sabato 20 novembre 2021

Click - (2006) #Recensione

Il film non è recente, in Italia è stato distribuito con il nome "Cambia la tua vita con un click", ed è stato un considerevole successo al botteghino, ma ha lasciato comunque molti con l'idea che non tutto quadri all'interno di questa pellicola. 

La storia è quella di un padre di famiglia, Michael Newman (Adam Sandler) architetto in carriera, che sembra più preso dal voler apparire ed avere successo nel mondo del lavoro, che dal curarsi dei bisogni reali dalla propria famiglia. 
Il tutto cambia quando, cercando un telecomando universale per potersi semplificare la vita con tutti i propri congegni tecnologici, gli viene proposto effettivamente un telecomando magico che gli permetterà di controllare molto di più, gli permetterà di avere pieno controllo della propria stessa vita.


Inizia dunque una serie di azioni in stile telecomando, legate alla vita reale, come il poter abbassare ed alzare il volume dei propri interlocutori, saltare parti noiose e ripetitive dalla propria esistenza e godersi solo i momenti migliori e di piacere. 

Non tutto, come poi la pellicola mostrerà bene, sarà tuttavia rose e fiori, il protagonista si accorgerà che saltando parti banali e ripetitive della propria vita, in favore di quelle essenziali della propria carriera, arriverà a trascurare e perdere ciò che di più caro aveva davvero al mondo, le persone che lo circondavano. 

L'idea forse non sarà del tutto nuova, ne particolarmente sofisticata, ma avrebbe potuto funzionare, se non fosse stato che pochi aspetti del film risultano davvero riusciti da poterlo rendere piacevole, divertente e profondo. 

La scelta di Adam Sandler e del suo humour sembra un po' troppo tendente al volerla far apparire come una commedia comica più di ogni suo altro aspetto. Humour stesso che in questo specifico caso, stenta a renderlo veramente un personaggio simpatico per cui parteggiare durante la visione. 
Tutto a discapito della morale, che invece ci sarebbe e sarebbe di valore, ma che, per quanto la seconda parte del film sia meno incentrata sul puro intrattenimento e più sull'analisi introspettiva da parte del protagonista, risulta annegata in un insieme di gag ed elementi forvianti tanto da far si che si perda in un insieme di scene legate un po' forzatamente tra loro.

Una curiosità, il film ha ricevuto addirittura una candidatura agli Oscar, per "Miglior trucco", ed effettivamente quello è uno dei pochi aspetti che non delude, anzi sorprende. Gli attori "vivono" all'interno della pellicola, per un lasso di tempo di circa 50 anni, tra i flashback di quando sono piccoli a quando sono anziani ed in fin di vita e decisamente risultano credibili in tutti questi cambi di età. 

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