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sabato 22 marzo 2025

"Dune" (2021) #Recensione

 Dune Part I è un adattamento in due capitoli di un romanzo di Frank Herbert che già in passato aveva ispirato vari registi del calibro di David Lynch, ed era finito per diventarne un film.

La trama è molto fantascientifica, si svolge infatti in un pianeta dove viene raccolta una sostanza che interessa a moltissimi gruppi differenti di persone, umani ed umanoidi, chiamata "Spezia".
Il giovane protagonista, Paul, si trova a dover affrontare diatribe politiche per il potere, nonchè vere e proprie battaglie fisiche per sopravvivere e per cercare di riportare la pace, il tutto con in sottofondo il costante dubbio che lui sia il prescelto per guidare i popoli.

La storia è ricolma di nomi particolari e spesso complessi, in pieno stile fantascientifico e ancor più nello stile di pellicole come Star Wars, che in questo post in un breve riassunto della trama non avevano senso di essere riportarti.

Gli scenari sono davvero bellissimi, molta lavorazione al computer ma comunque : costumi, scenografia, effetti speciali, etc sono apparsi tutti più che degni per il genere, tanto che sono valsi anche diversi Oscar come riconoscimento all'ottimo lavoro realizzato.

Bene anche la recitazione di alcuni membri del cast, in particolare la performance eccellente della madre del protagonista, Rebecca Ferguson, l'ottima prestazione di Stellan Skarsgard nei panni del capo dei cattivi, e quella buona di Josh Brolin, capo dell'esercito amico.
Non bene altri invece, come Jason Momoa, che sembra avere giusto un paio di espressioni in tutto il film, e David Bautista, che poco apporta di particolare alle scene in cui è presente. 

In generale un film con tutti i tratti del genere, con un passo piuttosto lento, ed una durata da colossal, quale di fatto vuole essere.
Una pellicola che difficilmente può entusiasmare un non appassionato di tale genere cinematografico, ma che altrettanto certamente ne entusiasmerà gli appassionati.
Un'opera che nei campi che più contano in quel genere, come effetti speciali e fotografia, ha incassato giustamente un plebiscito da parte del pubblico al botteghino e da parte della critica cinematografica, ma che fallisce nell'essere per tutti, come altri lavori di fantascienza sono invece riusciti ad essere in passato.

martedì 18 marzo 2025

Chi ha detto la frase "Tieni vicino gli amici, ma ancor più vicino i nemici"?

 La frase in questione è una battuta della eccezionale saga de "Il Padrino". 
 
Viene pronunciata durante nella sua "seconda parte", come viene solitamente chiamata questa trilogia, dal figlio di Don Vito Corleone (Marlon Brando), ossia Michael Corleone (Al Pacino), come citazione di uno dei tanti insegnamenti ricevuti dal padre.
 
 Il film uscì nel 1974, e tutt'oggi, essa come molte altre battute del film, viene usata nella società attuale, principalmente in modo ironico o sarcastico. 
 
La pellicola è di produzione americana, nonostante si tratti di argomenti e situazioni molto legate all'italia, e la frase in lingua originale (l'inglese) è : "Keep your friends close, but your enemies closer".

Come molte altre battute ad effetto nell'arco di tutta la storia del cinema, specialmente se sono diventate di uso comune, anche questa è riuscita a rientrare nella classifica delle cento migliori citazioni cinematografiche da parte dell'istituto americano che si occupò di redigerne la lista, precisamente al 58esimo posto.
 


sabato 15 marzo 2025

"Tu mi turbi" (1983) #Recensione

 "Tu mi turbi" è un film che si avvia ad avere presto mezzo secolo di vita, è diviso in episodi, quattro per la precisione, ed ha Roberto Benigni come protagonista in ognuno di essi.

Le trame sono molteplici, diverse per ognuno degli episodi, ma hanno alcuni temi in comune, come appunto il protagonista, nei panni di personaggi diversi tra loro, ed il tema della religione per esempio, presente sia in forma esplicita che in altri casi implicita. 

Nonostante non dimostri particolarmente i propri anni la pellicola, e non risulti "invecchiata male" per nessuna ragione specifica, non appare come un qualcosa che a distanza di tutto questo tempo possa rimanere o meritare l'onoreficenza di film di culto.

Molto bene la colonna sonora, firmata nella quasi totalità da Paolo Conte, con un piccolo contributo di Benigni in versione cantante. Essa appare calzante ed interessante, senza mai invadere troppo le scene, ma segnandole e tirandone su il livello generale.

Bene anche la recitazione dei vari attori presi specificamente per il film, a differenza di quella dei soliti volti noti che contornano le opere di Benigni e lo faranno anche per gli anni successivi. Male appunto il Monni e la Braschi, come accadrà spesso anche in futuro.

Benissimo la scena della banca, ossia il terzo episodio, che risulta proprio intrigante ed avvincente, nel suo piccolo, con finalmente dei giochi di parole interessanti e divertenti, rispetto al resto del film.

Malissimo invece il quarto episodio, atroce da guardare, che non aggiunge niente, anzi appesantisce tutta l'opera ancor di più.

Curioso vedere Benigni con una banana in mano in diverse scene, forse un presagio di quello che sarebbe stato una decina di anni dopo Johnny Stecchino.

In sostanza un film per tutti, senza violenze e con poco nudo, che però sembra più adatto a degli appassionati di nicchia o a qualcuno che voglia completare la visione di tutto quello in cui sia stato presente Roberto Benigni.

martedì 11 marzo 2025

"The Gods must be crazy" (1980) #Recensione

 E' un film di produzione Sudafricana, girato in altri stati dell'Africa, ed uscito nel 1980, che ha poi dato seguito ad altre opere creandone una serie di film.

Si tratta delle avventure della semplice vita di tutti i giorni, di un biologo ricercatore, di un autoctono di una delle tribù locali, e di una insegnante in una scuola di un villaggio vicino. Il primo si innamorerà della terza e faticherà per vincere la propria "impacciataggine", ed un rivale in amore, mentre il secondo, insieme a tutta la sua tribù combatterà contro una bottiglia di Coca-Cola vuota caduta dal cielo, segno e simbolo ritenuti divini.
Tutti e tre però dovranno anche affrontare animali pericolosi ed un gruppo di terroristi, dimostrando di essere svegli, scaltri, ed abili con le armi, alcune delle quali non affatto convenzionali. 
 
Raccontata così la trama può farlo sembrare un film demenziale, e se pur abbia diversi momenti di "slapstick comedy", quella di Stanlio ed Olio per intenderci, ha altrettante scene piuttosto profonde e che fanno riflettere lo spettatore.
 
La bottiglia in questione infatti, viene considerata da tale tribù come un oggetto mandato dagli dei, da li il nome del film, dato che non sono a conoscenza dell'esistenza degli aerei. Tale bottiglia però dati i suoi molteplici utilizzi essendo per loro il vetro un materiale del tutto nuovo, porta presto invidie, litigi ed atti violenti. Questo fa propendere la tribù per il liberarsi dell'oggetto, cosa che costa molta fatica, continuando a riapparire vicino a loro, grazie a varie coincidenze.  

In sostanza sembra un film ben pensato e ben realizzato, adatto a tutti e con molti spunti per delle riflessioni, sia sul valore delle cose che della vita, in quella società che viene chiamata mondo occidentale, sia per le difficoltà e gli accrescimenti dati dagli incontri di diverse culture e razze tra loro.

domenica 9 marzo 2025

"Ecce bombo" #FrasiFamose


"Ecce Bombo" è un film di Nanni Moretti, del 1978, fu il suo secondo lavoro cinematografico ufficiale, ed oltre ad essere un capolavoro con un tipo di comicità molto particolare, contiene al suo interno alcune frasi eccezionali entrate nel parlato comune in Italia, senza tuttavia che necessariamente la gente sappia da dove provengono, anzi, molto spesso vengono usate senza sapere che arrivino proprio da li.

Due in particolare verranno prese in considerazione in questo post, e sono forse le due che più, ancora al giorno d'oggi dopo più di 40 anni, si sentono usare.

La prima avviene al telefono, quando proprio il protagonista, Nanni Moretti, durante una sorta di monologo sulla propria situazione, chiede all'interlocutrice che gli segnalava la presenza di una festa : "Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte, o se non vengo affatto?". 
In un tentativo, molto riuscito anche nel resto del film, di rappresentare dilemmi interiori e spensieratezze ostentate.
Da quel giorno moltissimi giovani, e non solo, adottarono tale espressione in modo ironico in risposta ad un invito.

La seconda è forse la più viva in assoluto ancora al giorno d'oggi, anche se la versione diffusasi e risuonata negli anni è abbastanza diversa nella forma, ma quasi identica nei contenuti.
La frase originale è pronunciata da una ragazza in risposta alla domanda su quale lavoro faccia, fattagli proprio da Michele (Nanni Moretti) : "Mah, te l'ho detto : giro, vedo gente, mi muovo, faccio delle cose". Classica risposta un po' evasiva e un po' atteggiata da giovane, che non vuole dire di non avere una occupazione.
La versione poi usata nel parlato comune, è diventate la notissima "Faccio cose, vedo gente".



 

 


 

mercoledì 5 marzo 2025

"Ratatuille" (2007) #Recensione

 Si tratta di un film d'animazione realizzato dalla ben nota Pixar, la quale si è fatta un nome nel settore per opere di alto livello e di eccellente successo commerciale. 

La storia è quella di un piccolo ratto con un olfatto straordinario ed una indomabile passione per il cibo, nella sua più alta forma però, ossia un piacere per il corpo e per la mente, e non soltanto un semplice "carburante", come invece viene definito in vari momento nel film, facendo stizzire il protagonista.
Inizierà quindi una ricerca nel mondo culinario, senza metà precisa, ma che ben presto troverà una propria strada ed un proprio scopo finale.

La trama appare sorprendentemente azzardata, su di tutto la scelta di mettere un ratto, dal colore e dalla sembianze corrette, a maneggiare il cibo, invadendo cucine con i propri compagni di branco, e cucinando addirittura per gli umani. 
Una scelta stupefacente perché nell'immaginario collettivo, un po' per tutti dai grandi ai bambini, i ratti rappresentano un qualcosa da evitare, possibili portatori di malattie e difficilmente considerati animali domestici in tempi moderni.

Tuttavia non era la prima volta che nei cartoni si trovava il modo di far parteggiare il pubblico per dei topi, Tom & Jerry su tutti, ed anche in questo caso la scelta ha pagato, sia in termini di critica che di botteghino.

Il film appare ben riuscito nel suo insieme, sufficientemente originale ed avvincente, convince abbastanza anche come colori, scenari e disegno dei personaggi, senza però mai eccellere particolarmente.

Di negativo forse una eccessiva ricerca del capovolgimento di trama nell'ultima mezzora, dove accadono una serie un po' stucchevole di litigi e riavvicinamenti. 

In sostanza un film per tutti, che non delude e che nonostante sia uscito nel 2007, sembra avere dei notevoli tratti anni '90, forse era in incubazione da qualche anno. 

lunedì 3 marzo 2025

"Ratatuille" (2007) #SpiegazioneTitolo

 Il titolo non è riferito al nome di un luogo o di un personaggio, ma bensì di una pietanza.

Perfettamente a tema con la trama, dato che l'argomento principale del film è il cibo.

Si tratta di un piatto tipico francese, solitamente in passato cucinato in estate, dalle famiglie meno abbienti.

Tuttavia come accaduto per diversi "piatti poveri" anche in Italia, ad un certo punto capita che si diffondano a livello nazionale, che talvolta perdano lo status di piatti semplici e di bassa fascia, e che in rari casi addirittura ribaltino la loro condizione, diventando piatti raffinati e ricercati.

Altrettanto raramente, come accade invece nel film, viene servito come piatto a se stante, più spesso capita che abbia il ruolo di contorno.

Senza addentrarci nelle varie pronunce, sia per quella francese che per quella nostrana, ne esiste una varietà anche in Italia, diffusa in Liguria e Piemonte, con il nome di "Ratatuja"

Inoltre, un piatto molto simile a cui viene spesso associato o confuso, è la "Caponata" siciliana, anch'esso a base di verdure, del quale però non si conoscono bene le origini, nemmeno quelle etimologiche della parola, a differenza di "Ratatuille", che è stato accertato venire dalla parola "Rimestare", in francese. 

Il titolo dunque è legato a tutto questo a livello storico, ma è, forse più di tutto, un gioco di parole con la parola "Rat", che in inglese significa "Ratto" (Il film è una produzione americana della Disney), che è di fatto anche il piccolo animale protagonista del film. 

Chi è Christopher Walken