domenica 8 dicembre 2024

"Un lupo mannaro americano a Londra" (1981) #Recensione

 Si tratta di un film di genere "Horror" di inizio anni '80, che in molti anche nelle generazioni successive hanno sentito nominare spesso.

La trama è quella di due giovani americani con zaino in spalla in giro per l'Inghilterra. Essi si imbattono ben presto in uno strano pub in una zona remota, con una strano nome e degli strani simboli. Vengono ben presto cacciati e la loro sorte nelle campagne inglesi è subito segnata dall'incontro notturno con un lupo mannaro. La morte di uno dei due e la trasformazione dell'amico a sua volta in lupo mannaro, porteranno ad una serie di ulteriori omicidi.

E' un film che ha forse più tratti che puntano al comico rispetto a quelli che vorrebbero farlo essere un film dell'orrore vero e proprio, di fatto infatti il film non fa assolutamente paura ed è proprio la suspense che manca in maniera totale.

Lo svolgimento dei fatti è infatti estremamente lineare ed ovvio, senza risultare però del tutto scontato o irritante.

Molto bene i costumi, anche se non sempre, in alcune scene appaiono fin troppo da film di fantascienza di una qualche invasione aliena.
Benissimo gli effetti speciali, specialmente per l'epoca, le trasformazioni in lupo mannaro risultano infatti estremamente ben fatte e sorprendenti.
Entrambi questi aspetti furono infatti molto elogiati.

In sostanza un film che come detto non impaurisce affatto lo spettatore e che forse ha più restrizioni riguardanti le molteplici scene di nudità.
Una pellicola che sa molto di "Taxi driver", e che sorprende per il fatto che sia stata diretta dallo stesso registra di un film diametralmente opposto come "Una poltrona per due".
Difficile da consigliare, ma rimane un film che ha una sua rilevanza nella storia della cinematografia. 

martedì 3 dicembre 2024

"Un lupo mannaro americano a Londra" #AnalisiTitolo

 Poco da analizzare a dire il vero, ma comunque un paio di commenti a riguardo possono essere fatti.

Il primo riguarda il fatto che per l'aspetto di "lupo mannaro", non si tratti, come potrebbe venir da pensare d'istinto e come accade per moltissimi altri titoli, di una sorta di metafora, ma bensì di un vero e proprio lupo mannaro. Un esempio su tutti in cui si tratta di parlato figurativo è "The wolf of Wall Street".

Un secondo aspetto è il potersi felicitare del fatto che non sono state tentate discutibili traduzioni o ancor peggiori "adattamenti", ma è stato lasciato in quella che è la sua versione originale, semplicemente tradotto letteralmente, da "An american werewolf in London".

Da notare anche invece come questo titolo soffra un po' dello stesso problema di "Una australiana a Roma", con protagonista Nicole Kidman, film che inizia e si protrae, con due australiane come protagoniste di tutte le scene. Lo stesso accade in questa pellicola, i due personaggi che portano avanti tutta la prima parte sono due americani, questo, voluto o non voluto, crea un po' di confusione e fastidio nello spettatore.

Inoltre sembra abbastanza strana ed po' approssimativa, la scelta di identificare il protagonista come "americano" e non magari "Newyorkese", e poi posizionarlo specificamente a Londra, nel titolo, quando in verità il film si svolge anche in un'altra parte dell'Inghilterra, forse ancor più rilevante per la storia rispetto a Londra. 

Per ultimo, forse, è anche uno di quei titoli che quasi tutti hanno sentito nominare. ma che non molti hanno visto, una categoria che di fatto esiste ed una sorte che di fatto hanno "subito" molte altre pellicole.

domenica 1 dicembre 2024

"Il Corvo" (1994) #Recensione

 "Il Corvo" è un capolavoro nel suo genere, quello di thriller drammatico dai tratti gotici, ma lo è anche a livello generale, uno dei film più riusciti di sempre sotto praticamente tutti gli aspetti, della cinematografia occidentale.

La trama è la storia di una giovane coppia in procinto di sposarsi, alla quale però alla vigilia delle nozze fa visita un gruppo di malviventi, apparentemente per eseguire uno sfratto. La situazione degenera immediatamente e verranno compiute violenze di ogni tipo sui due sposini, fino a portarli entrambi alla morte.
Tali fatti accadono alla vigilia della notte di Halloween, ed esattamente un anno dopo, le parti si invertiranno, qualcuno tornerà a fare visita ai criminali che avevano compiuto tali atrocità.

Il risultato come detto è straordinario, sostanzialmente in ogni suo aspetto. Risultano infatti ben fatte sia le inquadrature, che le scenografie, che le atmosfere ed i costumi, tutto ben pensato e ben amalgamato, tutto insolitamente dark e distopico.

Il film coinvolge estremamente grazie a tutti questi aspetti, ma ancor di più per la propria trama, originale (anche se comunque è basata su di un fumetto preesistente) e piena di sorprese. 

Benissimo i dialoghi, molte delle interazioni verbali tra i protagonisti hanno stupito ed entusiasmato più di quello che ci si potesse aspettare, come molte delle frasi iconiche del film, tra le quali : "Non può piovere per sempre" o la semplicissima ma perfetta "fuoco e fiamme", sono diventate pane quotidiano per la generazione dell'epoca e ripetute per anni. 

Bene anche la recitazione di tutto il cast, tra i quali lo sfortunatissimo protagonista, Brandon Lee, (figlio di Bruce Lee), che dopo questa ottima prestazione e l'enorme successo che il film gli avrebbe portato, avrebbe raggiunto il meritato riconoscimento nel settore, ma che morì proprio a pochi giorni dalla fine delle riprese, proprio sul set, a causa di un colpo d'arma da fuoco accidentale.

E questo è forse l'unico aspetto criticabile del film, che per quanto debba fare sfoggio di un po' tutte le sfumature del crimine e della violenza, lo fa in un modo forse troppo americano, riempiendo quasi ogni scena di azione con centinaia di pallottole e delle immancabili esplosioni.

In sostanza un film in pieno stile anni '90, diretto, crudo, originale, rischioso ed ambizioso da realizzare, ma che ha segnato una generazione e che rimarrà immortale proprio grazie a questo suo essere unico ed estremamente ben riuscito. Consigliabile assolutamente a tutti, salvo i più piccoli. 

giovedì 28 novembre 2024

"The Crow" (1994) #AnalisiTitolo

 Il titolo di per se non ha bisogno di nessuna spiegazione per essere compreso, salvo la necessità di essere tradotto, in inglese significa infatti "Il corvo", lasciandogli però il suo voluto alone di ermetismo, dato che non permette di comprendere niente riguardo alla trama e poco riguardo al genere.

La parte curiosa è però come nella famiglia animale dei corvi vi sia una differenziazione tra un corvo comune (crow) ed un corvo imperiale (raven, in inglese), e questo fa suscitare il dubbio che il cognome del personaggio protagonista "Draven" non sia una coincidenza, visto soprattutto che si parla di una storia inventata.

La parola "Raven" è dunque presente per intero nel nome del personaggio, e si potrebbe pure speculare ulteriormente, dato il fatto che "The raven" pronunciato in inglese non suona lontanissimo da "Draven", e che due delle delle caratteristiche principali del corvo imperiale siano quelle di essere di molto più grande rispetto ad un normale corvo, e di muoversi in solitaria od a coppia, elementi che rispecchiano perfettamente la figura del personaggio nel film. 

martedì 26 novembre 2024

"Sharknado" (2013) #Recensione

 "Sharknado" (titolo lasciato in originale anche nella versione distribuita in Italia) è un film americano che ha poi dato il via ad un saga di addirittura 5 ulteriori capitoli.

La trama è sostanzialmente basata su di una invasione di squali, che per quanto assurda possa sembrare viene fatta passare come plausibile grazie ad una tempesta che si abbatte sulla zona costiera in questione. I protagonisti devono dunque fuggire per mettersi in salvo, dirigendosi verso altri familiari per cercare di salvare pure loro. Gli squali nel frattempo trovano innumerevoli opportunità per avanzare nell'entroterra, dalle altissime onde che si abbattono sulla costa, alle fognature delle città, fino ad alcuni tornado che gli daranno un passaggio via aria.
Il film non vuole essere realistico, si tratta infatti di una commedia trash con alcuni tratti splatter.

Il risultato, almeno stando al successo di seguito, è stato notevole, quantomeno nel genere. 
Sorprende come non siano stati presi attori del tutto sconosciuti, magari per non rischiare troppo a livello di budget, ma siano invece presenti figure come quella di Ian Ziering e Tara Ried, volti già ben noti del piccolo e grande schermo, per la partecipazione alla famosissima serie televisiva "Beverly Hills 90210" per quanto riguarda il primo, e per quella a diverse commedie americane di successo,  specialmente divertenti, per quanto riguarda lei. 

Dato il tema trash però, c'è poco da dire riguardo alla recitazione ed agli effetti speciali, visto che la scarsezza e l'ovvietà erano in parte voluti, ma vi sono comunque alcune trovate interessanti, come la ruota panoramica che si stacca e prosegue rotolando per la città, forse già presente in altri film, ed alcuni riferimenti come "è il momento di lasciare il Kansas", citazione probabilmente de "Il mago di Oz" (I don't think we are in Kansas anymore).

In sostanza un film che è quello che voleva essere, e che è stato apprezzato per questo, oltre al fatto che intrattiene decentemente, vista la durata di meno di 90 minuti, ed il fatto di scorrere bene ed a passo costante. Difficile da consigliare in generale, ma per un amante del genere è quasi certamente uno dei "must" moderni. 

venerdì 22 novembre 2024

"Sharknado" (2013) #SpiegazioneTitolo

 "Sharknado" (titolo rimasto in originale anche nella distribuzione in Italia), non è altro che una parola composta, dall'unione di "Shark" (squalo in inglese) e la parola "tornado" (che rimane invariata in italiano).

Il film, se pur in maniera trash, tratta appunto di un evento assurdo, grazie al quale una serie di squali riesce a risalire le fognature insinuandosi nell'entroterra, usufruendo anche di onde gigantesche portate dalla tempesta, quest'ultima che culmina nell'evento più colossale e catastrofico di tutta la vicenda, ossia una serie di 3 tornado, che oltre alle loro usuali caratteristiche, riescono anche a risucchiare moltissimi squali dall'oceano ed a portarli con se nei loro vortici, fino a scaricarli sulla terra ferma ancora in vita ed in grado di far danni grazie alla loro stazza in caduta, ma anche grazie alla mantenuta voracità.

Tutto assurdo apparentemente, ma non completamente. Il fenomeno è infatti possibile ed accade di tanto in tanto in alcuni paesi, si tratta proprio di un certo quantitativo di pesci che vengono risucchiati da una tempesta partita dal mare, per poi essere scaricati come fossero pioggia sulla terraferma.

Non è nemmeno la prima volta che Hollywood decide di addentrarsi nel rappresentare cinematograficamente questo fenomeno, era infatti già accaduto poco più di venti anni fa nel capolavoro "Magnolia" con Tom Cruise e Julianne Moore, dove non furono nè pesci nè squali a piovere dal cielo, ma bensì rane. 

lunedì 18 novembre 2024

"Ladri di biciclette" (1948) #Recensione

 "Ladri di biciclette" è un film che ormai ha più di 75 anni, ed anche in questo caso li dimostra proprio tutti.

La trama è quella di un uomo sposato, con due figli, senza lavoro, che si ritrova ad accettare un incarico per il quale serve possedere una bicicletta, la sua però purtroppo l'ha impegnata tempo prima.
Vendendo altri oggetti di valore riesce a riscattarla, ma gli viene rubata il primo giorno di lavoro, inizierà dunque una lunga ed estenuante ricerca per ritrovarla, fino a farlo finire talmente in basso psicologicamente e moralmente, da farlo passare sull'altro lato della barricata.

Come detto gli anni si sentono tutti, dal bianco e nero, che era inevitabile, alla qualità audio e video che nonostante la restaurazione continuano ad essere di qualità piuttosto bassa.
A questi aspetti si aggiungono il passo molto lento dell'opera, anch'esso nella norma per l'epoca, e la durata/insistenza di alcune scene.

Purtroppo però oltre a tutto quello che ci si poteva aspettare, c'è anche una trama che parte ispirata, con un buon passo e creando un certo quantitativo di premesse ed aspettative, nella prima mezzora, per poi afflosciarsi, cadendo praticamente nel nulla, e diventando una sequenza di scene poco determinanti e ridondanti, quasi un collage di situazioni poco amalgamate tra loro. 
L'estenuante ricerca della propria bicicletta da parte del protagonista quindi, diventa estenuante anche per lo spettatore, che si trova davanti ben pochi colpi di scena e molta ricerca della suspense che però fatica a coinvolgere.

Si salva la recitazione da parte del cast, vista l'epoca e dato il fatto che molti attori furono "presi dalla strada", con il picco raggiunto dal piccolo coprotagonista, il figlio "Bruno", che appare veramente calzante e bravissimo nella propria prestazione recitativa.

Difficile commentare colori e scenografia, ma le inquadrature appaiono ben fatte ed a tratti interessanti, anche se in molti altri casi scontate.

In sostanza un film che ha vissuto tutte le possibili reazioni ricevibili, dall'essere talmente criticato in patria dopo la prima proiezione a Roma, tanto che il pubblico in massa domandò la restituzione del biglietto, fino all'acclamazione più assoluta a Parigi poco dopo.
Una pellicola che si è conquistata un posto speciale tra i più grandi capolavori di tutti i tempi italiani e non, da parte della critica, tanto che vinse al tempo l'Oscar come "Miglior film straniero", ma che a vederlo oggi perde molto del suo fascino ed appare più come una di quelle opere che devono essere apprezzate perché di qualità.
Il risultato è la creazione di enormi aspettative nello spettatore, fattore che contribuisce forse più di tutti gli altri alla delusione generale finale.

"Ecce bombo" #FrasiFamose