Emma Peeters (il titolo è rimasto invariato dall'originale) è un film belga-canadese del 2018, anche se le riprese e le scene si svolgono quasi tutte nella città di Parigi. La protagonista però è effettivamente belga (l'attrice è canadese), ed è anche colei che da il nome al film e su cui si incentra tutta la storia.
lunedì 21 febbraio 2022
Emma Peeters (2018) #Recensione
venerdì 18 febbraio 2022
Che cosa significa "Cast"? #Curiosità
La parola inglese Cast è ormai entrata nel nostro dizionario, in modo inalterato, e sta a rappresentare quello che significa anche per tutto il mondo anglosassone, ossia l'insieme degli attori che prenderanno parte ad uno specifico film.
Tuttavia, quello è soltanto uno dei tipi di cast, quello artistico. Esiste infatti, anche il cast tecnico, che altro non è che l'insieme dei tecnici che supporteranno e dirigeranno tutte le azioni di contorno alla recitazione.
La selezione del cast, si chiama Casting, ed anche questa parola sta piano piano appaiando e forse sostituirà, la nostra dicitura, appunto "selezione". Mentre la parola "audizione", già sufficientemente simile all'inglese "audition", non è stata ancora toccata.
La spiegazione del perchè si dica casting, potrebbe essere data dal fatto che tale parola in inglese significa "colare", come si fa con uno stampo dove venga versato del liquido perchè poi solidificandosi prenda la forma desiderata. Potrebbe dunque stare a rappresentare come si cerchi di selezionare la figura che si vuole abbia più possibile le sembianze e caratteristiche del risultato finale.
lunedì 14 febbraio 2022
Goon (2011) #Recensione
Piaciuto alla critica, fallimentare al botteghino, apprezzato negli anni successivi sui servizi di streaming video.
Goon è un film del 2011, con consistenti inflessioni canadesi, anche dialettali (nella versione originale). Parla infatti di un campionato canadese di Hockey non di primo livello, e la sua sceneggiatura, basata su di un libro che raccoglieva a sua volta aneddoti veri riguardanti tale sport, è stata scritta da Jay Baruchel, di Ottawa, che prende anche parte al film come attore.
La storia è quella di un giocatore, Doug, e del suo conflittuale rapporto con l'hockey, dove è abile, soprattutto nella parte delle risse in campo, ma che una volta steso malamente da un avversario, attraversa una crisi esistenziale, tanto da dover cambiare lavoro e rischiare di minare la propria relazione sentimentale.
Ne è stato realizzato addirittura un sequel, dal nome (rimasto in alterato dall'originale) Goon : Last of the enforcers, e lo stesso sceneggiatore ha espresso interesse a scriverne un terzo capitolo.
venerdì 11 febbraio 2022
Ricky Gervais, sarà stata l'ultima volta ai Golden Globes?! #CineFacts
Ricky Gervais è un attore, comico, regista e molto altro, britannico. Ma forse il "titolo" a cui tiene più di tutti è quello di sceneggiatore (campo nel quale ha creato la serie televisiva The Office nella sua versione originale d'oltremanica) categoria che sceglie spesso di difendere, con autoironia, nei suoi discorsi pubblici facendo trasparire, ed è difficile dargli torto, che venga spesso sottovalutata se non snobbata.
Uno dei momenti in cui ha esposto questo pensiero è stato agli annuali Golden Globes, premio americano che dopo gli Oscar e gli Emmy risulta essere il maggior riconoscimento per chi lavora "dentro" uno schermo.
La domanda del titolo è reale, avendoli già presentati per ben cinque volte (2010, 2011, 2012, 2016, 2020) ed avendo dichiarato quasi sempre, principalmente all'interno delle sue battute, come non li avrebbe più ripresentati, dopo ogni volta. Questa però sembrerebbe essere stata quella decisiva.
Nel frattempo monta sempre più insistente tra i fan, non solo suoi ma di tutto il mondo cinematografico, il sogno di vederlo in prima linea a presentare gli Oscar, per svecchiare e risvegliare un po l'evento, dall'essere una cerimonia ormai percepita da molti come scontata e fiacca.
Ma che cosa hanno avuto di speciale queste sue "performance" come presentatore ai Golden Globes tanto da scioccare i presenti ed il pubblico a casa, in maniere differenti, e da farlo tornare cosi tante volte su quel palco.
Innanzitutto di vere e proprie performance si puo parlare, perche per quanto superficialmente alcuni li abbiano chiamati insulti o simili, erano tutte battute ben studiate, scritte ed adattata alla situazione, ed anche di notevole livello, sia quando sono suonate come critiche, sia quando sono apparse come esagerazioni della realtà.
La caratteristica principale che ha portato ad essere cosi sorprendente e sconvolgente la sua presentazione è stata, costante negli anni, quella di aver portato semplicemente il duro e crudo humour british ed averlo usato in maniera diretta nei confronti delle personalità più conosciute ed influenti nel mondo del cinema americano e non solo.
Tutto suona critico ed irrispettoso ad una lettura, ma nella realtà.. i suoi monologhi iniziali sono stati azzeccatissimi e divertentissimi ogni anno, e le sue presentazioni degli ospiti durante la serata, non hanno mai mancato di cogliere l'aspetto più sopravvalutato o apparentemente intoccabile di ognuno di loro.
Molti, tantissimi, colpi sono stati dati sotto la cintura, ma quasi nessuno a voler far realmente male, e certamente per un mondo imbalsamato nella propria perfezione come quello Hollywoodiano, sentir qualcuno non allienato al politically correct, addirittura in una serata del genere, è stata una ventata, anzi una tormenta, di aria fresca. Il risultato, e la ragione per cui è stato più volte richiamato a presentare nuovamente, è che in una notte dedicata alle stelle del cinema di tutto il cielo planetario, la più brillante è stata proprio la sua.
martedì 8 febbraio 2022
Mister Morgan - 2013 #Recensione
Qualcosa di consistente è andato storto..
Mister Morgan (Titolo originale : Mr. Morgan's last love) è una commedia drammatico-romantica girata nel 2011 ed uscita nel 2013. Narra la ultime vicende di vita di un benestante professore americano di Princeton in pensione, trasferitosi a Parigi per passare li gli ultimi anni di vita della moglie, ormai malata terminale di cancro. Una volta perduta lei, inizia a condurre una vita molto abitudinaria, sedentaria ed asociale. Nella sua ruotine settimanale pochi eventi e poche persone, fino a che tutto cambia, e la malinconia e l'inerzia, vengono spezzate dall'incontro con una giovane ballerina.
Il film analizza cercando di andare in profondità, molti temi, anche parecchio complessi. Come i rapporti familiari, quelli di coppia, la perdita di persone care, le eredità sia materiali che genetiche, le relazioni a distanza, e molto altro.. purtroppo però, fallisce, ed è difficile per lo spettatore trovarne una causa ben chiara da sacrificare all'altare della delusione generica una volta terminata la pellicola.
venerdì 4 febbraio 2022
Che strano chiamarsi Federico (2013)
Una delle recensioni più difficili perchè quando si parla di mostri sacri le opinioni vengono maggiormente vivisezionate, come se si scrivesse una critica ad un qualcosa realizzato da Kubrick, tuttavia non sono tutte rose e fiori in questo film.
Ettore Scola racconta Federico Fellini, nell'ultimo dei film che dirigerà, scomparirà infatti soltanto 3 anni dopo. Il racconto è come lo definì lui stesso in una intervista "un album di fotografie", di fatto una sorta di docufilm, piuttosto originale, dopo si ripercorre la vita del "maestro", come veniva appellato, attraverso i fatti salienti che la contraddistinsero, usando sia reperti audio e video dell'epoca, che ricostruzioni con attori ed una voce fuori campo ad amalgamare il tutto.
Per non aggiungere complicatezza ad una figura, quella felliniana, già piena di sfaccettature, ed ad una ricostruzione cinematografica già sufficientemente articolata, si potrebbe fare un semplice elenco di quello è sembrato positivo e negativo al suo interno.
Sicuramente come detto è un riassunto fatto in modo particolare, unendo molte delle altre arti, oltre a quella cinematografica, come la pittura ed il teatro. La stessa scena iniziale, senza fare spoiler, sembra appartenere più ad un teatro di strada che al cinema, strada tema molto caro a Fellini, confermato e dipinto in molte altre scene da Scola, compreso un incontro con un madonnaro.
Viene anche dato, giustamente, risalto, al "Teatro 5", un po' la casa di Fellini, dove, all'interno di Cinecittà, ha girato gran parte delle scene delle sue pellicole e che è stato poi a lui dedicato dopo la sua scomparsa.
Positiva anche la scelta della transizione dal "bianco e nero" al "a colori", durante la narrazione. Perchè di fatto cosi accadde, al tempo si diffuse questa nuova tecnologia, ed è cosi che giustamente Scola ha valorizzato questo aspetto. Scelta semplice ed efficace, o forse semplicemente obbligata.
Di contro però..
Tutto questo distacco dai canoni classici di una narrazione lineare, rendono questo "album fotografico" un po' slegato. Proprio come accade appunto ad un album, dove per andare avanti non si gira una manovella che avvolge una pellicola, ma si va a scatti, saltando da una pagina all'altra.
La stessa satira, chiave della vita del "bugiardo cronico" Fellini, elemento comune di inizio carriera e leitmotiv di essa, sia per Scola che Fellini, nelle scene al Marco Aurelio, giornale per il quale entrambi, in momenti diversi, scrissero, non colpisce particolarmente.
Stupisce anche la grande assenza di Giulietta Masina, compagna di una vita e mezza mela di Federico Fellini, che nel film appare soltanto in pochi documenti video dell'epoca, senza avere il vero ruolo di primo piano sia nella vita personale che cinematografica felliniana, che lo stesso Fellini le assegnò.
martedì 1 febbraio 2022
La carica dei 101 post - #TraguardiBlog
Qualche riga celebrativa alla luce del fatto che 101 post sono già andati in archivio, come sta a rappresentare il piccolo dalmata in rappresentanza di tutta la sua ciurma.
Un ringraziamento generalizzato, a tutti coloro che seguono il blog, anche saltuariamente, a tutti quelli che sono capitati qua per caso, ed a tutti quelli che potrebbero farlo.
Ricordando che chiunque avesse suggerimenti di qualsiasi tipo o volesse contribuire in qualsiasi forma, puo scrivere all'indirizzo e-mail Paolosantini@email.com
E vista tutta questa produzione di post, potrebbe essere dunque questa l'occasione adatta per spiegare che cosa significhi il termine tecnico cinematografico "post-produzione", che non ha molto a che fare con quello che oggi grazie ai social potrebbe sembrare voler dire.
La spiegazione letterale è piuttosto semplice, "post" dal Latino "dopo" e "produzione" ossia dopo che il film è stato girato ma deve essere ultimato e rivisto, formano insieme un termine utilizzato dagli addetti ai lavori, ma non spefico del mondo del cinema, che definisce l'ultimo stadio della realizzazione di un film, prima che venga distribuito al pubblico.
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