martedì 8 febbraio 2022

Mister Morgan - 2013 #Recensione

Qualcosa di consistente è andato storto..

Mister Morgan (Titolo originale : Mr. Morgan's last love) è una commedia drammatico-romantica girata nel 2011 ed uscita nel 2013. Narra la ultime vicende di vita di un benestante professore americano di Princeton in pensione, trasferitosi a Parigi per passare li gli ultimi anni di vita della moglie, ormai malata terminale di cancro. Una volta perduta lei, inizia a condurre una vita molto abitudinaria, sedentaria ed asociale. Nella sua ruotine settimanale pochi eventi e poche persone, fino a che tutto cambia, e la malinconia e l'inerzia, vengono spezzate dall'incontro con una giovane ballerina.

Il film analizza cercando di andare in profondità, molti temi, anche parecchio complessi. Come i rapporti familiari, quelli di coppia, la perdita di persone care, le eredità sia materiali che genetiche, le relazioni a distanza, e molto altro.. purtroppo però, fallisce, ed è difficile per lo spettatore trovarne una causa ben chiara da sacrificare all'altare della delusione generica una volta terminata la pellicola.

 
La partenza era una di quelle in cui si dovrebbe quantomeno cadere in piedi, il film è infatti tratto da un romanzo "La douceur assassine", e quindi un qualcosa di già venduto e già apprezzato, ma in poche scene i dialoghi creano davvero una decente suspence, e in pochissimi casi risultano realmente originali. 
Difficile dire se siano le ambientazioni, il film è girato tra Parigi ed altri splendidi scenari europei, a cui viene data una certa rilevanza nel film, ma che forse non vengono valorizzati o sfruttati a dovere.
Anche il cast, con Michael Caine come protagonista, avrebbe dovuto essere abbastanza inattaccabile, ed invece appare proprio slegato, senza amalgama, e la stessa chimica tra i due protagonisti, che viene descritta come elemento trainante di tutte le reazioni a catena nel film, appare insignificante o del tutto assente. 
 
Volendo trovare l'elemento migliore e quello peggiore del film, si potrebbe dire che la frase ad effetto "C'è una crepa in ogni cosa. Ed è da li che entra la luce", di una delle canzoni di Leonard Cohen, era sicuramente adatta alla sceneggiature, ed è forse il momento piu illuminato del film.

L'aspetto peggiore, e qui è una questione tutta nostrana, è stato il doppiaggio. Non in quanto tale, ma prevalentemente la scelta a monte di volerlo fare. E' infatti un film di interazioni tra anglofoni e francofoni, tra bilingue e praticanti alle prime armi, e c'è quindi un continuo susseguirsi di cambiamenti di idioma, di accenti piu o meno forzati, oltre ovviamente alla miriade di sfumature linguistiche, tra doppi sensi e modi di dire, che vengono come quasi sempre accade, perduti nella traduzione. La critica ad ogni modo non è generica all'idea del doppiare, ma specifica per una pellicola che sicuramente ha perso tanto, probabilmente troppo, da una scelta del genere, e questo è stato verosimilmente l'ago della bilancia più papabile ..della delusione suscitata dal film.

 

 


Nessun commento:

Posta un commento