domenica 12 gennaio 2025

"Un'estate in Provenza" (2014) #Recensione

 "Un'estate in Provenza" (Titolo originale : Avis de mistral), è un film francese del 2014, con protagonista Jean Reno.

La trama è quella di un trio di fratelli che viene mandato dalla madre a passare un'estate con i nonni, nella loro casa in Provenza. La convivenza parte subito molto male, visto che entrambe le parti non avrebbero aver voluto avere a che fare tra loro. Tuttavia iniziano a nascere i primi punti di contatto, ed il risultato sarà una riscoperta di vecchi modi di vivere, che non sono poi cosi lontani da quelli moderni e dai desideri delle nuove generazioni.

Il risultato dell'opera però è in generale molto mediocre, i clichè non si contano, ed i momenti di vera sorpresa e coinvolgimento per lo spettatore sono davvero limitati. 

Si salva Jean Reno, calzante come scelta per la parte, e magnetico dentro ad uno schermo come sempre. Piuttosto scadente la prestazione di un po' tutto il resto del cast, a cui non si chiedeva nulla di particolare e che certamente non aveva un bagaglio di esperienza degno di nota, ad ogni modo nessuno si è distinto per aver sorpreso in positivo.
Né carne né la performance della nostra Anna Galiena, nei panni della nonna dei ragazzi e moglie del protagonista (Jean Reno). 

Di positivo il ritmo buono, il passo costante, la durata non eccessiva, e l'idea in se e per se, sicuramente un qualcosa che è capitato a moltissime famiglie e che per questo ne rappresenta bene il realismo e le difficoltà.

La parte più curiosa riguardo al film è forse quella linguistica, visto che la coppia di protagonisti di questo film che vuol essere la quintessenza della cultura francese, non lo è particolarmente. La Galiena come detto è completamente italiana, mentre Jean Reno, nonostante sia cinematograficamente una icona della Francia da sempre, è figlio di genitori spagnoli, e non ha ricevuto la cittadinanza francese fino alla maggiore età. 

In sostanza un film che non sorprende, non entusiasma, che fa parteggiare per i protagonisti ma senza appassionare veramente, e che quindi rimane quello che è, una commedia per tutti ed un buon intrattenimento per una serata, ma nulla più, che forse era semplicemente l'obiettivo ricercato. 

giovedì 9 gennaio 2025

"La palla numero 13" (1924) #AnamnesiTitolo

Il titolo non è stata certamente la parte più facile ed immediata nella realizzazione di questo film.

In originale è stato distribuito con il nome di "Sherlock Jr", dato che tratta le vicende di un aspirante investigatore, il quale durante le scene di metacinema all'interno della pellicola, immagina se stesso proprio con tale nome.
Quindi alla fine un titolo pertinente, semplice e sufficientemente internazionale. 

Tuttavia il film era nato sotto il nome di "The Misfit", in italiano "Il disadattato", che certamente rispecchiava meno i suddetti aspetti, per i quale è stata elogiata la scelta finale.

Nella versione distribuita in Italia invece, doveva uscire con il nome di "Calma signori miei", decisamente poco stimolante e che lo avrebbe fatto sembrare più come una possibile commedia basata sulla caciara in una qualche sorta di osteria.
Finì invece per essere scelto il titolo "La palla numero 13", certamente più intrigante e criptico, ed un po' più pertinente con la propria trama. 

sabato 4 gennaio 2025

Che cosa è il "Trieste film festival"?

 Ovviamente stiamo parlando di un festival a tema cinematografico, e naturalmente è altrettanto palese che si svolga nella città di Trieste, ma oltre a questo vi sono diversi aspetti non scontati e curiosi da conoscere.

Il primo è che non si tratta di una manifestazione improvvisata, tirata magari su negli ultimi anni, ma parte già dal secolo scorso.
Un altro aspetto che rende l'evento decisamente particolare, è come si concentri fin dalla sua prima edizione, verso un tipo di lavori provenienti dalla parte centro-est dell'Europa, allargando poi ulteriormente i propri "confini" ad opere di zone ancora più lontane in quella direzione, geograficamente parlando, da quelle dell'Europa occidentale.

Ha specificamente questo tema, tanto che inizialmente il nome era direttamente legato ad esso, e solo successivamente è divenuto quello attuale. 
L'evento non richiede una tipologia specifica di opera a livello tecnico, sono dunque presenti dai lungometraggi ai cortometraggi, passando per i documentari. 
Oltre alle pellicole però, si può trovare tutta una serie di iniziative collaterali, legate al mondo del cinema in tutte le sue sfaccettature, alle quali poter partecipare.

Il festival si svolge durante la seconda metà di Gennaio, quindi proprio a breve, e questo post non è stato fatto appunto a caso perché potrebbe fungere da segnalazione agli interessati. 


mercoledì 1 gennaio 2025

"Angels with filthy souls" (1938) #Recensione

 Si tratta del film di cui si vedono degli spezzoni in diversi momenti all'interno della commedia comica di grande successo : "Mamma ho perso l'aereo", del 1990. 

In alcune scene, il protagonista Kevin McCallister (Macaulay Culkin), è intento a guardare un "film da grandi", convinto che i genitori che pensa di aver appena fatto scomparire non possano scoprirlo, dicendolo pure ad alta voce in tono di sfida. Tali spezzoni hanno un linguaggio piuttosto colorito, con frasi del tipo "Tieni il resto, lurido bastardo!!", che lui usa, alzando il volume, per dissuadere dei malviventi intenzionati a rubare nella sua casa, ed anche per ottenere della pizza gratis a dire il vero :). 

"Angeli dalle anime sporche" dunque, tradotto letteralmente in italiano, sembra rispecchiare un po' tutte le caratteristiche della sua epoca, essendo datato 1938, compreso ovviamente l'essere in bianco e nero, tuttavia, la peculiarità che lo fa distinguere particolarmente, è il fatto che non sia un film vero. 

A tutti coloro che abbiano visto la commedia "Mamma ho perso l'aereo", non è venuto da sospettare niente, appariva semplicemente come una possibile pellicola di mezzo secolo prima, con scene che potevano essere adatte all'intento con cui le voleva usare il regista, ed invece.. 

Si tratta proprio di scene create ad arte, e su misura, per il film stesso, con tutti i crismi usati nei film di molti anni prima. 

Il titolo è un riferimento ad un film realmente uscito nel 1938 : "Angels with dirty faces" (Angeli dalle facce sporche).

Il fatto di essere un film all'interno di un film, lo rende sostanzialmente un episodio di "metacinema".

giovedì 26 dicembre 2024

"La palla numero 13" (1924) #Recensione

 E' una pellicola che ha ormai compiuto ben 100 anni, con protagonista uno dei principali esponenti occidentali in assoluto del cinema muto, Joseph Frank Keaton detto Buster.

La storia riguarda un aspirante poliziotto, che si trova involontariamente protagonista di un tentativo di diffamazione, essendo accusato in prima persona di un furto che non ha commesso. 
Durante la sua indagine però, soprattutto visti i pessimi risultati di essa, si addormenta, ed iniziano varie scene in cui sogna di essere un detective di nome "Sherlock Jr".

La trama è appunto piuttosto semplice, come accadeva spesso per le pellicole dell'epoca, che guardavano molto di più ad elementi di sorpresa ed ai vari "stunt" che ad essa. 
Lo stesso vale per la durata, solo 45 minuti, che oggi risulterebbe estremamente inusuale.
Usuale invece per l'epoca, anche la presenza del pianoforte sotto al palco nelle scene in cui viene inquadrato il teatro e la proiezione di un'altra opera cinematografica.
Pianoforte che è visibile visto che si tratta di scene di metacinema, ossia del cinema che mostra il cinema, nello specifico la una proiezione di un film in sala, all'interno del film stesso.

Per quanto riguarda la figura di Buster Keaton, colpisce come non fosse forse il volto più fotogenico del cinema del momento, ma sicuramente risultava piuttosto espressivo, almeno nella pellicola in questione.
Non sorprende affatto invece la sua statura, ben visibile accanto ad altri personaggi che appaiono quasi come dei giganti intorno a lui. Era alto infatti soltanto 1.65, cosa che lo ha quasi certamente aiutato nei vari stunt della propria carriera, è tipico infatti che attori molto attivi e spericolati sul set, siano stati di bassa statura, e lo siano tutt'oggi, come lo sono Jackie Chan e lo stesso Tom Cruise. 

Per quanto riguarda la spericolatezza delle scene, non si può dire che in questa opera colpiscano particolarmente, mentre alcuni "effetti speciali" sono risultati piuttosto sorprendenti e sono diventati storici, segnando in positivo anche le sorti della pellicola e del suo stesso protagonista.

Di negativo però sarebbe da far notare come, nonostante sia stato elogiato da alcuni critici per la propria coesione, sembri invece più un insieme di scene/scenette/sketch messi insieme, anche in maniera piuttosto poco omogenea, tanto da farlo risultare più slegato nel suo insieme, che il contrario. 

In sostanza un film per curiosi, di cinema o magari soltanto di quel tipo di commedie, che non ha limitazioni di possibile pubblico, ma che non riesce veramente ad appassionare, rimanendo soltanto più un elemento storico che un possibile intrattenimento moderno. 

martedì 24 dicembre 2024

"Un'estate in Provenza" (2014) #AnalisiTitolo

Post piuttosto ridondante concettualmente, ma solo per segnalare, e ribadire il concetto, che anche il titolo del film in questione, ha sofferto del molto frequente "danno da adattamento in italiano".

In originale infatti è stato intitolato "Avis de mistral", che significa "Avviso di maestrale", ossia un titolo che ha una forte connessione con l'opera, con la zona dove è ambientato, dove è infatti solito tirare quel tipo di vento, e con la trama appunto, nella quale il protagonista è profondamente legato ai suoi olivi e spera di ricevere un premio dopo tutto il duro lavoro.

Il titolo è quindi ben amalgamato con la pellicola, ma ha anche le componenti che classicamente lo rendono un'ottima scelta, ossia quella di essere semplice ed orecchiabile, e quella di essere criptico, non svelando niente dell'opera, ma anzi intrigando.

Nell'adattamento in italiano... tutto perduto. Come detto più volte molto spesso si va su di un titolo che sia il più ovvio possibile, e che spieghi il più possibile riguardo alla trama, cosi che la gente sappia già cosa va a vedere. Ed è cosi che si è passati dal titolo originale, ad un insipido e scontato "Una estate in Provenza". 

sabato 21 dicembre 2024

"Pare parecchio Parigi" (2024) #Recensione

 Si tratta di un film scritto e diretto da Leonardo Pieraccioni, di recentissima uscita, liberamento ispirato a fatti simili, realmente accaduti.

La storia è quella di tre fratelli, scorbutici e piuttosto arroganti tra loro, figli di un padre che di queste due caratteristiche ne aveva da vendere, i quali una volta scoperto che quest'ultimo era in fin di vita, e nonostante si fossero persi di vista negli ultimi anni, decidono di realizzare, o almeno di fingere di farlo, il grande sogno del padre di vedere Parigi.

L'opera è la quindicesima per Pieraccioni nel mondo cinematografico, ma certamente non tra le sue più memorabili. 
Risulta infatti particolarmente "spenta", anche se i fatti reali sui quali ispirarsi erano molto curiosi e dai quali poteva nascere una ottima pellicola.

Il regista-sceneggiatore, che come in quasi tutti i casi nelle sue opere, è anche il protagonista del film, appare proprio poco ispirato, quasi svogliato, e senza nessuna idea o movenza diversa da quelle che ha già espresso e mostrato in innumerevoli sue opere.

Il resto del cast risulta altrettanto di basso livello, almeno nelle loro singole prestazioni, aggiungendo benzina sul fuoco alla già irritante (scelta voluta) personalità di molti personaggi del film.

Male un po' tutto dunque, dalla poco credibile riproduzione degli interni di un aereo di linea, all'umorismo forzato e urlato, alla costante ed eccessiva teatralità di molti dei personaggi.
In sostanza un lavoro davvero poco ben riuscito, tanto da farlo sembrare, più che altro per ragioni di trama, una brutta copia di "Goodbye, Lenin!".

Tuttavia, e questo è forse uno dei più consistenti e corposi tuttavia esprimibili linguisticamente, nell'ultima mezzora il film riesce a chiudere molti cerchi, soprattutto a livello di trama, ed a coinvolgere se non a tratti addirittura a sorprendere. Un paio di scene verso il finale lo rendono addirittura quasi meritevole di essere visto.

Una pellicola quasi a doppia faccia dunque, adatta a tutti, e con tematiche molto moderne, oltre che una base di trama che come detto risulta interessante ed aveva un grande potenziale.
In sostanza un film per tutti, che va a migliorare e si riprende quasi completamente alla fine, ma che rimane comunque in molte parti decisamente irritante e non ben realizzato. 

"Ecce bombo" #FrasiFamose