La realizzazione dei film ha da sempre avuto come parte del suo obiettivo di intrattenere, l'intento di stupire lo spettatore.
A sua volta gran parte di questa attrazione è spesso venuta da quelle scene che in Inglese vengono chiamate "stunts" e che sono interpretate da coloro che ormai anche in italiano vengono comunemente chiamati "stuntman".
Ma la parabola di che cosa sia stato considerato un rischio accettabile ed anche legale, è cambiata molto nel tempo.
Molti attori, agli albori della nascita del cinema, provvedevano ad essere loro stessi gli stuntman, mettendosi in prima linea, a far evoluzioni che facevano temere tutti per la loro incolumità, gli spettatori e le crew sul set, e sicuramente lo temevano pure loro stessi.
Il titolo di questo post deve il proprio nome ad una pellicola ormai quasi centenaria, uscita precisamente nel 1923, di Harold Lloyd, in cui lo stesso, oltre ad essere il protagonista del film, appariva fare evoluzioni sorprendenti, con l'aiuto, come era per molti all'epoca ed oggi, di illusioni ottiche che grazie ad angolazioni di ripresa e trucchi pratici simili, rendevano il tutto ancora più spettacolare.
Un nome dell'epoca ben noto per essere stato lo stuntman di se stesso per tutta la propria carriera, è quello di Buster Keaton.
Il quale doveva il proprio nome d'arte addirittura al grande mago Houdini, che stupito proprio dalle sue evoluzioni esclamò "What a buster!".
Questo genere di attività però un conto lo porta sempre, ed infatti egli non è stato esente da conseguenze fisiche, essendosi addirittura rotto il collo durante la realizzazione di uno dei suoi film.
In tempi recenti, ha fatto molto notizia, anche se sembra essere cosi da quasi tutta la sua carriera, il fatto che Tom Cruise esegua i propri stunt personalmente, senza controfigura e questo al giorno d'oggi è sorprendente perché gli attori sono cosi ben pagati e le produzioni hanno budget cosi grandi che non ce ne è assolutamente più necessità.
La cosa non si limita, nel caso di Cruise, ad eseguire la parte inserita nel copione, per quanto rischiosa, al momento di dover girare la scena, ma riguarda tutto un processo di preparazione che egli fa con dedizione e meticolosità. Uno degli esempi più noti è come abbia conseguito addirittura la patente di pilota di elicotteri per poter girare alcune scene specifiche in uno dei suoi film.
Altro aneddoto curioso, è come una volta si sia allenato per settimane per una scena dove aveva da trattenere il respiro e lo ha poi fatto per ben 6 minuti e mezzo, record poi soffiatogli dalla collega Kate Winslet, che recentemente ha anche lei girato una scena sott'acqua per un film in uscita ed ha deciso di non usare controfigure, trattenendo il respiro per ben 7 minuti e 14 secondi. Ovviamente parliamo di "record" per delle pellicole cinematografiche, non in termini assoluti di apnea.
Inoltre, sempre in tempi recenti, è diventato sempre più più credibile, ed incredibile, quello che la tecnologia è in grado di fare, in generale nella vita di tutti i giorni, ma in questo caso stiamo parlando proprio di quello che sia stata capace di ottenere come risultato finale, applicata alla cinematografia.
Molte scene che avrebbero richiesto stunt fisici hanno potuto essere realizzate al computer e quelli che una volta, a volte, erano attori improponibilmente truccati, effetti speciali poco credibili e stuntman in carne ed ossa a dover eseguire scene, ad oggi in molti casi sono immagini generate al computer, spesso chiamate con l'acronico inglese C.G.I.
Le regole però come detto sono molto cambiate negli anni, specialmente per l'incolumità degli attori, a cui non è più permesso prendersi rischi personali considerati eccessivi, per il solo obiettivo della spettacolarizzazione e del successo.
In sostanza è avvenuto quello che è accaduto nei confronti del mondo animale, dove prima era accettato e non faceva troppo scalpore includerne la morte in una pellicola se la scena lo richiedeva, mentre adesso non è più possibile uccidere nessun tipo di animale durante le riprese di un film e devono essere sempre usati stratagemmi per farlo invece semplicemente apparire.