Si tratta di film biografico musicale, riguardande la vita e le opere del drammaturgo americano Jonathan Larson, prematuramente scomparso a soli 35 anni, proprio la sera prima della "prima" di quello che sarà il suo lavoro di maggior successo, un musical dal nome "Rent".
Il titolo del film si riferisce invece alla sua precedente opera, la seconda della sua carriera, dopo "Superbia", e la pellicola tratta proprio le fasi della scrittura ed i tentativi di vederla prodotta e proposta a Broadway, in parallelo alle sue vicende personali e sociali.
Il film è molto energetico, molto rock, molto moderno, e la performance di Andrew Garfield (nei panni del protagonista), catalizza tutta l'attenzione su di se, e vale da sola il prezzo del biglietto.
Prestazione intesa sia come aspetto recitativo che canoro, nel primo egli infatti risalta in maniera assolutamente netta a confronto del resto del cast, rispetto a molti dei quali si vede il divario soprattutto nelle scene con lui presente, un divario che in alcuni frangenti appare talmente ampio, anche come livello di teatralità ed espressività, che sembra quasi sconnesso dal resto degli attori, tanto da far sospettare che sia stato un contrasto ricercato ed ottenuto dal regista.
Per quanto riguarda invece il secondo aspetto, nemmeno lo stesso Garfield era a consocenza di quanto suonasse bene la propria voce, e se è pur vero e visibile che altri membri dimostrano eccellenti doti canore nel film, anche superiori alle sue, la sua voce è quella che trasmette maggiormente, e che sembra davvero adatta al messaggio ed al personaggio che voleva essere rappresentato.
Una persona (Larson) che era in grado di provare una vasta gamma di emozioni e che stava cercando la propria via per comunicarle al mondo.
L'unica "nota" un po' dolente, ma comunque marginale, è che il personaggio nel film si dichiara a più riprese 29enne, impegnativo da accettare in diverse scene, il 37enne (al momento delle riprese) Garfield ne dimostrava forse anche qualcun'uno in più.
Come premesso l'attore protagonista ha catalizzato anche tutta l'attenzione di questo post.
Una nota curiosa è quanto la sua agente (nel film), Rose, appaia simile (sembra un po' troppo da crederla una coincidenza), all'agente del personaggio di Joey Tribbiani nella serie televisiva F.R.I.E.N.D.S., Estelle, sia fisicamente che come espressioni, che come atteggiamenti.
In sostanza un film che va in crescendo, con una ottima performance da parte del suo elemento chiave, (
che gli è valsa molteplici candidature a premi di settore) che scorre piuttosto bene, che porta ad appassionarsi ed emozionarsi principalmente verso il finale, e che non ha caratteristiche per sconsigliarlo specificamente a nessuno.
che gli è valsa molteplici candidature a premi di settore) che scorre piuttosto bene, che porta ad appassionarsi ed emozionarsi principalmente verso il finale, e che non ha caratteristiche per sconsigliarlo specificamente a nessuno.
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