Partiamo dall'ovvio, il titolo, sicuramente azzeccato, sufficientemente misterioso, perché si tratta di un termine gergale surfistico e quindi sconosciuto ai più, che sta ad indicare un particolare tipo di fondale marino e certamente più intrigante e meno scontato delle altre idee inizialmente proposte dalla produzione, ossia "Jonnhy Utah" e "Riders of the storm".
Anche la trama risulta indovinata, ed anch'essa si potrebbe catalogare come semplice ma non scontata.
Un ex quarterback di football americano entra nell'F.B.I. e viene, dopo solo pochi anni, per meriti acquisiti, trasferito in California dove insieme al nuovo partner cercherà di scoprire chi si nasconda dietro ad una banda di rapinatori che continua a delinquere impunita da ormai 3 anni.
Piccolo spoiler, dopo le prime scene iniziali di presentazione, viene rivelato il sospetto che si possa trattare di persone legate all'ambiente del surf, il che comporta quasi inevitabilmente la necessità di avere un infiltrato all'interno di quel mondo..
Nota curiosa è come anche il film Fast & Furious, che riscosse altrettanto successo perché trattava anch'esso un tema poco sviscerato nella cinematografia, come le corse clandestine, ebbe la stessa medesima trama dell'infiltrazione di un poliziotto, che poi si appassiona molto, forse troppo, al nuovo mondo che scopre..
Altra nota positiva è la recitazione di Keanu Reeves, che non fu la prima scelta per il film, furono infatti contattati vari altri attori, di fama maggiore (al tempo Reeves era relativamente sconosciuto al grande pubblico), ma fu il regista ad insistere personalmente contro le opinioni della produzione, per poter aver specificamente Reeves.
Nessuno mette in dubbio che Val Kilmer, altro provinato per il ruolo, avrebbe fatto un lavoro eccellente, date le sue qualità e che sicuramente fosse fisicamente adatto al ruolo, ma è da sottolineare come Keanu Reeves non abbia fatto rimpiangere nessuno, apparendo molto credibile, sia nel ruolo di poliziotto che in quello di surfista, mostrando bene tutte le emozioni che il suo personaggio era costretto ad esprimere ed amalgamandosi bene con il resto del cast.
Resto del cast che si è comportato altrettanto degnamente, dal coprotagonista Patrick Swayze, sempre in bilico nella mente dello spettatore tra l'essere il buono o il cattivo del film, passando per le ottime performance di Gary Busey come spalla di Reeves e di Lori Petty come bella e razionale presenza femminile nel gruppo, fino alla buona recitazione di John C. McGinley (Ben noto dottore della serie Scrubs negli anni successivi) e di Tom Sizemore, sempre lunatico e dirompente al punto giusto.
Note dolenti forse sono l'invecchiamento, figurato, della pellicola, ossia il fatto che alcune battute appartengano a qualcosa di ormai non più socialmente accettabile al giorno d'oggi, e la traduzione sempre di alcune battute in Italiano, per dirne una, un presidente viene "eletto", non viene "promosso", li si è persa un'ottima occasione per rimanere fedeli al tema.
In conclusione è un film che è difficile consigliare a tutti, specialmente a 30 anni dalla sua uscita, ma che alla visione permetta ancora di respirare l'atmosfera del perchè al tempo sia stato considerato un film di culto.
Molti film anni 90, come anche Fight Club, per dirne uno, trattavano il tema della restrizione delle libertà umane in occidente e della voglia di sentirsi invece ancora vivi eludendole, anche questo film lo fa e direi sotto questo aspetto si coglie bene il binomio tra vita da surf e libertà, certamente tanto quanto se ne capisce l'assenza nella vita d'ufficio di Edward Norton in Fight Club.
E se davvero non bastasse un "tuffo" col paracadute per descrivere la libertà in una sola immagine, questo film possiede anche un "inseguimento" in caduta libera.. per gli appassionati del genere deve essere certamente una scena memorabile.