giovedì 14 dicembre 2023

Un Natale al sud (2016) #Recensione

 "Un Natale al sud" è uno degli ennesimi cinepanettoni nostrani, piuttosto recente in questo caso, che racchiude la solita miriade di battute infantili, giochi di parole pessimi, doppi sensi sessuali, e tutta una serie di scontatezze nuove o già viste, che hanno da sempre caratterizzato tale genere cinematografico.

La trama è quella di due famiglie, naturalmente rappresentanti la solita dicotomia nord-sud, che sono un po' vittime delle proprie infelicità, un po' dei tempi moderni, ed un po' ci mettono del loro a complicarsi l'esistenza.
In particolare il film ruota intorno ai rispettivi figli, i quali hanno delle relazioni nate su internet, che stentano a trasformarsi in frequentazioni reali, con il risultato di rendere i genitori piuttosto insoddisfatti della cosa.
Si passa dunque come detto a tutta una infinità di situazioni già viste, nelle quali si fa sfoggio di pochissima ricercatezza di contenuti e forma, e si bada più che altro a dire la cafonata più arrogante e regionalista possibile, per buttare quasi tutte le scene in caciara.

Il film ha comunque la caretteristica di non essere particolarmente irritante, quindi si riesce a guardarlo, anche grazie al fatto che scorre abbastanza bene e con passo costante. Detto questo, non contiene assolutamente niente che passerà mai alla storia, a differenza di altre battute e situazioni di cinepanettoni storici, e probabilmente nemmeno voleva che cosi fosse. Sembra infatti una semplice pellicola messa su con un po' di volti noti del momento, e temi il più attuali possibili, per capitalizzare al massimo la voglia di vedere qualcosa di divertente e leggero da parte degli italiani nel periodo natalizio.

Naturalmentissimamente presente l'immancabile, assolutamente immancabile, presenza di tutta una gamma di accenti, atteggiamenti ed usanze tipiche delle varie regioni italiane, per poter far sentire rappresentata la maggior parte della popolazione possibile. Il tutto capitanato come quasi sempre, dalla battaglia Milano-Roma, con rispettive frasi gergali tipiche. 

Un aspetto però lo differenzia del resto dei film del genere, ed è quello di basare moltissime iniziative e personaggi, su aspetti della cultura americana, ormai diffusa in quasi tutto l'occidente, ragione per la quale all'interno del film si trovano influencers, si parla di followers, di selfie, etc.. 

Nello specifico si salvano la Tatangelo, la quale non sembra aver recitato affatto male, e Boldi, decisamente invecchiato e ripetitivo, ma rimane l'unico che regala un paio di sorrisi.

Di curioso vi è come il film abbia voluto mantenere l'iconica voglia di invecchiare male di tutti i cinepanettoni, di fatti la frase "Cinese, ma perchè sei venuto qua, non potevi morire in Cina?", difficilmente passerà le revisioni future di una società sempre più attenta a certi temi.
E, la sorprendente citazione di Via col vento : "Francamente, me ne infischio!", fatta da Boldi in una delle scene. 



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