Dopo una recensione di uno dei suoi film sembrava giusto spendere due righe anche sull'uomo al timone.
Michele Lupo, suo vero nome, nacque a Corleone agli inizi degli anni '30, paese che nello specifico ha dato molto involontariamente alla cinematografia, essendo quello da cui proveniva Antonio Andolini, primo padrino della saga de "Il Padrino" interpretato da Marlon Brando, che prese il nome di Don Corleone, nel film, come accade appunto nelle regole di tale organizzazione, ossia di prendere il nome del luogo.
Come detto appunto una terra che è stata rappresentata dal cinema americano in maniera memorabile, ma che certamente non è stata tra le più facili dalle quali potersi affermare nella vita reale.
Operazione che è riuscita proprio a Michele Lupo, diventato regista noto in tutta la nazione e che potette lavorare a fianco di molti attori famosi dell'epoca durante la propria carriera.
Uno su tutti il già citato su questo blog per il loro sodalizio cinematografico, Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, che fu diretto da Lupo in ben 5 pellicole.
Iniziò il proprio percorso lavorativo nel mondo del cinema come aiuto regista, mansione svolta per una decina di anni, fino all'esordio come regista vero e proprio agli inizi degli anni '60.
Diresse più di 20 film, nell'arco di un ventennio, e si spense pochi anni dopo aver lasciato la regia, lontano dalla sua Sicilia, a Roma, dove era già ricoverato per gravi problemi di salute.
I film da lui diretti erano stati sulla carta appartenenti a molti generi cinematografici, ma per molti di loro si può trovare un filo conduttore, quello della forza fisica bruta, quasi sempre da parte dei protagonisti, vista come elemento determinante e spesso in chiave positiva, in grado di salvare vite e redimere coscienze.
La sua più grande collaborazione però probabilmente fu quella che non fu, dato che chiamato a lavorare al capezzale di Sergio Leone, ebbe con lui degli screzi insanabili, tanto che fu cacciato dalla produzione.
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