Annosa questione tra gli appassionati delle 7 arti, capita infatti spesso che si senta commentare che un'opera ha perso o acquistato valore in una delle due versioni.
Molti film, anzi moltissimi, più di quanto uno sospetterebbe, provengono da libri, spesso romanzi, e vengono adattati più o meno liberamente ad un copione cinematografico.
Sono però due forme di consumo di contenuti artistici diametralmente opposte, una, la letteratura, è a rilascio lento, e si basa principalmente sulla voglia e capacità del lettore di immaginarsi luoghi, volti e situazioni, naturalmente sulla base di come vengono descritte dallo scrittore, l'altra invece, offre tutto già pronto ed anche con tempistiche particolarmente brevi, riversando in solitamente un'ora e mezza, un contenuto audio-video che lascia contrariamente poco all'immaginazione.
Naturalmente i fortissimi appassionati di uno dei due mondi tendono ad essere piuttosto critici rispetto all'altro, ma nella terra di mezzo si trovano tantissime persone che si trovano a consumare la stessa opera in entrambi i formati.
Nella quasi totalità dei casi, è il libro che esce prima cronologicamente, ed è quindi in base al successo che ottiene che se ne valuta il film dicendo che ha deluso rispetto o è stato all'altezza.
Talvolta però vi sono pellicole che superano persino il successo già ottimo dell'opera letteraria, alcuni esempi iconici della cosa, sono stati il film "Trainspotting" capolavoro del 1996 diretto da Danny Boyle, basato sull'omonimo romanzo di Irwine Welsh di pochissimi anni prima, ed "Il Padrino", poi diventato una trilogia, adattato e diretto da Francis Ford Coppola e basato sull'omonimo romanzo scritto da Mario Puzo, uscito anche in questo caso pochissimi anni prima.
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