giovedì 7 luglio 2022

Sisters with transistors #Recensione

 Sisters with transistors (Il titolo nella versione italiana non cambia) è un film documentario che sembra avere ben poco di film e quasi tutto del documentario, compresi gli aspetti di quelli mal riusciti, come essere troppo o troppo poco nozionistici invece che avvincenti per i non esperti del tema o come essere un argomento di nicchia che ritiene di meritare l'interesse della massa.

Erano esempi di cattive riuscite cinematografiche non necessariamente legate a questa opera nello specifico, ma sicuramente volevano introdurre il fatto che, per quanto apparentemente la critica sia stata abbastanza univoca nel proprio giudizio positivo, seguiranno righe fuori dal coro, piuttosto deluse dal risultato finale di questo documentario e da quanto poco trasmetta allo spettatore.

Il tema è quello di quanto poco spazio abbia avuto la figura femminile nella libertà di produrre arte nelle decadi passate, in particolare si concentra su testimonianze di donne, al tempo giovani ragazze intraprendenti, che hanno fatto la storia della musica elettronica. Storia che però è rimasta sconosciuta ai più e non sembra aver reso il meritato tributo a tali protagoniste. Storia che non si può che concordare sia stata interessante, dal campionamento di suoni comuni della vita di tutti i giorni, fino alla trasformazione delle note vocali in suoni, realizzando in pratica il primo prototipo del moderno ed usatissimo autotune.

Purtroppo però come anticipato, di film non ha quasi niente, si tratta di un documentario vero e proprio, con tanto di immagini spesso statiche che lo rendono ancor più lento e poco avvincente. Pecca nell'initrigare realmente lo spettatore sotto l'aspetto musicale e fa poco meglio sotto quello umano, perchè per quanto si riesca a familiarizzare empaticamente con certe situazioni descritte, molte altre dichiarazioni sembrano più gratuite che altro, ai limiti della propaganda. Una frase su tutte "ancora oggi (2020) quando accendo la radio, è soltanto una parata di uomini", alludendo al fatto che la donna non abbia ancora adeguato spazio nella musica moderna, un pensiero davvero difficile da condividere guardando la lista degli artisti pop contemporanei trasmessi in radio.

In sostanza era un argomento che stuzzicava l'interesse e l'immaginario, che si prometteva di trattare argomenti moderni e rilevanti per la costruzione di una società migliore, ma che fallisce sia sugli aspetti stilistici che su quelli morali, suonando spesso fazioso, attraverso dichiarazioni di menti che più che libere e leggere, suonano come risentite.

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