sabato 14 dicembre 2024

"Napoleon" (2023) #Recensione

 "Napoleon" è un film recente che tratta le vicende di Napoleone Bonaparte, diretto da Ridely Scott.

La trama è largamente basata sulla vita di Napoleone, quindi non avrebbe molto senso starla a ripetere, anche se per ammissione dello stesso Scott, il film è stato largamente criticato per essere poco attinente ai fatti reali, esplora infatti in particolare i sentimenti del Napoleone uomo, ed i suoi rapporti personali con le persone che lo circondavano, in special modo con la moglie Josephine.

Il film ha avuto una gestazione piuttosto travagliata, quantomeno a livello di cast, dato che il protagonista, Joaquim Phoenix ha minacciato di lasciare la produzione in corso d'opera, e Vanessa Kirby, nel film nel personaggio di Josephine, è stata ingaggiata dopo la rinuncia della prima scelta, che era già stata data per certa.

Il film è stato una produzione esclusiva Apple, ed un fallimento colossale al botteghino, con una rimessa di 165 milioni di dollari per la compagnia.
Tuttavia ha ricevuto diversi apprezzamenti dalla critica, in particolare per alcuni aspetti specifici, legati principalmente alla parte visiva del film, ossia ben 3 candidature agli Oscar, per la scenografia, costumi, ed effetti speciali, meritatamente verrebbe da dire.

Molto bene anche la recitazione dei due protagonisti, eccellenti nelle singole interpretazioni, e sufficientemente affiatati anche come coppia, al netto dell'aspetto fortemente criticato della differenza di età, i 14 anni in più di Napoleone, anziché 6 in meno come nella realtà.

In sostanza un film piuttosto lungo, 2 ore e 40 minuti (Ed ancor più lungo nella versione del regista) che mostra pochi dei suoi difetti ad uno spettatore non a conoscenza dei fatti reali, ma che coinvolge solo in parte, nonostante un finale che va a crescere. Risulta dunque consigliabile potenzialmente a tutti, al netto di chi ama i biopic e lo troverebbe fuori luogo. Questa è infatti la critica più profonda che si possa muovere al film, quella di non essere nè un biopic fedele, nè un'opera stralunata e surreale, e magari comica, legata alla vita di Napoleone, ma una via di mezzo che molti hanno giustamente trovato difficile apprezzare.

martedì 10 dicembre 2024

"Profumo di donna" (1974) #AnalisiTitolo

Questo post, come molti altri su questo tema, è per sottolineare per l'ennesima volta come gli accenni all'aspetto "femminile" o "sessuale", siano frequentemente inseriti per portare l'italiano al cinema.

O forse lo farebbe comunque, ma la scelta delle produzioni è chiara, da sempre, accennare quei concetti, spesso in maniera anche poco velata, per massimizzare l'interesse.

Ecco che un film su un veterano di guerra, cieco e depresso, che cerca la pace interiore. diventa puramente una caccia agli odori delle donne che incontra, per strada e non.

Avrebbe potuto chiamarsi in mille altri modi, riferendosi alla sfera della mente, o della spiritualità, o della ricerca nella vita, o delle invalidità, eppure, ancora una volta, l'ennesima, ha finito per essere un titolo riguardante la sfera femminile ed a sfociare sessualità. 

Non sono bastati nemmeno Dino Risi e Vittorio Gassman per renderla sulla carta una opera sufficientemente appetibile per il grande pubblico, serviva quel dettaglio, e quel dettaglio è stato inserito, come quasi immancabilmente si potrebbe dire. 

domenica 8 dicembre 2024

"Un lupo mannaro americano a Londra" (1981) #Recensione

 Si tratta di un film di genere "Horror" di inizio anni '80, che in molti anche nelle generazioni successive hanno sentito nominare spesso.

La trama è quella di due giovani americani con zaino in spalla in giro per l'Inghilterra. Essi si imbattono ben presto in uno strano pub in una zona remota, con una strano nome e degli strani simboli. Vengono ben presto cacciati e la loro sorte nelle campagne inglesi è subito segnata dall'incontro notturno con un lupo mannaro. La morte di uno dei due e la trasformazione dell'amico a sua volta in lupo mannaro, porteranno ad una serie di ulteriori omicidi.

E' un film che ha forse più tratti che puntano al comico rispetto a quelli che vorrebbero farlo essere un film dell'orrore vero e proprio, di fatto infatti il film non fa assolutamente paura ed è proprio la suspense che manca in maniera totale.

Lo svolgimento dei fatti è infatti estremamente lineare ed ovvio, senza risultare però del tutto scontato o irritante.

Molto bene i costumi, anche se non sempre, in alcune scene appaiono fin troppo da film di fantascienza di una qualche invasione aliena.
Benissimo gli effetti speciali, specialmente per l'epoca, le trasformazioni in lupo mannaro risultano infatti estremamente ben fatte e sorprendenti.
Entrambi questi aspetti furono infatti molto elogiati.

In sostanza un film che come detto non impaurisce affatto lo spettatore e che forse ha più restrizioni riguardanti le molteplici scene di nudità.
Una pellicola che sa molto di "Taxi driver", e che sorprende per il fatto che sia stata diretta dallo stesso registra di un film diametralmente opposto come "Una poltrona per due".
Difficile da consigliare, ma rimane un film che ha una sua rilevanza nella storia della cinematografia. 

martedì 3 dicembre 2024

"Un lupo mannaro americano a Londra" #AnalisiTitolo

 Poco da analizzare a dire il vero, ma comunque un paio di commenti a riguardo possono essere fatti.

Il primo riguarda il fatto che per l'aspetto di "lupo mannaro", non si tratti, come potrebbe venir da pensare d'istinto e come accade per moltissimi altri titoli, di una sorta di metafora, ma bensì di un vero e proprio lupo mannaro. Un esempio su tutti in cui si tratta di parlato figurativo è "The wolf of Wall Street".

Un secondo aspetto è il potersi felicitare del fatto che non sono state tentate discutibili traduzioni o ancor peggiori "adattamenti", ma è stato lasciato in quella che è la sua versione originale, semplicemente tradotto letteralmente, da "An american werewolf in London".

Da notare anche invece come questo titolo soffra un po' dello stesso problema di "Una australiana a Roma", con protagonista Nicole Kidman, film che inizia e si protrae, con due australiane come protagoniste di tutte le scene. Lo stesso accade in questa pellicola, i due personaggi che portano avanti tutta la prima parte sono due americani, questo, voluto o non voluto, crea un po' di confusione e fastidio nello spettatore.

Inoltre sembra abbastanza strana ed po' approssimativa, la scelta di identificare il protagonista come "americano" e non magari "Newyorkese", e poi posizionarlo specificamente a Londra, nel titolo, quando in verità il film si svolge anche in un'altra parte dell'Inghilterra, forse ancor più rilevante per la storia rispetto a Londra. 

Per ultimo, forse, è anche uno di quei titoli che quasi tutti hanno sentito nominare. ma che non molti hanno visto, una categoria che di fatto esiste ed una sorte che di fatto hanno "subito" molte altre pellicole.

domenica 1 dicembre 2024

"Il Corvo" (1994) #Recensione

 "Il Corvo" è un capolavoro nel suo genere, quello di thriller drammatico dai tratti gotici, ma lo è anche a livello generale, uno dei film più riusciti di sempre sotto praticamente tutti gli aspetti, della cinematografia occidentale.

La trama è la storia di una giovane coppia in procinto di sposarsi, alla quale però alla vigilia delle nozze fa visita un gruppo di malviventi, apparentemente per eseguire uno sfratto. La situazione degenera immediatamente e verranno compiute violenze di ogni tipo sui due sposini, fino a portarli entrambi alla morte.
Tali fatti accadono alla vigilia della notte di Halloween, ed esattamente un anno dopo, le parti si invertiranno, qualcuno tornerà a fare visita ai criminali che avevano compiuto tali atrocità.

Il risultato come detto è straordinario, sostanzialmente in ogni suo aspetto. Risultano infatti ben fatte sia le inquadrature, che le scenografie, che le atmosfere ed i costumi, tutto ben pensato e ben amalgamato, tutto insolitamente dark e distopico.

Il film coinvolge estremamente grazie a tutti questi aspetti, ma ancor di più per la propria trama, originale (anche se comunque è basata su di un fumetto preesistente) e piena di sorprese. 

Benissimo i dialoghi, molte delle interazioni verbali tra i protagonisti hanno stupito ed entusiasmato più di quello che ci si potesse aspettare, come molte delle frasi iconiche del film, tra le quali : "Non può piovere per sempre" o la semplicissima ma perfetta "fuoco e fiamme", sono diventate pane quotidiano per la generazione dell'epoca e ripetute per anni. 

Bene anche la recitazione di tutto il cast, tra i quali lo sfortunatissimo protagonista, Brandon Lee, (figlio di Bruce Lee), che dopo questa ottima prestazione e l'enorme successo che il film gli avrebbe portato, avrebbe raggiunto il meritato riconoscimento nel settore, ma che morì proprio a pochi giorni dalla fine delle riprese, proprio sul set, a causa di un colpo d'arma da fuoco accidentale.

E questo è forse l'unico aspetto criticabile del film, che per quanto debba fare sfoggio di un po' tutte le sfumature del crimine e della violenza, lo fa in un modo forse troppo americano, riempiendo quasi ogni scena di azione con centinaia di pallottole e delle immancabili esplosioni.

In sostanza un film in pieno stile anni '90, diretto, crudo, originale, rischioso ed ambizioso da realizzare, ma che ha segnato una generazione e che rimarrà immortale proprio grazie a questo suo essere unico ed estremamente ben riuscito. Consigliabile assolutamente a tutti, salvo i più piccoli. 

giovedì 28 novembre 2024

"The Crow" (1994) #AnalisiTitolo

 Il titolo di per se non ha bisogno di nessuna spiegazione per essere compreso, salvo la necessità di essere tradotto, in inglese significa infatti "Il corvo", lasciandogli però il suo voluto alone di ermetismo, dato che non permette di comprendere niente riguardo alla trama e poco riguardo al genere.

La parte curiosa è però come nella famiglia animale dei corvi vi sia una differenziazione tra un corvo comune (crow) ed un corvo imperiale (raven, in inglese), e questo fa suscitare il dubbio che il cognome del personaggio protagonista "Draven" non sia una coincidenza, visto soprattutto che si parla di una storia inventata.

La parola "Raven" è dunque presente per intero nel nome del personaggio, e si potrebbe pure speculare ulteriormente, dato il fatto che "The raven" pronunciato in inglese non suona lontanissimo da "Draven", e che due delle delle caratteristiche principali del corvo imperiale siano quelle di essere di molto più grande rispetto ad un normale corvo, e di muoversi in solitaria od a coppia, elementi che rispecchiano perfettamente la figura del personaggio nel film. 

martedì 26 novembre 2024

"Sharknado" (2013) #Recensione

 "Sharknado" (titolo lasciato in originale anche nella versione distribuita in Italia) è un film americano che ha poi dato il via ad un saga di addirittura 5 ulteriori capitoli.

La trama è sostanzialmente basata su di una invasione di squali, che per quanto assurda possa sembrare viene fatta passare come plausibile grazie ad una tempesta che si abbatte sulla zona costiera in questione. I protagonisti devono dunque fuggire per mettersi in salvo, dirigendosi verso altri familiari per cercare di salvare pure loro. Gli squali nel frattempo trovano innumerevoli opportunità per avanzare nell'entroterra, dalle altissime onde che si abbattono sulla costa, alle fognature delle città, fino ad alcuni tornado che gli daranno un passaggio via aria.
Il film non vuole essere realistico, si tratta infatti di una commedia trash con alcuni tratti splatter.

Il risultato, almeno stando al successo di seguito, è stato notevole, quantomeno nel genere. 
Sorprende come non siano stati presi attori del tutto sconosciuti, magari per non rischiare troppo a livello di budget, ma siano invece presenti figure come quella di Ian Ziering e Tara Ried, volti già ben noti del piccolo e grande schermo, per la partecipazione alla famosissima serie televisiva "Beverly Hills 90210" per quanto riguarda il primo, e per quella a diverse commedie americane di successo,  specialmente divertenti, per quanto riguarda lei. 

Dato il tema trash però, c'è poco da dire riguardo alla recitazione ed agli effetti speciali, visto che la scarsezza e l'ovvietà erano in parte voluti, ma vi sono comunque alcune trovate interessanti, come la ruota panoramica che si stacca e prosegue rotolando per la città, forse già presente in altri film, ed alcuni riferimenti come "è il momento di lasciare il Kansas", citazione probabilmente de "Il mago di Oz" (I don't think we are in Kansas anymore).

In sostanza un film che è quello che voleva essere, e che è stato apprezzato per questo, oltre al fatto che intrattiene decentemente, vista la durata di meno di 90 minuti, ed il fatto di scorrere bene ed a passo costante. Difficile da consigliare in generale, ma per un amante del genere è quasi certamente uno dei "must" moderni. 

"Ecce bombo" #FrasiFamose