo in precedenza.
L'opera è divisa in capitoli, dalla brave durata, circa un quarto d'ora l'uno, ma sono comunque connessi tra loro e fanno vivere allo spettatore uno spaccato della situazione sociale e politica di quel tempo nell'allora Unione Sovietica.
Certamente non ha il passo di un film moderno, ne tanto meno ovviamente una particolarmente piacevole qualità audio/video, ma lascia comunque intendere che all'epoca possa essere stata una pellicola in linea con gli standard di intrattenimento, con l'aggiunta di alcuni aspetti come inquadrature e montaggi, che la fecero distinguere e la resero particolarmente interessante.
Il fatto che si stia parlando di un film muto (esclusa la colonna sonora musicale) ed in bianco e nero, non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di specificarlo, dato che al tempo questo era il massimo che si potesse ottenere.
La colonna sonora però tuttavia forse non è cosi ispirata come altri aspetti del film, risulta sicuramente appropriatamente drammatica per alcune scene che lo richiedono, ma nell'insieme appare poco variegata ed a tratti anche davvero poco determinante.
In sostanza è un film per tutti, perchè non ha contenuti che ne vietino la visione a nessuna categoria, ma
che forse essendo considerato un must sarà più ricercato da una ristretta cerchia di cinefili che dal grande pubblico, i quali potranno magari valutarne nel dettaglio gli aspetti tecnici tanto apprezzati dalla critica.
Quello che è certo è che non è una "cagata" come lo definiva Fantozzi nel secondo capitolo della sua saga, ed altrattanto certamente, visto che questo potrebbe essere un aspetto nell'immaginario collettivo da sfatare, non è di lunga durata, ma è anzi piuttosto breve, solo 70 minuti.
Una nota curiosa riguardo all'opera è il fatto che fu montata in tempi brevissimi, e le tempistiche a disposizione per la post produzione furono cosi limitate, che lo stesso regista non riuscì ad assistere alla prima proiezione dell'opera. Si trovava infatti nella cabina di proiezione, ad ultimare il montaggio, che infatti fu completato durante la prima proiezione ufficiale.
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