mercoledì 8 dicembre 2021

Sapore di mare - (1983) #Recensione

Sapore di mare è un film diretto da Carlo Vanzina uscito nel 1983, ma che ripercorre tramite le scorribande e vicissitudini familiari e sentimentali di un gruppo di amici molto eterogeneo geograficamente, i "favolosi" anni 60.

La trama è quello che si ci può aspettare da una commedia all'italiana con tutti i crismi, senza voler entrare troppo nello specifico esponendola, si tratta sostanzialmente come al solito di molti intrecci amorosi più o meno forzati o surreali, di molti litigi plateali e di una enormità di tradimenti senza sentirne minimamente il peso dell'azione. 


Ciò nonostante, è capitato, che trame di questo tipo passassero in secondo piano quando almeno altri aspetti, specialmente la comicità, riuscissero a sopraffarle.. non è questo il caso.

Il cast è quello che già all'epoca poteva essere considerato di primordine per il genere, Jerry Calà e Christian De Sica (al tempo non ancora particolarmente affermato), finiranno poi per avere rosee carriere in quelle che saranno tutte le commedie nostrane a seguire, Cinepanettoni inclusi, con i quali De Sica stringerà un vero e proprio binomio artistico. Anche alcune comparse, come Alba Parietti, diventeranno poi volti noti del grande o piccolo schermo. 

Da tale trama tuttavia rimasero estasiati molti dei protagonisti, tra i quali i due principali suddetti, tanto che fecero di tutto per essere scritturati, anche al costo, vero e proprio, di doversi ridurre "lo stipendio."

Il film oltre a mostrare usi, costumi e sentimenti dell'epoca, gli anni 60 appunto, indica anche alcuni luoghi esatti di dove molta dell'Italia del boom economico aveva quantomeno ambizione a trovarsi, ossia, estivamente, la Versilia, nello specifico la Capannina Di Franceschi, che è stata negli anni, soprattutto in quegli anni, uno dei centri di vita notturna/mondana rilevanti a livello nazionale. Curiosità a riguardo, è come lo stesso Jerry Calà, finirà negli anni successivi ad essere un habitué del locale come intrattenitore/musicista. 



La pellicola riscosse un successo eccezionale al botteghino, 10 miliardi di lire che all'epoca nemmeno gli stessi autori si auspicavano di poter ottenere. Frutto certamente della semplicità di realizzazione, di recitazione e di intrattenimento, che se da un lato rappresentavano bene la leggerezza di quegli anni e su questo il film fa un buon lavoro, dall'altro lo rendevano un'opera carente di contenuti, di battute realmente memorabili e che negli anni, non si può dire che sia invecchiata egregiamente. 

Si salva certamente l'espressione di Virna Lisi (attrice di tutt'altro calibro, ma che non sfigura nel ruolo che oggi si definirebbe da "cougar", platonica) che verso il finale alla domanda "Mamma, ma come erano i tuoi tempi?", risponde : "Mah, non lo so, era diverso, ci batteva il cuore..". 

Riassunto perfetto del perché gli anni 60 vengano rimpianti da chiunque li abbia vissuti, mentre alla decade moderna venga sempre contestato di star vivendo in maniera apatica ed asessuata. 

sabato 4 dicembre 2021

Che cos'è la "Hollywood walk of fame"? - #CineFacts

La "Hollywood walk of fame" deve il proprio nome alle più conosciute e diffuse "Hall of fame", ossia l'espressione anglosassone che sta ad indicare un luogo, reale o figurato, nel quale vengono raccolti nominativi e/o cimeli vari che rappresentano o contraddistinguono qualcuno che si è dimostrato particolarmente rilevante in un determinato campo.


Nel caso della "Walk of fame" presente sulla collina di Hollywood, nella città di Los Angeles in California, si tratta di un "cammino" della fama, che non è altro che una serie di stelle, installate/incastonate a terra su entrambi i lati di alcuni marciapiedi, dedicate a coloro che si sono contraddistinti maggiormente in alcuni campi dello spettacolo.

Le stelle sono ad oggi più di 2700, questa "usanza" è iniziata a fine anni 50 e le categorie in cui si può essere riconosciuti meritevoli sono cinque : cinema, musica, televisione, teatro e radio. Ma non sono i dati o le tecnicalità ad aver dato fascino e risalto alla cosa, quanto l'iniziativa in se e per se che ancora oggi, nonostante notevoli alti e bassi nel corso delle decadi e momenti di reale degrado, riscuote un certo apprezzamento come onoreficenza, sia da chi ne viene insignito sia dai media per quanto risalto le danno. Naturalmente questa terminologia a riguardo della cosa è tutta licenza poetica perché è solitamente riservata a chi riceva titoli. 

                                      

Una curiosità, è come per ottenere una stella non sia necessario essere un personaggio reale, ne è presente infatti per esempio una intitola a Topolino (e molte altre a personaggi dei cartoni e non). 
Per quanto riguarda il Belpaese, sono 14 le stelle già assegnate ad Italiani, alle quali si andranno presto ad aggiungere quelle a Giancarlo Giannini e Luciano Pavarotti, e tra le quali la numero 2000 è intitolata a Sophia Loren.

mercoledì 1 dicembre 2021

Point Break - (1991) #Recensione

Partiamo dall'ovvio, il titolo, sicuramente azzeccato, sufficientemente misterioso, perché si tratta di un termine gergale surfistico e quindi sconosciuto ai più, che sta ad indicare un particolare tipo di fondale marino e certamente più intrigante e meno scontato delle altre idee inizialmente proposte dalla produzione, ossia "Jonnhy Utah" e "Riders of the storm".

Anche la trama risulta indovinata, ed anch'essa si potrebbe catalogare come semplice ma non scontata.
Un ex quarterback di football americano entra nell'F.B.I. e viene, dopo solo pochi anni, per meriti acquisiti, trasferito in California dove insieme al nuovo partner cercherà di scoprire chi si nasconda dietro ad una banda di rapinatori che continua a delinquere impunita da ormai 3 anni.
Piccolo spoiler, dopo le prime scene iniziali di presentazione, viene rivelato il sospetto che si possa trattare di persone legate all'ambiente del surf, il che comporta quasi inevitabilmente la necessità di avere un infiltrato all'interno di quel mondo..


Nota curiosa è come anche il film Fast & Furious, che riscosse altrettanto successo perché trattava anch'esso un tema poco sviscerato nella cinematografia, come le corse clandestine, ebbe la stessa medesima trama dell'infiltrazione di un poliziotto, che poi si appassiona molto, forse troppo, al nuovo mondo che scopre..

Altra nota positiva è la recitazione di Keanu Reeves, che non fu la prima scelta per il film, furono infatti contattati vari altri attori, di fama maggiore (al tempo Reeves era relativamente sconosciuto al grande pubblico), ma fu il regista ad insistere personalmente contro le opinioni della produzione, per poter aver specificamente Reeves.
Nessuno mette in dubbio che Val Kilmer, altro provinato per il ruolo, avrebbe fatto un lavoro eccellente, date le sue qualità e che sicuramente fosse fisicamente adatto al ruolo, ma è da sottolineare come Keanu Reeves non abbia fatto rimpiangere nessuno, apparendo molto credibile, sia nel ruolo di poliziotto che in quello di surfista, mostrando bene tutte le emozioni che il suo personaggio era costretto ad esprimere ed amalgamandosi bene con il resto del cast.
Resto del cast che si è comportato altrettanto degnamente, dal coprotagonista Patrick Swayze, sempre in bilico nella mente dello spettatore tra l'essere il buono o il cattivo del film, passando per le ottime performance di Gary Busey come spalla di Reeves e di Lori Petty come bella e razionale presenza femminile nel gruppo, fino alla buona recitazione di John C. McGinley (Ben noto dottore della serie Scrubs negli anni successivi) e di Tom Sizemore, sempre lunatico e dirompente al punto giusto. 

Note dolenti forse sono l'invecchiamento, figurato, della pellicola, ossia il fatto che alcune battute appartengano a qualcosa di ormai non più socialmente accettabile al giorno d'oggi, e la traduzione sempre di alcune battute in Italiano, per dirne una, un presidente viene "eletto", non viene "promosso", li si è persa un'ottima occasione per rimanere fedeli al tema. 


In conclusione è un film che è difficile consigliare a tutti, specialmente a 30 anni dalla sua uscita, ma che alla visione permetta ancora di respirare l'atmosfera del perchè al tempo sia stato considerato un film di culto. 
Molti film anni 90, come anche Fight Club, per dirne uno, trattavano il tema della restrizione delle libertà umane in occidente e della voglia di sentirsi invece ancora vivi eludendole, anche questo film lo fa e direi sotto questo aspetto si coglie bene il binomio tra vita da surf e libertà, certamente tanto quanto se ne capisce l'assenza nella vita d'ufficio di Edward Norton in Fight Club. 
E se davvero non bastasse un "tuffo" col paracadute per descrivere la libertà in una sola immagine, questo film possiede anche un "inseguimento" in caduta libera.. per gli appassionati del genere deve essere certamente una scena memorabile. 





lunedì 29 novembre 2021

Anime e Manga, la non-differenza. #CineFacts

"Il mondo é bello perché è vario", quello della cinematografia non fa eccezione. Al suo interno, talvolta, alcuni suoi prodotti di nicchia o specifici di alcune culture, finiscono per diventare di massa, con enormi seguiti a livello globale. 
Uno di questi casi è il genere "Anime", spesso inteso come i film di animazione giapponesi, ma vedremo adesso perché questa definizione non è corretta. 
 
Il titolo non vuole essere fuorviante, anche se per molti lo sarà, ne vuole essere un clickbait, è semplicemente la verità, ai più sconosciuta, della reale differenza che riguarda questi termini. Non è, nello specifico la differenza tra i due, quella è presente, ma tra che cosa si intenda per Anime e non Anime, e che cosa si intenda per Manga e non Manga.
Andiamo con ordine, e seguiamo quello cronologico : Manga, è una parola Giapponese, che significa semplicemente fumetto, nata per indicare appunto ogni forma di fumetto realizzabile.
"Anime" invece, abbreviazione ed adattamento della parola inglese "Animation", è nata successivamente ed ha sostanzialmente accorpato i due modi usati in Giappone per definire un prodotto video, derivato da un fumetto, quindi animato, che fino a quel momento era indicato come "Doga eiga", ossia film animato, oppure "Manga eiga", che sta per "film di fumetti".

Dunque dove sta la non differenza?, nel fatto che mentre per noi Italiani vi sia differenza concettuale tra Fumetto e Manga, dove con Manga si intende qualcosa di specifico, spesso legato al mondo orientale, in Giappone non vi è nessuna differenza tra i due termini, tutti i fumetti sono appunto dei manga. Questo sta a significare, paradossalmente ed ironicamente, che per loro un fumetto italiano è.. un manga. (Esiste a dire il vero una differenza reale e sostanziale, ma esclusivamente tecnica, tra i due, i fumetti giapponesi infatti sono scritti, e si leggono, da destra verso sinistra. Esattamente al contrario di quelli occidentali).

Stesso concetto vale per gli Anime, che da noi rappresentano la trasposizione video dei fumetti giapponesi, mentre in giappone stanno ad indicare semplicemente ogni qualsivoglia film animato di ogni tipo di fumetto, racchiudendo in se anche la definizione nostrana di "Cartone animato", il che, altrettanto comicamente, rende "Lupin III", per un giapponese, un Anime.

sabato 27 novembre 2021

Al cinema in bicicletta. #CineNews

Non si tratta di un vero e proprio Drive-in per biciclette (Bike-in nel caso), ma è comunque una iniziativa lodevole. 
E' il caso del "BiCinema", realizzato sul territorio del comune di Camaiore, in Versilia, dove è possibile visionare un film, in un classico stile di cinema all'aperto, portando con se la propria bicicletta, o meglio, usandola come mezzo per raggiugerlo e lasciandola in appositi spazi allestiti per accoglierle.

La visione della pellicola può poi essere fatta sedendosi sulle sedie a disposizione, oppure scegliendo uno dei grandi quadrati disegnati a terra con il gesso, per mantenere il distanziamento, dove è possibile sdraiarsi, portare asciugami, cuscini, cibo, etc. 


Il programma si sviluppa estivamente, sui mesi di Luglio ed Agosto, durante i quali vi sono proiezioni quasi giornaliere. Inutile parlare di prezzi e modalità, visto che potrebbero essere soggetti a fluttuazioni sostanziali nel corso degli anni.
Forse è, appunto, lontano dall'essere un qualcosa di rivoluzionario, ma rimane comunque una iniziativa molto lodevole, che permette di ridurre il traffico, l'inquinamento sonoro, ed i rischi di incidenti, in una area affollata e di villeggiatura come è quella del lungomare della Versilia. 

Una nota curiosa è come tutta l'area adibita a tale iniziativa, non sia altro che quella della vecchia Bussoladomani, "locale" storico versiliese, satellite del principale e poco distante, e tutt'oggi attivo sotto il nome di "La bussola versilia", dove si sono esibiti per un quarto di secolo moltissimi membri del mondo dello spettacolo nostrano e non, tra i quali soprattutto Mina, la quale scelse proprio tale luogo per dare il proprio precoce addio alle scene. 



giovedì 25 novembre 2021

Il giorno sbagliato (Unhinged) - 2020 #Recensione

Di sbagliato oltre al giorno c'è molto in questa pellicola. Innanzitutto la categoria "thriller", che per quanto il film ambisca ad esserlo, non riesce proprio a creare quasi alcuna suspense.

La storia ruota intorno ad un fatto di "road rage" ossia un momento di ira mentre si è alla guida, scaturito da una azione generalmente irrispettosa o considerata tale da uno degli automobilisti/motociclisti coinvolti. In questo caso un insistente spronamento a ripartire ad un incrocio, tramite un uso del clacson ritenuto improprio dal cattivo di turno, Tom Cooper (Russell Crowe), che inizia da quel momento a riversare su di una sconosciuta appena incontrata Rachel Flynn (Caren Pistorious) e su tutta la sua famiglia, tutte le proprie frustrazioni. 


Il risultato è un thriller poco mozzafiato, che manca un po' di tutti gli aspetti principali per esserlo. A partire appunto dalla suspense che non riesce proprio ad essere presente in maniera costante, come invece vorrebbe. La performance recitativa da parte del cast è credibile, ma manca comunque di tutta una serie di sfumature emotive che sarebbero state immaginabili, Russell Crowe in primis è spinto da un desiderio di impartire a tale Rachel una lezione di vita, che lo rende di fatto più simile ad un serial killer esperto di combattimento ed in grado di premeditare, che quello che vorrebbe essere, un uomo in preda ad una rabbia accecante.

La totale impavidità del protagonista, è resa credibile a livello di trama, dal fatto che il film si apre proprio con egli che uccide la propria ex moglie ed il suo nuovo compagno poche ore prima del diverbio in strada, ragione per cui è ormai presumibilmente consapevole di avere comunque le ore contate e probabilmente non ha più un vero interesse personale alla vita. 

Molte scene appaiono forzate, impossibile descriverle senza fare spoiler, ma diciamo che un po' tutto l'atteggiamento della polizia specialmente nella parte finale, risulta a senso piuttosto distante da quello che ci aspetteremmo accadesse a livello di procedure nella realtà. 

Il film non ha fallito al botteghino, se pur ottenendo risultati non esaltanti, permettendo per lo meno con certezza di riprendere l'investimento, soprattutto il compenso per Crowe, che certamente essendo un attore di primo livello è stato consistente. In sostanza è una pellicola che è impossibile consigliare per i suoi aspetti tecnici o emozionali, e che verrà visionata in futuro probabilmente solo da coloro che vogliano vedere ogni partecipazione cinematografica di Crowe in carrera.

sabato 20 novembre 2021

Click - (2006) #Recensione

Il film non è recente, in Italia è stato distribuito con il nome "Cambia la tua vita con un click", ed è stato un considerevole successo al botteghino, ma ha lasciato comunque molti con l'idea che non tutto quadri all'interno di questa pellicola. 

La storia è quella di un padre di famiglia, Michael Newman (Adam Sandler) architetto in carriera, che sembra più preso dal voler apparire ed avere successo nel mondo del lavoro, che dal curarsi dei bisogni reali dalla propria famiglia. 
Il tutto cambia quando, cercando un telecomando universale per potersi semplificare la vita con tutti i propri congegni tecnologici, gli viene proposto effettivamente un telecomando magico che gli permetterà di controllare molto di più, gli permetterà di avere pieno controllo della propria stessa vita.


Inizia dunque una serie di azioni in stile telecomando, legate alla vita reale, come il poter abbassare ed alzare il volume dei propri interlocutori, saltare parti noiose e ripetitive dalla propria esistenza e godersi solo i momenti migliori e di piacere. 

Non tutto, come poi la pellicola mostrerà bene, sarà tuttavia rose e fiori, il protagonista si accorgerà che saltando parti banali e ripetitive della propria vita, in favore di quelle essenziali della propria carriera, arriverà a trascurare e perdere ciò che di più caro aveva davvero al mondo, le persone che lo circondavano. 

L'idea forse non sarà del tutto nuova, ne particolarmente sofisticata, ma avrebbe potuto funzionare, se non fosse stato che pochi aspetti del film risultano davvero riusciti da poterlo rendere piacevole, divertente e profondo. 

La scelta di Adam Sandler e del suo humour sembra un po' troppo tendente al volerla far apparire come una commedia comica più di ogni suo altro aspetto. Humour stesso che in questo specifico caso, stenta a renderlo veramente un personaggio simpatico per cui parteggiare durante la visione. 
Tutto a discapito della morale, che invece ci sarebbe e sarebbe di valore, ma che, per quanto la seconda parte del film sia meno incentrata sul puro intrattenimento e più sull'analisi introspettiva da parte del protagonista, risulta annegata in un insieme di gag ed elementi forvianti tanto da far si che si perda in un insieme di scene legate un po' forzatamente tra loro.

Una curiosità, il film ha ricevuto addirittura una candidatura agli Oscar, per "Miglior trucco", ed effettivamente quello è uno dei pochi aspetti che non delude, anzi sorprende. Gli attori "vivono" all'interno della pellicola, per un lasso di tempo di circa 50 anni, tra i flashback di quando sono piccoli a quando sono anziani ed in fin di vita e decisamente risultano credibili in tutti questi cambi di età. 

"Ecce bombo" #FrasiFamose